Una diversa maniera, di ritrovarsi… con un filo
( Personale, Tullio Fantuzzi )
di vincenzo calafiore
Gradisca d’Isonzo 6
agosto 2016
Udine 8 agosto 2016
Tullio Fantuzzi
espone le sue opere presso la Galleria d’Arte La Fortezza in via Ciotti 25,
Gradisca d’Isonzo dal 6 al 28 Agosto.
Tullio Fantuzzi
risiede in una città, per me la più bella in assoluto, Trieste e come la sua
città ha negli occhi il mare e il vento, ma soprattutto i colori, le tinte che
Trieste col suo mare a saper guardare non si risparmia a elargire, è come
affacciarsi a una finestra e cogliere a piene mani emozioni e sensazioni, ma di
più la semplicità del mare.
Pur rimanendo nel mio
personale “ pensiero “ che nessuno potrà essere in grado di giudicare un’opera
se non trasmettere solo le emozioni che questa ha risvegliato, e quindi giudico
inutili certe presentazioni in cui si tenta di spiegare ai convenuti i perché e
i come dell’artista, quando solamente egli stesso e solamente lui è in grado di
spiegarlo, solo lui sa e conosce l’attimo in cui è nata un’opera.
Da buon triestino che
è Tullio Fantuzzi, amando ciò che Trieste ogni momento come in una fotografia
gli dona, non altera, non trasforma né violenta la serenità e la semplicità di
una finestra su cui davanzale sono due vasi da fiori, o una tovaglia che
sventola, un lenzuolo appeso a un filo ad asciugare.
E’ questa, la semplicità, che Tullio plasma
nelle sue composizioni!
La stessa semplicità
che hanno i triestini, quel ciao o quel come stai che diventano cenni che si
ricordano, diventano memoria.
Ed è quella che
trapela dai quadri appesi alle pareti della Galleria d’Arte LaFortezza, perché
da una finestra come da una porta si può guardare all’esterno come all’interno,
ed è intimità, famiglia, dialogo, musica, ma soprattutto dialetto di
straordinaria musicalità.
A guardare quei
quadri appesi si viene colpiti dalle tinte tenue, intime e preziose quasi
schive come a non voler invadere o primeggiare su una parete, e queste
rispecchieranno il carattere schivo dell’Artista Tullio Fantuzzi .
Ho notato che in
tutte le sue opere da un lato c’è un filo che scende da una finestra e si
inerpica sui muri, corre lungo certe traiettorie invisibili, ma ha una sua meta
ove risiederanno certe intime emozioni.
Ma potrebbe anche essere un filo da
prendere in mano e seguirlo interamente nei suoi percorsi per non perdersi in
questa società immane e tremendamente in bilico sul baratro dell’odio e
dell’intolleranza, della violenza e del sopruso, del furto dell’anima e della
libertà, è un “ filo” che potrebbe individualmente farci ritrovare col nostro
cuore, che con la mente.
Ecco cosa Tullio
Fantuzzi con grazia e maestria cerca di trasmetterci con le sue semplici opere:
la semplicità del mare, di Trieste, della vita!
Grazie del tuo
impegno a regalar “ semplicità” facendoci ricordare anche, che un “ sommo” un
dì, scrisse: “ nati non foste a viver
come bruti… “ !
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