Di Vincenzo Calafiore
27Gennaio2017Udine
“ Dedicato, al mio
fraterno Amico Stefano Federico, perché non dimentichi, compagno di banco e di
viaggio, tuttora residente nel Gran Ducato “ Rione Santa Caterina” dal quale
orgogliosamente vengo.”
Allora, a quei tempi
di onorata miseria e povertà, per noi ragazzi che ci si affacciava alla vita,
erano gli anni della “ ricostruzione “ dell’Italia che usciva da un conflitto
che l’aveva rasa al suolo e, c’era una gran voglia di vivere e conoscenza, era
l’Italia operosa, ingegnosa, viva.
Io, mi ritengo anzi
sono orgoglioso di appartenere alla classe del ’46 poiché la storia dell’Italia
l’ho attraversata tutta, da quando era una “ Nazione “ a oggi che è un
satellite di una corporazione di apprendisti stregoni, burocrati fallimentari,
e manipolatori di fiumi di denaro; una corporazione glaciale dedita tutta alle
“ cifre” votata al “ dio denaro” e di pochissima umanità.
Allora decisi di “
imbarcarmi “ in un’avventura più grande di me, avevo appena 15 anni! Così è stato.
Io sono orgoglioso,
fermamente orgoglioso delle mie origini di “ morto di fame”, orgoglioso
dell’essere stato regolarmente per anni prima con offesa chiamato “ ….. terrone
“ .
Così già a 15 anni
entrai in Accademia e portavo ai piedi gli anfibi, indossato per anni la stessa
tuta, la mia uniforme grigioverde che se si bagnava emanava un odore
sgradevole.
Facevo parte della
meravigliosa famiglia che è l’ Esercito Italiano.
Non è stata una vita
facile né una passeggiata, noi allievi venivamo sottoposti ad ogni tipo di
insulto, di offesa, di umiliazione, di vessazioni, di privazioni, e a continui
trasferimenti da un capo all’altro dell’Italia.
Gli esami e le valutazioni non
finivano mai.
Quindi non ho avuto
una vita facile, ma nemmeno una vita.
Ricordo che allora un
operaio qualsiasi percepiva un salario meglio del mio che vivevo dentro a un
recinto di muri alti e di cancelli, io e la mia vita scandita dai suoni di una
tromba.
Sono orgoglioso,
molto orgoglioso di essere stato uno che ha indossato giacche con le stellette,
camicie verdi, e stivaletti o anfibi; sono orgoglioso della mia vita da “
servitore della Patria” orgoglioso di aver prestato giuramento d’onore alla mia
Patria tutt’ora rispettato e onorato, è questa la differenza: la fedeltà,
l’onore del sentirsi italiano, l’onore dell’essere stato uomo-padre, soldato e
questo grazie a una ferrea disciplina, a un fortissimo amor proprio, per cui
non sono importati gli enormi sacrifici e le enormi privazioni, i continui no
che poi crescendo sono diventati continui si!
A breve e cioè oggi
il 27 Gennaio, “ il giorno della Memoria “ mi verrà conferita la distinzione
onorifica di CAVALIERE dell’ Ordine “ Al Merito della Repubblica Italiana.
Sarà una giornata
importante, da ricordare per me assieme ad altre date importanti e
significative.
Cosa sono oggi io e
che significato sono?
Ho sempre letto
molto, divorato libri, ho studiato molto e lo faccio ancora adesso alla mia età
di 70 anni e se dovessero chiedermi se sono felice di essere l’uomo che sono
dico di si, come se dovessero chiedermi di essere orgoglioso di appartenere
tuttora all’ Esercito Italiano anche se in quiescenza, anche se non è più
quello che io ho conosciuto, più tecnologico, rispondo senza ombra di dubbio di
si.
Questa giornata
voglio dedicarla a mio nipote Vincent che amo e a cui sono legato, perché a lui
ho dedicato la mia vita da quando è venuto al mondo e spero, anzi vorrei che anche
lui come me si vestisse di orgoglio,
sempre alla ricerca come me di lasciare dietro di se impronte che sappiano di
dignità, di significato!
Allo stesso tempo la
vorrei dedicare alle persone che mi amano ma anche a quelle che mi hanno
tradito e deluso, a quelle che mi hanno svenduto o dimenticato, lasciato in
parte.
In tutto questo c’è
anche la grande affettuosa amicizia ( che viene da lontano) che mi lega al mio
amico Stefano Federico con il quale ci sono state delle incomprensioni poi
chiarite,c’è una grande Amicizia, indimenticabile, unica! Cosi come con Claudio
Demuro. Tutto di un insieme che amo.
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