martedì 27 giugno 2017

La danzatrice sull’acqua

Di Vincenzo Calafiore
21Giugno2017 Udine
( 100 pagine in una)

“ amare una donna è averla nella memoria
del sangue… “
                                   Vincenzo Calafiore


Era da tempo che il mare non si vestiva così, con quel vestito sfavillante andava incontro alla notte che come una sposa l’attendeva appena a ridosso dell’orizzonte.
Andavo su quella spiaggia senza una meta precisa, in cerca di qualcosa o di fare qualche incontro fortunato che potesse in qualche maniera farmi dimenticare la prigionia a cui da anni ormai  la mia “ danzatrice sull’acqua “ mi aveva relegato.
Fu proprio in una serata come questa di tanti anni prima che feci la sua conoscenza, su questa stessa spiaggia; era là seduta su un asciugamano a leggere un libro. Tornavo con i miei amici dalla pesca e prima che la barca andasse ad arenarsi ci tuffammo in acqua anche per rinfrescarci.
Lei seguì la scena nascosta dietro gli occhiali da sole, senza scomporsi, era come se neanche si trovasse lì.
Quanti anni.
Assieme, io che da sempre ho amato Jaques Prevert, recitai le sue poesie come un artista di strada, lei ballerina dell’Opera.
Questo amore
Così violento
Così fragile
Così tenero
Così disperato
Questo amore
Bello come il giorno….”
La brezza della notte disegnava la pelle dei nostri corpi dopo l’amore, con gli occhi chiusi e bocche dischiuse, labbra su labbra e mani che cercandosi stringevano e accarezzavano i sogni che passando lasciavano qualcosa che alla luce del giorno trovavamo tra le pieghe di lenzuola ancora umidi.
In punta di piedi entra ed esce di scena da danzatrice sull’acqua mentre la mia vita sempre più diventava sua per questo Amore così bello, così tenero.
Se solo io sapessi come lei in punta di piedi danzare sull’acqua, ai suoi occhi, al suo cuore avrei svelato e recitato da dietro un sipario quanto amore c’era nelle nostri mani e negli occhi socchiusi.
Ma l’Amore dura solo un giorno, e come un fiore se ne va lontano portato dal vento e non rimane niente, non restano neanche le parole.
Ah, questa solitudine! Quest’opera incompiuta che di notte torna in tutta la sua ampiezza e col peso degli anni che ancor mi vedono nelle piazze, agli angoli di strade portare in scena Prevert con la sua poesia.
Tornare al mare per amare.
E’ una scena che si ripete con attimi diversi, ma il mare è lì, sempre uguale col suo fascino, con la sua guerra, i suoi morti.
Ritorno a lasciare impronte sulla stessa spiaggia e la ritrovo la mia danzatrice sull’acqua, quando in punta di piedi danzava sul mio cuore.
Con la pelle disegnata da una brezza che la riporta e mi fa pensare a questo amore così bello, così tenero, così disperato così fragile! Come ali di farfalla, leggeri vanno gli anni lontano ed io sempre più fermo a guardare il mare e mi par di vederla ancor danzare sull’acqua nell’eternità, di questo amore ancora mio nella memoria del sangue.





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