Di Vincenzo Calafiore
21Giugno2017 Udine
( 100 pagine in una)
“ amare una donna è
averla nella memoria
del sangue… “
Vincenzo
Calafiore
Era da tempo che il mare
non si vestiva così, con quel vestito sfavillante andava incontro alla notte
che come una sposa l’attendeva appena a ridosso dell’orizzonte.
Andavo su quella spiaggia
senza una meta precisa, in cerca di qualcosa o di fare qualche incontro
fortunato che potesse in qualche maniera farmi dimenticare la prigionia a cui
da anni ormai la mia “ danzatrice
sull’acqua “ mi aveva relegato.
Fu proprio in una serata
come questa di tanti anni prima che feci la sua conoscenza, su questa stessa
spiaggia; era là seduta su un asciugamano a leggere un libro. Tornavo con i
miei amici dalla pesca e prima che la barca andasse ad arenarsi ci tuffammo in
acqua anche per rinfrescarci.
Lei seguì la scena
nascosta dietro gli occhiali da sole, senza scomporsi, era come se neanche si
trovasse lì.
Quanti anni.
Assieme, io che da sempre
ho amato Jaques Prevert, recitai le sue poesie come un artista di strada, lei
ballerina dell’Opera.
“ Questo amore
Così violento
Così fragile
Così tenero
Così disperato
Questo amore
Bello come il giorno….”
Così violento
Così fragile
Così tenero
Così disperato
Questo amore
Bello come il giorno….”
La brezza della
notte disegnava la pelle dei nostri corpi dopo l’amore, con gli occhi chiusi e
bocche dischiuse, labbra su labbra e mani che cercandosi stringevano e
accarezzavano i sogni che passando lasciavano qualcosa che alla luce del giorno
trovavamo tra le pieghe di lenzuola ancora umidi.
In punta di
piedi entra ed esce di scena da danzatrice sull’acqua mentre la mia vita sempre
più diventava sua per questo Amore così bello, così tenero.
Se solo io
sapessi come lei in punta di piedi danzare sull’acqua, ai suoi occhi, al suo
cuore avrei svelato e recitato da dietro un sipario quanto amore c’era nelle
nostri mani e negli occhi socchiusi.
Ma l’Amore dura
solo un giorno, e come un fiore se ne va lontano portato dal vento e non rimane
niente, non restano neanche le parole.
Ah, questa
solitudine! Quest’opera incompiuta che di notte torna in tutta la sua ampiezza
e col peso degli anni che ancor mi vedono nelle piazze, agli angoli di strade
portare in scena Prevert con la sua poesia.
Tornare al mare
per amare.
E’ una scena
che si ripete con attimi diversi, ma il mare è lì, sempre uguale col suo
fascino, con la sua guerra, i suoi morti.
Ritorno a
lasciare impronte sulla stessa spiaggia e la ritrovo la mia danzatrice
sull’acqua, quando in punta di piedi danzava sul mio cuore.
Con la pelle
disegnata da una brezza che la riporta e mi fa pensare a questo amore così
bello, così tenero, così disperato così fragile! Come ali di farfalla, leggeri
vanno gli anni lontano ed io sempre più fermo a guardare il mare e mi par di
vederla ancor danzare sull’acqua nell’eternità, di questo amore ancora mio
nella memoria del sangue.
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