Vivir,vivere
Di Vincenzo Calafiore
8 Giugno2017 Trieste
“ Se vuoi capire una donna
non ascoltare le sue parole,
ma
perditi nei suoi occhi ! “
Succede di notte, in un mare aperto ai confini di Oriente e
Occidente, è in questo mare che vengono a prendermi certe emozioni, succede di
notte di sognarti e trovarmi là dove più voglio essere.
Averti qui tra le mie braccia stretta dai miei anni che
hanno fretta di conoscerti, impararti a memoria sfogliandoti come un libro, o
come un portolano su cui da tempo ormai annoto ciò che rimane quando come una
barca ho un sussulto o brivido che ripercuote tutta la carena.
Se solo tu sapessi come un vento di maestrale gonfi le vele
e mi fai volare a pelo d’acqua, poi all’improvviso si svuotano, si gonfiano al
contrario e torna la paura, non è solo un cambio di emozione, è molto di più: è
sentirti dentro.
Le stelle improvvisamente ardono dilatano il soffitto come
una trasfigurazione, giunge il desiderio
e tutto si scompagina, si sbriciolano i timori, cadono i veli ai venti
d’una dolce sessualità come fosse un approccio alla vita, alla conquista del
tempo, come una barca sbando ubriaco di felicità.
L’aria della stanza diventa di montagna, ma rovente, secca
come il Foehn.
Si accentua il tuo profumo di donna, gli occhi si dilatano
mentre arresa ti offri prigioniera d’una beltà infinita.
Ecco perché ogni notte è diversa dall’altra, di giorno è
come essere nell’aria desertica dell’Oriente, la stessa degli altopiani afghani
o del Turkestan cinese, distanti l’uno dall’altra dieci fusi orari di un mondo
che si vorrebbe fosse e invece precipita raccolto in un ciao.
Desideri che piombano addosso nella notte!
A salvarmi è la mia astronave a remi con la quale posso
raggiungerti o andar via da te.
Dopo una notte così non sono più lo stesso, le mie idee
sulla vita e la morte cambiano. Due, tre nodi, sono un’andatura esasperante per
un uomo come me che t’ama e vuole raggiungerti, e lentamente questa lentezza mi
possiede.
Mi invade d’immenso, taciturno e incomunicabile, non sono
più nessuno come individuo.
Sono solo un uomo che ti ama che a milioni sono passati per
questo mare.
Penso agli anni inutili perduti a cercarti in cui mi sono
mosso come emigrante, pellegrino,soldato, illegale, contrabbandiere.
Allora, quasi vicino all’alba capisco le leggende, conosco
le voci, le ombre, l’amore, i desideri che ritornano più forti di prima.
Guardarti o rimanerti vicino è come ristabilire il naturale
nesso fra il tempo e lo spazio…. in cui mi sperdo quando sei qui, con me.
Fiuto il profumo delle grandi praterie ustionate dal sole,
gelsomini, della zagara, se appena sfioro la tua pelle.
Ma se vai via è come accadde a Bagdad migliaia di anni fa,
quando qualcuno guardò a Occidente e disse “ Erebu “ Terra del tramonto, il mio tramonto, la mia
solitudine, il mio silenzio come una barca arenata che aspetta la prossima
marea.
Questo è amarti.
Nessun commento:
Posta un commento