La noche flamenca
Di Vincenzo Calafiore
25 Giugno 2017 Udine
"
Le chiavi di casa" dopo due anni di notti trascorse a scrivere finalmente
è terminato. E non lo consegnerò a nessuno. In questo racconto si manifesta
quello che è, e significa essere innamorato della donna come della vita con
tutta la sua complessa drammaticità e la felicità momentanea; perchè nulla è
durevole e anche l'amore a un certo momento se ne va lasciando lo sgradevole
senso dell incompiuto. A voi quindi una delle pagine del capitolo finale, forse
l'ultima, scritta al momento, proprio ora alle 21,30! Probabilmente qualcuno si
riconoscerà ed è questa la forza del romanzo che me stesso lascia senza fiato
costringendomi pure a ritornarci più volte nel giorno. " Le chiavi di
casa" sarebbe stato un bellissimo libro da tenere sempre al seguito, ma
non appartiene a questo mondo idiota e mai potrebbe trovare qui la sua giusta
collocazione. Voi ne avete lette molte di queste pagine e ogni volta si sono
animate le discussioni, per me era un buon segno, voleva dire che ciò che stavo
scrivendo era, è, sarà sempre una vera, autentica, umana, maniera di
manifestare quel " mare di dentro" che si chiama - Amore -
( da “ Le chiavi di casa
“ )
Almeno questa notte
lasciami sognare. Sognarti qui vicino a me in un letto grande che ci accoglie
come una conchiglia dorata e da una finestra guardare il buio in cerca di
ricordi che possano permetterci d’essere ancora nelle nostre memorie.
Se almeno fossi tu
riuscissi ad essermi amica in questa notte che mi illude.
Mi pare a volte d’essermi
perso nelle parole di una pagina, o essere così distinte da non essere da te
raggiunto, eppure sono qui come ogni notte a sognare di incontrarti per avere
in dietro la mia vita.
E’ di un baratto che si
tratta, è quello che ti sto proponendo.
Io non posso e non voglio
esistere solo perché tu lo decida, io voglio essere perché io sono.
E non importa se dovrò
cancellare il tuo volto come fosse su una lavagna,
non mi importa se poi
sarò costretto a ridisegnarlo per non farti morire nel nulla che ora è in te.
Se tu sapessi cosa veramente
significhi amare, almeno avresti un sorriso o una carezza, un bacio e invece
sempre più rassomigli a un pezzo di granito, buono per una piramide che da
dentro col suo peso ti trascina sempre più giù.
Sei così distante, così
diversa, così impenetrabile.
Sei come una notte che
non rilascia sogni, ne tracce di se.
Vorrei avere il coraggio
di spedirti all’inferno e fartelo provare l’inferno in cui tu col tuo essere mi
ci hai spedito!
Ma in questa notte così
limpida e serena mi piace immaginare che tu sei qui con me e poterti avere nuda
con tutta la tua anima, contare tutte le stelle disegnate sulla tua pelle
dorata; averti qui su di me e sentire il tuo cuore battere mentre bacio le tue
labbra vellutate d’orchidea.
Nuda e morbida come la
notte, come una danzatrice di flamenco ti muovi cambiando continuamente
sembianze, tanto da confondermi.
Sei solo illusione,
immaginazione che il mio desiderio origina tutte le notti, come un’impronta che
rimane sulla pelle per farti ricordare poi nella luce che dinapa ogni mia
incertezza te ne vai con la tua deriva chissà forse fino al prossimo sogno.
Di giorno ti odio e di
notte ti amo!
Mi chiedo dove sia il
senso di questo amore che è solo mio.
Vorrei ricordarti in
questa alba profumata di nespolo, inebriante, circoscritta nella sua brevità,
mentre tu persa nel mar tuo dei sargassi, asnappi tendendo le mani ad altre
mani.
Almeno sapessi come fare
a trattenerti!
Giunge da lontano un
vento caldo che conosco, un vento secco che si porta via ogni desiderio,
non è che arresa, e
desiderio di serenità, di pace interiore, e quasi assieme a tutto pian piano
svanisce l’immagine tua per cui un tempo non lontano per averti avrei dato la
vita.
Io ti sento nelle vene e
sono sempre innamorato con tutta la passione del mondo!
E scorri così
profondamente nelle mie vene che non posso fare a meno di te e questo mi fa
equilibrista che sospeso su un niente tenta di ricucire la notte purchè tu rimanga
in quelle tracce da decifrare!
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