Ah, questa felicità…
Di Vincenzo Calafiore
10 Novembre 2018 Udine
il primo pensiero a te, è una richiesta
dell’anima … poi lo scrivo quel mio:
ti amo! Nel scriverlo mi commuovo
ed è un messaggio che rimane lì come
una fotografia tutto il giorno. Chissà
perché sto bene e mi fa capire che in fondo
la – felicità- è la migliore medicina, il
più dolce veleno per morire dentro
un pensiero, un ti amo! “
Vincenzo Calafiore
Ah la mia felicità dentro e attorno, la mia felicità senza
luogo né tempo, a volte pensiero spezzato, frangente come le onde del mare su
una spiaggia vinta dal sole.
I pensieri si posano leggeri sulla ragione, in riva di un -
ti amo -, come piccole pietre che si
urtano trascinati via dalla risacca.
Vorrei tu fossi qui, dinanzi ai miei occhi ad ascoltar la
mia voce spezzarsi dalla commozione e
farsi pigra, indolente in un tempo
presente, il presente sospeso dell’arresa e dell’attesa, del desiderio e della
malinconia.
Tu, il “ mio” rifugio che mi accoglie e mi lascia andare
seguendo forse il movimento del mio mare di dentro, come impeto di una passione
che non si placa e si rinverdisce nella sua continuità di immagini scorrere
lente ai margini di un desiderio senza fine.
Tu lo sai che nulla è permanente, né una casa, nemmeno le
cose, nemmeno la vita, ecco perché ti chiedo di amarmi ora in questo mio tempo,
in questo momento a cui mi aggrappo per non lasciarlo andare via.
Ecco allora la mia notte tempestosa, proprio come il mare,
che si lascia scrivere ai ritmi di una vita che vale, di un flusso e riflusso
che non si quietano mai, non si consumano, non consumano.
E di notte il tempo della contemplazione, mi trova solitario
in cima a un mondo, il tuo. E’ Il tempo del riposo, del pensiero, il tempo del
mare, infinito fluttuante, sciabordante, nell’eterno conflitto e nell’assoluta
complicità tra l’andare e il venire, tra l’amare e sentirti mia e l’amarti con
desiderio.
Il tempo della distanza, dal tuo amore, dal tuo sapermi
amare, dal mio amarti così, così come sei.
Il tempo del piacere del contenimento misto indistintamente
al dispiacere della prigionia di un occaso che negli occhi si orla della mia
felicità.
Lo so che non bisogna imbrigliare il tempo, cadenzarlo, so
che devo lasciarlo andare, non prima di essermi consegnato interamente
all’amore.
Ecco allora che la mia vita asseconda il mio tempo forse con
lo stesso ritmo di una nave che si
stacca dalla terra per muoversi silenziosamente maestosa e lenta verso
l’orizzonte.
E, pian piano si mostra, prima sfocata e poi sempre più
meravigliosa, più meravigliosamente visibile, la piccola, immisurabile e vicina
vita, quasi ferma nel tempo, amabilmente disordinata; la mia vita come una
montagna capovolta affondata in quel mare di sogni ove tu vivi.
Un mare capace di introdursi mansueto in ogni sua
insenatura, di spaccarsi violento contro ogni difesa.
La mia vita, come un diario d’amore, quasi una metafora e
immagine di me stesso o di noi, dell’esistenza umana circondata da un mare …
azzurro, blu, grigio, celeste,viola, buio, bianco, cobalto, il mare che
lambisce i suoi contorni e li modifica ininterrottamente, così come accarezza i
contorni dell’anima, li travolge e li ridisegna spostando il significato dalla
vita di ciascuno, di qualcuno, alla vita di sé, in tutte le sue forme.
Ecco perché il più delle volte mi ritrovo a dirti – t’amo –
e non mi aspetto una conferma, né una notte d’amore, ma un sorriso sì, che è una
conferma della tua esistenza entro la mia esistenza, come una mano dentro
l’altra mano.
E’ questa la vita, così dovrebbe essere, senza pensare a
nulla di più dello stare bene assieme, del condividere non solo la felicità o
la gioia da essa, ma anche la tristezza, il momento della solitudine, le
incertezze.
Fossimo almeno capaci di fare questo! E invece l’intorno è
sempre più di cattiveria, di miserie umane, di ipocrisia, di assenze e lasciti
vuoti d’ogni sentimento.
Fare dell’amore la protagonista assoluta del nostro
personale diario, con la semplicità complessa dei suoi stessi vitali elementi:
fuoco,acqua,aria, terra.
Fare dell’amore la madre dei pensieri e del tempo non quello
che batte la pendola, o quello segmentato del ticchettio di un orologio, ma
bensì quello del cuore definito dai: luce-ombra; sole, buio; alba,tramonto;
estate-inverno; autunno-primavera.
Vivere nella prospettiva di sosta, di sollievo e di sorpresa,
di consegna, nello sciabordio del nostro esistere che si poggia sul bagnasciuga
di ciottoli, di storie uniche e personali.
L’amore ci ricorda, con la sua vastità e immensità, che non
siamo niente. Niente di rilevante, niente di durevole… ma non importa, possiamo
superarlo solo con l’unica arma che possediamo sin dalla nascita: l’Amore.
Amarti è come lasciare le mie impronte sulla tua anima. Ecco
perché ti amo!
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