Amarti, è bellissimo
Di Vincenzo Calafiore
27 Novembre 2018 Udine
“ …. Pensa a quanta vita
sprechiamo
o si spreca in quest’inganno
che è l’attesa!
L’attesa di un bacio, di una
carezza..
si è un sogno che s’appresta
lesto alle soglie
di desideri e sconfitti a
volte torniamo
a vivere in una speranza
fragrante di
essenze e aromi di un amore
che sempre
più si rafforza ai limiti di
un tempo fugace!”
Vincenzo Calafiore
Ai margini di un
giorno sciupato, tu vieni, e porti seco quell’odore di vita che inebriandomi mi
fa scordare la lungaggine e la noia di un giorno inutile.
Ci incontriamo ogni
sera con gli abiti di scena pronti a volare sulle tavole di un palcoscenico,
parlando e danzando sulle note di un valzer che ci porta via e ci allontana
dalla mediocrità.
Noi siamo nei
margini di una notte che avrebbe voluto vederci dentro gli bagliori degli
sguardi con cui ci cerchiamo per non smarrirci in quelle solitudini che noi
conosciamo, io e te e i nostri anni più belli, su quel palcoscenico ogni notte
cantiamo e danziamo un inno all’amore, alla vita.
La nostra vita!
Ora come ora vorrei
stringerti forte a me nel mio vorticare d’amore in attesa, di un momento
magico, di quel momento magico in cui le nostre labbra unendosi in un lungo bacio
sospendono il tempo e si mischiano per gustare l’amore, si uniscono per
appartenersi.
C’è il tempo di
appartenersi,
il tempo di amarsi,
ma è che ancora adesso, dopo tempo, non faccio altro che domandarmi: che
significa amarti, che significa desiderarti, che significa aspettarti?
Io lo so, lo sento,
e lo voglio, appartenerti, lo immagino e lo immaginai già quando ancora non ti
avevo trovata nella mia lunga ricerca ed era per me un motivo per andare avanti
in quel preludio di vita, allora come
ora mentre lo dico mi commuovo e, penso che quando due si appartengono, tutto
appartiene,le mani, le mie mani che non smettono mai di cercarti, e gli occhi i
miei occhi che se non ti vedono non si sentono a casa e la mia anima, alla mia
anima manca una parte.
Ma la vera domanda
è: ma quando si appartiene fin nel profondo dell’anima, si smetterà mai di
appartenere? Questo mi chiedo!
Ma c’è anche quel –
sei mia – sussurrato o quel – mio Dio… -
detto piano piano con gli occhi chiusi e pieni di te!
E cerca, cerca il mio sguardo come se fosse
sempre la prima volta, e leggimi, leggi le mie labbra che sussurrano solo che –
ti amo -; ma cerca anche le mie mani le stesse della prima volta che sanno
stringerti e accarezzare il tuo volto, non farmi attendere, o desiderare, sfiorami
col tuo respiro, col tuo corpo di nuvola.
Voglio o vorrei il
tuo profumo sulla pelle per ricordarmi sempre o per ricordare che lontani io e
te non possiamo stare.
Ti penso con questa mia malinconia che non
se ne vuole andare via!
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