mercoledì 28 novembre 2018


Amarti, è bellissimo

Di Vincenzo Calafiore
27 Novembre 2018 Udine

“ …. Pensa a quanta vita sprechiamo
o si spreca in quest’inganno che è l’attesa!
L’attesa di un bacio, di una carezza..
si è un sogno che s’appresta lesto alle soglie
di desideri e sconfitti a volte torniamo
a vivere in una speranza fragrante di
essenze e aromi di un amore che sempre
più si rafforza ai limiti di un tempo fugace!”
                        Vincenzo Calafiore

Ai margini di un giorno sciupato, tu vieni, e porti seco quell’odore di vita che inebriandomi mi fa scordare la lungaggine e la noia di un giorno inutile.
Ci incontriamo ogni sera con gli abiti di scena pronti a volare sulle tavole di un palcoscenico, parlando e danzando sulle note di un valzer che ci porta via e ci allontana dalla mediocrità.
Noi siamo nei margini di una notte che avrebbe voluto vederci dentro gli bagliori degli sguardi con cui ci cerchiamo per non smarrirci in quelle solitudini che noi conosciamo, io e te e i nostri anni più belli, su quel palcoscenico ogni notte cantiamo e danziamo un inno all’amore, alla vita.
La nostra vita!
Ora come ora vorrei stringerti forte a me nel mio vorticare d’amore in attesa, di un momento magico, di quel momento magico in cui le nostre labbra unendosi in un lungo bacio sospendono il tempo e si mischiano per gustare l’amore, si uniscono per appartenersi.
C’è il tempo di appartenersi,
il tempo di amarsi, ma è che ancora adesso, dopo tempo, non faccio altro che domandarmi: che significa amarti, che significa desiderarti, che significa aspettarti?
Io lo so, lo sento, e lo voglio, appartenerti, lo immagino e lo immaginai già quando ancora non ti avevo trovata nella mia lunga ricerca ed era per me un motivo per andare avanti in quel  preludio di vita, allora come ora mentre lo dico mi commuovo e, penso che quando due si appartengono, tutto appartiene,le mani, le mie mani che non smettono mai di cercarti, e gli occhi i miei occhi che se non ti vedono non si sentono a casa e la mia anima, alla mia anima manca una parte.
Ma la vera domanda è: ma quando si appartiene fin nel profondo dell’anima, si smetterà mai di appartenere? Questo mi chiedo!
Ma c’è anche quel – sei mia – sussurrato o  quel – mio Dio… - detto piano piano con gli occhi chiusi e pieni di te!
E  cerca, cerca il mio sguardo come se fosse sempre la prima volta, e leggimi, leggi le mie labbra che sussurrano solo che – ti amo -; ma cerca anche le mie mani le stesse della prima volta che sanno stringerti e accarezzare il tuo volto, non farmi attendere, o desiderare, sfiorami col tuo respiro, col tuo corpo di nuvola.
Voglio o vorrei il tuo profumo sulla pelle per ricordarmi sempre o per ricordare che lontani io e te non possiamo stare.
Ti penso con questa mia malinconia che non se ne vuole andare via!







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