I
giorni inutili non sanno attendere
Di Vincenzo Calafiore
22 Novembre 2018 Udine
“ …. Chissà se hai ragione
tu,
chissà dove sarà andato a
finire il grande Sogno!
Senza non c’è significato..
ma vedi, il fatto è
che ci sono troppi
significati e che invece di
una verità assoluta v’è un
brulicare di verità
relative che si contraddicono
l’un l’altra quando
l’unica certezza in questa
vita è:
la saggezza dell’incertezza! “
Vincenzo
Calafiore
E’ una di quelle
notti col viso tagliato da rughe profonde come solchi lasciati da un aratro
lucido e affilato; intorno un’atmosfera aspra e silenziosa, per certi versi
opprimente, ritagliata in esigui spazi ove vivo, marmorizzati nella malinconia.
Estingue la gioia,
opacizza i sentimenti, fa avanzare i giorni inutili che non sanno attendere e
si diffondono in un’insinuante proiezione d’ombre che fanno parte di una storia
personale ormai quasi ai limiti del precipizio che l’attende, e delle cose
stesse che dilagono in sordina in ogni luogo dell’anima, incrinano i pensieri
stendendo un insidioso velo di grigiore, quei giorni inutili che non sanno
attendere il loro giusto momento.
E’ ora uno di quei
giorni inutili che s’appresta a prendere possesso della mia anima così
lontana e così vicina alle amate e
fugaci immagini, così appresso a tanto desiderio di così tanto amore che si
sperde lento nelle grumose ore di questo giorno.
L’amore o amare a
volte e specie in questi giorni inutili, crea una dimensione discorsiva un po’
ovattata, ricca di sollecitazioni, ma che si rallenta in pause e segmenti di
magie in attesa, di un si che a volte non arriva.
La mia confusa
disperazione è un buio davanti agli occhi, tanta attesa che svena e toglie pian
piano le vane speranze di poter risentir profumo e essenza di un viso da
stringere tra le mani, di occhi in felicemente annegare di felicità, si avviano
così una sorta di sfida tra me e loro che, cedendo a poco a poco le reciproche
passioni finiscono per sentirsi ancor più attratti … noi che non finiamo di
dirci .. ti amo che già c’è il desiderio di ripeterlo come fosse una conferma,
o una promessa, o un richiamo di vita.
E in questo mio
silenzio si infittiscono monologhi e dialoghi sottovoce, interrotti e ripresi
senza tregua, gli incisi che preparano altri ideali incontri in quel buio
davanti agli occhi…
E sempre agisce una
frenesia che travolge il cuore di passione e sensualità evaporata ai bordi di un’esistenza
fatta più di attese che di realtà.
Verrebbe voglia di
andare a prendersela quella felicità distante, così come l’amore vuole che sia;
l’amore è per i coraggiosi, disposti ad affrontarne le sofferenze, pur di
assaporare i pochi momenti di passione.
Ma la passione a
volte fa anche paura, poiché in ogni caso implica la resa di fronte alle
distanze, alle lontananze e queste lasciano chi ama sospeso in una sorta di
limbo in cui non vale la pena di sapere che giorno sia.
Questa è una
condizione in cui si è liberi di amare, di desiderare, e di amare desiderando
ogni cosa di lei, o tutto di lei!
Però, in tutto
questo c’è la mia solitudine che con la stessa sollecitudine propone e leva
allo stesso tempo come a volermi trattenere in quello suo stallo opaco e senza
orizzonti a suo compiacimento.
Non capisco a volte
se l’amore o amare è sofferenza o se lo è se non c’è l’amore… è una domanda a
cui non riesco a dare una risposta, ma forse questa sta tutta in quel gran
significato che è l’amore nella vita di ognuno; ma è tuttavia vero che la
solitudine è l’altra faccia dell’amore come lo è la passione e altrettanto
anche l’attrazione dei corpi, sfaccettature di un diamante che a guardarlo
inonda gli occhi di luce come quando sogno lei anche ad occhi aperti!
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