martedì 30 luglio 2024


 

Come dissipare il malessere di questi tempi

 

Di Vincenzo Calafiore

31 Luglio 2024 Udine

La nostra “ civiltà” che è padrona e detiene il controllo della tecnologia e ha già soddisfatto la maggior parte dei suoi bisogni, anche se la maggior parte artificiali e quindi poco o addirittura meno autentici.

Si sente ormai da parecchio tempo che il patrimonio intellettuale non ha più risposte da offrire.

E’ una civiltà questa, che in qualche modo si è fatta rubare il futuro, da un malessere oscuro, un malessere dell’anima!

La decadenza sociale e umanitaria è palpabile, si tocca, si manifesta continuamente e si trasforma in paure, nell’essere permanentemente senza futuro e sentirsi anche dei precari in tutto.

La domanda è: che cosa è rimasta come riferimento?

 

 

Se ipoteticamente mi volto in dietro a guardare il passato culturale osservo che il Rinascimento è finito, l’Illuminismo pure, il Romanticismo è divenuto un corrente per pochi e infine l’Umanesimo, trascurato anche nelle Università è diventato poco più che un ricordo.

Di fronte al lento appassire delle coscienze, più di d’uno avverte che bisogna, c’è la necessità di invertire la rotta per ricominciare a sperare.

Per affrontare questa crisi non occorrono nuove filosofie, grandi riforme, poiché c’è già tutto a portata di mano è solo necessario “ imparare “.

Blaise Pascal  nel suo – celebre azzardo – chiedeva all’uomo di credere in Dio: se lo avesse trovato

Il suo premio sarebbe stato il Paradiso, se non ci fosse stato avrebbe comunque vissuto bene, senza nulla perdere.

 

Oggi a distanza di secoli, quella scommessa del filosofo francese andrebbe riscritta con tanti aggiornamenti.

Bisognerebbe tornare a Dio!

Così alla fine dell’Impero romano, si fece la scelta di affidare al Cristianesimo il compito di traghettare la civiltà antica, oggi dovremmo aggrapparci alla realtà più certa a nostra disposizione, cioè: Dio, anche per poterci considerare ancora cristiani.

L’eredità di Cristo è una rivoluzione dinanzi alla quale tutte le altre infinite scoperte dell’umanità sembrano essere limitate.

La rivoluzione cristiana colpì essenzialmente l’anima dell’uomo e la cambiò radicalmente.

Il mondo antico scommise su Cristo e convertì altri popoli. L’Occidente sopravvisse attraverso la forza della fede, alla fine dopo la caduta di Roma, quei concetti e valori etici sono entrati nella circolazione sanguigna.

Vale a dire l’uguaglianza, la giustizia per tutti, la non violenza, la libertà la stessa democrazia. Sono gli stessi riferimenti che da qualche tempo l’Occidente moderno in crisi cerca e sa che non può risolvere tutto con il denaro.

Tornare a scommettere su Cristo è un atto di civiltà, prima ancora che di fede.

Come insegna la filosofia moderna, c’è uno spazio per Cristo in ogni momento del tempo, della storia, al di là della fede del credere che ha il cristiano.

Cristo può essere soggetto a mille interpretazioni, ma non potrà mai essere paragonato a un evento di carattere culturale.

Cristo non è cultura, caso mai è la stessa cultura a essere cambiata dalla sua presenza e dall’incomprensibile “ realtà” di un uomo che muore su una croce per redimere l’umanità intera.

Come scrisse Immanuel Kant: Cristo è l’idea personificata della moralità

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