sabato 20 luglio 2024


 

Per i suoi occhi che ascoltano

 

Di Vincenzo Calafiore

21 Luglio 2024 Udine







….. Seppe che al mondo

molte cose potevano ridiventare buone

e che per realizzare questo bastavano

due persone.

Vedeva un sole che riempiva il cielo.

Paradossalmente il sole era anche il mare

 e scaldava piuttosto dal basso che dall’alto.

Forse è così il presente, quando non fugge via! “

                       Vincenzo  Calafiore

                    ( alba sul mare di Senigallia )

 

Quinto.

I suoi occhi sono mobili come quelli di un gabbiano, hanno la loro età, la sua stanchezza molto di più. Non ha un posto preciso in cui vivere, ma vive nel suo mondo.

Qui lo chiamano Quinto e se un estraneo chiede di lui dicono di non averlo mai visto. Ha un nome che evoca tempesta ma è anche una striscia sottile di vita tra il niente e il mare.

Ho conosciuto Quinto tanto tempo fa, su un pezzo di spiaggia di fronte a Messina. Scoprire in Quinto una certa maniera di essere poeta è come scoprire che l’orizzonte non è solo orizzonte, cioè un filo nero lontano, quasi irraggiungibile, ma è coscienza, è conoscenza di se stessi, è moto di una umanità affascinante e ignorata il più delle volte.

Quinto ha preferito vivere in disparte, lontano dalle grandi cose, dai grandi pensatori che da buoni manipolatori sanno vivere senza alcuna dignità; lui, Quinto sa che per vivere ha bisogno del mare, come il mare ha bisogno di lui, della sua poesia, della sua maniera di andare alla deriva nella sua stessa esistenza.

Ha visto l’orizzonte confondersi con il cielo, in lontananza ed ha pensato che lì probabilmente abitassero gli angeli e che lì, la vita poteva rimanere sospesa.

Questa da allora è la sua maniera di vivere! Al mattino dalla sua finestra guarda verso il mare senza vederlo, lui è lì da sempre, sulla riva o su un scoglio. Parla con il mare.

Guarda quei fili colorati dello stesso colore del fuoco che galleggiando vanno a confondersi con il fuoco più avanti che viene dall’orizzonte, e pensa che la vita sia cosi, un entrare e uscire dai sogni.

Non sa distinguere i limiti perché conosce gli spazi infiniti in un’onda che si alza alta nel cielo per arrampicarsi sugli scogli e raggiungere il confine tra mare e terra.

Lo chiamano Quinto, ma non hai mai smesso di amare!

Lui lo sa cosa dice il mare, quando gli parla. Il mare gli dice: ama quel sentire dentro!

Vede un gabbiano e si commuove e dice:

Senti il mare? Lui parla piano e gli uomini gridano.

Vedi i gabbiani … gli uomini dicono che sono cattivi e invece non è vero; guarda quello laggiù, lo vedi? Sta parlando con il mare!

Forse poche persone, forse come lui, non sentono la necessità di possedere qualcosa. Lui ama tutto ciò che incontra per caso.

I gabbiani volano molto in alto, così facendo rispettano il mare; gli prendono solo quello che gli serve per vivere.

A volte rimaneva in spiaggia ad attenderli, ma non sempre tornano; così è la vita quando l’aspetti e non arriva!

Loro hanno i loro scogli, hanno dei luoghi ben precisi sul mare dove si fermano e si lasciano portare dal mare lontano.

Io ho sempre pensato che il mare rassomiglia agli occhi di una donna. Il mare ha quei colori, quei riflessi; così gli occhi di una donna, non ti stanchi mai come il mare di guardarli.

Credo che le donne siano mare! Un mare in cui sarebbe bello poterci annegare, è un mare che ti porta lontano. Lontano da qui, ma davvero lontano lontano, non ci sono mai arrivato; ma ho sempre sperato che gli occhi di una donna mi guardassero e mi vedessero e mi amassero così come sono,anche con il mio tempo da lontano.

Io, dentro di me, credo di avere il mare. E quando gli altri mi chiamano terrone, mi arrabbio, perché se c’è uno che sulla terra  è sempre stato poco, quello sono io.

Quinto è il nome che mi è rimasto addosso sin da bambino, era per me la cosa più bella, perché è un nome che mi ha fatto pensare sempre.

Ogni tanto viene qualcuno a cercarmi perché dicono che io posseggo la magia che hanno i bambini; i bambini a volte come è successo a me restano bambini per sempre!

Io come faccio a spiegare che la magia mia è quella di sapere amare una donna, ma è come un’isola che gli altri non sanno vedere, ma che esiste.

Io la guardo da sempre.

La mia magia è una donna che sa come guardarmi….. “

 

Quinto parla, e lo fa senza guardarmi. Non abbassa gli occhi, semplicemente li tiene fissi più in là, dove c’è una donna, guarda lei ed è come guardare il mondo da dentro i suoi occhi!

 

 

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