martedì 23 luglio 2024


 

Si può …

 

Di Vincenzo Calafiore

24 Luglio 2024 Udine

“..... ho conosciuto un uomo

che parlava con gli angeli, così diceva, è

da un lontano orizzonte che arrivano fino

ai limiti del mare.. poi c’è la terra

un confine da non superare.

Aveva gli occhi che potevano anche ferire

guardandoti, ma era un estraneo anche

con la sua vita e quasi si giustificava

della sua presenza. A ogni suo sguardo

corrisponde una piccola porzione di mare,

di cielo, la sua vita era da tempo scomparsa

all’orizzonte,  da quando aveva deciso di

seguirla con lo sguardo che ha un sorriso:

forse si può ancora vivere …. Forse si può ! “

                                  Vincenzo Calafiore

 

 

Siamo tutti condannati a scrivere una lettera, un messaggio a qualcuno, che non arriverà mai. E’ uno spettacolo di straordinaria follia, di oscenità, quello che ogni giorno va in scena davanti agli occhi . Forse se avessimo mandato dei messaggi in bottiglia, sarebbero chissà in quale mare, ma esisterebbero ancora. Ma ora, non c’è più mare, ci sono solo bottiglie vuote.

Può darsi che una di quelle onde abbia portato sulla riva, in un giorno e in un’ora imprecisata, qualcosa che rassomigliava molto alla felicità, ma forse era così irriconoscibile, e sfinita da non essere riconosciuta.

Camminando lungo una spiaggia abbandonata, tra mobili corrosi dal mare e pezzi di vetro, occhi che saprebbero riconoscerla, l’avrebbero trovata; un tempo ho potuto sfiorarla e  non l’ho saputa raccogliere. L’onda, arriva e lentamente scivola sui vetri colorati, l’acqua si colora di un leggero blu, poi ritornando su se stessa, diventa mare.

L’alba come sempre continua a riflettersi negli occhi miei, come in una finestra …. Che il mio mare dentro ha frantumato contro i dolori insoluti … poco prima della sabbia negli occhi. Ieri notte non c’erano più finestre, ma solo sabbia e nebbia negli occhi, mi chiedo cosa mi porterà il mio mare di nuovo, oltre me, alla prossima alba. Mi alzo sempre alla solita ora, è ancora buoi quando apro gli occhi è sento nell’aria e dentro di me che c’è un’aria diversa, è vento di scirocco, è un vento che arriva dalla Grecia, sarà una buona giornata!

All’alba dalla finestra si vede un panorama bellissimo: è il mare!

Ci sono tanti gabbiani girano sopra le barche che pescano, gridano e s’incrociano; cammino e spero che il mare mi abbia portato qualcosa, a volte lo nasconde, le cose più belle e preziose non sono mai in vista, le nasconde bene appena sotto la sabbia e bisogna sapere cercare. Questo mi fa pensare alla vita, alle cose che non da … io lascio al mare la decisione di farmi trovare qualcosa, e così non fa pure la vita?

In questa solitudine c’è una specie di pace, di tranquillità, tutto è avvolto dalla sua magia, dalla sua solitudine, dall’odore forte salino.

 

Come coloro che si sentono braccati e inseguiti, ho imparato a cancellare le orme dietro di me, come se non fosse mai passato da lì nessuno

I miei pensieri messi assieme anche senza un ordine preciso, diventano fiabe da raccontare ai bambini prima di addormentarsi, sembrano sentieri che vanno nei sogni, sembrano avvicinarsi a Dio e invece vanno lontano lontano da ogni cosa.

Anch’io a volte ho l’impressione di non esserci e di essere lontano, forse da molto tempo, ormai sul bordo di me stesso.

Mi è difficile persino ricordare il mio nome, ho il nome che ho scelto per stare su questa spiaggia, qualcuno parlando con me, mi chiama Tarquinio o Nicola, poca importa il nome, rispondo con naturalezza come se ci conoscessimo da moltissimi anni …. Si riduce in un – Tu – ma io non mi chiamo così, io non ho un nome preciso sono semplicemente mare e il mare è un ovunque, un ovunque immenso, grande, troppo grande perfino a pronunciarlo.

La riva è una porta, io entro ed esco da questa porta … ci vorrebbe un recinto di porte da dove poter entrare e uscire dopo aver guardato l’infinito.

Lo spazio di una porta contiene molte più cose di quanto si possa immaginare e penso agli occhi di una donna, una donna da amare … o forse sono i rapporti tra il dentro e fuori che lo spazio ristretto di una porta reinventa ogni qual volta,e finiscono per sorprendere, come fa una donna quando all’improvviso ti da un bacio!

Io non lo ricordo più cosa sia e che sapore possa avere un bacio, ma immagino sia dolce come una carezza della sera; una donna il cui sguardo abbia qualcosa di irraggiungibile.

Vivo qui, ma non ci ho mai abitato!

 

 

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