Le giare
Di Vincenzo Calafiore
14 Luglio 2024 Udine
Quel settembre del
’76, ormai lontano nel tempo è polvere argentea sui capelli, è una dolcissima
nota nella memoria.
La casa poco distante
dal mare era immersa in un campo di bergamotti, sul retro aveva una vasca
rettangolare ove si abbeveravano le giumente a sera ….. Dalle finestre si
poteva vedere il mare e per riparare le sale e le camere da letto dal sole
davanti alle porte che davano in terrazzo erano appesi dei lenzuoli di lino bianchi,
consumati; che si gonfiavano come vele di
brezza, che risalendo passava sulle cime degli alberi.
Ai lati della
scalinata in marmo che si divideva in due braccia, fino al terrazzo, c’erano
due enormi giare di terracotta smaltata da Caltanissetta, con le ortensie.
Pamela la “ milanese “,
una ragazza bionda, lattiginosa, ogni estate i suoi genitori la mandavano da
giugno a settembre dai miei genitori, che le avevano riservato la stanza blu.
Questa camera da
letto ha le pareti colorate di blu e il soffitto bianco brillante, ha ampie finestre
che si affacciano sul mare e non sul terrazzo; davanti alle finestre mia madre
vi ha appeso dei teli di lino grigio, ancorate al pavimento da grosse pietre
raccolte in riva al mare.
Con lei mi incontravo
a ora di pranzo e a cena. Il più delle volte a sera, si mangiava la granita al
limone sul terrazzo fiorito, ascoltavamo la musica, altre volte si andava ad
assistere al tramonto in riva al mare;mio padre per evitare ogni problema trame
e la ragazza, ogni giorno mi mandava a lavorare assieme agli operai nelle
tenute lontane da casa; la mia stanza da letto è sul lato opposto e si affaccia
sui giardini; di notte la stanza si riempie del profumo di zagara.
Sono stato tentato
più volte vinto dalla curiosità di spiarla in qualche modo quando si ritirava
nella sua stanza nei pomeriggi assolati, ma mio padre conoscendomi mi mandava
sempre nella campagna assieme ai lavoratori della terra, aveva capito che la ragazza
mi interessava molto.
Una domenica mentre
eravamo a tavola la invitai a fare un giro in barca con me, cosa che lei
accettò subito; così finito di pranzare lei andò in camera a cambiarsi; mia
madre mi chiamò in cucina e porgendomi un cesto di frutta e le bottiglie di
acqua, mi disse: “ mi raccomando,
comportati da gentiluomo, evita di fare brutte figure … con la ragazza,
ricordati che i loro genitori l’hanno affidata a noi…….“
Di nascosto dei miei
genitori, la notte mi arrampicavo sul grande ciliegio ad angolo con la casa, da
cui si vedeva bene la camera da letto di Pamela; era bellissima con i lunghi
capelli biondi sulle spalle, seduta sul letto a scrivere sul suo diario, che
ripone nel primo cassetto del grande comò sotto la finestra piccola che si
affaccia sul lato ove c’è la fontana che zampilla nella vasca.
Me ne ero innamorato
molto, la desideravo e penso che anche lei mi desiderasse, si era accorta di
come la guardavo, con quegli occhi dei vent’anni; ogni anno tornava sempre più
bella; bellezza risaltata maggiormente dall’abbronzatura e dalle lentiggini sul
viso, mi piaceva molto, da morire.
Con l’assenza ci
convivi, ma col desiderio è guerra, è tempesta e in me c’erano delle grandi
tempeste!
A tavola nei momenti
giusti lei mi guardava e il suo sguardo mi diceva tante cose era un vento di
fuoco come quello che salendo dal mare piega le cime degli alberi accende il
canto delle cicale, fa riparare gli asini sotto l’albero di carrube. Il suo
vento mi bruciava, mi faceva ardere di passione che spegnevo andando a tuffarmi
in mare.
Io mi ricordo!
Ricordo il primo
bacio quando organizzammo una serata in riva al mare, nella spiaggia dei
gabbiani. Cenammo a tramonto finito, a lume di candele; mio padre stranamente
quella sera parlò di me, dei miei studi in agraria, del mio destino di prendere
in mano la sua eredità.
Guardavo la barca dondolarsi,
trattenuta a riva da una lunga fune legata a uno scoglio; spudoratamente
davanti ai miei genitori la invitai a fare un giro in barca, cosa che lei
accettò immediatamente.
Piano piano la barca
uscì dalla luce lunare che illuminava il mare, mi fermai a ridosso degli scogli
e alzati i remi in barca, mi avvicinai per baciarla……. L’incanto finì
immediatamente interrotto dalla voce di mio padre che mi chiamava….
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