Platone
Vincenzo Calafiore
16 Ottobre 2024 Udine
In questo mondo sottosopra, stanco di pace e serenità, invece del pensiero, della parola, delle idee, del confronto, si usano Droni, Missili ipersonici, armi per la distruzione di massa, le atomiche. Pare che ai “ Signori della Guerra “ non interessino le sorti dei popoli, tanto loro credono di potersi salvare in qualche maniera, ma non hanno capito che se anche fosse possibile, che mondo si troverebbero all’indomani di un conflitto termo-nucleare o dopo un terzo ipotetico conflitto mondiale?
A farmi paura sono: l’ipocrisia e tutti gli estremismi di questo mondo.
Si costruiscono oggi armi sempre più sofisticate, atte a consolidare le idee e il potere dei tanti criminali che sono al potere, che andrebbero processati ed eliminati assieme ai fabbricanti di morte, e forse solo così i popoli potrebbero vivere in pace.
A pensare come siamo ridotti e le condizioni che tutti indistintamente viviamo mi viene in mente il “ Mito della Caverna “ di Platone!
Ma cos’è il Mito della Caverna?
Platone utilizza il “mito della caverna” per esporre i due
piani della realtà (ambito ontologico) e i due piani della conoscenza (ambito
gnoseologico):
In una caverna gli uomini sono incatenati fin da
fanciulli come schiavi, in modo da non poter vedere ciò che è alle loro spalle.
Essi sono quindi costretti a guardare il fondo della parete, sulla quale la
luce del sole proietta le loro ombre, che vengono considerate reali. Uno di
questi uomini riesce a liberarsi e, dopo aver percorso la salita, giunge alla
luce del Sole. Abbagliato, pian piano si abitua alla visione del mondo reale
sino ad arrivare alla sua contemplazione. Provando pietà per i suoi compagni,
torna nella caverna per indurli a liberarsi, ma essi lo deridono e non credono
alle sue parole. Il prigioniero che si libera e comincia il suo percorso verso
l’uscita della caverna simboleggia il saggio, il filosofo; mentre il percorso
che compie dall’oscurità sino alla luce del sole rappresenta il percorso dal
mondo dell’apparenza al mondo intelligibile o razionale. Il sole, che da
nutrimento alla realtà, rappresenta il mondo intelligibile, che Platone chiama
“mondo delle idee”, raggiungibile soltanto da chi compie tale percorso. In
questo mito il mondo delle ombre proiettate sulla parete rappresentano il mondo
mutevole della conoscenza sensibile. Le ombre sono il simbolo dell’errore della
mente umana quando questa si affida soltanto ai sensi; rappresentano quindi il
mondo delle apparenze, il mondo della superficie visibile delle cose. Le catene
con le quali gli uomini erano legati, invece, così come anche il buio,
rappresentano il piano della conoscenza sensibile. Il prigioniero che si libera
e comincia il suo percorso verso l’uscita della caverna simboleggia il saggio,
il filosofo (e viene paragonato da molti a Socrate); mentre il percorso che
compie dall’oscurità sino alla luce del sole rappresenta il percorso dal mondo
dell’apparenza al mondo intelligibile o razionale. Il sole, che da nutrimento
alla realtà, rappresenta il mondo intelligibile, che Platone chiama “mondo
delle idee”, raggiungibile soltanto da chi compie tale percorso. Platone quindi
insegna come l’amore per la conoscenza possa liberare dalle catene e
comprendere la verità.
Platone sviluppa la
“teoria delle idee”. L’idea, secondo Platone, indica un’entità immutabile e
perfetta, che esiste per proprio conto. Per il filosofo le cose sono copie, o
imitazioni imperfette delle idee. Le idee sono il criterio di giudizio della
realtà, precedono la realtà e la condizionano; rappresentano il suo modello e
sono molteplici. L’idea platonica è dunque il modello unico e perfetto delle
cose molteplici e imperfette di questo mondo.
Le idee-valori, che corrispondo ai principi estetici e politici. Per esempio il
bene, la bellezza, la giustizia ecc.. che formano in noi ciò che noi
denominiamo “valori”.
Le idee-matematiche, corrispondenti alle entità dell’aritmetica e della
geometria.
Le idee del bene, nel mito della caverna la persona che esce dalla caverna
ammira il sole; il bene è paragonato alla luce che ci permette di vedere.
Le idee delle cose naturali, come l’umanità, l’amore, l’amicizia.
Le idee delle cose artificiali come una panca, il pane.
Per Platone esistono due
gradi fondamentali di conoscenza: opinione (doxa) e la scienza (episteme),
(dualismo gnoseologico),cui danno riscontro due tipi d’essere distinti, e le
cose e le idee (dualismo ontologico). La doxa è la conoscenza sensibile,
mutevole e imperfetta che rispecchia le cose mutevoli e imperfette (la caverna
e matrix rappresentano proprio questo). L’episteme è la conoscenza razionale, immutabile
e perfetta che rispecchia le idee immutabili e perfette (ciò che sta fuori
dalla caverna e Zion rappresentano questo).
Secondo il filosofo le idee non possono derivare dai sensi, poiché questi ci
testimoniano solo un mondo di cose materiali e imperfette.
Per risolvere questo problema
Platone ricorre alla dottrina-mito dell’anamnesi, o della reminiscenza (cioè del
ricordo): egli afferma che la nostra anima prima di calarsi nel nostro corpo, è
vissuta disincarnata nel mondo delle idee dove tra una vita e l’altra ha potuto
contemplare gli esemplari perfetti delle cose. I sofisti affermavano che era
inutile cercare la verità, perché o era dentro di noi o era impossibile
trovarla (innatismo). Per Platone noi possediamo la verità ma non ne siamo
consapevoli, perciò è nascosta.
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