giovedì 24 ottobre 2024


 


E, … ricordare quegli occhi

Di Vincenzo Calafiore

25 Ottobre 2024

 

 

Amare è guardarla negli occhi!

E facendolo dimenticarsi del mondo che è intorno, i problemi, la solitudine del momento prima, l’eco del silenzio anche del respiro.

Amare è sentire addosso quella nostalgia quando non c’è, sentire addosso i suoi baci anche molto tempo dopo che se n’è andata.

La tristezza è il ricordare il profumo suo sentirselo addosso sempre.

Quello che mi riporta a te è il mio sognarti, il poterti immaginare vestita come a me piace di più; ma quello che più amo di te è che tu mi fai entrare nel tuo mondo, un altro mondo ove tutto ciò che ha in un certo qual senso dominato la mia infanzia, lì non aveva valore.

Quel mondo tuo, mi piaceva tanto, mi incantava!

Potevo a mio compiacimento entrarci e rimanerci senza bisogno di passaporto o documento di riconoscimento, senza alcun obbligo, senza necessaria appartenenza!

Con te “ Marea” io ero semplicemente –altrove – un mondo estraneo, estraneo anche a me stesso!

Mi concedevi il permesso d’ingresso a una dimensione meravigliosa, forse anche supplementare, a me che ho dimenticato cosa siano: l’amore, le carezze, il sapore di un bacio.

Non ho mai smesso di amarti, perché comunque ho scelto te.

Ti ho scelta anche con tutta la distanza che ci divide, con quella fottuta paura di perderti, di non vederti.

Ho scelto te perché nessuno tranne me sarebbe stato capace di amarti, è come andare con una nave in contro a una brutta tempesta in mezzo a un oceano.

Ti ho scelta per il tuo sorriso che difficilmente lo potrei trovare su un altro volto di un’altra!

Ascolta, potrai sentire il mio silenzio con quegli occhi, ridurre le distanze se lo vorrai con un si, perché la vita è una storia bellissima da conoscere e imparare fino alla fine.

E se un giorno non potrò più guardare gli occhi tuoi?

Questa domanda ha sconvolto i miei giorni fin quando una notte con un cielo limpido e luminoso di stelle chiusi gli occhi per poter vedere con gli stessi occhi di un cieco … e ho ascoltato la moltitudine di voci che ci sono nel silenzio, ho annusato e respirato l’aria di quelle stelle e ho sentito il tuo cuore battere. Solo allora capii quanto ti amassi, e sussurrando al nulla dissi: “ Posso Amarti “!

Una leggenda popolare giapponese, originata da una storia cinese, narra che ogni uomo e ogni donna viene al mondo con un filo rosso legato al mignolo della mano sinistra (la versione originale cinese narra che il filo è legato alle caviglie); questo filo unisce indissolubilmente due anime gemelle, due amanti, due persone destinate a vivere insieme, non importa la distanza, non importa l’età, la classe sociale o altro, è un filo che lega due anime per sempre.

Questo filo rosso non è visibile, è lunghissimo, indistruttibile e serve a tenere unite le due persone che sono destinate a stare insieme per sempre,il problema è che essendo molto lungo il filo spesso si aggroviglia e crea intrecci strani e nodi che creano difficoltà alle due anime destinate a congiungersi; ogni groviglio che verrà sciolto sarà il superamento di un ostacolo nella relazione, ogni nodo che verrà districato servirà a rafforzare il legame.

Per amare bisogna avere coraggio, il coraggio di amarsi, il coraggio di alzare l’ancora, il coraggio di essere assenza!

Ti ricordi?

Prima di andarmene tu mi dicesti: Non sarai in grado di affrontare l’uragano che ti attende …

ti risposi: Io sono uragano!

 

 

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