Di Vincenzo Calafiore
01 Novembre 2024 Udine
“ ..sono nato l’undici
dicembre
e non sapevo ancora che
la poesia custodita
nell’anima potesse
scatenare tempeste! “
Vincenzo Calafiore
La brezza del
mattino che arriva dal mare, mi fa dono dei suoi segreti e mi dice: non
svelarli a nessuno, sono del tuo sogno, quel sogno che ancora si deve avverare.
Mi sveglio e
guardandomi allo specchio, mi riconosco, sono io …. Poi col passare del tempo comincio
a cambiare, mi trasformo in tanti altri.
Forse è una maniera
la mia, di sottolineare la vita con un pensiero del momento, il più delle volte
non scritto, ma dettato da un inconscio selvaggio, come fosse una confessione
anche se breve, o forse una incauta imprecazione.
Scrivevo un tempo di
questa vita, del mare di carta che è in me.
Un mare macchiato di
sangue che pian piano ha divorato i blu e i viola, le tonalità dell’amore,
della fratellanza, dell’amore.
Scrivevo quando il
mio cuore era gonfio delle inutili attese e la notte avanzava sul giorno.
Per me non c’è stato
riparo, sensibile ad ogni fruscio della vita!
Per salvarmi mi
invento un “copione” capace di illudermi e di illuminare allo stesso tempo il
buio della mia esistenza.
La vita scorreva
lenta, in via Mercato Vecchio, seduto in un tavolino di un bar, con un caffè,
scrivevo su foglietti poesie, quei foglietti scritti a mano oltre a sapere di
amore, sanno di eternità.
Quel luogo era
un’alcova di incertezze, il bar era un angolo di vita sicuro!
Gli anni mi hanno
segnato, ma non vinto.
Ho vissuto una vita
all’angolo, quasi intimorito di esistere e di essere allo stesso tempo libero.
Sono stato sempre
libero e mai schiavo del denaro, della cupidigia!
E’ stato un percorso
di sopravvivenza assieme a tanti altri compagni di sventura, che non volevano
tornare a vivere, ma io la sentivo scorrere la vita dentro me, era un mare di
carta sempre blu e viola! Per questo sono ritornato, per il mare in me.
Ho camminato lungo
il mio percorso con gli occhi attenti a ogni anima incontrata, è stato come
stentare la vita in silenzio, quasi scontroso per non farmi trovare o
riconoscere.
La mia parola è
sempre stato lo sguardo, che accoglie o respinge.
Ma sono occhi
brillanti dentro hanno la vita, le fiamme dell’inferno, il paradiso; non hanno
una linea di demarcazione, da dove attingere pensieri per una vita senza
metrica a mia misura: lì in quel mare di carta annegavano anima e cuore.
Le mie poesie, i
miei scritti, hanno saputo cogliere le tempeste?
E’ uno scrivere davanti allo specchio della vita ove luci e
ombre si incontrano per diventare poesia!
Ma esistono le brave
persone?
Esistono i Bravi dei
Promessi Sposi!
C’è l’Innominato,
non si sa chi sia, ma è colui che manovra i fili della marionette.
C’è Don Rodrigo che
firma gli arresti e le condanne.
C’è Don Abbondio che
fa di tutto per non apparire, ma è sempre presente in tutto.
In questa Udine
impenetrabile e generosa allo stesso tempo, golosa come me di vita e impaurita
dalle strade vuote, dai negozi chiusi…
Ma noi, che
apparteniamo alla forte razza dei sogni, noi i poeti e saltimbanchi, scriviamo
di notte .. quando cadono le ultime paure e l’anima comincia a navigare in quel
mare di carta odorosa di vita!
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