venerdì 31 gennaio 2025

 

Il mio bestiario

VINCENZO CALAFIORE

 

 

E’ vero, ho vissuto nel presente ogni giorno, con la testa in un sogno da realizzare. Ho sempre cercato di vivere più lontano possibile dalla realtà, tanto dal valer la pena di ricordarlo ancora adesso se pur è passato così tanto tempo.

E’ stato così bello che alla fine non ci ho capito più nulla!

E allora eccomi qui in questo “ disastro” dove ho vissuto e vivo come un provvisorio la mia quotidianità con la mia vita in disparte da ogni cosa,  in compagnia sempre di qualcuno che in qualche modo è riuscito a lenire tutte le crepe della mia anima.  

Ogni mattino di ogni santo giorno mi sono svegliato con l’urgenza di cominciare a vivere sempre da persona per bene. Ho ricominciato da qui, ogni santo giorno dalla gentilezza, dal rispetto, dall’onestà. Ricominciare da qui, da questi principi e poi la musica, lo scrivere, lo studio, sorridere e commuovermi, camminare da solo lasciandomi sorprendere sempre dalla bellezza della vita nonostante tutto.

Questo è stato l’unico mio modo di contrastare l’orda dei cinghiali e l’onda torbida dell’ignoranza e dell’ipocrisia di questo vivere oggi,  è un’acqua torbida, limacciosa che si porta appresso detriti di umanità.

Vivere è diventato come trovarsi  in labirinto bestiario di rutti e minacce, linguaggio arrogante, sguaiato, ma anche di  coscienze annullate, in cui difendersi e custodire gelosamente, cercando di  rimanere persona per bene, onesta, si credo che ne sia valsa la pena; credo che sia valso proprio questo!

Così un po’ tutti continuiamo a vivere la nostra vita, segnati da profonde perdite, derubati di quanto ci è più prezioso, trasformati in persone tutte uguali, che di diverso hanno solo la pelle, tuttavia silenziosamente continuiamo a vivere come un gregge dentro dei recinti.

La solitudine è di questo tempo! Non è solo assenza di persone, è anche mancanza di scopo, la mancanza di significato, in un mondo dove tutto sembra alienato e distante, dove regna la superficialità e avere il tempo di accorgermi che la vera solitudine non è solo essere soli, ma sentirsi soli in un mondo che ha perso di significato.

Ho visto che quando piove le farfalle non volano, per non bagnarsi le ali !  Noi le ali le abbiamo perse e sguazziamo costretti o volenti  nel fango!

C’è stato un tempo in cui mi sono amato, ho creduto alle promesse, alle parole, giustificavo il male ricevuto, anzi provavo vergogna per chi gratuitamente lo faceva … ho sopportato ogni genere di mancanza, anche quando mi mancavo o non sapevo più ritrovarmi.

Ho amato senza chiedere nulla in cambio e sono stato un cretino, tanto da distruggermi per questo

oggi è difficile amarmi, restarmi accanto. Rispettare i miei spazi, comprendere i miei silenzi, la mia indipendenza, il mio bisogno di vivere e di costruire usando solo le mie forze.

Credo nell’Amore molto più di ieri ;  in quell’amore che nulla ha a che fare con l’arroganza, con l’assenza.

Sarebbe bello incontrare un’anima che ci ami oltre noi stessi! Ma è un miracolo che non accadrà mai.

Ho questa brutta abitudine di non farmi mai conoscere fino in fondo. Come se quel che rimane ignoto agli altri sarà ciò che mi salverà quando loro decideranno di ferirmi.

Penso che la vera vita sia quella che non si  può raccontare. L’altra è una farsa che sfugge perfino a sé stessa. Quella vita è una morte che precipita addosso giorno dopo giorno.

Ma vai a capire la vita!

Come faccio a dire che siamo, quando non siamo? Che siamo dei buchi neri ?

Chissà che fine farà tutto quello che ho scritto, che sto scrivendo, che scriverò, chissà a chi apparterrà tutto questo.

Ma non sarebbe meglio vivere con un po' di irresponsabile leggerezza addosso?

Più invecchio anch’io, più mi accorgo che l’infanzia e la vecchiaia si ricongiungono, fanno la vita bella, fanno guardare la vita con gli occhi del fanciullo e con quelli del vecchio!

                                     Ho vissuto senza capirci nulla.

 

 

 

mercoledì 29 gennaio 2025


 

Giù il sipario

VINCENZO CALAFIORE


 

Oggi è il 29 Gennaio dell’anno 2025, un anno che deve ancora venire ed è già avvenuta la Shoà o Shoah, tanto il significato è lo stesso; preferisco scrivere come la pronuncio Shoà è più umana, come troppo umano è stato l’olocausto o la Shoà.

Questa è una parola che è rimasta da sempre nel mio cuore, ne parlo sempre con i giovani quando ne ho l’occasione, l’ho divulgata con una mia personale Mostra composta da 250 cartelli in tutti i Plessi scolastici di Udine e non solo, fino a Sovere, Bergamo, Iseo, ho scosso le coscienze, ci sono stati dibattiti e perfino uno spettacolo teatrale della mia Compagnia Teatrale abbinato alla Mostra.

Insomma un grande lavoro portato avanti con l’aiuto dei sopravvissuti Rosa Cantoni e Fabbretti ora deceduti.

Sulla “ Shoah” quella ufficiale, cioè quella istituzionale di ogni singolo stato europeo il sipario è calato nella sera del 27 Gennaio e se ne parlerà il prossimo anno, il 2026 !

E’ invece importante che rimanga ancora in questo 2025, questo anno che deve ancora venire, perché in questo ancora ci sono, sono qui …. Ma nel prossimo potrei non esserci più!

Ed è questo il punto: < il non esserci più >

Come non c’è più la bimba nella foto, non conosco e mai potrò conoscere il suo nome, e l’ho battezzata “ Vita” la chiamo Vita e mi rivolgo a lei con il tu come potrebbe fare il suo papà o la sua mamma, i suoi nonni, ma dove sono, che fine hanno fatto?

 

“ Ti ho cercata senza alcuna risposta nei luoghi della follia umana : Auschwitz-Birkenau, Belzec, Chelmno, Majdanek, Treblinka e Sobibor,Bergen-Belsen,

Buchenwald, Dachau, Mauthausen.

Eri proprio una bella bambina coi tuoi occhi azzurri e i tuoi capelli biondi raccolti sotto un foulard di pezza; ti sono stati tolti i sogni di bambina, i giochi, il primo bacio, l’amore, i tuoi figli, la tua vita.

Chissà sarai un angelo, un bellissimo angelo che volerà nel cielo di chissà quale campo, e chissà se avrai ritrovati i tuoi genitori, i tuoi nonni?

La tua unica colpa era quella di essere un’ebrea e ti è stata cucita sul tuo cappottino la stella, quella che adesso sarai.

Non mi stancherò mai di cercarti continuerò a farlo anche non ricevendo delle risposte, intanto sei qui con me, la tua foto è tra quelle delle persone che amo, come una di famiglia! “

 

E’ questo il punto “ non sparire “ e allora mi chiedo perché calare giù il sipario su un evento così grande, così importante per l’intera umanità, perché invece non continuare a parlarne come si fa di altre cose che non servono a niente e lo dimostrano le violenze di ogni tipo che dominano ormai  ovunque. Così come prevalgono gli interessi religiosi, politici, economici e in nome di essi si uccide e si fanno ancora le guerre.

Ecco perché occorrerebbe invece parlarne ancora e come è stato detto: da Auschwitz, non è mai tornato nessuno! Noi facciamoli tornare affinché non ci siano più guerre, violenze, perché il colore del sangue è uguale di tutti!

 

L’appiattimento

Vincenzo Calafiore

 

 

La sferzata del vento gelido sul viso, che tormentava le foglie cadute a terra fu come uno schiaffo.

Era l’inizio di un giorno qualunque, il freddo pungente sembrava il preludio di un mutamento in arrivo.

Le scarpe scricchiolavano sulla ghiaia del viale che portava alla scogliera sopra il mare, da cui lo si poteva vedere e annusare la salsedine portata alta dal vento.

Mi fermai come incerto, girai appena la testa per guardarmi alle spalle e passai la mano sul petto per sentire il mio cuore battere, ero solo a tu per tu con il mare.

Ho pensato a quel tempo che trascorrevo a guardarlo e allo stesso tempo pensare, o leggere un buon libro seduto su uno scoglio circondato dal mare; quella si che era vita, c’era qualcosa in essa che ad ogni modo si faceva amare, desiderare.

 Oggi si fatica perfino a vivere, siamo diventati capaci di vivere in uno stato di simulazione gioiosa, capaci di entrare in un immaginario, pur di salvarsi dal disincanto e dalla cattiveria.

La televisione raramente offre qualcosa di buono, per la maggior parte produce a cascata stupidari di successo pari alla loro euforica insignificanza; analizzando questo insieme, viene fuori una impietosa radiografia tragicomica, parodistica, surreale degli orrori quotidiani, contemporanei, della stupidità, della violenza, della corruzione diffuse nella società, nella politica,nella cultura, nei rapporti personali e persino nel tessuto psichico individuale.

O forse “ Il mondo “ è già finito da un pezzo, e non resta che raccontare il suo lento estinguersi nella farsa, in quegli uomini depilati, effeminati e con le calze a rete e donne sempre più meno donne; e noi siamo li a guardare, arresi , magari con quella imprudenza di ridere, ritenendole normali.

E invece è già tutto avvenuto, già sepolto, ricordando quello che era un vero sorriso, una vera vita, come un fiore abbagliante sulla tomba del mondo!

 

lunedì 27 gennaio 2025

 


                                               Vincenzo CALAFIORE


 

Il dolore, il dolore dentro, nel suo scrigno

freddo, incolore, è un tarlo che non fa rumore e corrode scava, inghiottendo tutto.

Alla fine non rimane niente,quando te ne accorgi sei senza anima, non ti è rimasto niente … non hai vissuto appieno la vita.

Hai avuto solo tempo, un tempo triste dentro di te e col sorriso amaro sul viso.

                

                                  Vincenzo Calafiore

domenica 26 gennaio 2025

 

Dopo   AUSCHWITZ

VINCENZO CALAFIORE

 

 

La riflessione

 

 

Dalla odierna rilettura di Auschwitz, se sappiamo ancora leggere, possono emergere ancora delle indicazioni per il nostro tempo?

Quelli che sono usciti in quei giorni del ’45 da Auschwitz, scrisse ne < La tregua > il compianto

Primo Levi < non salutavano, non sorridevano; apparivano oppressi, oltre che da pietà, da un confuso ritegno … era la stessa identica vergogna che può provare un giusto davanti alla colpa commessa da altrui, e gli rimorde che esista, che sia stata introdotta irrevocabilmente nel mondo delle cose che esistono e che la sua volontà sia stata nulla.. >

E allora il punto è capire perché Auschwitz, e di chiedersi < non si ripeterà più o è destinata a ripetersi? >

Nell’insonnia della ragione adesso si rinnova la rimemorazione della apertura di quei maledetti cancelli di Auschwitz dove si compì in larga misura lo sterminio degli ebrei.

Rimemorazione che non potrà mai diventare routine, ma deve servire per riannodare i nodi  della storia, della tragica storia della Shoha.

Giornata della memoria, quindi per comprendere il senso di eventi orrendi e per tentare di capire con sforzo della ragione perché ciò sia potuto accadere.

Papa Giovanni Paolo II ci ha parlato del silenzio di Dio.

Dio che nasconde il suo volto per tutto il male fatto.

E allora l’olocausto va visto come assenza di Dio o come assenza dell’uomo?

Si aprono angosciosi interrogativi, quelli ad esempio che la coscienza umana ha in Auschwitz  un abisso di smarrimento e di dolore, angoscia.

Lo smarrimento e l’angoscia non sarebbero così intensi se tutto non fosse in gioco, ossia il senso stesso della vita e l’essenza di Dio!

Ma tutto questo interrogarsi è un semplice parvente “ balbettio” o un qualcosa che viene dal cuore?

Può essere un doloroso “ balbettio “ che porta all’assurdo non solo umano di quella orrenda storia che è Auschwitz, quel che ci vorrebbe oggi è  una responsabilizzazione etica dell’umanità.

Questo può in qualche modo ripetersi? < Non ci sono demoni  scriveva Primo Levi, in La ricerca delle radici, assassini di milioni di innocenti sono gente come noi hanno il nostro viso, lo stesso sangue, ci rassomigliano… >

E’ una rimeditazione del famoso detto di Adorno, secondo cui, dopo Auschwitz, non si possono più scrivere poesie. Kertesz lo rilegge così < dopo Auschwitz si possono scrivere poesie solo su Auschwitz>

 

 

 

sabato 25 gennaio 2025


 

                    27 GENNAIO

 

                                      VINCENZO CALAFIORE

 

 

Il 27 gennaio del 1945 le truppe dell’Armata Rossa liberarono il campo di concentramento di

Auschwitz. Sono trascorsi ottat’anni da questo giorno che sancì la fine dell’Olocausto, lo sterminio degli ebrei pianificato come una “ soluzione finale “ della Judenfrage o della questione ebraica, dal regime nazista che dalla Germania la follia di Adolf Hitler sognava imporre a tutta l’Europa.

MAI come in questo tempo che stiamo vivendo, incerto e drammatico, credo sia importante ricordare e celebrare la

“ GIORNATA DELLA MEMORIA “. Ma dov’è finita questa memoria collettiva?  A quanto pare nelle corone depositate ai piedi di monumenti e targhe, nelle sfilate nei campi di concentramento e di sterminio, ma la verità è che noi non abbiamo memoria ne ricordi, altrimenti non ci sarebbero più guerre ne odio tra i popoli, ne ci saremmo dimenticati di quelle persone con la tuta arancione dentro gabbie metalliche “ arrostiste” su una spiaggia, o giustiziate con un colpo di pistola alla testa dal califfato dell’ISIS … allora mi chiedo dove sia  la differenza tra queste morti e le famigerate “ docce “ di Auschwitz?

Sull’Europa di oggi si addensano preoccupanti nubi, causa la mancata unità europea e l’incapacità di una “politica” propensa ad occuparsi più degli interessi finanziari che comunitari.

L’Europa è ora un continente predato dall’Islam, dagli interessi e speculazioni, di innumerevoli multinazionali, come quella follia del Green.

Sappiamo bene che la maggioranza degli immigrati in Europa è di provenienza da Paesi di cultura islamica, quindi di fede musulmana, che non vogliono e non desiderano integrarsi,  bensì invadere, espandersi, spadroneggiare, imporre la loro religione, costumi, e rappresentano un serio problema da non sottovalutare a causa delle diversità per molti aspetti radicali tra la loro cultura, e la tradizione di valori e di sacri principi della nostra civiltà europea.

Basta vedere quello che succede in casa nostra, e tutto accade con il silenzio e il placido consenso sotto l’egida dell’integrazione, che mai ci sarà e mai sarà possibile.

Fa comodo a una certa politica evidenziare e a sbandierare ai quattro venti il ritorno del

“ fascismo “ e lamentarlo con un continuo ciarlare. La visione, potrebbe essere invece un’altra, una sorta di  nazismo camuffato “nazional-socialismo”.

AUSCHWITZ il lager simbolo della SHOAH, evento qualificabile – umano-, anzi forse troppo umano!, direi.

Che sottratto alle leggi della Storia, si trasforma in evento metafisico inspiegabile.

L’analisi odierna dovrebbe rimuovere i molteplici luoghi comuni antistorici e la stereotipizzazione dei fatti e dei suoi protagonisti su cui si fondano le nostre conoscenze che ricordano di ricordare questa storia, letta tuttora da molti, come le agiografie sui martiri cristiani e sugli eroi civili, solo in occasione delle ricorrenze ufficiali celebrative.

E’ un evento umano, anzi troppo umano, dal quale si deve ripartire per indagare sulle radici individuali e collettive del razzismo, della xenofobia dell’antisemitismo.

Scrive Primo Levi, < i sopravvissuti non vogliono che il mondo dimentichi, perché hanno capito che i Lager non sono stati un incidente, un imprevisto della Storia >

Assistiamo purtroppo a uno stravolgimento politico planetario ove diversi fronti contrapposti per motivi si supremazia religiosa, economica, politica, si combattono.

Questo ribaltamento della storia, confonde idee e pensieri, stravolge i fatti; è la stessa cosa che sta facendo Putin quando nega l’esistenza dell’Ucraina come realtà storica, come nazione.

Lo stesso Iran che nella sua Costituzione è sancita la distruzione dello Stato di Israele.

Non bisogna mai dimenticare che senza storia non c’è verità, mancherebbe pure la memoria. E non esiste una difesa buona a impedire ai fantasmi estremi di destra e di sinistra di tornare.

27 DE ENERO


 VICENTE CALAFIORE




El 27 de enero de 1945, las tropas del Ejército Rojo liberaron el campo de concentración de

Auschwitz. Han pasado ochenta años desde aquel día que marcó el fin del Holocausto, el exterminio de los judíos planificado como “solución final” a la Judenfrage o cuestión judía, por el régimen nazi que la locura de Adolf Hitler soñaba con imponer a todo el mundo. Alemania. 'Europa.

NUNCA antes en este tiempo incierto y dramático que estamos viviendo, creo que es importante recordar y celebrar

“DÍA DEL RECUERDO”. ¿Pero dónde ha quedado esta memoria colectiva? Aparentemente en las coronas colocadas al pie de los monumentos y placas, en los desfiles en los campos de concentración y exterminio, pero lo cierto es que no tenemos memoria ni recuerdos, de lo contrario no habría más guerras ni odios entre los pueblos, ni habría Olvidémonos de esas personas con monos naranjas dentro de jaulas de metal “asándose” en una playa, o ejecutadas de un tiro en la cabeza por el califato del ISIS… entonces me pregunto dónde está la diferencia entre estas muertes y las infames “lluvias” de ¿Auschwitz?

Nubes preocupantes se ciernen hoy sobre Europa, debido a la falta de unidad europea y a la incapacidad de una "política" más inclinada a ocuparse de los intereses financieros que de los comunitarios.

Europa es hoy un continente depredado por el Islam, por los intereses y especulaciones de innumerables multinacionales, como esa locura de los Verdes.

Sabemos bien que la mayoría de los inmigrantes en Europa provienen de países de cultura islámica, por tanto de fe musulmana, que no quieren ni desean integrarse, sino más bien invadir, expandirse, dominar, imponer su religión, sus costumbres y representar. un problema grave que no debe subestimarse debido a las diferencias radicales en muchos aspectos entre su cultura y la tradición de valores y principios sagrados de nuestra civilización europea.

Basta con mirar lo que ocurre en nuestro hogar, y todo sucede con silencio y plácido consentimiento bajo la égida de una integración que nunca sucederá ni será posible.

A cierta clase política le conviene resaltar y pregonar a los cuatro vientos el regreso de la

“fascismo” y se quejan de ello con una charla constante. La visión, en cambio, podría ser otra, una especie de nazismo disfrazado de “nacionalsocialismo”.

AUSCHWITZ, el campo de concentración simbólico de la SHOAH, un acontecimiento que se podría calificar de – humano – o quizá demasiado humano, diría yo.

Que, alejado de las leyes de la Historia, se transforma en un acontecimiento metafísico inexplicable.

El análisis de hoy debe eliminar los numerosos lugares comunes antihistóricos y la estereotipación de los hechos y sus protagonistas en los que se basa nuestro conocimiento, lo que nos lleva a recordar esta historia, todavía leída por muchos, como las hagiografías sobre los mártires cristianos y los héroes civiles, sólo con ocasión de celebraciones oficiales.

Se trata de un acontecimiento humano, demasiado humano, del que debemos partir para investigar de nuevo las raíces individuales y colectivas del racismo, de la xenofobia y del antisemitismo.

Primo Levi escribe: <Los supervivientes no quieren que el mundo olvide, porque han comprendido que los Lager no fueron un accidente, un acontecimiento imprevisto de la Historia>.

Lamentablemente, estamos asistiendo a una convulsión política mundial en la que diferentes frentes, opuestos por razones de supremacía religiosa, económica y política, luchan entre sí.

Esta inversión de la historia confunde ideas y pensamientos, distorsiona los hechos; Es lo mismo que hace Putin cuando niega la existencia de Ucrania como realidad histórica, como nación.

El mismo Irán que consagra en su Constitución la destrucción del Estado de Israel.

No debemos olvidar nunca que sin historia no hay verdad y que incluso faltaría la memoria. Y no hay buena defensa para evitar que los fantasmas de la extrema derecha y la extrema izquierda regresen.

JANUARY 27


VINCENZO CALAFIORE


On January 27, 1945, the troops of the Red Army liberated the concentration camp of

Auschwitz. Eighty years have passed since this day that marked the end of the Holocaust, the extermination of the Jews planned as a "final solution" to the Judenfrage or the Jewish question, by the Nazi regime that from Germany the madness of Adolf Hitler dreamed of imposing on all of Europe.

NEVER as in this time that we are living, uncertain and dramatic, do I believe it is important to remember and celebrate the

" DAY OF REMEMBRANCE ". But where has this collective memory gone? Apparently in the wreaths placed at the foot of monuments and plaques, in the parades in concentration and extermination camps, but the truth is that we have no memory or recollections, otherwise there would be no more wars or hatred between peoples, nor would we have forgotten those people with orange overalls inside metal cages "roasting" on a beach, or executed with a gunshot to the head by the ISIS caliphate ... so I wonder where is the difference between these deaths and the infamous "showers" of Auschwitz?

Worrying clouds are gathering over today's Europe, due to the lack of European unity and the inability of a "politics" inclined to deal more with financial interests than community interests.

Europe is now a continent preyed upon by Islam, by the interests and speculations of countless multinationals, like that madness of Green.

We know well that the majority of immigrants in Europe come from countries of Islamic culture, therefore of Muslim faith, who do not want and do not wish to integrate, but rather invade, expand, dominate, impose their religion, customs, and represent a serious problem that should not be underestimated due to the differences in many ways radical between their culture, and the tradition of values ​​and sacred principles of our European civilization.

Just look at what happens in our home, and everything happens with silence and placid consent under the aegis of integration, which will never happen and will never be possible.

It is convenient for a certain type of politics to highlight and trumpet to the four winds the return of

" fascism " and lament it with constant chatter. The vision, instead, could be another, a sort of Nazism disguised as "national-socialism".

AUSCHWITZ the concentration camp symbol of the SHOAH, an event that can be described as - human -, indeed perhaps too human!, I would say.

Which, removed from the laws of History, is transformed into an inexplicable metaphysical event.

Today's analysis should remove the many anti-historical clichés and the stereotyping of the facts and its protagonists on which our knowledge is based, which reminds us to remember this story, still read by many, like the hagiographies of Christian martyrs and civil heroes, only on the occasion of official celebratory anniversaries.

It is a human event, indeed all too human, from which we must start again to investigate the individual and collective roots of racism, xenophobia and anti-Semitism.

Primo Levi writes, <the survivors do not want the world to forget, because they have understood that the Lagers were not an accident, an unforeseen event of History>

Unfortunately, we are witnessing a global political upheaval where different fronts opposed for reasons of religious, economic and political supremacy, are fighting each other.

This reversal of history confuses ideas and thoughts, distorts the facts; it is the same thing that Putin is doing when he denies the existence of Ukraine as a historical reality, as a nation.

The same Iran that in its Constitution is sanctioned the destruction of the State of Israel.

We must never forget that without history there is no truth, even memory would be missing. And there is no good defense to prevent the ghosts of the extreme right and left from returning.


mercoledì 22 gennaio 2025


 

Qualcosa di tuo

 

 

Di Vincenzo Calafiore

22 Gennaio 2025 Udine









 Dolce per sé, ma con dolor sottentra

il pensier del presente, un van desio

del passato….

           ( Giacomo Leopardi, Le Ricordanze )

 

 

Scrivere, inventarsi delle cose che potrebbero accadere nella vita a chiunque. Scrivere dunque è davvero una cosa bella, perché è come trovarsi in un altro “ altrove”, ma potrebbe essere allo stesso tempo donazione di se stessi agli altri e avviene semplicemente attraverso l’inchiostro di una stilografica.

La verità è che non si va via mai da un luogo in cui si è stati bene, e io sto bene nei miei scritti, in quel mio altrove, ove tutto è possibile, e i miracoli accadono, come quello dell’amore.

 

“ A coloro che hanno un sogno e attendono da tempo che si realizzi. Un sogno non lo si getta mai via, non lo si lascia svanire, per poterlo trattenere occorrono due persone, due persone che inconsapevolmente si amano e si cercano, e alla fine il miracolo accade, con il sogno che si realizza”

 

Ma tu dimmi la verità te l’aspettavi un amore? Te l’aspettavi un amore così grande, come questa vita? Io si anche se da tempo l’attendevo un miracolo!

E’ che questa vita non basta mai eppure lo so che è di un tempo che si tratta, un tempo a finire.

A volte mi vedo come la sabbia di una clessidra, scomposto in microscopici granelli di sabbia, scorrere attraverso un imbuto in un’altra dimensione senza possibilità di ritorno questo è il significato della parola “ fine “ che sta dietro l’angolo, che ci segue come ombra e puntualmente un giorno busserà alla tua porta.

 

 “Che ne sai quante volte ti penso

e quante invece vorrei averti con me.

Che ne sai tu del mare in cui annego

tutte le volte che mi dici ciao, che ne sai.

Che ne sai tu delle mi guerre

delle mie solitudini, dei miei morti nell'anima!

Ma tu eri, sei stata, e sarai

la cosa più bella che io non sono mai

riuscito a pronunciare!”

 

Questo avrei voluto dirtelo ancora tanto tempo fa, e mi appartiene, è un qualcosa di tuo che conservo gelosamente.

Ma ricordo! Sono passati ormai due anni dall’ultima volta che ci siamo visti. Da quando sei entrata, come un angelo nella mia vita, il cappellino rosso in testa, la gonna nera che ti saltellava sulle ginocchia, le scarpe leggere da ballerina. Vedendomi sei corsa ad abbracciarmi. Non sapevo che ci saremmo separati per tanto tempo, non sapevo che avrei sofferto, non sapevo che saresti entrata nei miei viaggi mentali come “ L’angelo della felicità “.

Ma dove sono ormai quei giorni? Voltandomi indietro ho paura di trovare il vuoto… la mia testa continua a girarsi lateralmente con movimenti timidi e impacciati, fra la paura e la sorpresa.

“ Dolce per sé; ma con dolor sottentra, il pensier del presente, un van desio del passato ….”

E’ questa la “ricordanza” ? Quel tetro ingresso nella memoria!

Dietro il pensiero che nasce dalla luce ci sei tu, angelo, prigioniera di un amore ancora sul nascere.

Ti ricordi?

Non ti voltare indietro, non senti il sale sulle labbra?

Che voglia di rivederti!

Quanti anni sono passati?

Probabilmente quando ritornerai io non ci sarò più e tu sarai una donna bellissima con gli occhi colore del mare, con il sorriso fra il timido e sfrontato. Perché tu sei una donna timida, questo lo so.

Ti nascondi bene dietro le nuvole … ricordo che i tuoi occhi quando hai paura diventano piccoli, quasi avessero paura di essere invasi dalla luce, e allora li socchiudi come persiane come facevamo da bambini quando volevamo guardare senza essere visti che guardavamo.

Non è facile lottare contro la tua assenza, il tuo vuoto.

Professore di filosofia, un uomo scarmigliato e gentile capace di tirare i bandoli delle matasse del pensiero; perché l’uomo muore? Perché il cielo è azzurro e sembra vuoto?

Perché manca l’amore?

Per non dimenticarti ti ho chiamata Anima perché come anima sei in me!

Io col mio tempo alla fine e tu una donna di cinquant’anni, che strana combinazione di età! Due lontanissime comete in cieli diversi che non si riconoscono e destinate a non incontrarsi mai!  


Algo tuyo



Por Vincenzo Calafiore

22 de enero de 2025 Udine


 Dulce en sí mismo, pero con dolor viene.

el pensamiento del presente, un vano deseo

del pasado….

 (Giacomo Leopardi, Los recuerdos)



Escribe, inventa cosas que le podrían pasar a cualquiera en la vida. Escribir es por tanto una cosa verdaderamente hermosa, porque es como encontrarse a uno mismo en otro “lugar”, pero puede ser al mismo tiempo un regalo de uno mismo a los demás y sucede simplemente a través de la tinta de una pluma estilográfica.

La verdad es que uno nunca abandona un lugar donde se siente bien, y yo me siento bien en mis escritos, en mi otro lugar, donde todo es posible, y los milagros ocurren, como el del amor.


“Para aquellos que tienen un sueño y llevan mucho tiempo esperando que se haga realidad. Un sueño nunca se desecha, nunca se deja desvanecer, para poder aferrarse a él se necesitan dos personas, dos personas que inconscientemente se aman y se buscan, y al final ocurre el milagro, con el sueño. "Eso se hace realidad"


Pero dime la verdad ¿esperabas amor? ¿Esperabas un amor tan grande como el de esta vida? ¡Yo sí, aunque llevaba mucho tiempo esperando un milagro!

Es solo que esta vida nunca es suficiente y, sin embargo, sé que es un tiempo del que estamos hablando, un tiempo que está terminando.

A veces me veo como la arena de un reloj de arena, desmenuzada en granos microscópicos de arena, fluyendo por un embudo hacia otra dimensión sin posibilidad de retorno, este es el significado de la palabra "fin" que está a la vuelta de la esquina, que sigue. nosotros. como una sombra y puntualmente un día llamará a tu puerta.


 ¿Cómo sabes cuántas veces pienso en ti?

y cuanto me gustaria tenerte conmigo.

¿Qué sabes del mar en el que me ahogo?

Cada vez que me dices hola, ¿qué sabes?

¿Qué sabes de mis guerras?

¡De mis soledades, de mis muertos en el alma!

Pero tú eras, has sido y serás.

Lo más hermoso que nunca soy

¡Logré pronunciarlo!”


Esto lo quería decirte hace mucho tiempo, y es que me pertenece, es algo tuyo que guardo celosamente.

¡Pero lo recuerdo! Han pasado dos años desde la última vez que nos vimos. Desde que entraste en mi vida como un ángel, el sombrero rojo en tu cabeza, la falda negra que rebotaba en tus rodillas, las bailarinas ligeras. Al verme corriste a abrazarme. No sabía que estaríamos separados por tanto tiempo, no sabía que sufriría, no sabía que entrarías en mis viajes mentales como "El Ángel de la Felicidad".

¿Pero dónde están esos días ahora? Al darme la vuelta tengo miedo de encontrar el vacío... mi cabeza sigue girando hacia los lados con movimientos tímidos y torpes, entre el miedo y la sorpresa.

“Dulce en sí mismo; pero con el dolor viene el pensamiento del presente, un vano deseo por el pasado….”

¿Es este el “recuerdo”? ¡Qué entrada tan sombría en la memoria!

Detrás del pensamiento que nace de la luz estás tú, ángel, prisionero de un amor todavía infantil.

¿Te acuerdas?

No mires atrás, ¿no sientes la sal en tus labios?

¡Cómo quiero volverte a ver!

¿Cuantos años han pasado?

Probablemente cuando regreses yo ya no estaré aquí y tú serás una bella mujer de ojos color mar, con una sonrisa entre tímida y descarada. Porque eres una mujer tímida, lo sé.

Te escondes bien detrás de las nubes... Recuerdo que cuando tienes miedo tus ojos se hacen pequeños, casi como si tuvieran miedo de ser invadidos por la luz, y entonces los entrecierras como contraventanas como hacíamos de niños cuando Queríamos mirar sin que nos vieran que estábamos mirando.

No es fácil luchar contra tu ausencia, contra tu vacío.

Profesor de filosofía, hombre despeinado y amable, capaz de desenredar las madejas del pensamiento; ¿Por qué muere el hombre? ¿Por qué el cielo es azul y parece vacío?

¿Por qué falta el amor?

Para no olvidarte te llamé Alma porque como alma estás en mí!

Yo con mi tiempo al final y tú una mujer de cincuenta años, ¡qué extraña combinación de edades! ¡Dos cometas muy distantes en cielos diferentes que no se reconocen y están destinados a no encontrarse nunca!


Something of yours


By Vincenzo Calafiore

January 22, 2025 Udine


Sweet in itself, but with pain comes

the thought of the present, a vain desire

of the past….

(Giacomo Leopardi, Le Ricordanze)


Writing, inventing things that could happen to anyone in life. Writing is therefore truly a beautiful thing, because it is like finding yourself in another “elsewhere”, but it could at the same time be a gift of yourself to others and it happens simply through the ink of a fountain pen.

The truth is that you never leave a place where you have been well, and I am well in my writings, in that elsewhere of mine, where everything is possible, and miracles happen, like that of love.


“ To those who have a dream and have been waiting for it to come true for a long time. A dream is never thrown away, it is never let vanish, to be able to hold on to it, two people are needed, two people who unconsciously love each other and seek each other, and in the end the miracle happens, with the dream that comes true”


But tell me the truth, did you expect a love? Did you expect such a great love, like this life? I did, even if I had been waiting for a miracle for a long time!

It’s that this life is never enough and yet I know that it is a time that is being dealt with, a time that is ending.

Sometimes I see myself as the sand of an hourglass, broken down into microscopic grains of sand, flowing through a funnel into another dimension with no possibility of return, this is the meaning of the word “end” that is around the corner, that follows us like a shadow and punctually one day will knock on your door.


“How do you know how many times I think of you

and how many times instead I would like to have you with me.

What do you know about the sea in which I drown

every time you say hello to me, what do you know.

What do you know about my wars

of my solitudes, of my deaths in my soul!

But you were, you have been, and you will be

the most beautiful thing that I have never been able to

say!”


I would have liked to tell you this a long time ago, and it belongs to me, it is something of yours that I jealously guard.

But I remember! It has now been two years since the last time we saw each other. Since you entered, like an angel in my life, the red hat on your head, the black skirt that bounced on your knees, the light ballerina shoes. Seeing me you ran to hug me. I didn't know that we would be separated for so long, I didn't know that I would suffer, I didn't know that you would enter my mental journeys as "The Angel of Happiness".

But where are those days now? Turning back I am afraid of finding emptiness… my head continues to turn sideways with timid and awkward movements, between fear and surprise.

“Sweet in itself; but with pain it takes over, the thought of the present, a vain desire for the past….”

Is this the “remembrance”? That gloomy entrance into memory!

Behind the thought that is born from the light there is you, angel, prisoner of a love still in its infancy.

Do you remember?

Don’t turn back, don’t you feel the salt on your lips?

How I want to see you again!

How many years have passed?

Probably when you return I will no longer be here and you will be a beautiful woman with eyes the color of the sea, with a smile between shy and cheeky. Because you are a shy woman, I know this.

You hide well behind the clouds ... I remember that when you are afraid your eyes become small, almost as if they were afraid of being invaded by the light, and then you half-close them like shutters like we did as children when we wanted to look without being seen that we were looking.

It is not easy to fight against your absence, your emptiness.

Philosophy professor, a disheveled and kind man capable of pulling the threads of the skeins of thought; why does man die? Why is the sky blue and seems empty?

Why is love missing?

In order not to forget you I called you Soul because as a soul you are in me!

Me with my time at the end and you a fifty-year-old woman, what a strange combination of ages! Two very distant comets in different skies that do not recognize each other and destined to never meet!

 

 

                                       

 

 

                                                  

martedì 21 gennaio 2025


 mi guardi,

vedi il mio corpo deforme,
qualcosa da non guardare
qualcosa da evitare …
Eppure tu lo guardavi
ahimè più come un tramonto
come un tramonto di fine estate
con nostalgia, con rimpianto,
mi guardi, vedi il mio corpo deforme ….

Vincenzo Calafiore


Me miras, ves mi cuerpo deformado, algo que no hay que mirar algo que evitar… Y aún así lo mirabas Por desgracia, más bien parece una puesta de sol. como una puesta de sol de finales de verano con nostalgia, con pesar, me miras, ves mi cuerpo deformado…. Vincenzo Calafiore

you look at me, you see my deformed body, something not to look at something to avoid … And yet you looked at it alas more like a sunset like a late summer sunset with nostalgia, with regret, you look at me, you see my deformed body …. Vincenzo Calafiore

você olha para mim, você vê meu corpo deformado, algo para não assistir algo a evitar… E ainda assim você estava olhando para ele infelizmente mais como um pôr do sol como um pôr do sol no fim do verão com nostalgia, com pesar, você olha para mim, você vê meu corpo deformado…. Vincenzo Calafiore

domenica 19 gennaio 2025


 

26 luglio 2021 
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La Libertà
Di Vincenzo Calafiore
27 Luglio 2021 Udine ( Italy)
La libertà guida un popolo, ma c’è anche un bellissimo quadro del pittore Eugène Delacroix dal titolo: La libertà che guida il popolo ( La liberté guidant le peuple) esposto al Louvre Parigi.
Ma cos’è la libertà?
“ Per libertà s'intende la condizione per cui un individuo può decidere di pensare, esprimersi ed agire senza costrizioni, ricorrendo alla volontà di ideare e mettere in atto un'azione, mediante una libera scelta dei fini e degli strumenti che ritiene utili a realizzarla. “
Ora, in questo momento in cui uno Stato non obbliga alla cosiddetta vaccinazione di massa, che però indirettamente costringe a farlo con l’utilizzo di strumenti discriminanti come il famigerato
“ Green Pass “, smette di essere uno stato democratico per essere un altro: Violando uno stato di diritto come quello della libertà! E per quale motivo le persone che non vogliono vaccinarsi devono essere bollate come “ No Vax “ ?
E quelli vaccinati, come si dovrebbero chiamare: “ Greg Vax “ ?
Occorre rispettare chi per sua scelta si è sottoposto alla vaccinazione ( e ai futuri seguenti richiami facendosi imbombare continuamente) come chi per sua scelta non ha scelto di sottoporsi alla vaccinazione, se così fosse, allora sarebbe uno Stato che rispetta la sua Costituente e il cittadino senza commettere alcuna discriminazione.
Personalmente ho fatto tutti i vaccini, tranne quello per l’influenza mai fatto, ma sono stato vaccinato per tutto il tempo che ho indossato le “ stellette”; ora lo so a cosa andrò in contro:
niente cinema, o teatro, non è un problema ma neanche una necessità.
Niente ristoranti o pizzerie, se potrò mangiare fuori mangerò fuori all’aperto, se mi è vietato l’ingresso farò ritorno a casa.
Non potrò usare aereo, treno, nave, bus, metro, chi se ne importa mi muoverò autonomamente!
Ma la domanda è: Questo si fatto è uno stato di diritto, uno stato democratico?
“ Dunque, mio ottimo amico, non dobbiamo affatto curarci di ciò che sul nostro conto dirà il mondo, ma di ciò che dirà chi s’intende del giusto e dell’ingiusto, questi solo e la verità stessa” (Critone, 48 a).
Socrate era un uomo libero come pochissimi lo sono. Dava scarsissima importanza agli oggetti dai quali la gente fa dipendere il proprio destino.
Non si piegò davanti alla forza delle cose immediate e al verdetto dei giudici, con il quale lo condannarono a morte. Egli viveva nella caverna degli schiavi, che, incatenati alle loro opinioni e ai loro pregiudizi, riducono la conoscenza ai ragionamenti che identificano con i calcoli, calcolando perfino l’uomo, come se fosse oggetto tra gli altri oggetti, ma, laddove non c’è la verità, non c’è neppure il bene. La forza diventa principio di soluzione delle controversie.
Colui che non conosce l’uomo, sa solo usarlo.
Essere competente riguardo all’uomo significa essere soggetto, soggetto che giudica, mentre gli oggetti, invece, sono giudicati.
La soggettività dell’uomo si esprime in questa competenza. Quindi, perché sia possibile essere soggetto, occorre che ci sia la verità dell’uomo. Senza la verità, infatti, non è possibile la competenza come tale.
Intendersi dell’uomo significa intendersi della verità che lo costituisce. In conseguenza, solo colui che diventa ciò che egli è, vale a dire solo colui che è soggetto, un essere libero, si intende dell’uomo.
“Conosci te stesso!” significa: diventa te stesso! Sii soggetto! Sii giudice! Giudice dei giudici!
Ma non è facile per l’uomo conoscere l’uomo.
Socrate ammetteva; “So di non sapere nulla”, ma desiderava conoscerlo. E questo desiderio doveva aver già un valore conoscitivo, perché Socrate era libero dalle opinioni sul problema dell’uomo; la libertà è dalla verità.
Chi desidera, cerca.
In Socrate, dopo che ebbe udito il responso dell’oracolo di Delfi, avvenne un cambiamento fondamentale. L’oracolo aveva detto che nessuno era più saggio di Socrate. Il filosofo di Atene si stupì, perché aveva la certezza di non saper nulla. Sapeva solo questo. Niente di più. Ma desiderava sapere molto di più.
Socrate poneva domande sulla verità e sul bene senza di cui l’uomo può essere tutto tranne se stesso e proprio a queste domande non sapeva dare risposte. Non sapeva cosa c’era dentro l’uomo. E solo questo sapere riteneva meritasse il titolo di saggezza. Così, indirettamente obbligato dall’oracolo, cominciò a visitare i suoi conoscenti invitando quanti pensavano di saper qualcosa a definire l’essenza di quelle cose la cui conoscenza costituisce la saggezza della persona umana. Ma gli “esperti” conoscevano soltanto ciò che essi stessi, come avrebbe detto Kant, avevano prodotto; conoscevano le proprie opinioni.
Ognuno di noi è il più saggio tra gli uomini, solo che sono pochi che rispondono con le domande socratiche a questo obbligo di diventare ciò che siamo. Infatti, pochi sono quelli che vogliono ascoltare la voce che sorge da dentro l’uomo.
Socrate vedeva l’insensatezza di sottomettersi alle opinioni. Non sottomettendosi ad esse, non essendo cioè schiavo, Socrate non si ribellava; egli non reagiva agli stimoli, ma conviveva con la realtà. Da libero. Dunque, nessuno dei conoscenti sapeva chi è l’uomo; ma Socrate era il solo tra loro a sapere di non saperlo.
Ciò che il suo desiderio sapeva poteva venire espresso solo in domande.
Il vero filosofo pensa con l’aiuto di esse.
La sua “ignorantia” era “docta”.
Tanto più “docta” quanto più si rendeva chiaramente conto che l’uomo non si identifica con nessuna definizione umana.
Domandando così, preghiamo.
Porre simili domande significa ri-nascere; insegnare agli altri a porle significa aiutarli a loro volta a ri-nascere.
Ri-nasce solo chi pensa e pensa solo chi cerca quel Pensiero forte che è il Pensiero creatore.
La verità dell’uomo, di quella coincidentia oppositorum, la coincidenza di finito e infinito, può essere conosciuta solo in quanto è desiderata e cercata. Vivere nella verità è quello che ci insegna Socrate.
Ci salverà forse la maieutica, è il fondamento della visione filosofica di Socrate. Così come la levatrice aiuta le donne ad affrontare i dolori del parto, la filosofia aiuta ad esplorare la propria anima attraverso i dolori provocati dalle false opinioni, dai condizionamenti, dai dubbi, dalle perplessità che simili alle doglie del parto, portano l’uomo di portare alla luce se stesso. La maieutica quindi educa alla libertà di pensiero per sempre nuovi percorsi di pensiero. L’immortalità della “ Visione “ risiede in quell’impeto di amore per la filosofia e la libertà: l’uomo è un soggetto attivo e non passivo nella ricerca della verità. E la verità sul COVID19 non è stata mai detta: questo è un pensiero!