Il mio bestiario
VINCENZO CALAFIORE
E’ vero, ho vissuto nel presente ogni giorno, con la testa in un sogno da realizzare. Ho sempre cercato di vivere più lontano possibile dalla realtà, tanto dal valer la pena di ricordarlo ancora adesso se pur è passato così tanto tempo.
E’ stato così bello che alla fine non ci ho capito più nulla!
E allora eccomi qui in questo “ disastro” dove ho vissuto e vivo come un provvisorio la mia quotidianità con la mia vita in disparte da ogni cosa, in compagnia sempre di qualcuno che in qualche modo è riuscito a lenire tutte le crepe della mia anima.
Ogni mattino di ogni santo giorno mi sono svegliato con l’urgenza di cominciare a vivere sempre da persona per bene. Ho ricominciato da qui, ogni santo giorno dalla gentilezza, dal rispetto, dall’onestà. Ricominciare da qui, da questi principi e poi la musica, lo scrivere, lo studio, sorridere e commuovermi, camminare da solo lasciandomi sorprendere sempre dalla bellezza della vita nonostante tutto.
Questo è stato l’unico mio modo di contrastare l’orda dei cinghiali e l’onda torbida dell’ignoranza e dell’ipocrisia di questo vivere oggi, è un’acqua torbida, limacciosa che si porta appresso detriti di umanità.
Vivere è diventato come trovarsi in labirinto bestiario di rutti e minacce, linguaggio arrogante, sguaiato, ma anche di coscienze annullate, in cui difendersi e custodire gelosamente, cercando di rimanere persona per bene, onesta, si credo che ne sia valsa la pena; credo che sia valso proprio questo!
Così un po’ tutti continuiamo a vivere la nostra vita, segnati da profonde perdite, derubati di quanto ci è più prezioso, trasformati in persone tutte uguali, che di diverso hanno solo la pelle, tuttavia silenziosamente continuiamo a vivere come un gregge dentro dei recinti.
La solitudine è di questo tempo! Non è solo assenza di persone, è anche
mancanza di scopo, la mancanza di significato, in un mondo dove tutto sembra
alienato e distante, dove regna la superficialità e avere il tempo di
accorgermi che la vera solitudine non è solo essere soli, ma sentirsi soli in
un mondo che ha perso di significato.
Ho visto che quando piove le farfalle non volano, per non bagnarsi le
ali ! Noi le ali le abbiamo perse e sguazziamo
costretti o volenti nel fango!
C’è stato un tempo in cui mi sono amato, ho creduto alle promesse, alle
parole, giustificavo il male ricevuto, anzi provavo vergogna per chi
gratuitamente lo faceva … ho sopportato ogni genere di mancanza, anche quando
mi mancavo o non sapevo più ritrovarmi.
Ho amato senza chiedere nulla in cambio e sono stato un cretino, tanto
da distruggermi per questo
oggi è difficile amarmi, restarmi accanto. Rispettare
i miei spazi, comprendere i miei silenzi, la mia indipendenza, il mio bisogno
di vivere e di costruire usando solo le mie forze.
Credo nell’Amore molto più di ieri ; in quell’amore che nulla ha a che fare con
l’arroganza, con l’assenza.
Sarebbe bello incontrare un’anima che ci
ami oltre noi stessi! Ma è un miracolo che non accadrà mai.
Ho questa brutta abitudine di non farmi mai conoscere fino in fondo.
Come se quel che rimane ignoto agli altri sarà ciò che mi salverà quando loro
decideranno di ferirmi.
Penso che la vera vita sia
quella che non si può raccontare.
L’altra è una farsa che sfugge perfino a sé stessa. Quella vita è una morte che
precipita addosso giorno dopo giorno.
Ma vai a capire la vita!
Come faccio a dire che
siamo, quando non siamo? Che siamo dei buchi neri ?
Chissà che fine farà tutto
quello che ho scritto, che sto scrivendo, che scriverò, chissà a chi apparterrà
tutto questo.
Ma non sarebbe meglio vivere con un po' di irresponsabile leggerezza
addosso?
Più invecchio anch’io, più mi accorgo che l’infanzia e la vecchiaia si
ricongiungono, fanno la vita bella, fanno guardare la vita con gli occhi del
fanciullo e con quelli del vecchio!
Ho vissuto senza capirci nulla.
Nessun commento:
Posta un commento