Senza di te non è vivere
Di Vincenzo Calafiore
13 Gennaio 2025 Udine
Laggiù ove ha inizio l’orizzonte, le nuvole si arricciano ai piedi di bianche montagne che si spingono in alto nel cielo; ci sono terre e mari da esplorare, e “ altrove “ in cui immaginare poterci vivere.
Alle prime luci dell’alba vedo nella mia porzione di cielo, passare uno stormo di tordi, vanno a est verso le soleggiate colline da poco mietute del grano che le arrossava con i suoi papaveri, al tramonto.
L’aria mite entra nello studio, tutto prende vita nella serenità di una stilografica adagiata su un foglio di carta bianca; le parole si adombrano, si colorano d’infinito nella quiete, illuminata da un fascio di sole che fa capolino, prima di addormentarsi in quell’altrove a cui spero un giorno poterci andare.
Oh, si ! la mia vita, quella che avevo un tempo ormai è lontana, è un irraggiungibile miraggio che solo le parole possono raggiungere e attraverso esse poterla rivivere. Che meraviglia!
Quale meravigliosa poesia potrà mai eguagliarla?
Sopraggiunge intanto il Vespro e come l’aria, si fa pungente il ricordo di Joselinda, della sua dolcezza, della sua maniera di guardarmi, il suo sguardo è una carezza, è un qualcosa che fa correre la stilografica sul foglio fino a riempirlo di parole che la sanno raccontare e amare, la fanno volare alta in quel cielo laggiù che io guardo indistintamente dalla mia scrivania.
Ci incontravamo al tramonto, davanti al mare, seduti ad ascoltarlo; era come a voler far benedire il nostro amore da quel mare che abbiamo amato tanto.
Stesa sull’asciugamano e occhi socchiusi, in silenzio, le sue labbra si muovevano come fanno le piccole onde sulla spiaggia. Cresceva in me il desiderio di baciarla, stringerla forte a me, così passandole il braccio sotto la spalle la tiravo a me perdendoci in un lungo bacio.
La stilografica si ferma, esita un po’ prima di riprendere a scrivere … si stacca dal pennino una piccola goccia d’inchiostro, è di colore rosso, con il quale correggo e modifico i miei scritti; la guardo con attenzione, la carta assorbendola le fa prendere la forma di un’iride, ci vedo
gli occhi suoi, hanno lo stesso colore della poesia.
Fumo una sigaretta, pensando a ciò che devo scrivere, seguo le spirali di fumo e mi viene in mente la mia età, è un qualcosa che fa sparire la magia delle parole, dei ricordi; vedo questa età mia e la paragono alla nostalgia, a una terra che sta lì e aspetta e mi riconosce, ma è così grande da accogliere tutte le persone vive che si preparano a morire. Ma è anche un gran silenzio che vela i giorni perché tutto è stato predetto.
Questa mia visione è un paesaggio dai colori forti, di parole scabre come la mia esistenza che stenta il suo cammino in un coro di ricordi pronti ad affacciarsi con le pene e l’amore di un sogno dietro l’altro,creano un’atmosfera che desidera le braccia e le labbra di Joselinda che per raggiungermi rischia di smarrirsi in un mondo di trappole e di maschere.
Noi siamo affamati di amore e di baci che come insetti giungono da ogni parte in questa infinita notte stellata … vola sopra il mare, le città, i monti, seduti tranquilli sulla terra a godersi lo spettacolo delle albe e dei tramonti.
Joselinda si avvicinò e cercò i miei capelli. Poggiò la testa sulla mia spalla come per dire: qualcosa rimane, non è tutto perduto.
Ci abbracciamo come per confermarci che non siamo scomparsi, che nonostante tutto l’amore vince su ogni cosa, sulla nostalgia, sulla distanza.
Mi alzo e vado al balcone, quasi per tentare di acciuffare la luna per posarla sul suo seno!
Le note di – Fascination – di Nat King Cole cominciarono a parlare d’amore fino alle prime luci dell’alba!
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