La stanza delle farfalle
Di vincenzo calafiore
13 Dicembre 2016
Udine
<< Come fai a
stare lontano da chi ti ama? >>
domandò Nausica a Marcello a piena voce, nel bel mezzo di un lungo
discorso fatto di mezze menzogne e convenevoli, di schermaglie e di parole
ricercate come succede alle persone con una storia d’amore finita da tempo e
che continua, i legami non finiscono mai!
La guardò
attentamente, pensieroso, come si fa guardando un orizzonte in cerca di
qualcosa o di risposte; avrebbe voluto dirle che ancora l’amava, nonostante la
lunga storia d’amore fosse finita ormai da tempo, nonostante gli anni siano
passati velocemente, tanto da non accorgersi della distanza che c’era ormai tra
lui e quel vicino orizzonte.
La guardò
attentamente chiedendosi in questi anni da quante braccia lei era passata, a
quanti uomini ha donato se stessa nel letto, come solo lei sapeva fare.
Prima o poi quella
domanda, rituale come un temporale d’estate, come le domeniche, le partite allo
stadio, come i quando sei venuto?, come stai?,quando parti, sarebbe certamente
arrivata.
Era disteso sul letto
della sua stanza.
I raggi del sole
entravano con grande intensità in quel lato della casa da cui s’intravedeva da
una finestra il porto e giungevano lontani striduli richiami di gabbiani.
Marcello pensò, non
fa che domandarmi come faccio a stare lontano da chi ti ama, ma perché hai
fatto questo, e chi è morto, se ho un’altra donna << Poteva restare, se
non voleva che la nostra storia d’amore finisse >> e invece parlarmi di
lei, di quanti uomini ha amato, con quanti avesse fatto l’amore, forse
cercandomi, forse ricordandomi, forse desiderarmi.
Aveva voglia di
risponderle Marcello, che si limitò a dire:
<< I legami non
finiscono mai! >>
Nausica lo guardò, lo
attraversò tutto con i suoi occhi neri grandi come la notte e sfuggenti.
Era sempre bella, la
donna con cui aveva avuto una lunga storia d’amore nella stanza delle farfalle;
una storia che non ricordava com’era cominciata, e non capiva perché era
finita.
<< Hai
ragione>>, gli disse dopo lungo silenzio che le era servito per trovare
qualcosa d’intelligente, << Non sono più come prima. Sono cambiata, tutto
in me è diverso, non so come dire, forse è perché siamo cambiati noi, ce ne
siamo andati da noi stessi, vorrei tornare, e non riesco a tornare>>.
Marcello la
interruppe, con un << lascia stare>> come se facesse parte dei
discorsi rituali, degli incontri estivi che ancora, dopo anni che la loro
storia era finita, senza ragione o con molte ragioni, non erano capaci di
evitare. Un discorso che a lui, rimasto in paese senza sapere bene quanto per
scelta, quanto per necessità, suonava quasi come una dichiarazione di guerra da
cui difendersi attaccando, con tutte le armi possibili: l’ironia, il sarcasmo,
il silenzio, l’indifferenza. Fingeva per non farle capire quanto ancora
l’amasse, quanto ancora la desiderasse, quanto ancora voleva fare l’amore con
lei.
Sapeva di rendersi
indisponente, ma era l’unico modo di farle sentire a distanza di quanto avesse
bisogno di lei, di quanto l’amasse ancora. E alla fine sembrava lui quello che
se ne era andato.
<< No, rispose
con aria un po’ distante e un po’ affettuosa- non è in questo senso che volevo
dire… Non credo che oggi sono in grado di farmi capire, scusami. Tu esisti, sei
sempre esistita, ti ho desiderata non sai quanto, e da quando sei andata via,
non sono più riuscito ad amare un’altra donna. Tu esisti in me come il mondo,
come esistiamo noi due>>.
Nausica si alzò dalla
poltrona dove era seduta, si avvicino ai piedi del letto sul quale era steso
Marcello, lo sollecitò col suo sguardo, mentre si sbottonava la camicetta color
mare, sorrise, si avvicinò ancora di più sul letto, gli accarezzò i capelli,
non aveva dimenticato i punti deboli di Marcello e ricorse ai modi antichi per
stanarlo dal suo presente.
Marcello era
silenzioso, guardava i suoi occhi e i suoi seni belli come le cime di montagne
e tra un pò si sarebbe tuffato tra le sue braccia.
Comprese che la sua
donna stava per spogliarsi, stava volando tra le sue gambe, la anticipò,
<< Avvicinati >>,
le disse sedendosi sul letto, ti faccio posto, sentì vicino quella donna, quel
corpo che tanto aveva desiderato. Sorrise, poi pensò “ Tu sei sempre esistita “
ti diverti – fece lei, ma questo non è un gioco, è amore!
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Continua
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