Così ti dissi che ci
vuole coraggio…..
Di Vincenzo Calafiore
24Settembre2017Udine
Se tu amore mio conoscessi la mia prigione avresti più
coraggio di vivere, e come un pirata andresti all’arrembaggio di questa vita, è
solo di coraggio che si tratta.
Amore! Saresti il luogo, il labirinto di mare e di cielo, di
luna e di sole a cui giungerei con le mani allacciate.
La mia malattia mal conosciuta e che non si sa curare è
Amore.
Loro dopo avermi spezzato hanno rimesso assieme i pezzi per
farmi sopravvivere, e hanno perso, io ho vinto perché io ancora vivo e vivo di
te.
Ma loro, gli altri prigionieri, gli altri morti in giacca e
cravatta e scarpe lucide, profumati e arroganti, con le mani che non riescono a
trattenere sabbia, sono i peggiori aguzzini, tutti legalmente torturati e
torturatori, prigionieri di un sistema ancor più atroce, violento.
Hanno avuto il coraggio di farsi conquistare e hanno il
coraggio a loro volta di spezzare gambe e braccia possenti e fragili, ali per
non fare volare, di sfaldare carni dolci da accarezzare, di ammucchiare e
spezzare corpi fatti per reinventare l’amore e per esplodere di felicità.
Hanno avuto coraggio di fare violenza alla sola specie che
abbia saputo rinunciare alla violenza e che ha potuto vivere la natura; la sola
specie capace di dare amore e ricevere in cambio violenza e sopruso,
sfruttamento e schiavitù.
Così Amore io ti parlo e ti racconto la mia condizione entro
la quale, contro la quale vivo e scrivo, scrivo di te!
Ti ricordi quella sera, quando ancora con le mani fasciate
ti portai in riva al mare?
E’ lì che vado sempre, è lì che sempre torno, così quella
sera ti portai nel mio regno. Dallo zaino presi una candela che accesi tra gli
scogli ove ci riparammo, poi ti lessi “ La semaine de la comète” straordinario
libro che parla di libertà e di repressione, di amore e di odio attraverso la
storia di una rivolta di fanciulli detenuti, nella colonia paterna di Mettray,
da cui partirà l’ordine del massacro. Dei fanciulli rivoltosi se ne salvò solo
uno, Noberto, il capo, capace di dare organizzazione e prospettive razionali
alla rivolta… quelli come me con quella malattia addosso vengono da lì, dai
seguaci di Noberto sconcertante anche suonatore di flauto, evocatore di mondi
incantati cui si può accedere facilmente solo chi abbia chiari occhi di mare e
orecchie di Pan.
Da quella sera non siamo più tornati!
Il fatto è che la libertà mi ha preso la mano e allora mi è
successo un fatto strano; riesco a capire tutto oltre le parole e le frasi,
ogni difficoltà di significato, o di una parola o di un volto, o delle mani,
non è difficoltoso per me in quanto tutte le immagine delle vite passate e
quelle che verranno erano e sono davanti ai miei occhi nitide e chiare, come le
prigioni che mi hanno accolto, come la parola “ libertà “ scritta di rosso, lo
stesso colore del sangue di quanti come te e come ci hanno creduto e ci
credono, ecco perché amore mio tu stai nella stessa mia prigione negli stessi
chiari occhi!
Ecco perché tu sei mare, quel mare che ancora adesso mi
travolge e mi annega d’amore: è questa la vita, solo questa è vita!
Nessun commento:
Posta un commento