L’Amore, questo sconosciuto
Di Vincenzo Calafiore
13 Settembre 2017 Udine
Eros era tra gli dei il più amico agli uomini e medico di quei mali della
cui guarigione deriverebbe una gran felicità. Per dimostrare tali affermazioni,
un mito racconta e spiega qual'è l'originaria natura degli uomini. Un tempo
questi erano distinti in tre generi: maschi, femmine e un terzo sesso, quello
degli androgini, in cui si congiungevano natura femminile e maschile. Essi
erano terribili per forza e vigore ed erano molto superbi, tanto da arrivare,
al punto di ribellarsi agli dei.
Zeus e le altre divinità, temendo di rimanere privi
dei sacrifici che quelli offrivano loro, anziché ucciderli preferirono
indebolirli: li fecero tagliare ciascuno in due, cosicché fossero meno forti e
maggiori di numero. é proprio da questa divisione che ebbe origine il
sentimento di amore: ogni metà infatti cominciò a desiderare fortemente l'altra
per ricongiungersi a essa. L'amore è dunque radicato nella nostra natura e deve
essere ricondotto al desiderio più genuino e profondo che alberga in noi:
quello di ricomporre l'unità originaria perduta.
Il discorso di Socrate è come sempre il più compiuto e
veritiero e inizia mettendo in luce, come amare qualcosa significhi desiderare
ciò di cui si sente la mancanza. Platone introduce nel dialogo anche la figura
di Eros, che è dunque filosofo, proprio perche di natura intermedia tra la
ricchezza e la povertà, tra la sapienza e l'ignoranza, tra gli dei e gli
uomini.
Anche nel Simposio, dunque, come si può vedere anche nel Fedro, l'amore appare il "ponte" tra il sensibile e l'intelligibile, una forza che permette di trascendere la condizione umana ed esprime nostalgia e tensione verso l'assoluto. In conclusione possiamo dunque affermare che l'amore è un esperienza che consente all'uomo di superare i propri limiti esistenziali e conoscitivi. Questo era o sarebbe dovuto essere!
Anche nel Simposio, dunque, come si può vedere anche nel Fedro, l'amore appare il "ponte" tra il sensibile e l'intelligibile, una forza che permette di trascendere la condizione umana ed esprime nostalgia e tensione verso l'assoluto. In conclusione possiamo dunque affermare che l'amore è un esperienza che consente all'uomo di superare i propri limiti esistenziali e conoscitivi. Questo era o sarebbe dovuto essere!
Ma in realtà l’amore oggi è un pianeta “sconosciuto “
per lo più eguagliato alla posizione orizzontale di due corpi avvinghiati e vinti dal desiderio sessuale,
quando questo semmai sarà la parte importante si ma conclusiva di una parte
ancor più importante ancor più grande e questo lasciamolo al letto, agli
alberghi a ore, al marciapiede.
E’ dell’ Amore per la vita che si tratta, quell’amore
che ti fa rimanere uomo di pace.
Quell’amore così grande, così unico, che dona e non
leva.
E invece oggi,
è una prassi o consuetudine consolidata calpestarlo,
con facilità si leva vita, si priva di amore per la
vita.
E viene voglia di allontanarsi dal pantano, dall’orrendo
che sta colorando questo tempo in cui l’uomo pare si sia sostituito a Dio per
decidere del destino di altri uomini; quest’uomo votato più a un altro dio, il
dio denaro in nome del quale sfida gli estremi pur di consolidare un suo
interesse e per questo seminare ovunque odio e distruzioni, quando invece tutti
potremmo finire di essere o di esistere grazie al possedere mezzi di
distruzione di massa.
Quello che fa paura o dovrebbe far paura è il concetto
che questi mezzi non sono più deterrenti, ma un pericolo per l’intera umanità.
Quello
che più fa paura è il sentire che manca qualcosa, e questo qualcosa ormai si è
perduto nella violenza e nel sopruso, nel desiderio di uccidere o nell’eliminazione di massa ormai da troppo
tempo in atto, ormai diventata spaventosamente normale come se non ci riguardasse,
come se non ci appartenesse.
Che ci fa girare
la testa da un’altra parte per non vedere o del rifiutare la realtà che
purtroppo incombe, e così nascosti dietro il grande sipario del perbenismo,
delle economie che galoppano e di quelle che rallentano o che non esistono, e
parliamo di queste e ci inventiamo cose per salvaguardarle come fossero un
interesse primario, quando invece questo dovrebbe essere l’amore di cui tanto si parla, tanto si
scrive, tanto si commenta e poco si fa affinché questo cresca anche nei deserti
lasciati o creati.
E’ di
questo che si tratta: di deserto o di desertificazione! In cui ormai piano da
tempo ci si è infilata questa umanità; desertificazione di quei principi in cui
l’amore per la vita era prevalente e per cui si è lottato e per cui si è anche
morti.
Abbiamo
i profeti neri, quelli che seminano morte e dolore,
abbiamo
le guide spirituali che ci parlano e ci raccontano di democrazia.
Ma non
abbiamo una via che ci faccia tornare in dietro, ormai incanalati come siamo su
strade che portano per vie diverse a una sola destinazione, la desertificazione
dell’anima che sempre più ci fa disconoscere l’Amore, questo sconosciuto.
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