Quel che è non è
Di Vincenzo Calafiore
03 Settembre 2017 Udine
Quello che maggiormente
oggi, come un medioevo oscuro, hanno predominanza sono: il pregiudizio e il
giudizio!
Uno peggiore dell’altro,
eppure così usuali, così facenti parte e stratificato nei diversi livelli
sociali, a cui inoltre nessuno è indenne, tutti giudicati, tutti frantumati o
quasi distrutti dal pregiudizio.
“ Tanto più ci
innalziamo, tanto più piccoli sembriamo a quelli che non possono volare”
Oggi sono pochi quelli che
riescono o possono volare e in molti se non la maggioranza quelli che non
riescono o non possono volare… per troppa povertà di cultura, per troppa fame
di cose inutili e parventi.
Camminando o trasportati
su marciapiedi da un fiume umano, a saperlo guardare ci si accorge di quanto
malata sia questa società votata più all’apparenza o a essere quello che non si
è, tutti uguali vestiti dalla stessa mano, tutti formati alla stessa maniera,
tutti uguali nel linguaggio, tutti uguali violenti.
Nietzsche scrive: “ Dove
voi vedete cose ideali, io vedo cose umane …. Troppo umane ! “
E’ un mal stare ciclico
nella vita anche se viene mascherato, miseria nella miseria… e quelli che sanno
e riescono a volare da tempo hanno rinunciato e da tempo si interessano più di
se stessi, come fa il viandante che costretto parla con la sua ombra, (
Nietzsche,Il viandante e la sua ombra).
Non è un bel vivere in
questa società più di uomini noiosi che si impongono di parlare e di giudicare
di tutto, anche dove non hanno vissuto;
non è un bel vivere in
questo insieme più di approssimazioni e senza più valori, idee di sentimenti
morali, religiosi ed estetici.
Tutto “ è “ per mostrare qualcosa che non c’è, o
che quel che “ è “ che in realtà non è, una rappresentazione autentica di questo
mondo come un’alchimia dove i colori più magnifici si ottengono da cose molto
basse e persino spregiati per esempio il razionale dall’irrazionale, la logica
dall’illogicità, il disinteresse dalla brama, l’altruismo dall’egoismo e la
verità dagli errori.
E’ un’attrazione per
certi versi fatale, di metodo e tale metodo consiste nel saper rendere
giustizia alla conoscenza disdegnando tutto ciò che acceca e confonde il
giudizio sulle cose, per conoscerle invece in modo puro ponendole nella luce
migliore ed esaminarle con occhio attento sforzandosi di guardare o di
guardarsi intorno e scoprire che tutto ciò che si vede è ancora troppo volgare,
troppo legato all’uomo e ai suoi errori di sempre.
Manca una via di fuga,
una via per uscire dalla decadenza, dalla volgarità.
La filosofia è un istinto
vitale che ha origini profonde e recondite, uno strumento della vita stessa; la
somma dei sentimenti, delle conoscenze, delle esperienze, l’onere complessivo
della civiltà, è divenuto così grande che c’è un pericolo generalizzato di
sovreccitazione della capacità nervosa e mentale, anzi, le glassi colte sono
ormai completamente nevrotiche è c’è qualcuno prossimo alla follia.
Oggi si favorisce la
salute in tutti i modi, ma fondamentalmente rimane la necessità di una riduzione
di quelle tensioni del sentimento, di quello schiacciante onere della civiltà
che anche qualora dovesse venire pagato con grosse perdite, ci fa tuttavia
fortemente sperare in un nuovo Rinascimento da questo medioevo oscuro.
Ma la verità tuttavia
forse sta nel fatto che visionario nega la verità di fronte a se stesso, il
bugiardo solo di fronte agli altri! Evidente in un certo senso il biasimo mosso
dalla società moderna, con i suoi costumi e le sue mode cause di un’eguaglianza
inesistente di anoressie… oggi gli uomini vivono troppe cose e riflettono
troppo poco, hanno fame e colica e perciò diventano sempre più magri per quanto
mangino. Chi oggi dice – non è mai successo niente” è uno sciocco.
Non far valere il proprio
diritto come esercitare il potere costa fatica e richiede coraggio. Perciò
tanti sono troppo pigri o troppo vigliacchi. L’indulgenza e pazienza vengono
chiamate virtù e servono solo a mascherare questi difetti.
La filosofia riprende
oggi in tutto e per tutto quasi la stessa forma interrogativa di duemila anni
fa, come può qualcosa nascere dal suo opposto, per esempio il razionale
dall’irrazionale, ciò che sente da ciò che è morto, la logica dall’illogicità,
il contemplare disinteressato dal bramoso volere, il vivere per gli altri
dall’egoismo, la verità dagli errori!
Tutto ciò di cui abbiamo
bisogno è di Amore e non di parvenze, abbiamo necessità di Cultura e di
Conoscenza di se e non di vuotezza, di volgarità o decadenza, di riprendersi la
smarrita coscienza.
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