lunedì 4 novembre 2024


 

 

Con la “ Pegasus “ ovunque

 

Di Vincenzo Calafiore

5 Novembre 2024 Udine



“ … l’intreccio fantastico

tra esistenza e significato,

tra partenza e ritorno.

Entrambi, in entrambi c’è un viaggio ..

appena iniziato, iniziato, quasi al termine.

E non importa la meta quanto lo è importante

il “ viaggio “ sia esso nel mare della fantasia,

sia in quella fantastica realtà diluita

dalla punta di un pennino di una stilografica

rigo dopo rigo, pagina dopo pagina, è il libro

della vita: un’astronave a remi che remo dopo remo

supera distanze inimmaginabili allontanandosi

dalle miserie umane, con la “Pegasus”  la vita

è ovunque! “

                                      Vincenzo Calafiore

 

 

L’intreccio fantastico tra esistenza e significato,tra partenza e ritorno. Entrambi, in entrambi  c’è un viaggio ..

appena iniziato, iniziato, quasi al termine. E non importa la meta quanto lo è importante

il “ viaggio “ sia esso nel mare della fantasia, sia in quella fantastica realtà diluita dalla punta di un pennino di una stilografica rigo dopo rigo, pagina dopo pagina, è il libro della vita: un’astronave a remi che remo dopo remo

supera distanze inimmaginabili allontanandosi dalle miserie umane, con la “Pegasus”  la vita è ovunque!

Brancoliamo nel buio.

Tutto dà segno di disfacimento.

Un invisibile tsunami ci sta travolgendo.

Eppure io conosco i segni di una primavera nascosta; ma bisogna volgere lo sguardo altrove, nelle lontane galassie della fantasia per accorgersi di qualcosa che sta accadendo in silenzio è il fiore della vita che sboccia in ogni latitudine, in ogni luogo, in ogni anima, dove essa ancora esista!

Ora è come quando stava crollando l’impero romano e sembrava vi fossero solo le rovine e i lupi che infestavano ogni luogo: oggi le guerre in ogni luogo!

Dunque non guardate dove guardano tutti, cioè verso le rovine, ma verso quel fiore che nonostante tutto torna sempre a sbocciare.

Un fiore che sfida lo tsunami del tempo, del dolore e della morte!

Io assieme a tanti altri sulla sponda dell’infinito, in un silenzio assoluto e commosso che lascia sentire la brezza e il fragore della vita che torna sempre e vince il male.

Nel silenzio che c’è tra una parola e l’altra, di un rigo infinito che si perde nelle infinite esistenze di tanti “ ciascuno” posso sentire i segni che Gesù mi ha dato per capire quale direzione intraprendere con la mia “ Pegasus “  per cercare la vita.

Ma la domanda è: “ che cosa sta in piedi nella vita? “ Tutto infatti viene spazzato via dal tempo e dalla morte, tutto viene ridotto in polvere, rimane il senso, il significato del nostro viaggio.

Ma invece è necessario, importante quanto il viaggio a non rassegnarsi, sentire urgere dentro di sé l’esigenza di felicità, di bellezza, di serenità, di amore, sentirle vibrare in ogni fibra del nostro esistere.

Vivere è l’avventura degli audaci, per gente viva che ama la vita,libera, capace di amare e con l’anima.

Ma cosa può restare in piedi e resistere alla distruzione del tempo?

Ricordo il motto di antichi monaci certosini <<  Stat Crux dum volvitur orbis >> Che vuole dire:

solo l’uomo della Croce rimane invincibile, mentre tutto passa e si cancella!

Sono qui perché innamorato della vita e voglio capire chi e cosa ma potrà colmare questa mia sete d’amore che è più grande del mare, più immensa, più misteriosa e profonda dei suoi fondali!

E’ il viaggiare con la “ Pegasus “ nei silenzi mistici della vita !

venerdì 1 novembre 2024


 

 

Di Vincenzo Calafiore

01 Novembre 2024 Udine


Si potrebbe pensare a Rashomon, ma il tema della relatività del vero, dell’impossibilità di coglierne il senso, per dirla in breve, la sua invisibilità, a dispetto della apparente concretezza del mondo e degli esseri umani, è antico.

 

La grande stagione del ’68, gli anni della contestazione, che sono anche gli anni della grande speranza e della grande illusione di cambiare il mondo, davanti all’infelicità che lo segna a cominciare dalla guerra del Vietnam in poi, fino ai giorni nostri in cui non è cambiato nulla se non  il spietato orrore delle armi sempre più distruttive, sempre più terrificanti.

Esiste un antidoto al veleno che sta distruggendo il mondo e la sua umanità?

Questo, sarebbe la “ Letteratura “ solo questa potrebbe salvarci dalla dittatura del cosiddetto  “ moderno “.

 

La letteratura narra delle storie.

La televisione dà ( dovrebbe) informazione, vera e giusta, sarà così?

Invece è solo poltiglia di disinformazione nei panni di informazione.

La Letteratura oltre a coinvolgere è una ricreazione della solidarietà umana.

La televisione, distanzia e ci imprigiona nella nostra stessa indifferenza. Le sue storie soddisfano la nostra fame di aneddoti e ci offre modalità di comprensione che si elidono a vicenda. Ciò è rafforzato dalla pratica ormai incontrollabile di punteggiare con la pubblicità le cosiddette narrazioni televisive.

Tali storie affermano implicitamente l’idea che tutte le informazioni siano rilevanti e interessanti, che tutte le storie siano senza fine o che si interrompono, ciò non accade perché sono state spodestate da una storia più recente, più clamorosa, più sensazionale.

Così facendo si presentano un numero illimitato di storie inconcluse, il cui consumo ha drammaticamente inciso sul “ tempo “ che in passato, la stragrande maggioranza dedicava alla lettura di un buon e salutare libro …. Queste storie offrono una lezione di amoralità e distacco antitetica a quella incarnata dalla lettura di un romanzo.

 

Nella narrazione di storie praticata dal romanziere c’è sempre una grande componente etica. Questa componente etica non sta nella contrapposizione di una verità alla falsità della cronaca.

Sta nel modello di completezza, di intensità, di illuminazione fornito dalla storia raccontata, che è l’opposto del modello di ottusità, di stupidaggine, di ignoranza, di cattiveria e violenza, solitudine e di incomprensione, di passivo sgomento e conseguente ottundimento dei sentimenti, offerto dalla sovrabbondanza di storie inconcluse disseminate dalla televisione.

La televisione ci offre, in forma estremamente svilita e non vera, una verità che il romanziere è costretto a sopprimere in nome del modello etico di comprensione caratteristico dell’impresa narrativa.

Raccontare una storia vuol dire: è questa la storia importante.

Essere un individuo morale significa prestare, essere obbligato a prestare, attenzione, quando esprimiamo giudizi morali, non stiamo semplicemente affermando che una cosa è migliore di un’altra. Stiamo affermando in modo ancor più fondamentale, che una cosa è più importante dell’altra.

Ma forse il primo passo verso la saggezza e l’umiltà sta nel rassegnarsi ad accettare l’idea, la devastante idea della simultaneità di ogni cosa e della incapacità della nostra comprensione morale che è anche quella del romanziere di assimilarla!

Rimanere in un tempo completo, inclusivo di bellezza e di umanità, di Letteratura, questo ci salverà dall’abisso in cui stiamo per precipitare o siamo già precipitati.