mercoledì 13 novembre 2024


 

POIESIS

 

Di Vincenzo Calafiore

14 Novembre 2024 Udine

Immagina cosa sarebbe la vita, senza l’Amicizia e senza amici!

Di fronte al lento morire delle coscienze bisogna reagire, in qualche maniera prendere posizione per ricominciare a sperare, avere più fede, più vicinanza a Dio.

Chi può dire di che cosa sono fatto, se non lui?

Ho guardato abbastanza questa vita da sapere che l’amicizia è buona, tanto da non poterne fare a meno; ma è per questo motivo che uno si stanca di stare solo  e cerca di mettere radici, di avere amici, perché la sua vita valga e duri qualcosa di più che un comune giorno.

La malattia più bella del conoscere, dell’amare, del narrare è fare della vita poesia: poiesis !

L’Amore graffia il mondo, addolcisce l’esistenza, allontana dalle crude realtà ci fa scivolare nel lento e mieloso scorrere del tempo. E’ un viaggiare con un orizzonte da superare, con un sogno nel cuore, con una dimensione interiore, immergendosi il più delle volte nel profondo di se stessi, delle proprie ansie, della propria paura del vivere se viene meno l’amore.

La verità è che questo mondo così com’è non è più un luogo sicuro è come vivere seduti su un vulcano che potrebbe esplodere in qualsiasi momento.

La modernità finisce ogni giorno e ogni giorno prolunga la sua “ esistenza” con una magia ipnotica, falsa, occulta ciò che è in piena evidenza: non crediamo più alla nostra avventura su questo pianeta.

Non abbiamo più nessuno a cui credere, l’amicizia è stata bandita, o ridotta allo stesso pari dell’interesse, non abbiamo una religione che ci tenga assieme, non un progetto da condividere!

Bisognerebbe avere il coraggio di denunciare l’imbroglio della modernità, il suo aver portato l’umano dalla civiltà del segno alla civiltà del cinghiale.

Per nostra causa –scelta navighiamo in un mare di merci e intorno a noi un panorama di solitudine, le nazioni senza frontiere, confini violati, gli individui ridotti a delle mere cifre o peggio ancora di drogati dipendenti.

Viviamo in megalopoli illuminate a giorno e di strade ormai in mano alla delinquenza, con cartelli luminosi che suggeriscono e indicano, avvisano …

Che cosa resta della vita?

Avremmo bisogno di cultura, di poesia e non di questa modernità incivile!

Siamo prigionieri di un autismo corale, una nuova pandemia diffusa nel mondo; occorre scendere sempre più nel profondo delle nostre esistenze, delle nostre vite senza più punti di riferimento, trascinati sempre più da una sorta di paura liquida tanto per citare Zygmunt Bauman.

Bisognerebbe riscoprire la dolcezza del vivere, di guardare la vita con gli occhi sognanti dell’uomo che cerca, con il viaggio, di scarnificare la realtà, di metterne a nudo il corpo, delicatissimo, complesso, generoso, della – grazia – con tutta la sua essenza!

Bisognerebbe avere il coraggio di farlo, individualmente,e poi sempre più fino a essere un nu ovo ordine, un nuovo principio, quello della –grazia - , della gentilezza, dell’educazione, del rispetto della vita personale e altrui!

Ci vorrebbe il coraggio di iniziare con la convinzione che qualcosa di miracoloso sta attraversando il mondo; una rivoluzione del sorriso e della pace che viene da un mare gremito di storia e di bandiere bianche che non significa arresa, ma rinascita!

La nostra salvezza è “ Poiesis “ la poesia che ancora c’è in noi, sarà questa nuova religione che ci terrà insieme, questa antica bellezza armoniosa che andrebbe protetta e accudita.

Potrebbe essere un bellissimo ritorno alla vita, più che una fuga dalla vita stessa!

 

 

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