venerdì 8 novembre 2024

 


  Come frammenti di un mosaico assai   più grande

 

 

Di Vincenzo Calafiore

9 Novembre 2024 Udine

 

Non è una sensazione questo mal vivere, è un disagio, un mostro che divora dentro, che allontana dalla vita; perfino il tempo invecchia in fretta!

Passa rapidamente, perde senso nell’era del – tempo reale – e della simultaneità e l’Europa in cui molti sono cresciuti, quella dei blocchi prima della caduta del Muro di Berlino, ora ha confini più sfumati, valori da ridefinire, guerre vicine e lontane che mettono in pericolo la sopravvivenza stessa.

 

Noi siamo, contro il nostro volere, dei personaggi di contorno, senza alcun valore; delle cifre o marionette manovrate da fili invisibili in questo immane scenario di decadenza.

Siamo dei personaggi di un presente quotidiano, ma che vivono nel passato, che riemerge più o meno a sorpresa, e  dona un senso al pensiero di vita che rischia di svanire nell’opacità quotidiana che uccide lentamente come veleno senza lasciare traccia di se.

 

La verità è che tutti, coscienti o incoscienti, siamo segnati dalla storia, caotica, tragica esaltante che abbiamo attraversato, che ci ha illuso e deluso, proprio come  personaggi di questo fantasmagorico teatro dell’osceno.

E’ un mondo di  “ ex “ questo, un mondo che non esiste ma che c’è, e ora eccoci qui tutti in scena dolenti o volenti, come eventi rincalcati l’uno sull’altro, come una bottiglia di plastica accartocciata su se stessa, dal peso di un’esistenza a specchio.

 

Era dunque così il tempo, era aria e lo abbiamo esalare dalla nostra anima, quel tempo lieve come la coscienza, allusivo come i vocaboli e gli aggettivi scelti con cura per un certo linguaggio accademico, illusorio, vuoto di ogni forma di bellezza armoniosa.

E’ come se vivessimo una fase di stordimento che ci rende tutti passivi, in attesa di un qualcosa o di un vento nuovo in grado di  cambiare il disaggio in una nuova occasione di vita!

 

Mi chiedo: << La vita … appare un po’ qua un po’ là come meglio crede, sono briciole, il problema è raccoglierle, dopo, è un mucchietto di sabbia e qual è il granello che sostiene l’altro? >>

E come accade a noi personaggi resta alla fine un profilo d’orizzonte, un’impronta a due dimensioni che ricorda l’ombra su un muro di un uomo liquefatto dallo scoppio di una bomba atomica….

 

Una volta era un notturno indiano, il fascino e il senso di una cultura meno razionalista della nostra, ora basta un crepuscolo e una nota di indefinita nostalgia che vive chiunque si accorga dello scorrere della vita e allo stesso tempo avverte che il suo principio di realtà si fa indefinito come la sua vita stessa.

E, dietro le apparenti illusioni, la vita ci invita a tornare alla realtà effettuale di ognuno di noi, di abbandonare le rovine, desolate, ma umanissime di questo presente per allontanarci dall’inverno del nostro scontento, perché non sia soltanto protesta o acredine.

 

Per non dover vivere come parassiti, o essere dei frammenti di un mosaico assai più grande per noi ancora sconosciuto.

  

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