domenica 17 novembre 2024


 

Accecati da troppa bellezza

 

Di Vincenzo Calafiore

18 Novembre 2024

 

“ … immagina quanto sarebbe bello

se ci fossero per noi, una spiaggia e un mare

ad attenderci. E qualcuno, una madre, una sposa,

un amore, capace di prenderci per mano e di trovare

assieme una vita … immaginarla, inventarla, e lasciarci

andare tra le sue braccia, con la leggerezza di una sola

parola che conosciamo o ricordiamo: Amore!

Questo davvero sarebbe meraviglioso,

sarebbe dolce e unica la vita, qualunque vita abbiamo.

E le cose della vita non farebbero male, ma si avvicinerebbero

portate dalla corrente, si potrebbe prima accarezzarle,

sfiorarle , poi farsi toccare. Farsi ferire, morirne, ma non importa

tutto sarebbe finalmente umano.

Basterebbe solo la fantasia di qualcuno, del bambino che abbiamo dentro

lui saprebbe inventarla una strada,qui, in mezzo a questo silenzio,

in questa terra muta, che non vuole più parlare.

Vita serena, dolce, come una strada da qui al cuore, da qui al mare!

                                    

                                                                                                                                                         Vincenzo Calafiore

 

 

Gli incontri casuali, le inutili attese, il mondo di fuori che scorre come un fiume in piena, diviso in fotogrammi!

Immagina quanto sarebbe bello se ci fossero per noi, una spiaggia e un mare  ad attenderci. E qualcuno, una madre, una sposa, un amore, capace di prenderci per mano e di trovare assieme una vita … immaginarla, inventarla, e lasciarci andare tra le sue braccia, con la leggerezza di una sola parola che conosciamo o ricordiamo: Amore!

Questo davvero sarebbe meraviglioso,  sarebbe dolce e unica la vita, qualunque vita abbiamo.

E le cose della vita non farebbero male, ma si avvicinerebbero portate dalla corrente, si potrebbe prima accarezzarle,

sfiorarle , poi farsi toccare. Farsi ferire, morirne, ma non importa tutto sarebbe finalmente umano.

Basterebbe solo la fantasia di qualcuno, del bambino che abbiamo dentro lui saprebbe inventarla una strada,qui, in mezzo a questo silenzio, in questa terra muta, che non vuole più parlare. Vita serena, dolce, come una strada da qui al cuore, da qui al mare!

Ma ci sono sempre situazioni di attesa, nel nostro quotidiano divenire, durante le quali è come se le nostre esistenze rimanessero sospese, in attesa di qualcuno o di qualcosa, di una risposta.

Solitamente di un evento, di un approdo, di un arrivo raggiungibile di una nuova tappa nella corsa terrena al traguardo incerto.

Non è proprio una vita questa, ma una sorta di attività strumentale e vicaria, di un’altra, intima e preziosa, visibile agli occhi dell’amore.

Quella che viviamo è una sorta di treno e di viaggi in treno! Simbolo di un’avventura umana, di vicende riflesse.

Inevitabili i simbolismi, quelli dei vagoni, delle rotaie, delle stazioni e dei polverosi scompartimenti,

micro mondi in cui di continuo si compongono e si separano nuclei d’improvvisata familiarità, rapportati alle stagioni, al quotidiano, alle occasioni del vivere.

E’ un richiamo alla riflessione dello scorrere del tempo, accelerato o ritardato come le immagini che scorrono fuori dal finestrino, mischiandosi e confondendosi alla velocità della vettura.

L’Amore, nel nostro percorso è un segno e come primo concepimento della forma di amare è la base della nostra stessa esistenza; l’amore dunque è il fondante del nostro esistere!

“ Amare “ è una sorta di filo rosso che ci collega alla vita, non solo è il suo senso ma è anche il significato  di tutte le dimensioni racchiuse in questo immenso – Amore – un angolo di esistenza fatto di incertezze,membra, fisicità … cose ruvide e per contro, il pensiero, la sospensione incantata, l’angoscia distratta che richiama alla memoria frantumi di echi perduti, nel giornaliero, molecola di qualcosa che sfugge: una materia crivellata di vuoti, lo sfilacciato sipario che si abbassa sulla recita di tanti volti ridenti e inquieti!

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