martedì 21 maggio 2019


Quando ti allontani


Di Vincenzo Calafiore
20 Maggio 2019 Udine

“ …. E sai che c’è sempre un incontro
perché non potrà mai essere diversamente,
tu mare, io spiaggia.
Tu vita, io attesa.
Tu sogno, io speranza.
Ma c’è quel mio sentire “ Amore “
quello che mi fa sentire piccolo e inerme,
un solitario che va lasciando impronte di se.
Ma l’impronta più preziosa, quella che ancora
custodisco nel cuore sei Tu: un prezioso
omaggio alla vita. Questo siamo! “
                                  Vincenzo Calafiore


Non vivere a buttare via i giorni, come fossero giorni perduti.
Nessun giorno andrebbe perso, nessun giorno non dovrebbe essere abbandonato a se stesso; così facendo, quei giorni non vissuti si ripresenteranno e vorranno avere spiegazioni, vorranno conoscere la verità del perché tu li hai traditi, sul perché hai raccontato loro bugie e sempre alla stessa maniera: con il sorriso e la cortesia.
Non è vivere lasciare sul filo di bocca quel maledetto – si – è quello a renderti schiavo, servo, e amante del tuo aguzzino che non ha risparmiato nulla del tuo corpo, del tuo essere.
La voce di dentro, il suggeritore o il narratore è onnisciente, narra la vita con freddezza e distacco, ed io non ho fatto in tempo a raggiungerlo prima che fosse andato via per sempre come un’ombra, come uno sconosciuto.
Quante verità un tempo ci siamo detti e quanti buoni propositi per i giorni a venire, che sul momento sembravano essere altre primavere, altri sogni da salvare dalle mani di quello sconosciuto …. Eppure lo hai visto portare fuori dalla tua anima delle casse di legno, lo hai lasciato fare, senza far nulla per fermarlo, non gli hai chiesto neppure cosa contenessero quelle casse.
Che vita è? Senza orgoglio, senza onore, senza dignità, senza giorni da vivere fino in fondo come fossero – il primo e l’ultimo – !
Oh, Anima ! In quelle casse sai, ci sono i tuoi giorni perduti, non li aspettavi e sono tornati!
Guardali sono come tu li hai lasciati andare dentro strade d’autunno.
Il narratore se ne stava lì, diritto sul ciglio di un tramonto, immobile come un giustiziere calato dal cielo, questo sì me lo ricordo, eppure da allora, da quel baratto sono venuti i giorni che credevamo della felicità, dell’amore, della nuova vita che lì ci attendeva.
  Ti supplico, ascoltami, lasciami almeno due casse, questi due giorni da rivivere, per risentire il profumo di primavera dentro le narici fino al cuore… “ , la mia supplica vana al Narratore che fece un leggero movimento con gli occhi, come per farmi capire che ormai era troppo tardi, svanì nell’ombra del tramonto mentre scendeva l’ombra della morte.
La mia vita è caduta su un tappeto di petali di rose, leggera e mortale; è un delitto di maggio con un finale che pare più una smorfia di dolore che di sorriso che sminuisce quel grande bisogno d’amore!
Ma qui adesso, da queste alture intravedo i miei sogni vacillare dinanzi alle orde di mostruose mostruosità che avanzano a folte schiere lungo sentieri ove un tempo non tanto lontano si raccoglievano stelle cadute da cieli lontani.
Il vero o la verità è quella grande capacità di resistere all’inganno, la verità è uno di quei giorni in cui ci si è amati o siamo stati amati senza comprendere che la vita stava proprio lì
In quel sì di un immenso, il sì di un desiderio di rimanere abbracciati, il sì di un ti amo, che non sarebbe mai da barattare, mai da gettare o vivere come fosse un giorno perduto.









martedì 14 maggio 2019


A volte il cuore

Di Vincenzo Calafiore
15 Maggio 2019 Udine

…. sai è facile, facilissimo dire
a una donna: ti amo!
E’ come offrirle un bacio perugina.
Ma credimi quel : ti amo è un qualcosa
di molto di più, è qualcosa da non tradire mai
se l’ami davvero, da non deludere, da non lasciare.
Ecco è questo : il ti amo!
Lo scrivi e ti perdi
lo pronunci e sei nel turbinio di infinite emozioni! “
                                                                                                                                                            Vincenzo Calafiore


 “ …. Non poter vivere i nostri desideri a volte pesa..” ,
a volte lo penso, lo scrivo pure, lo scrivo… e mentre si riempie la pagina di parole mi rendo conto che è quasi sera e tu non ci sei!
Questa è una verità o almeno così sembrerebbe, non ci sei fisicamente, ma ci sei con tutta quella poesia che hai dentro, con quel sorriso che solo a guardarlo fa bene tanto da far si che la giornata diventi un giorno da ricordare.
Ricordare tutto il tempo assieme sarebbe come scrivere un buon libro, non per la massa, ma solamente per coloro che raccolgono un fiore selvatico da regalare, per coloro che le chiedono … come stai, o che le dicono ti amo o ti voglio bene, sarò sempre con te per sempre.
L’amore non si lascia mettere in un recinto dalle parole stupide!
Quelle parole copiate, parole di altri, parole di altri cuori o di altre maniere di amare una donna! E sai perché? Il linguaggio è una convenzione umana è l’imbracatura di un concetto molto profondo, molto più umano.
Mentre l’amore è qualcosa di immenso, di incontenibile, che va oltre, anche oltre l’esperienza limitata dei sensi e si sottrae a ogni forma di definizione.
Io ti amerò, finché noi alla fine saremo un’anima sola… io bacerò gli orli del tuo cuore, perché sai che ti voglio, morderò le tue labbra, perchè ti voglio, perché ti amo con il cuore, ti stringerò tra le braccia per farti tremare e sarai mia, davvero per sempre!
Con la mia bocca tu sarai mia per sempre!
Guardami, sono io, colui che ti dice sempre per sempre, colui che ti ama, che ti immagina quando non ci sei,  che mai tradirà la tua fiducia, dimmi chi mai potrà mai cancellarmi  tutti gli istanti che sono accaduti ?
Chi mai potrà negare a questo mio corpo senza più età desiderare le tue mani che lo toccano, i tuoi occhi che lo guardano?
Amore mio, non aver paura non sarai mai sola, rimani in me e nessuno ti vedrà, resta così sempre perché ti voglio guardare solo io, ti ho guardato anche quando non eri per me, quando avevi già scelto. Resta così come sei, abbiamo tutto il tempo per noi, tutta la nostra vita per noi.
C’è che voglio essere solo io a guardarti… come io ti guardo, così come voglio il tuo corpo solo per me, la tua pelle, i tuoi occhi, voglio accarezzarti per sognare, per avere più vita, per sentirmi ancora uomo.
Ti prego continua a amarmi, a desiderarmi come io amo e desidero te.
 Non cercarmi altrove io sono qui,  non aprire gli occhi per non perdere il sogno di questa nostra lunga notte.
Dove siamo nessuno ci può vedere, nessuno potrà mai trovarci ed io sono vicina a te.
Ti prego amore baciami piano, mi piace guardarti morire tra le mie braccia.
Morirai quando ti toccherò come fosse la prima volta e lo farò con le mie labbra.
Tu non saprai dove e quando potrà accadere ma ad un certo punto sentirai le mie labbra, la sentirai la mia bocca addosso dovunque. Sui tuoi occhi, sentirai la mia bocca sulle palpebre e le ciglia, sulle guance.
L’amore è un istante, questo istante che porta lontano oltre la terra e il letto che conosciamo è,
credimi amore mio, questa sarà vita da adesso, da ieri in poi, sarà, fino alla fine dei miei giorni.
Così ogni uomo dovrebbe viverla la propria donna, basterebbe solo uno … ma ancora e spesso, frequentemente molte donne invece di essere amate, spariscono nel nulla d’una violenza disumana.


 VINCENZO CALAFIORE
                                               Arte- Comunicazione-Cultura



Tolmezzo 11 Maggio 2019
Udine 14 Maggio 2019


“ DONNA IN FIORE 2019 “
  Collettiva di Pittura a tema libero


Come ogni anno, nel mese di maggio, presso la Home Gallery di Claudio Demuro si è reso omaggio alla donna e al suo significato, al suo – essere – nella Società e nella famiglia; anche se per sconosciuti motivi  l’ Amministrazione Comunale, non ha promosso come solito fare  questo evento.
La Collettiva è stata inaugurata Sabato 11 maggio e hanno partecipato a questa iniziativa 33 Signore che hanno frequentato il Corso di Pittura tenuto da Donato Nettis, che per l’occasione espone una sua opera:
“ Campo di Lavanda” , presso l’Università della Terza Età di Tolmezzo, con ottimi risultati.
La mostra resterà a disposizione del pubblico fino al 24 Maggio rispettando i seguenti orari:
dal lunedì al venerdì dalle ore 17,30 alle 18,30  -  Sabato dalle 10,00 alle 12,00 .






Vincenzo Calafiore

Info:vincenzo10vc@libero.it




 












Tu sarai


Forse non sai donna che ogni dì
t’appresti al nuovo giorno
che non essere è essere luce di ogni giorno,
come un fiore viola, come un papavero.

Essere con quella luce che tu hai in te
che altri non vedono,
che forse nessuno saprà che sei
cresciuta nell’ombra come rosa spina.

Essere senza che tu sia, perché tu sei vita e
fiore di un giardino vuoto; sei lì come
un papavero alto e svettante dal frumento nel vento,
roseto in fiore in questo maggio odoroso.

E allora io sono, perché tu sei
                            e allora noi siamo per amore
e  per amore noi saremo, tu sarai
sempre come un fiore, viva e odorosa
di rosa.
                              Vincenzo Calafiore




Mostra collettiva di pittura “ Donna in fiore 2019 “


venerdì 10 maggio 2019


E’…perdersi
( tratto da Blu Oltremare )
Di Vincenzo Calafiore
11 Maggio 2019 Udine


…. Forse non ho più radici
in questo pandemonio raggrumato
agli orli di un’esistenza non esistenza.
Ho solo la mia impronta ed è l’unico
posto in cui vivo, che posso chiamare:
casa mia! “  Vincenzo Calafiore

E’ perdersi a volte in certi pensieri che prendono per mano e portano là dove si vorrebbe essere. Lì ci incontriamo ed è come se la incontrassi ogni momento,  e se non accade, annego in un silenzio profondo.
E penso a una lunga spiaggia deserta, di legni sbiancati dal mare che ha abbandonati  a un tempo scandito dalla risacca; lei piegata su di me, fusi come solo possono stare due che si amano, che si affidano e confidano l’uno nell’altra, con gli occhi chiusi sorretta dalle mie braccia, era come se stessimo riprendendo la vecchia promessa di quando all’uscita di scuola si andava per mare.
Accovacciati a ridosso di un grosso tronco, cominciai a raccontare di me, di come vivo di questo amore e dei miei libri, che, in fin dei conti sono la mia unica e vera passione, ed è stato come tornare a quelle passeggiate coi libri in mano.
I miei occhi e i suoi si cercarono in quell’atmosfera bianca salina e si incontrarono.. non si sono più lasciati!
I suoi occhi piccoli, da gabbiano… tentavano di nascondere la tempesta di desiderio che pian piano saliva e poteva esplodere da un momento all’altro da  quegli occhi già nella tempesta.
Tu coi tuoi ricordi  umilmente accanto a te,  che prendi come fossero libro da leggere quando vuoi, e me li presti come un libro da leggere, come per darmi piacere di una lettura.
Ora, a volte rileggendoli li respiro piano e sono per me rifugio quello che prima non avevo e ora tu hai. 
Tu Principessa sempre più femminile, sempre più donna perfetta, come non amarti?
Guardo la pioggia, cadere lentamente, dalla mia finestra; lotto con la mia immagine allo specchio e mi chiedo: ma come fai a vivere senza pensarti?
Sono invecchiato inesorabilmente senza rimpiangere quello che c’è e che non ci sarà mai più .. adesso vivo una vita senza più specchi.
Principessa tu sei una donna discreta, sempre lontana dai turbamenti… finché giunse l’uomo che ha cambiato la tua vita: io, eri per me irraggiungibile, poi iniziasti a sentire qualcosa anche tu.
E io, da qualche parte dentro di me, mi sentivo in parte responsabile.
Ricordi? Stavamo festeggiando la fine dell’estate su quella spiaggia ove più di una volta ci siamo amati; qualche bicchiere in più e il mio braccio sulle tue spalle, parlavo e recitavo versi  di Pablo Neruda, ti piaceva la mia voce, quel mio timbro di voce, particolare; mi sembrava di toccarti con la mia voce, la sentivi sulla tua schiena come leggera emozione, tonalità segrete proibite che partivano dalle tue caviglie, e dalle caviglie salivano su per le gambe fino alle cosce e lì si fermarono.
Tutte le inibizioni, tra vino e spumante, la mia voce… si accalcarono, vibrarono, andiamo! Andiamo via Principessa una volta per tutte, ti dissi allora… vieni e segui le leggende del mare.
Era della nostra leggenda ti stavo parlando Principessa.
Ballammo tutti attorno al fuoco, le tue braccia e le mie si allacciarono senza bisogno di invito.
Erano lì e speravano e disperato aspettando l’occasione.. s’intrecciarono tra suoni e cori stonati.
Amore, qual è il sacro che suggella l’amore?
E mentre ballavamo ti dissi che il tango è l’espressione di un desiderio… e tu sei desiderio, infinito desiderio.
Io penso ancora adesso e ti immagino orizzontale, e cerco le tue mani, le tue gambe..  vuoi le mie braccia che ti stringono, che si trasformano in dolcezza, vuoi le mie braccia per volare ; mi muovo e ti sento. Ti sento bollente come me, scotti … la tua fronte imperlata, la tua testa appoggiata alla mia, baciarla come un gatto sa fare.
Sai Principessa il ballo è una scusa per i corpi che si cercano…. Io sono qui  Principessa come sempre ad attenderti con la mia passione tra le ombre.




mercoledì 8 maggio 2019


Con la testa, sempre lì
( tratto da Blu Oltremare)

Vincenzo Calafiore
09 Maggio 2019 Udine

.. ci staccammo piano per guardarci
negli occhi, come se volessimo trattenere
l’incanto. Continuammo a toccarci
come due ciechi farebbero, a cui bastano
le mani per vedere, catturammo ogni più
piccolo particolare dei nostri corpi, degli occhi
per custodirlo nella memoria.
Gli chiusi gli occhi e baciandoli gli raccontai
di ieri. Chissà se con quegli occhi nascosti
dietro il sipario lei starà sognando di venir via
con me in capo al mondo….
Le baciai le palpebre chiuse e sussurrai:
“ adesso dormi, Principessa del mio cuore ..”
                                   Vincenzo Calafiore


Principessa, voglio almeno che tu lo sappia: io ti amo con la tua ingenuità, la tua estraneità a questa vita.
E allora, per la seconda volta da quando ci conoscevamo lo dissi Principessa, sul tuo letto, in cui distesi abbiamo ritrovato ciò che credevamo di aver perduto.
Affondai la testa nel suo petto e chiusi gli occhi pieni di lei.
La spogliai come fosse la prima volta e l’accarezzai come le mie mani sanno fare; percorsi il suo corpo baciandolo dappertutto, centimetro dopo centimetro con la mia bocca che lasciava impronta.
Colsi nei suoi occhi una luce mentre ci abbracciavamo, come se tutti e due fossimo altri.
Perché tremi, Principessa?
I nostri odori ancora ci avvolsero, ancora con quella tua rugiada addosso, tornai a baciarla.
Principessa!
I nostri corpi vogliono essere solo uno, mi dicesti con quegli occhi a mezza luna, poi mentre le tue mani cercavano la mia pelle aggiungesti:
“ Ti fa male dovermi dividere con un altro? “
Si, e lo sai! Mi dispiace, ti vorrei tutta per me, ma tu appartieni per metà al passato.
Sai, Leda! Ho sognato cose bellissime, il tuo richiamo è fortissimo in me e ti amo troppo.
Rimanemmo nudi sotto il grande piumone al caldo, le mie mani cercano il suo viso nel buio, lo prendo con avidità e con avidità lo bacio tutto.
Rimaniamo nel letto, il tuo letto come la mappa del tuo corpo, con la sua pelle profumata, con i suoi capelli sul cuscino, mi alzo col tuo profumo addosso, ritorno col desiderio forte di stringerti a me, baciarti, sprofondo nel tuo letto Principessa, sprofondo tra le tue mani, le lenzuola, tra i segni del tuo corpo. 
Torno ai miei occhi.
Tutto arriva fin lì e da lì al cuore, ricettacolo del divenire.
I miei occhi sono lo spazio vitale in cui posso volare,
i miei occhi mendicanti quando chiedono a Dio affinché tu rimanga in questo mio altrove, assetati di vita attraverso le loro cavità.
Le ore morte giungono coi tuoi silenzi, con le tue lontananze, coi tuoi occhi lontani, ed io qui in riva di un mare che vuole ad ogni costo prenderti e portarti via, Leda perché così distanti, perché non poter vivere ?
Intravedo un sorriso, sulla scia di un orizzonte alla fine, un alito di salvezza dalla mia solitudine, come coatto in uno scantinato di un pensiero sempre lì in primo piano in testa, dal momento in cui ci fondemmo in un solo essere, incapaci di distinguere l’uno dall’altra, finalmente uniti nelle ore morte.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                 

domenica 5 maggio 2019



PIERANGELO BERTOLI
( Omaggio a un grande Artista )
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Vincenzo Calafiore
06 Maggio 2019 Udine

… e adesso che farò non so che dire
ho freddo come quando stavo solo
ho sempre scritto i versi con la penna
non ho ordini precisi di lavoro
ho sempre odiato i porci ed i ruffiani
e quelli che rubavano un salario
i falsi che si fanno una carriera
con certe prestazioni fuori orario… “
( Pierangelo Bertoli- A Muso duro - )



              omaggiare questo –uomo – Pierangelo Bertoli, è per me un grande onore; poiché omaggiando lui, omaggio la poesia e la dolcezza dell’amore. L’amore per la vita e lui ne aveva molto, L’Amore per una donna e lui ha amato la sua sposa più di ogni cosa al mondo. Parlare di Pierangelo Bertoli è come parlare di amore, perché è di questo che si tratta. Ma anche di dignità e di orgoglio e lui ne aveva molto. Ora che lui non c’è  è rimasto il vuoto, non c’è più coscienza …”
                                              Vincenzo Calafiore

Era da tempo e nell’aria di scrivere qualcosa a riguardo di un grande uomo, un grande Artista, di un Poeta o cantore della vita, no quella vuota e priva di senso o di significato, ma di quella vita vera, quella della quotidianità, della famiglia, dei rapporti umani, della giustizia e parità sociale.
Questa “ vita “ Pierangelo Bertoli, la impregnava in tutti i suoi testi che una volta ascoltati rimanevano affisse nel cuore e nella  mente,  non venivano almeno da me canticchiati poiché per mia sfortuna sono stonato, ma li recitavo a memoria e mi lasciavano ieri come oggi sempre significato, un significato che è la vita stessa, da lui sempre ben rappresentata.
La strofa in “ incipit “  è un fondamentale di quella che dovrebbe essere la “ purezza” del vivere e solo una persona pura avrebbe potuto scriverla e Pierangelo Bertoli lo è stato fino alla conclusione del suo viaggio terreno, che proseguirà verso quell’altrove a cui dovremmo essere destinati.
Pierangelo è stata una significante Stella Cometa che col suo passaggio ha segnato di cultura e di nuove emozioni l’animo di molta gente; non è stato il burattino di Mangiafuoco, ne mai ha svenduto la Sua dignità, il Suo orgoglio di uomo e di Artista.
Non voglio qui elencare la sua Discografia, ma desidero parlare di lui, prima come uomo, poi dell’Artista Pierangelo Bertoli.
Lui, Pierangelo da impareggiabile Poeta che è,  ha scritto molto e non lo ha fatto perché aveva una famiglia a cui provvedere, lui ha scritto con la sua “ anima libera”
e il suo “ grande cuore “, canzoni di grande valore, di grande umanità. Che ancora oggi dopo tanti anni sono come appena scritte, come fossero buon pane appena sfornato con tutto il suo profumo, con tutta la sua poesia dei suoi occhi che hanno guardato la tristezza del mondo si fatto.
Per quanto mi riguarda era più “ cristiano “ di tanti ipocriti cristiani che ogni domenica si recano a messa e poi magari picchiano e violentano.

“Certi momenti”  una meravigliosa canzone, quasi un editto coraggioso ( 1980) con cui affronta la tematica dell’aborto schierandosi coraggiosamente contro la Chiesa Cattolica, a dispetto dei tanti suoi  … colleghi …..  servi muti e arrampicatori.
“ Pescatore “ un’altra bella canzone cantata allora con l’esordiente e oggi grande Artista Fiorella Mannoia.

1991 .  Il Poeta incontra Andrea Parodi dei Tazenda con i quali si presenta a San Remo con – Spunta la luna dal monte – fu un grande successo.
Andrea Parodi poi nel tempo, si ammala e si congeda con una bellissima poesia della tradizione popolare sarda dedicata alla sua sposa: “ No Potho Reposare “ resterà nella storia come il suo amico Pierangelo Bertoli.
In questo Medio Evo Scuro  in cui si apprezzano più la stoltezza e la banalità, in cui primeggia il lato oscuro della violenza.
In questo sistema mediocre e di bassa cultura trovano posto in quel mondo della musica gente con la cute tatuata che invece di cantare, parla, e sono nella maggior parte dei casi cose di assoluta volgarità.
Questi sono gli “ Idoli” che vanno per la maggiore e che le emittenti private e non con loro ci vanno a nozze.
Il dispiacere più grande è assistere inerme alla distruzione sistematica di un mondo in cui un tempo cantando si faceva poesia e c’erano persone che sapevano fare bel canto, appunto come Pierangelo Bertoli, Andrea Parodi, Artisti e poeti allo stesso tempo che da soli sapevano reggere la scena. Oggi in questo Medio Evo Scuro ci sono per fortuna ancora gli ultimi due Istrioni: Renato Zero e Massimo Ranieri, due animali da palcoscenico che sanno ancora incantare e fare emozionare, sognare. Ma questa è un’altra storia.
Non riesco a spiegarmi come mai le sue canzoni ancora oggi lavorando le canticchio, e come prima emozionano e fanno pensare ancora, quelle poche di oggi una volta ascoltate non le ricordo piu!
L’errore più grande, commesso sia dalle emittenti private, ma ancor di più dalla RAI  nei confronti di Pierangelo Bertoli è stato quello di dimenticarsi troppo presto di lui,  un Artista completo, un uomo che ha dovuto conquistare  “ a Muso duro “ ogni centimetro di vita. Ma c’è un erede Alberto Bertoli la speranza di tutti quelli che amano il bel canto e la buona musica.

Alberto Bertoli, figlio dell’artista: «Mio padre ha avuto una vita molto dura, il padre scomparso presto, la malattia fin dall’infanzia, ma la sua forza credo che siano state le donne della sua vita, a cominciare dalla madre per arrivare fino alla moglie, mia mamma». “

All’inizio non volevo pensare e mi dava molto dolore, dire semplicemente che era deceduto.
Ora ho la sua musica ed è con me ovunque io sia. E’ scontato dirlo, ma per me è davvero così:
io lo penso vivo, credo che sia bello a modo mio cercarlo e ascoltare gli unici due CD che mi sono rimasti dei tanti che non  mi sono mai  stati restituiti.
E’ il sentirlo vivo nella mia quotidianità e magari rivedere su you tube alcuni suoi concerti e mi piace immaginare che lui con tutte le sue grosse difficoltà ha sempre cercato di superare i sentimenti della nostalgia e della malinconia, della tristezza, aveva un entusiasmo e un coraggio da leone. Ciao Pierangelo!