lunedì 31 ottobre 2022


 

 

Nel dolce divenire di un sogno

Vincenzo Calafiore


Quantunque abbia amato nel mio recente passato la mia età, e abbia con le condiviso momenti se pur in verità brevi di puro sollazzo, e mi sia stato concesso da ella di poter attraversare navigando a volte di lievi remate, e a volte le sue terribili procelle, sono ahimè qui giunto a questo terrapieno, ultimo mio baluardo in difesa di quella mia per gentil concessione la mia tarda età.

 

Scoprire ahimè quanto sia difficile rimanere aggrappato al legno di buona speranza o di disillusa attesa di una misera compensazione tra l’ieri di mio e il divenir domani in questo mare grande come un oceano.

Ogni dì salpare da un porto diverso sulla stessa rotta dei sogni che come nuvole bianche svaporate o grandi iceberg galleggianti a volte mi fanno vagare per giorni e giorni senza una rotta precisa o affogandomi mi trascinano negli abissi di un tempo non tempo di una peggiore solitudine.

 

E i sogni, i miei amati sogni che giocando d’azzardo mi illudono che in fondo alla fine di questo mare io possa trovare la fantastica chimera felicità!

Ma il mio sogno  dagli occhi smarriti nei verdi e un leggiadro sorriso dov’è ?

 

Amare è un legame di marea e riva, con quel lasciarsi e riprendersi subito dopo.

Dimenticarsi e ricordarsi, cercarsi nelle ore perdute, ritrovarsi alla soglia di un desiderio di pace e di serenità.

Amore ten piedad de mi ! De mí que por buscarte estoy perdido y sólo tú podrás devolverme la vida. Ámame como sólo tú sabes hacerlo, ámame con toda la fuerza que hay en ti.

 

Le lancette del tempo corrono, e come cerchi nell’acqua non mi fanno raggiungere mai la riva.

E’ una maledetta spirale che sempre più conduce verso il vuoto, quella che mi costringe a questa giostra!

Amore prendimi tra le tue braccia, aiutami a sognare,

aiutami a tornare da te, nelle tue maree, nei desideri di un’età perversa, questa età che a piccoli morsi mi sta portando via da te!

 

Amor tómame en tus brazos, ayúdame a soñar,

ayúdame a volver a ti, en tus mareas, en los deseos de una edad perversa, esta edad que a pequeños bocados me va alejando de ti !

 

 

 

 

 

 

 

domenica 30 ottobre 2022


 

Le ragioni dell’esistenza

 

 

Vincenzo Calafiore

            4299

 

 

Ciao è da molto tempo che non scrivo, e mi dispiace pure di non averti mai scritto prima e spero che lo sconforto dato dal dover precisare l’ovvio, non mi faccia passare la voglia e il coinvolgimento delle ragioni del cuore.

Ho avuto in questo tempo e forse non per un attimo la sensazione di quando in tarda età ho capito di non aver detto abbastanza a chi mi ama quanto gli abbia voluto bene.

Sono stato per te e per molti altri lettori silenti, una luce in certi momenti di profondo buio personale, e sono stato dimenticato senza un grazie.

 

Non è questo a farmi passare la voglia di scrivere, semmai mi infastidiscono,

ma d’altro canto sono i sogni a farmi continuare a scrivere.

Non sono i complimenti, di cui ringrazio di cuore, certi veri, e molti altri vuoti, tanto per fare, senza alcuna emozione rasentano l’ipocrisia ed è forse meglio non farli.

 

Ma, scrivo! E per il semplice fatto di avere un sogno, un orizzonte da raggiungere; e non intendo un luogo preciso, ma dove vuole il cuore o per il nobile senso etimologico del verbo  σκέπτομαι (skeptomai ) !

Intenso come guardare verso, scrutare, stiamo tutti quanti andando assieme nella stessa direzione, solo che a non guardare è la maggioranza.

Non è che io abbia chissà quale capacità intellettiva o predittiva e non mi sentirei comunque a mio agio a ricoprire un ruolo di……saggio, mentore, stregone.

Però una cosa mi è rimasta sin da piccolo, una cosa che mi ha creato non pochi problemi … Sento sempre quello che provano le persone, anche se fanno di tutto per dissimulare o mostrarsi all’opposto.

 

Io purtroppo dietro, la sicurezza e la caparbietà mia si nascondono le mie fragilità, le delusioni, le solitudini a cui questo sistema del bell’apparire, dell’aggressività, la buffonaggine, la prorompenza seduttiva sempre sottopone.

Io dietro a tutti questi vedo cosa manca, cosa cerchiamo.

Vedo l’esatto momento in cui c’è bisogno di un abbraccio, di una carezza, di una parola di conforto, di uno sguardo che sappia di fierezza, orgoglio, dignità, non certo di arresa, per questo sono qui, per questo scrivo ancora.

E non è una bella sensazione.

Questo è il motivo per cui non posso pensare di avere solo uno “ scopo” o solo un punto di arrivo in cui fissare il mio tempo.

Siete voi il mio punto di arrivo!

 

Avrei voluto che voi camminaste con me, in questa vasta solitudine.

Forse è in questa frase che è racchiusa tutta la mia inconcludenza, spesso vana,

e ancor più dolorosa, ma è così che sento il mondo e farei un grande sbaglio a lasciarvi per viaggiare da solo. Questo è un ritorno.

 

Ci vediamo nella luce”!

 

 

 

 

 

 

 

 

martedì 18 ottobre 2022


 

 

La vita felice

 

Di Vincenzo Calafiore

19 Ottobre 2022 Udine

 

 

Non avrei mai immaginato che a un certo punto la mia vita fosse cambiata così repentinamente; è per me come trovarmi catapultato in un mondo a me sconosciuto, per meglio intendermi è come essere in mezzo a un deserto senza una bussola, o punti di riferimento diversi dalle stelle …. Quelle ci sono sempre e sono sempre lì con la certezza di alzare gli occhi al cielo e di trovarle; ma qui su questo pianeta terra, non c’è nulla di certo, nemmeno la vita, perché nella jungla, in questa jungla tutto può accadere.

Ora mi ritrovo a rincorrere all’indietro la mia vita ed è come tornare a un’isola di pace; quello che vorrei dire senza l’uso di parole difficili e pensieri contorti, che un tempo nonostante i problemi guardando avanti su quella ipotetica autostrada trovavi la svolta a destra, “ uscita “ e si imboccava seguendo la segnaletica la direzione “ Futuro “ ! Ma oggi non c’è più un’autostrada, ma una pista di autoscontri e non c’è nessuna uscita a destra, ma neanche l’ombra del cartello: Futuro.

Tutto è così ahimè difficile, privo di speranza, pieno di immediatezza, di soprusi, violenza, spregiudicatezza.

Ora come ora vorrei salire sul quel treno il  - Polaris – e raggiungere la fantasia, la poesia della fantasia!

Purtroppo non esiste, e posso solo farlo esistere nella mia mente, che a fatica cerca di rimanere aggrappata a quel “ Mondo Antico “ che vive in me.

 

La domanda è: che ci faccio io qui ?

La risposta è: non lo so.

Ma non so nulla o quasi poco, perché è tutto così frenetico che con grande difficoltà appena si riesce a memorizzare poche cose, dimenticandone tantissime altre; c’è una canzone di Memo Remigi: “ Cerchi nell’acqua “ non so quanti di voi la ricordano; una bella canzone ma che rappresenta pienamente la vita di oggi dove i nostri cerchi nell’acqua non raggiungeranno mai la riva!

Per fortuna in mio soccorso c’è il “ sogno”  non importa se potrò realizzarlo o no, l’importante che ci sia; non necessariamente l’amore voglio dire, ma il sogno che mi sappia in qualche maniera traslare sul pianeta – futuro -.

Ma il guaio è proprio questo la mancanza totale di una purché minima speranza di almeno poter pronunciare la parola – domani -.

E’ un cancro che non perdona e lentamente uccide la quotidianità intreseca di guerre, mal vivere, disperate fughe dalla povertà, corruzione,il tutto condito di ipocrisia, funestata dall’ipocrita e marginale forma di inesistente libertà, perché questa non esiste.

 

Non esiste più neanche uno straccio di umanità, quella che vedo è lo spettro di qualcosa che ormai è immagine sfocata nella memoria, questa oggi oberata e sommersa da mille difficoltà a malapena forse saprebbe in quella che fu, riconoscersi.

 

 

 

venerdì 7 ottobre 2022


 

 

Comunque sia

 

Di Vincenzo Calafiore

08 Ottobre 2022 Udine

 

 

L’amore e la felicità, le due facce della luna che ogni notte della mia vita ho guardato.

E come ogni notte sono uscito per andare a riprendere il mio sogno!

Quel sogno che per mano mi ha portato all’amore, come alle paure, ai timori che sono in me.

E da qui allora che ha inizio la mia “ storia “ da un sogno.

Ma, sai, non mi sono mai stancato di girovagare di notte come un randagio tra le stelle  e di corteggiare l’infedele luna in cambio di un sogno.

La verità è che la fantasia, la poesia non le ho mai svendute, nemmeno per un sogno !

Piccola e intrigante notte, che vai raccontando alle anime della tua corte, la felicità, dimmi quando questa verrà ai miei occhi!

Se mi venisse chiesto, cosa è a farmi felice, risponderei che è il mio sogno quello che rimane con tutti i suoi dubbi, le incertezze, le paure, ma anche quello che mi dicem che tutte le carni sono buone, come il sangue, rosso, buono come il vino, che scorre in tutte le vene a portare vita! E’ l’amore?

E’ un sole che scalda dal basso verso l’alto… fino e oltre il cielo!

Non sai e, mai potrai saperlo quante notti ho passato a guardarti, in mezzo a un mare nero come il petrolio,come a cercare un dialogo con te, forse tu mi parli e non ti capisco, o potrebbe essere l’inverso che io ti parlo e tu non mi ascolti.

“ Tu mi guardi e pensi che io sia triste!

Vedi quanta luce ti do?

Rischiaro perfino il mare, il buio in cui sei ogni notte, ogni giorno.

Tu vedi due facce! Le mie due facce e pensi come sarà quella che non vedi!

Non hai capito che quel che vedi è la tua vita o quel che cerchi da sempre sciocco!

Allora pensa che la luce è la tua vita e quella scura è la tua felicità, 9incerta, probabile, forse!

Quindi non chiederti cosa sia io, ma chiediti cosa sei tu!