lunedì 29 agosto 2022


 

Se ci sei almeno dì qualcosa

 

 

Di Vincenzo Calafiore

30Agosto 2022 Udine



…..  seduto su una sedia impagliata

all’unico tavolo davanti a un bicchiere di vino …

forse l’ultimo dei tanti.

E mi pare che ci sia lei, lì seduta di fronte ,

le chiedo se posso recitarle qualcosa …

“ Puoi recitarmi tutto quello che vuoi

anche le pagine più intime del diario

della tua vita … “

Le sorrisi e iniziai .”

                                Vincenzo Calafiore

 

 

Indipendentemente dalle mie considerazioni personali, voglio dirti che tutto quello che è successo tra noi, è una cosa buona e bella, e credo che gran parte di questo lo si debba a te.

Posso farti una domanda?

Secondo te la vita mi ha squinternato del tutto?

Adesso dimmi come la vedi tu, da una generazione come la tua, così indifferente e fredda a tutto quello che invece sconvolge ancora le nostre vite ….

Quando ebbi finito di recitare, mi accorsi che Lei teneva lo sguardo fisso su di me; la sua attenzione mi commosse. Potevo contare sulle dita di una mano le persone con cui avrei potuto condividere un momento così intenso, e che davvero mi sarebbero state a sentire.

A volte capita che in un rapporto d’amore le parole si consumino a forza di ripeterle, si svuotano lentamente di significato e non è il caso di usarle nuovamente. Il loro significato non dice più niente di quello che semanticamente dovrebbe dire ….. la coppia diventa una causa involontaria di perdita di linguaggio.

Lei se ne sta in silenzio continuando a tenere lo sguardo fisso su di me.

Un giorno, se ricordi, ti chiesi, se c’era spazio per me nel tuo futuro, mi rispondesti schiettamente: Non molto. Mi ha fatto pensare  che nessuno di noi viene da una qualche parte, né che ci interessa conoscere dove andiamo, cosa siamo, perché esistiamo. Credo sia questa la sintesi della vita.

I suoi occhi ebbero un bagliore, mi dissero altre cose, le distanze, le assenze, le lontananze da se, vanno vissute nella discrezione più intima, totale.

Così il mio dramma che ho sempre taciuto,sarebbe continuato così, in silenzio, le domande insondabili avrebbero continuato solamente mie, mie e di nessun altro.

Restammo a guardarci. Il suo sorriso incerto ….  Che strano, i miei sensi erano come sospesi.

Perché invece di parlare non gli ho buttato le braccia al collo? Il desiderio e la tenerezza che erano in me non riuscirono a prendere forma, soffocati sul nascere dall’estasi

Il tuo corpo è una tentazione troppo grande, irresistibile e l’abilità sta nel riuscire a percorrerlo mescolando insieme tenerezza e desiderio,dolcezza.

E’ questo l’amore dolcezza!

Chiusi gli occhi e mi tornò in mente un’immagine mattutina, che mi aveva accompagnato tutta una vita, il mio corpo abbandonato nel sonno, con la bellezza dei suoi lineamenti negli occhi, su un tavolo di una taverna davanti a un bicchiere di vino pieno a metà!

 

 

venerdì 26 agosto 2022


 

La leggerezza delle parole

                                                      

                                                     

Di Vincenzo Calafiore

28 Agosto 2022 Udine

 

“ …. Ecco quel che c’è nel mio cuore,

furono le parole alla fine del racconto

della vita, come usano dire i saggi…

quando concludono una storia.

E’ la leggerezza delle parole…. “ !

                       Vincenzo Calafiore

 


Quando un Autore scrive lo fa in prima persona, ciò non significa che

lui abbia o ne sia parte o ne è parte, semmai la racconta in prima persona

semmai la fa propria ed è quello che dovrebbe fare ogni lettore/lettrice.

Farla propria per pensare o almeno porsi delle domande, perché  questa situazione potrebbe un giorno giungere e non farsi trovare impreparati.

 

Schiva e nervosa, la luce incalzava il tramonto disseminando le prime ombre all’ora in cui arrivai in riva al mare.

La leggerezza delle parole era al centro dei miei pensieri, mentre coi piedi cercavo di lasciare impronte nell’acqua.

Questo mio insistere a voler lasciare le mie impronte in quel punto di spiaggia ove il mare va a morire mi faceva pensare alla vita che sempre non è come è stata sognata,immaginata,disegnata, sui quaderni di scuola, quando seduto su uno scoglio, iniziai a provare - la leggerezza delle parole -, le stesse che avevo quando parlavo con le ragazze.

E’ questa sempre stata: una vita di “ facciamo finta che …. “

In quel facciamo finta che …. C’erano speranze che via via sedimentandosi in fondo all’anima sono diventate, muro, che il tempo ora ha sbriciolato.

Le vedi lì intere, in tutta la loro bellezza nonostante il tempo, ma se poco ti avvicini con un dito come per sfiorarle crollano a terra in un mucchio di macerie.

Come se la vita non fosse mai esistita!

Quando non più tardi di ieri con la leggerezza delle parole raccontavo la

“ magia “ che c’è in lei, una presenza fisica che mi allontanava da qualsiasi altra realtà. Devo essere un irresponsabile, pensai: distratto sognatore!

Incapace a interpretare il ruolo cui sono stato destinato, io che lo avevo imparato così bene quando parlavo col mare?

Una verità indiscutibile si ribellava nella mia mente con il lento ma inesorabile moto della mia lentezza: la mia vita priva di spiegazioni, mentre intorno a me si ergevano altre vite che mi sussurravano all’orecchio:

in te non c’è niente di glorioso o eroico. Come se loro possedessero un qualche privilegio dal quale io non ero escluso.

Eppure è grazie alla leggerezza delle parole, ora alle tre di notte che ripensando a quanto siano state vane le speranze di quel, “ facciamo finta che “ ! Sono cattolico, ma non credo a qualsiasi cosa, ma imparai a leggere a scrivere, a studiare ogni singola parola ho cominciato a distinguere tra il bene e il male cui la vita pone nel suo lento scorrere. Ho conosciuto le condizioni, gli effetti della violenza e della povertà, ho imparato a conoscere il mio corpo.

I discorsi del mare non sono magniloquenti, per questo tanti si sentono esclusi.

Perché tutto quello che c’è da guadagnare in questa vita è dignità pura

e non dei – facciamo finta che - !

Penso a quest’ora di notte al ritmo della vita, alla sua leggerezza che è strettamente legato al vivere e riprodurre vita, amore.

La sopravvivenza non fa mai andare al di là!

 

 

mercoledì 24 agosto 2022


 

La vita, l’esatto contrario dei sogni

 

 

Sebbene il mio concetto di tempo sia diverso, il concetto che si moltiplica e amplifica in ondate incessanti di malinconica attesa di un qualcosa per lo meno di meraviglioso, capace di cambiare o quantomeno colorare vivacemente la condizione grigia della quotidianità, tingendo l’atmosfera di una bizzarra predisposizione all’eternità, sono giunto a questa stazione sperduta, in una spianata brulla, secca come una foglia morta ai piedi di un albero divorato dal tempo.

Soltanto settantasei lunghi e lenti anni. E ciascuno di essi mi ha avvicinato alla felicità, sussurrandomi che non era troppo tardi per qualcosa che assomigliasse alla salvezza, come se nell’enorme, folle e sfibrante vivere, qualcuno avesse scelto per me, un’alba meravigliosa speciale per la tristezza; ogni sorsata di questa illusione mi portava via un po’ di afflizione e mi rasserenava tentando di restituirmi i miei colori.

A bordo di questo treno altri come me, passeggeri intenti a leggere libri antichi che raccontano di esistenze smarrite e indicano la via per ritrovarle; il rumore incessante dei tratti di unione dei binari nelle orecchie che indica quanto lentamente stessimo viaggiando.

Fiacco e insonnolito ci ha messo tutto questo tempo a percorrere poco più di mezza vita.

Ridevano commentando il tempo archiviato, come se non gli appartenesse, erano allegri, sembravano contenti di correre in contro a l’ultima stazione.

In parte una donna, il volto dolce e vivace, un viso come pochi, sereno nella sua bellezza; la notai subito la sua bellezza, impossibile non farlo.

La tristezza che mi ha sconvolto l’anima, me la porto addosso da sempre, come cucita sulla pelle, non ha predisposto a una fugace felicità, a un godimento, tutt’altro.

Eppure sentivo che era un errore sopportarla, distrarla, ubriacarla di magiche visioni, e nonostante tutto continuai a farlo, succede  anche ai tori che sono entrati nell’arena, i cancelli si sono ormai chiusi …..

E se domani mi svegliassi tramutato in un animale, in un mostruoso animale?

Non ci hanno mai raccontato che le metamorfosi si verificano così, senza nessun preavviso, senza nessuna possibilità di difendersi ?

Se domani incontrassi la felicità?

La verità è che  con il tempo crollano i muri alzati in difesa, piano piano le persone che più ho amato hanno preso direzioni opposte alla mia, anche il loro amore finì per dissolversi nel regno del disincanto!

Ed eccomi qui, in questo tempo, senza memoria ne pace, frenetico e arrogante, disinvolto predatore d’anime, eccomi a dirigere i miei passi verso nuovi orizzonti, lontano dal disorientamento ideologico ed esistenziale, lontano da questa terra dove sono nate le utopie, piccole, frammentarie, con frontiere estremamente limitate!

Ma pur sempre utopie dopotutto, come lo è la vita: un insieme di utopie!

mercoledì 17 agosto 2022

             Quanto bella sei

 

Dio, quanto bella sei amore,

cosa farei senza te?

Sei la melodia del mio giorno

Il mio – ti amo – alla vita.

Ti amo anche se sei capricciosa,

scontrosa, solitaria.

 

Amore.

Amo la tua malinconia,

i tuoi occhi con l’infinito

quanto bella sei amore!

 

E non importa quante volte me lo chiedi

se sei bella!

Amore, corri i tuoi sogni se ne vanno

corri, raggiungili i tuoi sogni

amali, realizzali i tuoi sogni!

 

                                  Vincenzo Calafiore

 

 

mercoledì 10 agosto 2022


 

Siate affamati d’amore, siate folli di vita

 

Di Vincenzo Calafiore

11 Agosto 2022 Udine

 

….  Voglio che tu lo sappia

io non sono un uomo ordinario.

Sono un folle, ho la mia follia.

Vivo in un altro mondo

 in un’altra dimensione.

Non condivido la mia vita

con cose e persone

che non hanno un’anima “ !

                                         Vincenzo Calafiore

 

Siate sempre affamati d’amore, siate folli di vita, siate “ Anima folle ”!

Siate innamorati di voi stessi, della vita, della sua passione.

Siate voi stessi ovunque sarete, ma mai fotocopia di qualcun altro, senza maschere, senza ipocrisia.

Scrivo.

Scrivo nella testa mentre cammino, invento parole, frasi, per esprimere amore, vita,  per prendere tra le mani i miei pensieri che ho in testa e sono pietre attaccate alle caviglie.

Sto affogando lentamente nella brodaglia di preoccupazioni, pensieri non belli, frasi che mi sono state urlate quando ero piccolo e poi quelle che sussurro a bassa voce, per strada …. Voglio vivere e ho paura, mi ripeto: non devi aver paura, la vita è solo un evento, dura poco e lo scoprirò un giorno a mia insaputa, quando mi vedrò vecchio. Lo so mi sentirò inutile, abbandonato in una folle deriva mortale.

Sono devastato.

Distrutto dalla mia voglia di conoscenza, di cercare, di amare.

Sto impazzendo.

Mi abbatto sulle cose mancate.

Mi invento modi per riempire i vuoti della mia vita leggendo libri, scrivendo cose che da sole continueranno il loro viaggio .

Mentre io nelle mie stesse ombre in cui sono follemente “ l’oltre “ mi allontano sempre più dagli altri …. I “ confini    di un’esistenza misera e meschina.

Ogni giorno del mio  - calenda – spero che qualcuno faccia qualcosa per me, per fortuna  Ipno ogni notte mi lascia tra le mani un sogno che da folle che sono trasformo le paure in entusiasmo, e tanto coraggioso da trasformare quei sogni impossibili in realtà.

Io sono consapevole del fatto di avere un carattere strano, che spesso mi isolo, che certe volte sono assente dalla mia quotidianità, dalle persone, che sono più nel mio mondo che in questo.

So che per qualche strana ragione non riesco a spiegare quello che mi succede, so anche che gli “ altri “ non capirebbero.

La verità è che certe volte io vorrei che qualcuno si ricordasse di tendere una mano, dicendomi , - esci dal tuo mondo, dai tuoi pensieri e vieni via con me a guardare il mare ….. sono qui per te!

Non è mai accaduto!

Mi sono reso conto che certe persone  sono nel mio cuore, ma no nella mia vita.

Ho capito che gli addii non sono per sempre, non è una fine, è una semplice momentanea assenza finché non ci si incontrerà nuovamente.

Sarebbe bello provare quella strana sensazione, quando girandosi per guardare se c’è qualcuno, si trovano degli occhi già posati addosso….

 

Siate affamati d’amore, siate folli di vita nella vostra dichiarazione d’amore a voi stessi, per ricordarsi di dimenticare le paure di amare follemente la vita, di sbagliare e di sbagliare ancora trovando la forza di rialzarsi e di ricominciare. Perché non dovete essere solo che

“ nomi “ ma persone e non – “ Altri “ –

Ricordatevi che la “ meraviglia “ è una donna e sta tutta in quella voglia di amare seguendo il proprio cuore, contro la razionalità, la logicità, contro tutto, contro tutti.

Siate sempre affamati d’amore, siate follemente innamorati della vita!

 

 

 

lunedì 1 agosto 2022

 Ποιος είσαι?

Από

Θλίψη σαν φόρεμα

                                                             Vincenzo Calafiore


«… Αυτοί σαν εμάς είναι

σαν ένα μουχλιασμένο κομμάτι ψωμί,

δεν ξέρουν να γελάνε και μένουν

πάντα εν μέρει, με το ίδιο φόρεμα

του γκριζαρίσματος του πάντα.

Είμαι αυτό το ποτήρι κρασί

μισο εγκαταλελειμμένο κάπου...»

                          Vincenzo Calafiore



Δεν ξέρουμε πώς να γελάσουμε εμείς οι αχρησιμοποίητες μαριονέτες στα παρασκήνια.

Ακόμα με το τελευταίο φόρεμα σκηνής από τη γωνιά μας, κοιτάμε πάντα προς την ίδια κατεύθυνση, κι αν δούμε ένα φως στα βάθη του σκότους, ζωντανεύει η ελπίδα ότι κάποιο χέρι θα μας σηκώσει από αυτό το καρφί για να μας κάνει να έρθουμε πίσω στη ζωή.


Δεν έχουμε δει ακόμα το φως, αλλά εδώ, στον κόσμο των σκιών και των λίγων ονείρων μας, δεν τα παρατήσαμε ποτέ και συνεχίζουμε να ελπίζουμε.


Εν τω μεταξύ, πολλοί αρωματισμένοι και κομψοί ηθοποιοί και ηθοποιοί περνούν κατά τη διάρκεια της ημέρας, κάποιοι σταματούν ακριβώς από κάτω μας για να αναθεωρήσουν το - Σενάριο -, άλλοι μένουν στην εμπιστοσύνη τους, αλλά κανείς δεν σηκώνει ποτέ τα μάτια του για να παρατηρήσει την παρουσία μας, είναι σαν να ήμασταν αόρατες λυπημένες μαριονέτες.


Αχ! Αν κάποιο από αυτά μας δώσει μια λέξη, αν κάποιο από αυτά σταματήσει για μια στιγμή να δει ο ένας τον άλλον και να μας θεωρήσει θλιμμένες νοσταλγικές μαριονέτες, μάθετε πόση αγάπη θα μπορούσαμε να δώσουμε!


Το βράδυ λοιπόν που το θέατρο αδειάζει και πέφτει η ησυχία, από εκεί που είμαστε όλοι κοιτάμε τον ουρανό με κομμένη την ανάσα και περιμένουμε να γίνει η μαγεία!

Ο ουρανός αρχίζει από τις μακρινές άκρες να φωτίζεται με ένα αδύναμο φως που σταδιακά γίνεται όλο και πιο λευκό φως, δυνατό, έντονο, ψυχρά παρθενικό το φεγγάρι φαίνεται από τον θόλο των κρυστάλλων, η μεγαλειότητά της Λούνα!

Μας έρχεται ξαφνικά να ζωντανέψουμε, να ζωντανέψουμε, να κινηθούμε, να περπατήσουμε στα άδεια δωμάτια το καθένα με το δικό του δράμα για να αναπαρασταθούμε σε ένα κοινό ψυχών που βρίσκονται εκεί αναζητώντας το δικό τους.


Είναι μια μοναδική παράσταση.

Μονόπρακτο.

Μια σκηνή.

Μόνο βιολί!

Οι νότες του μας συνοδεύουν στους αγγέλους και ποιος ξέρει αν θα βρεθεί ποτέ κάποιος για εμάς!


Αλλά δεν ξέρεις, δεν μπορείς να ξέρεις γιατί δεν με κοίταξες ποτέ!

Δεν με είδες να μεγαλώνω, δεν με είδες νέο, ενήλικο, τώρα με άσπρο κεφάλι.

Οι «πληγές μου» δεν θα επουλωθούν ποτέ, ανήκουν σε ένα παρελθοντικό παρόν που επανέρχεται στο μυαλό και δεν δίνει ζωή, χωρίς να δίνει τη δυνατότητα να απολαύσεις πλήρως τη στιγμιαία ευτυχία.

Είναι ένα λεπτό πέπλο θλίψης στα μάτια και όσοι σαν εμένα μπορούν να τα αναγνωρίσουν αμέσως.

Μερικές φορές τίθεται το ερώτημα: ποιος είσαι;

Και πολλές φορές δεν μπόρεσα ποτέ να απαντήσω σε αυτή την ερώτηση!


Αλλά δεν ξέρεις την ευαισθησία μου, την ταπεινοφροσύνη μου.

Περπάτησα πολύ με το κεφάλι ψηλά, δεν χρωστάω τίποτα σε κανέναν ... είμαι ζωντανός και εσύ;

 ¿Quién eres tú?

De

Tristeza como un vestido

                                                             Vicente Calafiore


“… Aquellos como nosotros somos

como un trozo de pan mohoso,

no saben reir y se quedan

siempre en parte, con el mismo vestido

del gris de siempre.

yo soy esa copa de vino

medio abandonado en algún lugar..."

                          Vicente Calafiore



No sabemos reírnos de marionetas en desuso en un detrás de cámaras.

Todavía con el último vestido de escenario puesto desde nuestro rincón, siempre miramos en la misma dirección, y si vemos una luz en el fondo de la oscuridad, cobra vida la esperanza de que alguna mano nos levante de ese clavo para hacernos venir. volver a la vida


Todavía no hemos visto la luz, pero aquí, en nuestro mundo de sombras y pocos sueños, nunca nos hemos rendido y seguimos con la esperanza.


Mientras tanto, muchos actores y actrices, perfumados y elegantes, pasan durante el día, algunos se detienen justo debajo de nosotros para revisar el - Guión -, otros se demoran en sus confidencias, pero nadie levanta jamás los ojos para notar nuestra presencia, es como si fuéramos marionetas tristes e invisibles.


¡Ay! Si alguno de estos nos diera una palabra, si alguno de estos se detuviera un momento a mirarnos y nos considerara tristes marionetas nostálgicas, ¡descubre cuánto amor seríamos capaces de dar!


Así que por la noche cuando el teatro se vacía y cae el silencio, desde donde estamos todos miramos al cielo con gran expectación y esperamos a que suceda la magia!

El cielo comienza desde los extremos a iluminarse con una luz tenue que poco a poco se vuelve más y más luz blanca, fuerte, intensa, fríamente virginal la luna asoma de la cúpula de cristales, ¡su majestad Luna!

Se nos ocurre que de repente cobramos vida, cobramos vida, nos movemos, caminamos en las habitaciones vacías cada una con su propio drama para ser representadas ante un público de almas que se encuentran allí buscando la suya.


Es un espectáculo único.

Acto único.

una escena

¡Solo violín!

¡Sus notas nos acompañan hasta los ángeles y quién sabe si alguna vez habrá alguien para nosotros!


¡Pero no sabes, no puedes saber porque nunca me has mirado!

No me viste crecer, no me viste joven, adulto, ahora con la cabeza blanca;

“mis heridas” nunca sanarán, pertenecen a un pasado presente que vuelve a la mente y no da vida, no da la posibilidad de saborear plenamente la felicidad momentánea.

Es un fino velo de tristeza en los ojos y aquellos como yo podemos reconocerlos de inmediato.

A veces surge la pregunta: ¿quién eres?

¡Y muchas veces nunca he podido responder a esta pregunta!


Pero no conoces mi sensibilidad, mi humildad.

Caminé mucho con la frente en alto, no le debo nada a nadie... estoy viva y tú?

 Quem é Você?

A partir de

Tristeza como um vestido

                                                             Vincenzo Calafiore


“… Aqueles como nós são

como um pedaço de pão mofado,

eles não sabem rir e ficam

sempre em parte, com o mesmo vestido

do cinza de sempre.

Eu sou aquele copo de vinho

meio abandonado em algum lugar..."

                          Vincenzo Calafiore



Não sabemos rir de nós fantoches em desuso nos bastidores.

Ainda com o último vestido de palco do nosso canto, sempre olhamos na mesma direção, e se vemos uma luz nas profundezas da escuridão, a esperança ganha vida de que alguma mão nos levante desse prego para nos fazer vir de volta à vida.


Ainda não vimos a luz, mas aqui, em nosso mundo de sombras e poucos sonhos, nunca desistimos e continuamos a ter esperança.


Enquanto isso, muitos atores e atrizes perfumados e elegantes passam durante o dia, alguns param logo abaixo de nós para rever o - Roteiro -, outros demoram-se em suas confidências, mas ninguém levanta os olhos para notar nossa presença, é como se estivéssemos fantoches tristes invisíveis.


Ah! Se algum deles nos der uma palavra, se algum deles parar por um momento para se ver e nos considerar tristes marionetes nostálgicas, descubra quanto amor poderíamos dar!


Então, à noite, quando o teatro se esvazia e o silêncio cai, de onde estamos todos olhamos para o céu com a respiração suspensa e esperamos que a magia aconteça!

O céu começa das bordas distantes a iluminar-se com uma luz tênue que aos poucos se torna cada vez mais luz branca, forte, intensa, friamente virginal a lua aparece da cúpula de cristais, sua majestade Luna!

Ocorre-nos que, de repente, ganhamos vida, ganhamos vida, nos movemos, andamos nas salas vazias cada uma com seu próprio drama para ser representado para um público de almas que se encontram ali procurando o seu.


É um espetáculo único.

Único ato.

Uma cena.

Só violino!

Suas notas nos acompanham até os anjos e quem sabe se algum dia haverá alguém para nós!


Mas você não sabe, você não pode saber porque você nunca olhou para mim!

Você não me viu crescer, você não me viu jovem, adulto, agora com a cabeça branca;

“minhas feridas” nunca vão sarar, pertencem a um presente passado que volta à memória e não dá vida, não dá a possibilidade de saborear plenamente a felicidade momentânea.

É um fino véu de tristeza nos olhos e aqueles como eu podem reconhecê-los imediatamente.

Às vezes surge a pergunta: quem é você?

E muitas vezes eu nunca fui capaz de responder a esta pergunta!


Mas você não conhece minha sensibilidade, minha humildade.

Andei muito de cabeça erguida, não devo nada a ninguém... estou vivo e você?

 

Chi sei?

Da

La tristezza come un vestito

                                                             Vincenzo Calafiore

 

… quelli come noi sono

come un pezzo di pane ammuffito,

non sanno ridere e se ne stanno

sempre in parte, con lo stesso vestito

del grigiore di sempre.

Sono quel bicchiere di vino

a metà abbandonato da qualche parte… “

                          Vincenzo Calafiore

 

 

Non sappiamo ridere noi marionette dismesse in un dietro le quinte.

Ancora con l’ultimo vestito di scena addosso dal nostro angolo guardiamo sempre nella stessa direzione, e se vediamo una luce in fondo al buio si anima la speranza che qualche mano ci levi da quel chiodo per farci tornare a vivere.

 

La luce non l’abbiamo ancora veduta, eppure qui, in questo nostro mondo di ombre e pochi sogni, noi, non ci siamo mai arrese e continuiamo a sperare.

 

Intanto durante il giorno passano tanti attori e attrici profumate e eleganti, alcune si fermano proprio sotto di noi a ripassare il – Copione -, altre si soffermano nelle loro confidenze, ma mai nessuno alza gli occhi per accorgersi della nostra presenza, è come fossimo invisibili marionette tristi.

 

Ah! Se qualcuna di queste ci desse parola, se qualcuna di queste smettesse un solo attimo di vederci e considerarci delle nostalgiche tristi marionette, scoprire quanto amore noi saremmo in grado di donare!

 

Così la sera quando il teatro si svuota e cala il silenzio, dal posto dove siamo guardiamo tutte col fiato sospeso il cielo e aspettiamo che si compi la magia!

Il cielo comincia dai lontani bordi a rischiararsi di tenua luce che via via sempre più diventa luce bianca, forte, intensa, freddamente verginale appare dalla cupola di cristalli la luna, sua maestà Luna!

Arriva fino a noi che improvvisamente ci animiamo, prendiamo vita, ci muoviamo, passeggiamo nelle sale vuote ognuna col suo dramma da rappresentare a una platea di anime che lì si ritrovano a cercare la propria.

 

E’ uno spettacolo unico.

Unico atto.

Unica scena.

Unico violino!

Ci accompagnano le sue note fino agli angeli e chissà se mai ce ne sarà qualcuno per noi!

 

Ma tu non sai, non lo puoi sapere perché non mi hai mai guardato!

Non mi hai visto crescere, non mi hai visto giovane, adulto, adesso col capo canuto;

le “ mie ferite “ non guariranno mai appartengono a un presente passato che ritorna in mente e non fa vivere, non da possibilità di assaporare fino in fondo la momentanea felicità.

E’ un velo sottile di tristezza negli occhi e quelli come me sai riconoscerli subito.

A volte viene  la domanda: chi sei?

E molte volte a questa domanda mai ho saputo rispondere!

 

Ma tu non conosci la mia sensibilità, la mia umiltà.

Ho camminato tanto a testa alta, nulla devo a nessuno… io sono vivo e tu?

 

 


 ITALY


Italy is like the girl who has the most talent of all.

Because she was born beautiful, more beautiful than all!

It is the most ingenious one, who invents a thousand things,

because it is full of resources.

He knows how to discuss history, the sea, the mountains, food, good wine,

of dialects, painters, sculptors, writers, excellence in science,

there is nothing he does not know.

And when this beautiful and talented girl stumbles and falls, the audience

losers rejoice!

It is the anger of the poor jealous, those in the dark, because she is still beautiful

even when she falls to the ground.

Italy is a girl with a 12 heel boot that no one knows how to wear better than her ..

Only time to get up!


 ITALIA


Italia es como la chica que tiene más talento de todas.

¡Porque nació hermosa, más hermosa que todas!

Es el más ingenioso, el que inventa mil cosas,

porque está lleno de recursos.

Sabe hablar de historia, del mar, de la montaña, de la comida, del buen vino,

de dialectos, pintores, escultores, escritores, excelencia en la ciencia,

no hay nada que él no sepa.

Y cuando esta hermosa y talentosa chica tropieza y cae, la audiencia

los perdedores se regocijan!

Es la ira de los pobres celosos, los de la oscuridad, porque sigue siendo hermosa

incluso cuando cae al suelo.

Italia es una chica con una bota de tacón 12 que nadie sabe calzar mejor que ella..

¡Únicamente es hora de levantarse!


 ITÁLIA


A Itália é como a garota que tem mais talento de todas.

Porque ela nasceu linda, mais linda que todas!

É o mais engenhoso, que inventa mil coisas,

porque está cheio de recursos.

Ele sabe falar de história, mar, montanhas, comida, bom vinho,

de dialetos, pintores, escultores, escritores, excelência em ciência,

não há nada que ele não saiba.

E quando essa linda e talentosa garota tropeça e cai, o público

os perdedores se alegram!

É a raiva dos pobres ciumentos, daqueles no escuro, porque ela ainda é linda

mesmo quando cai no chão.

A Itália é uma garota com uma bota de salto 12 que ninguém sabe usar melhor que ela..

Só hora de levantar!



   

L’ITALIA

 

L’Italia è come quella tipa che ha più talento di tutte.

Perché è nata bella, più bella di tutte!

E’ quella più ingegnosa, che si inventa mille cose,

perché è piena di risorse.

Sa discutere di storia, di mare, di montagne, di cibo, di buon vino,

di dialetti, di pittori, di scultori, di scrittori, di eccellenze nella scienza,

non c’è niente che non sa.

E quando questa tipa bella e talentuosa inciampa e cade, la platea

delle sfigate esulta!

E’ la rabbia delle povere gelose, quelle al buio, perché lei è comunque bella

anche quando cade a terra.

L’Italia è una tipa con stivale tacco 12 che nessuna sa portare meglio di lei..

Solo il tempo di rialzarsi !