lunedì 30 ottobre 2023


 

Dalle pagine di un Portolano

 

100 pagine in una, mini racconti.

Di Vincenzo Calafiore

31 Ottobre 2023 Udine

 “ Se vuoi io ritorno, voglio tornare da te

stanco di rincorrerti, come una barca

stanca di mare. Torno perché voglio amarti  per il tempo che mi rimane ….. e poi  solo  ricordi. “

                                                                                                                 Vincenzo Calafiore

                                                           

 

La mia “ noche cubana” è finita all’alba, rotolando sulla sabbia dei ricordi che come mare bastardo rinverdiscono nel dolore dell’assenza.

Navigo verso la mia terra in una foschia colore anice, il mare si riempie di ali bianche che disegnano il cielo sopra la crocetta.

Succede al largo di Valona in una notte di stelle; il vento gira e porta odori della mia terra secchi e roventi, gli stessi degli altopiani africani e di un mondo pastorale che piomba addosso nella fuligginosa notte.

Dopo una notte così cubana non sono più lo stesso, le mie idee sulla distanza che mi separano da lei cambiano, improvvisamente mi sento addosso il peso dei miei anni, gli anni persi, la vita mancata.

Non sono più nessuno se lei  non viene a trovarmi nei sogni.

Sono una delle anime che sono passate per questo mare, vite perdute nello spumeggiare di un mare bastardo.

Lentamente la lentezza mi possiede, m’invade un immenso taciturno e incomunicabile desiderio di rivederla dopo tanti anni di solitudine.

A babordo la sua ombra, enorme, nera come la pece segna come il purgatorio il tratto di mare più tempestoso della mia vita, quando incontrandola rimasero i suoi segni che mi lasciò addosso.

A babordo lato di terraferma, gli ultimi sprazzi di intima felicità si confondono con i profili del Paese delle Aquile, si allungano macerate distanze sofferte rovine.

Le rovine appartate di Brutinto, la nuova Troia, il posto che Eleno figlio di Priamo ribattezzò con gli stessi nomi della patria perduta.

Lei,  non è mai andata via dal cuore, è rimasta col suo sorriso e con i suoi occhi da falco, con la sua primavera addosso, quando le consegnai a fior di labbra quel mio ti amo; io in quel tempo venivo da un passato, ferito e mendico di sola felicità, mai trovata.

Arriva improvvisa bonaccia, un gran silenzio scende sul mare … una sublime assenza di vento, è come restare fermi immobili davanti a un porto senza poter entrare; non è un arresa, non mi sono mai arreso all’idea di averla perduta.

Pensandola e immaginandola è come approdare a una riva selvaggia; chissà com’è, se ricorda, se ama ancora, se mi odia.

Sbarco e cambia tutto, cicale e fichi, lenzuola al vento, profumo di donna, tutto di lei si pregna l’intorno in cui mi perdo.

Benedetta Grecia, culla del pensiero occidentale.

Per ritrovarla ci vuole tempo, io non ho più tempo consumato da un male scuro, albeggio come un gabbiano su una riva d’attesa, sperando di vederla da un momento all’altro spuntare da quell’orizzonte che più volte ha tradito il mare di mezzo con inganno e voracità.

Come tutto accade velocemente, così tutto rapidamente brucia distruggendo la mediazione tra anima e cuore ove i pensieri dilagano, la poesia è perduta.

Immagino.

Sulla sua terrazza di sera, lei, versare un bicchiere d’acqua e “ ouzo”, e sorridere mentre mi dice: avevo sperato bere e filosofeggiare con te, in tramonti come questi!

E’ un miraggio del mio mare bastardo.

Con la mente ritorno a casa, dal mio sargasso penso che non farò più in tempo, lei è molto lontana da me.

E’ un sogno ricorrente il suo volto nella luce rossastra di uno dei tanti tramonti a cui in silenzio assistendo siamo stati accarezzati e abbracciati dall’incanto venuto pro tempora … ora sono scolpiti nel cuore.

Vado a ridurre le vele, sparisco verso il fiocco, la notte m’inghiotte taciturna e possente. Il cielo stellato ondeggia lento sopra la crocetta d’albero: inizia il viaggio di ritorno come Ulisse verso la mia Itaca.

 

 

venerdì 27 ottobre 2023

 

E…. se ne va, la mia vita

 

Di Vincenzo Calafiore

28 Ottobre 2023 Udine

 

 

 

 “

Vedi cose che esistono e ti chiedi "perché"? Ma io sogno cose non ancora esistite e chiedo "perché no"?

 

 

A un certo punto mi perdo, e non sono più in grado di fare certe cose, o semplicemente non mi va più.

E’ l’emozione di perdersi a guardare, a sentire con gli occhi, a guardare e immaginare, inseguire visioni che non fanno più parte della quotidianità.

E’ una partecipazione a un’emozionata “ inesistenza “ con lo sguardo che non è soltanto percezione ma è anche proiezione di una certa sensibilità, della curiosità intellettuale; un magnifico incontro tra ciò che sta dietro gli occhi e un sentire interiore.

Riuscire ancora a sorprendersi e a sorprendere è un miracolo di ogni giorno che accadendo apre a nuovi incanti.

A volte “ il dover rimanere”  nella quotidianità è come rimanere in una terra faticosa e arida, in una guerra non dichiarata, ma in realtà è il trovarsi in una discesa nel passato, un universo mai scomparso e sempre presente, un passato narrativo.

Si presentano il bianco e nero dei ricordi antichi, gli interni sonnolenti, gli entusiasmi finiti nell’oblio e riemergono in una confessione a volte breve e fulminea, ora lenta e pausata.

E’ la condizione questa, del trovarsi a metà percorso della fine, un camminare alla meno peggio, lento ma progressivo, in cui mi auguro di avere coraggio, ma il tempo del coraggio è quello di curare la propria anima vedere la sua sofferenza, le sue tristezze in cui nascondo a me stesso le lacrime.

Bisogna ad ogni istante avere il coraggio di assumere una decisione, a un volto: adesso coraggio vuole dire voler vivere …. E ce ne è sin troppo !

In  tutto questo c’è  “lei”   la donna che amo, a guardarla semplicemente mi ricordo le notti bianche e i bei momenti vissuti in una intimità straordinariamente viva ancora e la desidero, guardo il suo corpo, lo tocco con mano, vellutato come sempre, desiderato come sempre; allora tento di amare come un tempo e invece sei perso e arreso! E’ un dolore vissuto a cui non ritrarsi, semmai analizzarlo nei suoi cambiamenti lasciandosi andare nella dolcezza, espressione di un grande amore.

C’è paura e tanta pure, in questa discesa inesorabile.

Rivivono così luci e ombre di un’età dolceamara che parla attraverso le cose che non faccio più e immagini che si sovrappongono, si distinguono si alternano, proprio come un sogno. Diventa allora difficile per me distogliere lo sguardo l’età mia è lì sotto gli occhi pronta ad ingoiarmi; in ogni caso, non c’è ferita del corpo che possa essere più grande di quella dell’anima, dilaniata dalle mancanze e niente potrà colmare l’interna voragine che lentamente sfalda e consuma, riduce l’esistenza.

Così il dolore riletto, interpretato e rivissuto attraverso le “ presenze specchio “ di notte viene affrontato senza misure; il sangue che scorre dalle ferite dell’anima risveglia e colora il buio con rivoli di sofferenza interiore che esce dal cuore.

Allora la rabbia, la vergogna, la colpa e la delusione, corollari della sofferenza trovano il giusto stordimento nell’enfasi dell’assenza, come se gli anni non fossero passati, e ciò mi fa sentire imperfetto, come un’onda che non riesce a sormontare uno scoglio.

Ma in fondo, è solo senilità l’età imperfetta!

E qui noi due, io e quello che ero, cominciamo a recitare quella vita da burattino, da oggetti senza coscienza e senza anima così come vuole il burattinaio.

Fino a diventare umani, in un mondo dove i veleni della cupidigia hanno cancellato ogni umanità!

Oscià!

 

venerdì 20 ottobre 2023


 

Ci siamo dimenticati in un sogno

 

Di Vincenzo Calafiore

21 Ottobre 2023 Udine

 

“ ….. è nostra la paura della tenerezza

Amami e scriverò sulla tua pelle poesie

d’amore! Fa che la tu bocca

lasci segni di passione, voglio sentire

il calore della pelle tua sulla mia….

Voglio sentirla bruciare, ardere

tra le parole di un verso, mentre

agli occhi tuoi s’infrangono le

certezze mie! “

                        Vincenzo Calafiore

 

 

Tu lo sai bene che sono stati i tuoi occhi, a stregarmi, la loro maniera di guardarmi e scavarmi dentro, erano come fossero assetati di un oltre mare, di un oltre amore; io mi ci sono tuffato dentro, e lì sono annegato d’amore.

Io mi conosco, conosco le mie debolezze, ho sempre evitato di chiedere aiuto, ma adesso, adesso che ti ho nel cuore tremo al solo pensiero di perderti. Non sono mai stato bravo a fingere, non ci sono mai riuscito, mai l’ho fatto, nessuno sa come sono fatto, tranne quei pochi come sono davvero. Io con le mie paure ci convivo ogni giorno, e ogni giorno mi stanca la corazza che indosso per difendermi dall’idiotismo, dalla mera ipocrisia; provo a vivere e sorridere, provo a essere – mare - .

Mi piace quel sorriso che hai, accende di luce le tue labbra, te lo darei un bacio, nei libri da sempre!

E’ difficile viverti, con i tuoi sbalzi d’umore, coi tuoi silenzi, con le tue lontananze, eppure il mio amore non ti ha mai abbandonata.

Eppure lui, il mio amore, ti ama ancora!

Lui che ti vorrebbe per sempre e sa che per sempre non potrà mai essere … perché vuole tenerti.

Ci siamo dimenticati in un sogno!

Ora ci sono i pochi attimi vissuti assieme da un sogno all’altro, da una vita a un’altra vita ove ricordavo a me stesso: … dai baciala all’improvviso , abbracciala da dietro all’improvviso senza che lei se ne renda conto e falle sentire tutto il tuo amore con un leggero passo di piuma!

Stanotte ti ho sognata sai? Eravamo su un letto una di fronte all’ altro, luci soffuse, e forti profumi d’incenso e mi parlavi di un altro uomo. Ti ascoltavo,ti guardavo e sentivo la mia fine vicino. Ad un certo punto non hai più parlato. Sei rimasta lì a guardarmi erano i nostri occhi a dialogare in silenzio. Ci fu un momento d’imbarazzo non sapevo come uscire fuori da quel sogno. Avrei voluto accarezzarti i capelli …… Dio quanto sei bella amore mio! Ti mangerei di baci…. Ma ero già svanito!  Vorrei tanto chiudere nuovamente  gli occhi e riprendere da dove sono svanito,riprendere da dove tu mi hai dimenticato! Ma c’erano i sogni, quei sogni che sempre a te riportavano come fosse marea, c’era la realtà tutta dentro una parola: lontananza, ma ci sei tu a farci incontrare ovunque dentro un sogno a volte più grande, a volte più vita, tanto vita, da riportarmi a riprendere la stilografica e un foglio bianco da riempire di mare. Guarda, guarda come sono felice, se almeno loro i sogni dissimulassero un po’ e si fingessero veri, sentirli vivi comprendere il loro linguaggio, sembra di vivere un sogno dentro un altro più grande, grande come un amore felice. Il Tatto e la ragione impongono di tacerne come d’una ferita nelle alte sfere della Vita. Magnifici sogni nascono al tuo cospetto. Mai e poi mai riusciranno a popolare la terra di mezzo,ove io sono in attesa di un tuo ritorno. Chi non conosce l’amore felice dica pure che in nessun luogo esiste l’amore felice. Che non può esistere e gli sarà più lieve vivere e morire nella dannazione del dubbio. Stanotte potrei giurarlo, amore mio, ti ho incontrata. Eri bella, eri bella, eri sogno, eri silenzio notturno, eri in ogni mio ovunque. Ma ci sono stati degli strani silenzi mentre leggevo le tue mani … forse dovrei chiudere gli occhi e attendere il rovescio del sogno per poterti baciare. Dio quanto ti ho stretta, la mia bocca vicino alla tua, le mie mani che cercavano i tuoi seni, quando tu dicesti: amore, il sogno sta per finire, e ti ho vista pian piano svanire, con l’ultima cosa che ho visto: l’amore tutto nei tuoi occhi. Ci vedremo stanotte? Stessa ora, stesso sogno!

Non smetterei mai di amarti, amarsi  un'intera notte è restituirsi vita, l'un l'altra, con le labbra e con le mani, una donna che non ha visto nulla e un uomo che ha visto troppo, uno  nell'altra,  ogni centimetro di pelle è un viaggio verso l’amore è  ritorno nella tua bocca  a sentire il sapore del mondo, sul seno per ricordarmi quanto io ti ami, tutto nel grembo di una notte sconvolta, nera come la burrasca. Perché mai si possa dimenticare che non si è mai lontani abbastanza per trovarsi, perchè è amore, labbra, stupore, sapore - tristezza, desiderio. Sento la schiena spezzarsi al peso dell’onda e la mente rincorrersi, stringerti  afferrarti le mani …… vedi ? E’ già l’alba! E te ne devi andare.

 

 

 

 

 

 

giovedì 12 ottobre 2023


 

Io e te

Di Vincenzo Calafiore

12 Ottobre 2023 Udine

Ti dico che vale la pena sognare, sognare d’essere ancora vivi e amanti.

Io e te in mezzo a questo mondo siamo belli come un campo di papaveri, una macchia rossa, in mezzo a tanto grigiore.

Ora passiamo questa lunga notte sotto il manto di stelle, lontani da tutte le guerre e, come senti, non piove più!

C’è un arcobaleno da seguire per trovare un mondo in cui vivere.

Non lasciamo questa notte al pudore e la paura, che come una tenaglia ci ha tenuti in una morsa. Non domandiamoci nulla sdraiati sotto le stelle a provare nuovamente ad amarci, amiamoci lontani dalla commedia di nessuna grazia.

Questa notte lasciamo che l’istinto fiuti l’infinito e azzardino i nostri corpi un ballo col fiato corto, sotto queste stelle sentire d’essere ancora vivi!

E’ assurdo e mi fa paura  quella specie di mondo che sta fuori dagli occhi nostri, mi fa paura come si possa passare dall’essere tutto ad essere niente, senza quell’umanità che un tempo ci distingueva dagli animali.

Siamo per certi versi estranei, su questo pianeta, proprio come non fossimo mai esistiti, non siamo statti capaci di fermarci o ricordare che prima d’ogni cosa siamo  umani e poi uomini.

E’ assurdo e mi fa paura quel mondo là, dietro l’angolo, con la sua inspiegabile necessità di distruggere, mi fa paura come tutto possa cambiare da un momento all’altro, come la vita, da un giorno all’altro, come certi giorni che diventano grigi.

E’ così strano, che talvolta mi chiedo se le guerre siano veramente finite o infinite dentro e fuori di me.

Provo la strana sensazione di andare incontro a me stesso nello specchio cieco del tempo dove mi aspetta un sorriso triste, sospeso sul mio viso, come la ghirlanda di una pagliacciata finita.

A questo punto tornare da te, trasportando una valigia di libri, con l’ultima verità di carta da consegnarti: i sogni sono come le conchiglie che il mare deposita sulle rive …. Bisogna raccoglierle ed ascoltare le voci dentro !

C’eravamo lasciati all’alba così come i sogni che andandosene ci lasciano disorientati!

…………. Guardandola intensamente in fondo ai suoi occhi, ciò che non riesco a dimenticare!

 

 

 

lunedì 9 ottobre 2023


 

D’Autunno

Di Vincenzo Calafiore

9 Ottobre 2023 Udine

 

“ …chissà perché tutto sfiorisce

la bellezza di un tempo, dai colori vivaci

si passa al grigiore, ci perdiamo senza più

ritrovarci ….  “ Vincenzo Calafiore

 

Chissà perché le emozioni durano poco, come si sogni vanno via, a volte senza volto, a volte senza ricordo.

Oggi ho rivisto il mio primo amore, dopo settantasei anni, la mia giovinezza!

L’ho vista in lontananza, mi guarda per un istante come per accertarsi che io sia realmente ciò che vede, poi si muove verso di me con passi incerti come chi ha paura, si ferma a pochi passi da me, mi guarda e tace.

Lei sempre uguale bella, fin troppo bella, non è diversa da come l’ho immaginata in tutto il mio tempo.

Adesso sono diventato un “ vecchio “ non ho più i ricci neri di un tempo e non ho perso quell’abitudine di camminare con le mani in tasca, senza guardare dove metto i piedi, non ho perso neanche l’abitudine di gesticolare con le mani mentre parlo …. Ma i miei occhi sono sempre i miei occhi, la loro maniera di guardare o di fissare la gente.

Ripenso alla mia vita e all’ultima volta che ci che ci siamo visti, il giorno in cui ci separammo. Ricordo quel giorno, con gli stessi occhi allora, le dissi “ Ci rincontreremo ancora, prima della fine dei nostri giorni. Ti prometto che non cambierò e che la prossima volta non ti lascerò andare via.”

E adesso sono qui!

E’ passato tanto tempo, sono diventato nel frattempo padre, non so se sono stato un buon padre ma ho fatto in modo che a mia figlia non mancasse nulla,le ho dato tutto, cuore, anima e sono diventato Nonno.

Ti ricordi cosa facevo quando ero triste? Sprofondavo tra le tue braccia e respiravo a pieni polmoni il tuo profumo gaio e sereno, mentre mi riempivo gli occhi di te!

Mi hai amata?

La voce mi muore in gola, lei, la mia vita aspetta silenziosa una risposta, non ho amato nessuno più di quanto abbia amato lei. Così innocentemente e senza riserve, ma non riesco a dirlo, non riuscirei ad ascoltarmi mentre lo dico.

Ci incontreremo ancora prima della fine dei nostri giorni? E’ stato bello rivederti!

Resta con me ancora un po’, è troppo tempo che ti stavo aspettando.

Mi stacco da lei e mi volto indietro per andar via …. “ Dimmi che non stai scappando da me, dal nostro passato “ mi grida dietro …..

Oggi ho rivisto il mio primo amore dopo settantasei anni : la mia vita! E’ troppo tardi per tornare indietro, ormai; ma è come se non fosse passato un solo giorno. Con prepotenza  è tornata a squarciare la mia esistenza, i miei pensieri, a fare tutto a brandelli.

Dovrei fingere, fingere indifferenza, fingere che il passato non sia mai tornato, fingere che non abbia mai pregato ogni santo giorno della mia esistenza di incontrare la mia vita.

Il tempo cancella le intenzioni del cuore, forse questo rimane alla gente come me; stare vicini, pensare, capirsi con gli occhi ….  Io non ho voluto perderti mai.

Eppure non mi piace tanto tutto questo futuro, e anche il tempo sprecato a inseguire una chimera.

Sono stato un tempo un artista, un commediante di strada e mi sono presentato ogni sera da me nella parte difficile di una vita vera.

Un uomo da solo sul palcoscenico, misuro i passi di una certa distanza e conto gli specchi d’inganno intorno, che si aspetta i sorrisi … non è facile recitare una parte non tua, non è facile farsi amare, non è facile danzare negli occhi tuoi infiniti.

Di questa Commedia nessuno fa parte!

 

sabato 7 ottobre 2023

 Incertidumbre

7 de octubre de 2023 Vincenzo Calafiore Friuli Venezia Giulia Editar artículo



Incertidumbre


 


Por Vincenzo Calafiore


07 de octubre de 2023


“En cierto punto hay que saber alejarse.


Aunque quisiéramos quedarnos hasta el final, mientras hay vida hay esperanza, hasta que la muerte me diga


que es hora de partir. A la gente


 


Me gusta pensar en una persona que ha desaparecido, extrañar a alguien,


quizás más que la presencia... a veces dicen que les gustaría


alguien que nunca se va…. tal vez lo encuentren más tarde


y lamentan a los que ya no están aquí "Misterio de Vida".


Vincenzo Calafiore


 


 


No es emocionante estar en este milenio, hecho de incertidumbres, sin nuevos horizontes, sin futuro; ¿La única certeza aquí es precisamente la incertidumbre?


¡Pero sí lo es!


A cualquier latitud que se mire, de Este a Oeste, sólo se oyen ecos de guerras y destrucción, de violencia; y tanta soledad,


de vacíos de existencia, oprimidos!


Oprimidos por la fuerte necesidad demoníaca de acumular mucho dinero, oprimidos por la desigualdad social... y lo bonito es que a todo este "conjunto" de cosas diferentes, lo llaman progreso, nuestro maravilloso progreso.


Sentimos el vacío que nos rodea, lo sentimos todos los días y buscamos la manera de quedarnos a vivir en esta “nada extraordinaria” con dignidad, con valores como el respeto; pero nos damos cuenta de que la única certeza en esta inmensa incertidumbre es precisamente: la incertidumbre.


Es como vivir en equilibrio sobre un precipicio sostenido por las grandes ganas de vivir.


afortunadamente o más bien para - nuestra salvación - hay una ella esperando, hay una ella a la que respetar, a la que amar profundamente: ¡nuestra vida!


A veces no está ahí y es como no tener nada en las manos, nada a qué aferrarse, nada a qué aferrarse, ninguna perspectiva, ningún futuro.


Quizás sea sólo uno de tantos sueños, de esos que nunca se van, cambian de forma, pero nutren fuertemente el alma.


Pero hay un pensamiento fijo, resuena en mi mente, es lo que dijo mi muy querido Montale: "¡Probablemente ya no seas quien eras, y con razón"! ¿Es esta la vida hoy?


La incertidumbre siempre me ha asustado, al igual que las dudas y confusiones que genera, me asustan más que el dolor y el sufrimiento, pero nunca sabré cómo será mi vida mañana.


Machado escribe “Caminante no hay Camino, se hace Camino al go”


(Caminante, no hay camino, al caminar se hace camino) quizás la clave de todo esté en este pensamiento.


¡Qué bueno que nuestra vida sea así!


Por tanto, podemos trazar el Futuro día a día con nuestras propias manos, viviéndolo diariamente, sólo así cada momento de nuestro día será parte de un todo aún mayor, del que no podemos estar seguros.


Quizás nos hagamos más de incertidumbre que de certezas, porque en realidad cambiamos sin darnos cuenta cada día y el cambio nos asusta; No somos hoy lo que éramos ayer y mucho menos seremos mañana.


Estamos hechos de incertidumbres, no conocemos nuestro mañana, pero tampoco podemos escapar de nuestro destino, ni siquiera de lo que realmente somos sin la maldita máscara.


Todo está destinado a terminar para que algo nuevo pueda comenzar.


Así que abraza tus dudas, tus incertidumbres sin miedo porque: ¡"el camino hace posible caminar"!



L’incertezza

 

Di Vincenzo Calafiore

07 Ottobre 2023

Ad un certo punto bisogna saper andar via.

Anche se si vorrebbe rimanere fino alla fine, finchè c’è vita c’è speranza, fino a che la morte non mi dice

che è ora di andare via. Alle persone

 

piace pensare a una persona che è sparita, sentire la mancanza di qualcuno,

forse più della presenza….. a volte dicono che vorrebbero

qualcuno che non vada mai via …. magari poi lo trovano

e rimpiangono chi ormai non c’è più “ Mistero della Vita.

                              Vincenzo Calafiore

 

 

Non è emozionante trovarsi in questo millennio, fatto di incertezze, niente nuovi orizzonti, futuro; l’unica certezza qui è proprio l’incertezza?

Ma si che lo è!

In qualsiasi latitudine si guardi, da Oriente a Occidente, non si odono che echi di guerre e distruzioni, di violenze; e di tanta solitudine,

di vuoti d’esistenza, oppressi !

Oppressi dalla forte demoniaca esigenza di accumulare tanto denaro, oppressi dalla disuguaglianza sociale … e il bello è che tutto questo “insieme” di cose diverse, lo chiamano progresso, il nostro meraviglioso progresso.

Lo si sente il vuoto attorno, lo si avverte quotidianamente e si cerca una maniera di rimanere e di vivere in questo “ straordinario di niente “ con dignità, con i valori come quel del rispetto; ma ci si rende conto che l’unica certezza in questo immane incerto è proprio: l’incertezza.

E’ come vivere in bilico su uno strapiombo retti dal gran desiderio di vivere

per fortuna o meglio per – la nostra salvezza – c’è una lei ad attendere, c’è una lei da rispettare, da amare profondamente: la nostra vita!

A volte non c’è ed è come non avere nulla nelle mani, nulla da stringere, nulla cui appigliarsi, nessuna prospettiva, nessun futuro.

Forse è solo uno dei tanti sogni, uno di quelli non vanno mai via, cambiano forma, ma alimentano fortemente l’anima.

Ma c’è un pensiero fisso, risuona nella mia mente, è quello che diceva il mio tanto amato Montale: “ probabilmente non sei più chi sei stata, ed è giusto così “ ! E’ questa la vita oggi?

L’incertezza mi ha fatto sempre paura, come i dubbi e le confusioni che genera, mi spaventano più del dolore e della sofferenza, ma come sarà la mia vita domani, non potrò mai saperlo.

Machado scrive “ Caminante no hay camino, se hace camino al andar “

( Camminatore, non esiste un sentiero, il cammino si fa camminando ) forse la chiave di tutto sta in questo pensiero.

E’ bello che sia così la nostra vita!

Il Futuro quindi lo possiamo tracciare  giorno per giorno noi stessi con le nostre mani, vivendolo quotidianamente, solo così ogni momento della nostra giornata sarà parte di un tutto ancora più grande, di cui non ci è dato avere certezza.

Forse noi saremo fatti più di incertezza che di certezza, perché noi in realtà cambiamo senza accorgercene ogni giorno e il cambiamento ci spaventa; non siamo oggi quello che eravamo ieri, ne tanto meno lo saremo domani.

Siamo fatti di incertezze, non conosciamo il nostro domani, ma non possiamo neanche sfuggire al nostro – destino -, neanche a ciò che siamo in realtà senza la maledetta maschera.

Tutto è destinato a finire affinché qualcosa di nuovo possa iniziare.

Quindi abbraccia i tuoi dubbi, le incertezze senza paura perché: “ el camino se hace al andar “ !

 

 

 

 

 

 

 


mercoledì 4 ottobre 2023

 

              Gabbiani

 

Nella notte s’ode respiro antico

respiri che andando a fondo si perdono

svaniscono nel buio silenziosi, come gabbiani all’orizzonte.

Allungo le mani per afferrarli e comprenderli,

li osservo, la luna li trapassa ….

Assente si perde rapito  il desiderio

dal vortice notturno, trascinato nel nero tormento.

Resto in bilico sullo strapiombo

mi reggo ai miei sogni ! Ubriaco di vita.

 

                                        Vincenzo Calafiore

lunedì 2 ottobre 2023

 Aquellos a quienes hemos amado o perdido ya no están con nosotros, pero están dondequiera que estemos.



En este tiempo de soledad

si quieres búscame!

Búscame entre las cosas olvidadas

en habitaciones abandonadas,

en los sueños que ya no tienes, búscame.


En los deseos de la noche,

en las hogueras de aquellos veranos perdidos,

en las manos que te buscan

en los labios que te desean, búscame.


Llámame por mi nombre como siempre lo hiciste

Llámame amor.

¡Búscame en todo lo que te da amor!


                                         Vincenzo Calafiore


 

Chi abbiamo amato o perduto non sono più con noi, ma sono ovunque noi siamo

 

 

In questo tempo di solitudine

se vuoi, cercami !

Cercami tra le cose dimenticate

nelle stanze abbandonate,

nei sogni che non fai più, cercami.

 

Nei desideri di notte,

nei falò di quelle estati perdute,

nelle mani che ti cercano

sulle labbra che ti desiderano, cercami.

 

Chiamami per nome come sempre facevi

chiamami Amore.

Cercami in tutto quello che ti dà amore!

 

                                        Vincenzo Calafiore