mercoledì 30 giugno 2021


 

Bella come sei

 

Di Vincenzo Calafiore

1 Luglio 2021 Udine ( ITALY )

 

…… ci rincorriamo nei sogni e

nei sogni noi viviamo quel sogno

che ci ha uniti. Di notte

come ombre ci aggiriamo

mano nella mano nei luoghi

in cui viviamo, torniamo

alla riva, dove aspettiamo l’alba che

ci porterà via come ombre… “

                  Vincenzo Calafiore

 


 

Bella come sei, io resterei delle ore a guardarti, con la stessa meraviglia con cui guardo un tramonto sul mare, tu lo sai di esserlo e rimani lì con quei tuoi capelli lunghi appoggiati al collo che scendono giù lungo una spalla, con quegli occhi smarriti chissà dove, forse dove sono io!

Ricordi?

Era un’estate, forse per me la più bella!

Uscivo io da una prigione dopo cinque lunghi anni, da quella cella ho sentito rumoreggiare il mare senza poterlo mai vedere; e sentivo tante voci senza un volto, un nome; nella mia immaginazione vedevo il mare, ho immaginato il tramonto del sole, e l’ho descritto con emozione,  con la poesia che c’è nell’anima.

Ho pensato … chissà se un giorno vedrò il mare….!

Ti incontrai su quella spiaggia dalla sabbia bianca, seduta su uno scoglio e te ne stavi lì con il mento appoggiato alle ginocchia, coi capelli sciolti che ti contornavano il viso, gli occhi socchiusi per la forte luce, vestita di bianco salino.

Mi avvicinai il più possibile a te, senza fare rumore; quando ti alzasti all’impiedi come per rispondere a un richiamo e ti tuffasti sparendo in quel mare cristallino che nella mente mia si muove sempre, uscisti dopo tanto tempo e venisti a sdraiarti quasi  vicino a me.

E’ stato il mio un tempo lunghissimo di silenzio, in cui potevo ascoltare la sua voce,

mi riportava altre “voci” che raccoglieva nel vento, ed erano voci di solitudine, più solitudine della mia. C’era in quel fondale un dolore muto, c’era quella felicità che ho cercato e mai trovata; ho vissuto si …. Ma se Tu mi dovessi chiedere ora cosa voglia dire “ ho vissuto” be… io non saprei risponderti, non so cosa voglia dire, ne potrei spiegarti il suo significato!

“ Vivere” che verbo bellissimo!

Cos’è … vivere … che sia uguale ad – amare - ?

Sarà così?

Io ti ho amata sì, amore! E ti amo ancora.

Ti ho amata dalla mia prigione, non sapevo allora chi fossi tu, eppure io ti amai così con la stessa innocenza di un bambino che affacciandosi alla vita l’ama!

Ma tu, non conosci, non hai conosciuto ancora le mie ombre dentro, loro si che mi conoscono, sanno di me tutto, come farmi morire, come rinascere; sanno lasciarmi nel vuoto e salvarmi all’ultimo istante facendomi risalire la china del baratro in cui più volte sono precipitato.

Aiutami tu.

Aiutami ad amarti, a rimanere ancora nei tuoi occhi.

Voglio con tutta l’anima allontanarmi dalla mia prigione e rimanere lì perduto nel mare dei tuoi occhi, come l’ultimo soldato in trincea di fronte all’infinito!

domenica 27 giugno 2021


 

De  Senectute

( La vecchiaia )

 

Di Vincenzo Calafiore

27 Giugno 2021 Udine ( Italy )

 

“… pian piano scende la luna

e lascia nel buio!

E’ la giovinezza che abbandona

la vita…. “  Calafiore Vincenzo

 

In quelle notti solitarie e di smarrimenti, mani stanche e occhi perduti nei tanti vaghi aspetti e ingannevoli ricordi fanno da cornice tra l’ora e l’ombra d’una giovinezza  che si allontana come un pargolo per una strada bianca e polverosa.

La notte resta cieca e ammaliata dalla mesta melodia della fuggente giovinezza, che da sempre eterna saluta col coraggio di vivere, nella mesta vecchiaia.

 

Scappa e si dilegua, e così lascia l’età mortale la mia adorata giovinezza, in fuga la seguono le ombre dei ricordi, le sembianze dell’amore coi suoi meravigliosi inganni … vengono meno

le disperate speranze ove nascono vani i desideri.

Solitaria e muta rimane la vita; muoio in lei porgendo lo sguardo, come uno smarrito viandante della vita cerco invano uno scopo o una ragione al lungo cammino che sento in me come ancora da percorrere.

Vedo ahimè  un mondo estraneo,  io stesso al mondo!

Così ora in questo mio “ nuovo”  provvisorio o precario che sia, trovo una vita adulta e matura, ormai privata dalla giovinezza, cosa adesso più dura della pur terribile morte.

 

A guardarla è troppo felice e serena, la misera sorte, ogni piacere è frutto di tante pene, e ritrovare gli eterni cuori, le eterne immagini d’una felicità antica… la vecchiezza  è una speranza estinta, fonti del piacere secche, e pene sempre più crescenti!

Ma la verità è che la mia vita mortale abbandonata dalla giovinezza, mai più si colorerà di altra luce, sempre di meno aurore, sola resterà sino alla fine.

Mi chiedo ora quale sia il traguardo del mio lungo cammino, quanta strada ancora dovrò percorrere?

 

Amore d’infinite vesti, dove sei?

 

Ora le albe si raccontano con le stesse identiche poche parole di sempre; e tutto fluisce dalla medesima fonte come un bicchiere di vino, ne tanto pieno ne tanto vuoto, come Penelope con la sua tela, io di notte rigetto in mare l’inutile zavorra dei ricordi e con essi il dolore che lasciano dietro di se. Adesso è il momento di amare il mio tempo, un treno di tante carrozze che sbuffando e sferragliando se ne va piano in mezzo a lunghe distese verdi, e costeggiando il mare pian piano si avvicina all’ultima stazione!

 

 

 

 

 

 

venerdì 25 giugno 2021


 

La distanza

 

 

Di Vincenzo Calafiore

24 Giugno 2021 Udine Italy

Proprietà Intellettuale Riservata

17.08.2019 L.633/41

… il vero amore?

E’ quello di amare senza

aspettarsi nulla in cambio! “

              Vincenzo Calafiore

 

“ Un giorno vinceremo noi “ la distanza” e lo potremo fare con l’unica arma che abbiamo e che avremo: l’Amore!

Ma Tu!

Tu promettimi che un giorno mi abbraccerai e mi terrai tra le tue braccia per tutto quel tempo che non abbiamo potuto farlo.

Promettimi che un giorno cammineremo mano nella mano per le strade che conosciamo.

Promettimi …… è solo un verbo; c’è la distanza, questa distanza senza più parole, di pochi pensieri; ma è anche quella che fa capire di chi realmente si necessita, chi veramente ama, che

due persone possono essere vicine pur essendo distanti.

La cosa più bella che possa accaderci ora in questo tempo sbandato è avere qualcuno che ci regali il suo tempo, la cosa più preziosa e bada bene non sono i regali, nemmeno i fiori, è il tempo. Perché questo non torna più e quello che viene donato non appartiene a nessuno, solo a noi e non importa se è stato di un’ora o di un giorno, di una vita.

 

Quando ti dico che sei mia, non significa che mi appartieni come un oggetto. Significa che se tu non esistessi io dovrei inventarti immaginandoti esattamente così come sei, come ti vorrei: è questa la distanza!

 

A volte vorrei non esistere o non essere mai esistito, accade che questo pensiero torni e quando se ne va mi lascia addosso la “follia” della vita, del desiderio di tornare a guardare dentro i tuoi occhi.

La follia  di esistere: è questa la vita, quella che lentamente come un attore stanco di troppo palcoscenico alla fine piano lo abbandona con tutto il suo desiderio di recitare e incantare migliaia di occhi e di anime.

Amare è già di se una follia, la vita stessa è una follia.

Ma la verità in tutto questo strano racconto che sono quel sentire dentro, è che quando si ama ci si rimane dentro e sarà un racconto che non finirà mai.

Non so dove questo – amore – mi porterà e chissà per quanto tempo ancora io potrò amarti, non so se continuerò e come, continuerò distrutto dalla distanza, in fondo lo sai è di un sorriso che si tratta! Quel sorriso che manca, come pure l’odore della pioggia sulla tua pelle, il profumo di una primavera sfumata nei ricordi.

E’ un viaggio fantastico quello di amare!

Il più delle volte compiuto da soli, il più delle volte nel mistero della provvidenza.

Amarti o poterti amare è la meraviglia, la stessa che si prova quando abbiamo visto la vita per la prima volta, è una meraviglia che mai si dimentica o si mette in parte, è un primo piano d’autore, su tutte le pareti del mondo.

Amami!

Quante volte te lo sussurro …. Il più delle volte è come se lo sussurrassi a me stesso!

Ma la verità è che tutto che conta ci apparterrà per sempre, non ci lascerà mai!

Forse – amare – è un libro che racconta di quanto sia importante l’amore, di quanto lo siano pure i sentimenti … è questo che ancora continuo a scrivere!

 

 

 

 

 

 

 


 

Ancora…

 

Di Vincenzo Calafiore

25 Giugno 2021 Udine (Italy)

 

Vorrei scrivere di – loro – di quei sogni che non sono riusciti a vivere.

Vorrei scrivere sui vetri appannati di finestre chiuse, sui muri di sottopassi ferroviari abbandonati, sui muri di scuole chiuse: io ti Amo!

Vorrei scrivere di loro, di quanto mi hanno dato, raccontare le loro storie.

E fuori, c’è quel silenzio che precede la tempesta, mentre  l’alba rotolando su se stessa, improvvisamente  a tutto leva voce.

Questo siamo noi: due che cercandosi, cercano vita nelle lontananze, nei distacchi, nelle domande senza risposte.

Lo sapevamo noi, quanto fosse folle piombare nella vita di entrambi, insieme nei respiri di quei pensieri che ci attendono  in quelle solitarie marine di un mondo lontano guardato da occhi socchiusi nelle penombre di giorni in apparenza uguali.

Quanta tristezza in quel cantico lunare,

nei flessi e caduchi ricordi di certe parole negli aloni tremolanti di antichi sepolcrali.

Ancora! Questo urlano quelle scogliere ove s’infrange il mare della solitudine, ma tu, stasera, raccontami di te, di come fai a vivere negli sprazzi di malinconiche nostalgie;

come fai a vivere lontana da una finestra?  

Che strana forza ha l’amore!

Sai ancora adesso c’è scritta la stessa parola sui vetri appannati della finestra!

Ieri come allora, oggi come domani sarò lì a sussurrarti le parole che più ami, quelle di un tempo che ormai non esiste più.

Sono parole che solo tu sai riconoscere e leggere, sono le nostre parole.

“ Nostre “, appartenenza, tu di chi sei?

Tremi come una bambina, sale la voglia di fuggire mentre il cuore batte all’impazzita, vorresti andartene via e non hai più tempo né età per farlo, all’improvviso s’ode lontano il latrare di tutti i tuoi –si- che avresti voluto urlare e non lo facesti allora come ieri, come oggi, così sarà domani, nel sapore amaro dei tuoi no che pian piano ti han sommersa.

Tienimi dentro!

Tienimi stretto al cuore.

Ti amo davvero ancora, e lo sai già.

Voglio solo che tu sia felice dentro di te, anche se lontana, anche senza quel mio – ancora -.

Guarda, sono io che ancora crede in te, non c’è più nessuno oltre me, che quando chiedi è lì a darti se stesso, e lo sai, quando vuoi quello che non hai voluto prima: essere amata.

Ricordati di me…. Guarda come sono adesso… non ti ricordi eri e lo sei ancora la mia aurora, la mia Principessa dei sogni, come fai a esistere senza di me?

Come potrebbe esistere la riva se non ci fosse il mare?

Dimmi cosa cerchi ancora?

Ti avrei regalato il mare pur di vederti arrivare con quel sorriso che cerca poesia, non lo sai ma tu sei la pagina di un libro vero, ove esiste il pensiero e una memoria rapita dal vento.

Tienimi dentro, che prima o poi questo vento finirà, e la vita la riempiremo noi di parole!

Perché le parole sono farfalle che la colorano, a cui mai nessuno potrà tagliargli le ali!

Rimani e continueremo a scrivere la vita, in questo mio disperato sogno: poterti amare.

Perché noi siamo – Amore - !

 

 

 

 

 

mercoledì 9 giugno 2021


 

Stanotte vengo a sognare

 

Di Vincenzo Calafiore

10 Giugno 2021 Udine

                                                                                                                      

  ….. dimmi amore, che    cosa è     la vita? “        

 

 

Oh Dio,è così difficile  doverti ancora immaginare, come un detenuto immagina la libertà, dentro un fazzoletto di cielo schiuso e ogni sogno prende la sua via di ritorno; è un ritorno in tutte le sere, e poi la notte nella marea più bassa ove i sogni si raggrumano come sangue attorno a una ferita.

Lo vedi cosa scrivo?

Sarà poi vero che i sogni abbondano nella testa di chi sa in che maniera allungare le mani?

Così mi pare d’essere un passero che cerca rifugio in una chiesa sconsacrata, ma che ancora conserva in se tutta la serenità di un “mare” capace di tanto amore.

Io lo so di amarti, amarti così come tu vuoi, amarti con un’altra vita, per portarti via dal sogno con me, per me, con me per sempre.

Mio Dio, che grande peccato questa lontananza, è come un angelo senza ali!

Lo vedi? Questo è il colore del mio tempo, il grigiore!  Tu non ci sei ed è come se tutto accadesse per non incontrarci, la cosa peggiore che possa accedere a una riva che aspetta sempre la sua onda….. non incontrarla.

Ricordo le tue parole, di più quelle che pensi di dire e non dici, ma c’è una parola che non dici più: amami!

Soffro di una malattia che mi dicono sia incurabile: la speranza!

E’ la speranza di vivere, e io vorrei vivere …..come scrissi tanti anni fa sui banchi di scuola al Liceo:  “ Lo so crescerò e diventerò uomo, ma io voglio essere sempre quell’ala che taglia il vento, accarezza sfiorando le creste dell’onde! “ E’ questa la mia vita, così è sempre stato, mai prigioniero di nulla, libero come il sospiro della notte.

E in questo ci sei tu!

Così piccola e leggera, così leggiadra nelle ore perse con gli occhi sbarrati in una vana attesa.

E allora Tu, raccontami, dimmi di te che vivi dall’altra parte del mare, raccontami i quali colori riesci a vedere di quel mare che ci separa?

In questa terra noi abbiamo i nostri morti!

Quei morti desideri, quei pensieri che ormai non hanno più senso, forse ci conosceremo appena, incontrandoci. Forse ci annuseremo per riconoscere il profumo della pelle … chissà se la memoria riuscirà a ritrovare in quel cimitero vuoto di preghiere.

Io penso spesso, o quasi sempre a quel treno che lentamente sferragliando si allontana dagli occhi in vaste praterie; è la mia vita che se ne va senza sapere dove.

E ogni giorno, tutti i santi giorni cerco un significato da dare alla mia esistenza, un significato che sappia di memoria, forse senza riuscirci. Che importanza ha? La vita è questa cosa arida e secca come una noce, a volte o di poche volte blu aurorale o lunare.

Ma è sempre vita, la mia vita che piano piano se ne va senza mai darmi una ragione, o forse si, in quella prigione di sogni fatti di cuore e di amore, che all’alba non riescono a spiccare il volo, verso l’ignoto che li attende.

A mancare in tutto questo è la magia, quella magia dell’incontro, di parole appena sussurrate mentre mani e braccia si stringono attorno al fuoco della vita!

Io non saprei di che colore dipingere quelle tristezze che sempre più si assiepano agli orizzonti, non saprei di che colore dipingere la mia vita di uomo a metà; eppure nonostante ciò io vivo e nutro la mia anima di speranza a ridosso di quelle malinconiche attese di un miraggio che possa materializzarsi all’improvviso e dissetare l’anima.