martedì 31 maggio 2016


Meglio un sogno

 “ Non c’è un motivo per vivere
vivere è un motivo! “
           Vincenzo Calafiore   
     
E sul finire di questa inciviltà, ancora accade che un imbecille ammazza una ragazza dandole fuoco come un fiammifero, altrettanto grave e delittuosa è stata l’indifferenza dei passanti che non si sono fermati per cercare di salvarla.
Mi chiedo quando avrà fine la “ mattanza “ o meglio il cosiddetto – femminicidio – l’effimero sottotraccia, il violento, l’abuso sessuale, la violazione dell’anima, ed in fine la morte.
Questi imbecilli o meglio questi bastardi non è che si svegliano una mattina e dicono: oggi chi ammazzo? Con questo voglio dire semplicemente che ci saranno pure stati dei segnali premonitori come i terremoti, e allora perché non correre ai ripari, perché non salvarsi ?
Sembra un’opera teatrale a cui dare il nome ad esempio : Incontri e invenzioni dentro la follia! In quanto operetta i personaggi s’incontrano e ballano questa follia… da una parte la politica incapace che pensa solo a mantenere saldo il potere e calda la poltrona-sofà; dall’altra parte della scena tutto il palinsesto in cui si muovono e vivono attori e attrici, prede e predatori, coi loro problemi con le loro realtà che non sono certo di quelli che dall’altra parte non capiscono non conoscono e se ne fottono.
Tanto è vero che vite di giovani spose e ragazze continuano a essere falciate da bestie umane che non dovrebbero avere alcun appello alcun processo, poiché essi stessi da soli hanno già sentenziato e condannato, avviarli dritti dritti in “ piazza ghigliottina “ magari in diretta tv nazionale affinchè sia da monito a chi comincia solo a pensare di molestare una donna.
Stessa cosa e identica sorte per quell’altra razza di bastardi chiamati: pedofili ! E trattati pure quasi con intima e sottile pena, giudicati ammalati di pedofilia e quindi da recludere. Così è stato fatto fino a ieri e oggi ancora ci sono bambini e bambine in balia di sporchi maiali detti pedofili!
Perché non ghigliottinarli?
Accidenti, non si può! Porca miseria ladra non si può, perché fino a prova contraria: è innocente!
Scusate il mio sfogo, sono un ignorante, un imbecille a pensarla così, perché non è civile, non è corretto né umano, ne legale, sociale!
Ma qual è la strada giusta? La mia indignazione di essere umano, padre, nonno, sposo, uomo? O quella della farraginosa macchina della giustizia che mossa dal moto della lentezza alla fine non condanna, o se condanna al massimo 15 anni se va male!
Insomma qual è il confine che intercorre tra la follia e il sistema? O meglio dov’è il confine tra noi e la follia di questo sistema di merda?
Che ci accoglie ogni giorno con la sua anima nera e con un che di metallico, di freddo, che avvelena la vista e il cuore; ove a prevalere è un’aria strana, piena di disagio, in cui il vero e il sognato si mescolano con la realtà di morte!
Vivere oggi tra tanto pattume e violenza, degrado, è come mettersi in viaggio verso un’altra esistenza senza ombre, senza misteri, fino a sera però! , quando si torna sconfitti e umiliati nella propria ragione d’essere davanti a un’altra vittima, a un altro cordoglio, a frasi di circostanza, a tanto dolore e tanta solitudine a tanta mera ipocrisia del colore e della puzza della merda!
Donna, salvati da sola!





lunedì 30 maggio 2016





Prato Carnico, la Vallata, festeggia i nonni


Di Vincenzo Calafiore
29 maggio 2016- Udine
Prato Carnico, località Fuina
Sabato 28 maggio.



  Un vecchio che muore
 è memoria che va persa”
                                                                                                                      Vincenzo Calafiore      

Che cosa sia la “ senilità “ , definirla con precisione è quasi difficile, poiché lo stesso significato non è uguale in tutte le società.
In molte parti del mondo, gli individui vengono considerati anziani in seguito a cambiamenti nel ruolo sociale, quando con l’avanzare dell’età escono dal mondo del lavoro, dalla produttività, quando diventano nonni.
Essa sarà sicuramente simbolo positivo sulla qualità della vita, ma contemporaneamente crea esigenze e problemi da affrontare in certi casi anche gravi conseguenze socio-economiche in prospettiva futura di una società.

C’è stato un “ tempo “ in cui diverse famiglie di un’unica famiglia vivevano sotto lo stesso tetto e i vecchi erano parte integrante della famiglia, considerati la biblioteca della famiglia, quelli che giocavano e vedevano dei nipoti mentre il resto era via per lavoro. Il pranzo o la cena era il momento più bello, festività comprese; le grandi tavolate, le risate e le discussioni, ma comunque sempre uniti.
Oggi purtroppo le cosiddette famiglie patriarcali o matriarcali, sono scomparse, e i vecchi, la nostra conoscenza e la nostra biblioteca non sono più tali, ma sono considerati un impiccio, una rottura di scatole, un peso e così finiscono in quei paradisi maledetti o prigioni, ghetti, che sono le case di riposo ove vengono rilegati contro la loro volontà stessa o perché soli senza nessuno al mondo.
Ma è anche vero che questa “ Senilità” detta anche vecchiaia o anzianità o terza età, si tende di nascondere l’età prossima al termine della vita.
Vista e vissuta così, è tristezza!
Ieri, in località – Fuina – ( Prato Carnico) in una struttura comunale ben attrezzata e mantenuta in buone condizioni nonostante le ristrette condizioni economiche, la Proloco
“ Val Pesarina ” della quale è presidente il Signor Piva Antonio, in collaborazione con il Comune di Prato Carnico, come ogni anno, ( è dal 1990 ) riunisce i “ nonni “ di tutta la valle per festeggiarli e intrattenerli con diverse attività, tra queste la funzione della Santa Messa che apre di fatto la manifestazione.
Ho conosciuto Don Bruno Roja della Parrocchia di Prato Carnico e Pesaris, una splendida persona e di grande cultura, molto umana, molto disponibile, considerato uno di famiglia dalla grande comunità di “ Val Pesarina” è stato in Brasile per diversi anni, in Sardegna a svolgere la sua missione cristiana. E’ stato piacevole molto conversare con lui per la sua grande cultura, la sua grande umanità, ma lo è stato altrettanto partecipare alla santa messa, ascoltarlo mentre spiegava con umiltà il significato del “ corpo di Cristo “ …. È stata una messa allegra e non da funerale.
Gli anziani intanto giungevano alla spicciolata, da soli o accompagnati, come la Signora Maria assieme alla sua amica o meglio al suo angelo custode più che badante, la Signora Anna Gaurwyky ucraina, da dieci anni in Italia, che l’assiste con amore; mentre volontarie preparavano le due lunghe tavolate, e il pranzo in cucina; Claudio DeMuro invece addetto alle bevande preparava i suoi personalizzati cocktails,  come quello molto buono di sua inventiva, a cui ha dato il nome : ” le mele di Pradumbli “ ottimo e gustosissimo. Molte le signore
 tutte “ volontarie “ che hanno fatto in modo di festeggiare al meglio “ i nonni “ che man mano andavano a occupare i posti a sedere; bravo Claudio DeMuro che li ha intrattenuti con la sua fisarmonica.

E’ stata una bellissima manifestazione di affetto specialmente quella dei bambini che si sono impegnati coadiuvati da insegnanti, con il violino sul palcoscenico per i loro “nonni” che hanno apprezzato con lunghi applausi; e per finire la tombola di ricchi premi!
E’ intervenuto alla manifestazione il Signor Verio Solari Sindaco del Comune di Prato Carnico! Rimanendo fino alla fine della manifestazione.
Un grazie quindi va al Sindaco e alla Proloco per quanto fanno per questa Comunità.







venerdì 27 maggio 2016



Per un sogno


Di Vincenzo Calafiore
27 maggio 2016 –Udine

Allora succede che la incontri, e, la guardi dritta negli occhi!, quelli che da tempo stavi cercando, e non la dimentichi più!
Ti dici che è lei la donna della tua vita, e sarà lei a renderti felice assieme ai giorni suoi.
Tu lo sai, perché hai guardato i tuoi vecchi, sai che amare è come dividere un  solo pezzo di pane in due.
E’ svegliarsi al mattino e darle il primo bacio dei tanti che le darai nei tuoi giorni a venire.
Amare lei è l’unica poesia vera, sentita nell’anima, che scriverai nella tua vita!
Ma lei per il momento è un sogno, un’immagine che schioccando davanti ai tuoi occhi ha fatto nascere così tanti desideri, così tanti pensieri; e vorresti incontrarla nuovamente su quella strada anonima strapiena di gente distratta che passa e va senza rendersi conto che in quel momento preciso è nato un sogno, il sogno tuo lungo una vita.
Non la chiamerai per nome, la chiamerai “amore” e questa piccolissima parola sarà un arcobaleno, un ponte, tra te e l’orrendo appena fuori dalla porta.
Le strade sono tutte uguali, traiettorie intersecate da altre, incroci grandi come un oceano che s’aprono a nuove direzioni, ci ritorni e aspetti di vederla passare.
Ora lei è tua!
E tu le apparterrai non per contratto, né per vincolo, ma le apparterrai per l’amore che è in voi.
Dopo tanti anni lei è lì nei tuoi occhi come quel giorno che l’hai incontrata la prima volta, è sempre lei che hai amato e curato proprio come tu sai fare per una vita intera, poi un colpo di mare bastardo travolgendola se l’è portata via……….
Della lontananza non ne sapevi nulla, non l’hai mai conosciuta, però saggiandola  scopri che la lontananza è una separazione, uno spazio fisico mentale che ti divide da lei e crea quel forte senso di eterna mancanza: lei ti manca!
Ti ricordi, la ricordi sorridente e felice, e sai che è un inganno della memoria che strasfigurandoli li trasforma in nostalgie e dolci sofferenze alleviate dal seme della speranza di poterla un giorno incontrarla nuovamente in un altrove lontano, in un altro incrocio ove tu l’aspetterai per vederla passare…
Hai continuato il tuo viaggio nel corso delle tue esistenze, approdando a lidi sempre più lontani dagli uomini tartaruga che si portano addosso le abitudini, le modalità, ritmi e rituali di una vita non vita, noiosa.
E vivi  ancora in una nuvola di silenzio in cui odi la sua voce e riempi pagine di: aiutami tu! Tutto sorretto dal frusciar della memoria che ti allontana dal vuoto delle anime e dalla malinconia.
Tutto mentre la tua vita continua il suo passo allestendo figure in cineree sequenze impenetrabili, mentre si imbiancano i capelli tuoi.
Riesci a scrivere ancora poesie.


lunedì 23 maggio 2016



Diario di un viaggio

Di Vincenzo Calafiore
23 maggio 2016- Trieste

Era inevitabile che dovesse accadere ed è accaduto, l’ulteriore grave crescita dei più diversi fenomeni di violenza, frutto forse di un male oscuro morale che ormai da anni affligge sempre più questa società, come una maschera veneziana bianco e nero, opulenta e povera.
Imperversano sempre più cinismo e spregiudicatezza, il pragmatismo senza principi, la mancanza di ideali, l’amore per la “ patria ”, il rispetto alla “ patria “  mancato, ora solo dei militari, dell’Arma dei Carabinieri che continuano a crederci a esserle fedeli; intesa no come paese, ma come “ Nazione “ una nazione pregna di tradizioni, di grandi valori umani, di storia e di cultura.
Ma ora pare che in questa grande “ Nazione “ vi abitano gente che non credono a nulla, capaci di violare la sacralità, di deturparla pure, che cercano purtroppo un illusorio rifugio nell’alcol e nella droga, nella violenza che cresce nelle varie forme, nel disprezzo dei valori umani altrui, nella sottovalutazione di qualsiasi principio morale, nella carenza di rispetto verso tutto ciò che è estraneo.
L’Italia non è questa!
Quelli che uscivano in quei giorni da Auschwitz, scrive ne – La tregua – Primo Levi, non salutavano, non sorridevano; apparivano oppressi, oltre che da pietà, da un confuso ritegno, era la stessa vergogna che il giusto prova davanti alla colpa commessa da altrui, e gli rimorde che esista, che sia stata introdotta irrevocabilmente nel mondo delle cose che esistono e che la sua volontà sia stata nulla.
E allora  il punto è di capire, interrogarsi perché: Auschwitz?
Un abisso di smarrimento e di dolore, un’angoscia ontologica del male rivolta a Dio  o da Dio impotentemente subito?
Cosa rimane di Dio dopo Auschwitz!, Se ancora nuovamente si ripete anche se in forma diversa ?
Forse Dio non è intervenuto non perché non lo volle , ma perché non era nella condizione di farlo!
Così la morte nel mediterraneo appare perfino anche se nella sua nudità un accadere naturalmente, cancellando così quel “ … Non accada mai più “  “ la giornata della Shoà “, questa seconda Auschwitz si consuma con l’oltraggio dell’usualità, mentre si erigono nuovi muri in nome di un egoismo politico e sociale, economico,  invece di abbatterli.
Allora qualcosa di straordinario, la Grecia e l’Italia due Nazioni ugualmente  (stessa faccia, stessa razza) in forte crisi economica che salvano vite umane mentre il resto dell’Europa Unita ( a dividere e a primeggiare sul resto) si agita al primo vento come foglia, urla e sbraita, minaccia e chiude le frontiere, erige muri ! E’ importante ciò che l’Italia di cui andare fieri e la Grecia stanno facendo, è straordinario, quasi irreale in un contesto muto e sordo minacciato da uomini in continuo passaggio un transito di storie, destini, minacce, che crescono senza rumore dentro un cicaleccio degli stolti, in una dimensione perenne nella quale gli uomini partono per andare e tornare da un altrove.
Uomini mai nominati se non con fredde cifre, nominati per quelli che sono – fuggiaschi – perseguitati, in svogliato cammino verso un umiliante sospeso destino.
E nulla può essere più vero, autentico: l’altrove è il senso della vita che da sé alimenta le coscienze di chi il proprio prossimo identifica nella dialettica opportunità di crescita, e non nella violenta sfida per la supremazia.
Allora si può viaggiare, nel corso di ogni esistenza, approdando di continuo ai lidi più distanti dal proprio o cogliendo l’opportuna fraternità.
Non è solo voglia di scappare, e di salvarsi, quella che insistente  conduce verso gli universi altrui in cui ci si sente estranei sempre come i terroni al nord, come gli italiani e greci in seno all’Europa che nulla hanno da spartire nulla è in comune, mentre loro hanno dominato il mondo: ma è un’altra storia, è di cultura che si tratta!