mercoledì 28 luglio 2021

 

A te che sei vita


Di Vincenzo Calafiore

29 Luglio 2021 Udine ( Italy )

 

Fate foto nei posti dove andate, annotate su un quaderno le vostre emozioni,  le delusioni, le amarezze, ricordate sempre i momenti felici,

annotate i nomi degli amici che avete dimenticato o trascurato.
Fate della vostra vita un giardino di bellezza, abbiate cura della vostra anima.

Non diventate mai merce di scambio, amate la vostra dignità,

siate orgogliose quando cadete a terra e da sole vi rialzate.
Rendete la vostra vita un’emozione eterna.
Queste cose che ora sembrano banali o inutili, domani saranno preziose.”

                                                                               Vincenzo Calafiore

 

Ti hanno detto mai che sei bella, tanto bella da fare innamorare il mondo di te? Sei bella quando combatti per  il tuo ideale a costo di ogni cosa.
Sei bella quando diventi rossa.
Sei bella quando guardandoti allo specchio, scopri di avere una ruga in più, e sei ancor più bella quando sconfiggi le tue paure, le incertezze.
Sei bella quando la vita ti fa a pezzi.

Lo sei anche quando cadi e ti rialzi. Ti rialzi sempre, da sola.
Sei bella perché credi sempre in quel che fai, e lotti fino alla fine, anche se sai che a volte perderai, non scoraggiarti vale sempre la pena lottare per un sogno!
Sei bella quando trascorri le tue notti in un pianto silenzioso, nascosta sotto un lenzuolo, nella morsa di un dolore che non ti lascia tregua.

Sei bella così.
Sei bella quando ridi e nei tuoi occhi si accende il cielo.

Sei bella anche quando nessuno si accorge di te e sogni un amore che ti stringa forte forte a se!
Per questo sei così bella.
Sei bella con una camicia addosso, spettinata, con gli occhi stanchi mentre sorseggi il tuo caffè con la testa chissà dove.

 Sei bella così
Sei bella quando in silenzio guardi lontano assorta nei tuoi pensieri.

Bella con quel sogno in testa.
Sei bella anche quando non sai di esserlo e non fai nulla,  per essere diversa da quello che sei, con tutte le tue rughe, imperfezioni … cose che ti faranno sempre unica!

 Sei bellissima e non lo sai.
Sei speciale.

Rimani così!

Lotta con i tuoi mostri, le tue paure, le tue insicurezze perché vincerai comunque.

Lotta contro chi ti ferisce, contro chi ti dimentica, contro chi non ti fa sentire importante, perché

tu sei abbraccio, occhi, pelle, profumo, respiro.

Non donarti a chi non ti vuole, o dice di amarti e non ti ama.

Apri quei cassetti pieni di stelle e di sogni cancelleranno le cicatrici nell’anima e ti daranno la primavera nel cuore.

Sorridi quando inciampi, quando sbagli perché sei fatta di sole e di nuvole, di lacrime e di sorrisi.

Rimani così, una donna che non smetterà mai di sognare, quella donna che sei, con l’amore che hai dentro, rimani quella donna che ama le sue vittorie e le sue sconfitte, che si rialza sempre da sola, quella donna che ha affrontato i mostri.

Rimani quella bambina che sei ancora dentro sempre, con tutte le favole nel cuore e con tutti quei sogni dentro gli occhi

 

lunedì 26 luglio 2021

 

La Libertà

 

Di Vincenzo Calafiore

27 Luglio 2021 Udine ( Italy)

 

La libertà guida un popolo, ma c’è anche un bellissimo quadro del pittore Eugène Delacroix dal titolo: La libertà che guida il popolo ( La liberté guidant le peuple) esposto al Louvre Parigi.

Ma cos’è la libertà?

 “ Per libertà s'intende la condizione per cui un individuo può decidere di pensare, esprimersi ed agire senza costrizioni, ricorrendo alla volontà di ideare e mettere in atto un'azione, mediante una libera scelta dei fini e degli strumenti che ritiene utili a realizzarla. “

Ora, in questo momento in cui uno Stato non obbliga alla cosiddetta vaccinazione di massa, che però indirettamente costringe a farlo con l’utilizzo di strumenti discriminanti come il famigerato

“ Green Pass “, smette di essere uno stato democratico per essere un altro: Violando uno stato di diritto come quello della libertà! E per quale motivo le persone che non vogliono vaccinarsi devono essere bollate come “ No Vax “ ?

E quelli vaccinati, come si dovrebbero chiamare: “ Greg Vax “ ?

Occorre rispettare chi per sua scelta si è sottoposto alla vaccinazione ( e ai futuri seguenti richiami facendosi imbombare continuamente) come chi per sua scelta non ha scelto di sottoporsi alla vaccinazione, se così fosse, allora sarebbe uno Stato che rispetta la sua Costituente e il cittadino senza commettere alcuna discriminazione.

Personalmente ho fatto tutti i vaccini, tranne quello per l’influenza mai fatto, ma sono stato vaccinato per tutto il tempo che ho indossato le “ stellette”; ora lo so a cosa andrò in contro:

niente cinema, o teatro, non è un problema ma neanche una necessità.

Niente ristoranti o pizzerie, se potrò mangiare fuori mangerò fuori all’aperto, se mi è vietato l’ingresso farò ritorno a casa.

Non potrò usare aereo, treno, nave, bus, metro, chi se ne importa mi muoverò autonomamente!

Ma la domanda è: Questo si fatto è uno stato di diritto, uno stato democratico?

“ Dunque, mio ottimo amico, non dobbiamo affatto curarci di ciò che sul nostro conto dirà il mondo, ma di ciò che dirà chi s’intende del giusto e dell’ingiusto, questi solo e la verità stessa” (Critone, 48 a).

Socrate era un uomo libero come pochissimi lo sono. Dava scarsissima importanza agli oggetti dai quali la gente fa dipendere il proprio destino.
Non si piegò davanti alla forza delle cose immediate e al verdetto dei giudici, con il quale lo condannarono a morte. Egli viveva nella caverna degli schiavi, che, incatenati alle loro opinioni e ai loro pregiudizi, riducono la conoscenza ai ragionamenti che identificano con i calcoli, calcolando perfino l’uomo, come se fosse oggetto tra gli altri oggetti, ma, laddove non c’è la verità, non c’è neppure il bene. La forza diventa principio di soluzione delle controversie.
Colui che non conosce l’uomo, sa solo usarlo.
Essere competente riguardo all’uomo significa essere soggetto, soggetto che giudica, mentre gli oggetti, invece, sono giudicati.
La soggettività dell’uomo si esprime in questa competenza. Quindi, perché sia possibile essere soggetto, occorre che ci sia la verità dell’uomo. Senza la verità, infatti, non è possibile la competenza come tale.
Intendersi dell’uomo significa intendersi della verità che lo costituisce. In conseguenza, solo colui che diventa ciò che egli è, vale a dire solo colui che è soggetto, un essere libero, si intende dell’uomo.
“Conosci te stesso!” significa: diventa te stesso! Sii soggetto! Sii giudice! Giudice dei giudici!
Ma non è facile per l’uomo conoscere l’uomo.
Socrate ammetteva; “So di non sapere nulla”, ma desiderava conoscerlo. E questo desiderio doveva aver già un valore conoscitivo, perché Socrate era libero dalle opinioni sul problema dell’uomo; la libertà è dalla verità.
Chi desidera, cerca.
In Socrate, dopo che ebbe udito il responso dell’oracolo di Delfi, avvenne un cambiamento fondamentale. L’oracolo aveva detto che nessuno era più saggio di Socrate. Il filosofo di Atene si stupì, perché aveva la certezza di non saper nulla. Sapeva solo questo. Niente di più. Ma desiderava sapere molto di più.
Socrate poneva domande sulla verità e sul bene senza di cui l’uomo può essere tutto tranne se stesso e proprio a queste domande non sapeva dare risposte. Non sapeva cosa c’era dentro l’uomo. E solo questo sapere riteneva meritasse il titolo di saggezza. Così, indirettamente obbligato dall’oracolo, cominciò a visitare i suoi conoscenti invitando quanti pensavano di saper qualcosa a definire l’essenza di quelle cose la cui conoscenza costituisce la saggezza della persona umana. Ma gli “esperti” conoscevano soltanto ciò che essi stessi, come avrebbe detto Kant, avevano prodotto; conoscevano le proprie opinioni.
Ognuno di noi è il più saggio tra gli uomini, solo che sono pochi che rispondono con le domande socratiche a questo obbligo di diventare ciò che siamo. Infatti, pochi sono quelli che vogliono ascoltare la voce che sorge da dentro l’uomo.
Socrate vedeva l’insensatezza di sottomettersi alle opinioni. Non sottomettendosi ad esse, non essendo cioè schiavo, Socrate non si ribellava; egli non reagiva agli stimoli, ma conviveva con la realtà. Da libero. Dunque, nessuno dei conoscenti sapeva chi è l’uomo; ma Socrate era il solo tra loro a sapere di non saperlo.
Ciò che il suo desiderio sapeva poteva venire espresso solo in domande.
Il vero filosofo pensa con l’aiuto di esse.
La sua “ignorantia” era “docta”.
Tanto più “docta” quanto più si rendeva chiaramente conto che l’uomo non si identifica con nessuna definizione umana.
Domandando così, preghiamo.
Porre simili domande significa ri-nascere; insegnare agli altri a porle significa aiutarli a loro volta a ri-nascere.
Ri-nasce solo chi pensa e pensa solo chi cerca quel Pensiero forte che è il Pensiero creatore.
La verità dell’uomo, di quella coincidentia  oppositorum, la coincidenza di finito e infinito, può essere conosciuta solo in quanto è desiderata e cercata. Vivere nella verità è quello che ci insegna Socrate.

Ci salverà forse la maieutica, è il fondamento della visione filosofica di Socrate. Così come la levatrice aiuta le donne ad affrontare i dolori del parto,  la filosofia aiuta ad esplorare la propria anima attraverso i dolori provocati dalle false opinioni, dai condizionamenti, dai dubbi, dalle perplessità che simili alle doglie del parto, portano l’uomo di portare alla luce se stesso. La maieutica quindi educa alla libertà di pensiero per sempre nuovi percorsi di pensiero. L’immortalità della “ Visione “ risiede in quell’impeto di amore per la filosofia e la libertà: l’uomo è un soggetto attivo e non passivo nella ricerca della verità. E la verità sul COVID19 non è stata mai detta: questo è un pensiero!

 

 

 

 

 

sabato 24 luglio 2021

 

La “ dignità “ questa sconosciuta

Di Vincenzo Calafiore

24 Luglio 2021 Udine ( Italy )

 

“ Sunt aliquid manes “

( ciò che resta di noi non,

è nulla, è qualche cosa ).

 

 

Della dignità della persona, di questo vorrei parlarvi.

So bene che sarà uno di quei miei “ pezzi “ neanche preso in considerazione, perché non è leggero, oggi è questa che si ama: la leggerezza. La ipocrita leggerezza del vivere, perché non bisogna pensare, con l’epigrafe tombale del falso pensiero: la vita è già difficile di suo e non vado a complicarla con altri pensieri … meglio la leggerezza ….. e via!

Ma che cosa è la dignità?

Potrei tranquillamente affermare che non lo sappiamo, che ci pare di saperlo, che tentiamo di definirla; la dignità innanzi tutto è qualcosa come la bellezza, che noi vediamo e apprezziamo che non sappiamo però definire, la riconosciamo … e la riconosciamo ancor prima di averla conosciuta, proprio come dice Platone della bellezza.

Perciò invito a pensarla, pure platonicamente, in questa chiave come qualcosa che non sappiamo cos’è, ma che certamente è, perché appare e noi la riconosciamo; siamo per così dire

“ costretti “ a riconoscerla, e non solo la riconosciamo, ma riconosciamo in essa qualche cosa di

- essenziale – che riguarda noi.

Direi di più, senza timore di sbagliare, forse nessuna cosa come la dignità meglio ci definisce per quello che siamo, nella nostra umanità, nel nostro modo di essere uomini, nel modo di essere Donna.

Neanche la razionalità, né la moralità, e sto facendo riferimento alle grandi definizioni storiche di ciò che si pensava fosse l’essenza di essere un uomo, una donna.

Aristotele, scrisse: “ L’uomo è un animale razionale “ e cosa se non la razionalità ci distingue dal resto delle creature, fa di noi un  - unicum – in tutto il creato; ma ricordo anche, soprattutto Kant, per il quale la nostra essenzialità è la moralità.

Dunque la dignità è quel qualcosa che meglio ci definisce e più profondamente dalla razionalità e moralità.

Ma, vi chiedo, cos’è allora la dignità?

C’è una semplice considerazione da fare e non è banale, nel momento in cui a un uomo o a una donna,  fosse tolta la moralità, che è qualcosa di fondamentale oltre che essenziale, resterebbe, un qualcos’altro e questo è, la dignità.

Per meglio comprendere immaginate qualcuno che ha perso tutto, e chi perde tutto se non colui che muore? All’uomo che muore non si chiede di essere razionale, neanche di essere morale ….

Ma quanta dignità c’è in lui, quanto è misteriosa.

Pensando dunque alla morte sarà lei a – restituirci la dignità – anche all’uomo indegno di averla, proprio perché morto le viene restituita, anche se per tutta la vita non ne ha avuto.

E’ interessante, perfino accattivante scrivere della dignità, anche se oggi in questo odierno da Medioevo Oscuro, chiunque è autorizzato o si autorizza di altrui, calpestare e levare dignità, e questo declino, questa morte dell’umanesimo, ci hanno fatto cadere e vivere in un medioevo oscuro.

I latini dicevano “ Sunt aliquid manes “ vale a dire: ciò che resta di noi non è nulla, è qualcosa di unico ed essenziale.

Ciò che resta di noi nel senso fisico, e soprattutto nel senso spirituale, la memoria, la traccia, sia pure povera, misera, infima, è qualche cosa, sunt aliquid manes, e questo qualche cosa è costituito dalla dignità, dalla dignità della morte, dalla dignità del cadavere. Un arcano, un mistero, il cadavere che vuole essere sepolto dignitosamente. Non c’è niente che ci fa essere quello che siamo, ab origine, più di questo: la sepoltura.

Siamo diventati uomini, e abbiamo avuto accesso alla dimensione più propria della nostra umanità nel momento in cui abbiamo incominciato a seppellire gli altri uomini, a seppellire ciò che resta di loro.

La sepoltura di questo qualcosa è la risposta ad un appello che questa – cosa-non cosa – rivolge a noi, un appello, che ci viene, badate bene, da una profondità molto radicale che non quella della razionalità.

Non c’è prova più bella del fatto che alla radice del nostro –essere – quello che siamo o quello che eravamo, c’è la moralità, non la razionalità, ma anche qualcos’altro di molto più importante:

la dignità!

E noi sappiamo da sempre, o meglio dovremmo saperlo e tramandarlo, insegnarlo, educarlo, a pensare che non c’è offesa maggiore che si possa fare a un uomo, a una donna, che mancargli, che mancarle di rispetto, quando è vivo, quando è viva, quando muore, e dopo che è morto.

Non a caso i russi, i grandi romanzieri russi, hanno evocato una bellissima e misteriosa figura:

lo  “ iurivodivo “, il folle di Dio, quel folle che misteriosamente è più vicino a Dio di tutti gli altri, di tutti quelli che hanno una grande razionalità.

Ecco dunque, la dignità è ciò che sta in alto, nel punto più alto dell’esperienza umana, e ciò che sta in basso, nel punto più basso dell’esperienza umana. Sta là dove l’uomo realizza, in modo più compiuto, più perfetto, la sua essenza, la sua umanità, e sta là dove questa essenza, questa umanità è invece proprio al contrario minacciata se non addirittura negata.

La dignità dunque è questo: è autodeterminazione, è libertà, è vita!

“ Fatti non foste a viver come bruti “ !

 

martedì 13 luglio 2021


 

In certe sere di maggio

 

Di Vincenzo Calafiore

14 Luglio 2021 Udine ( Italy )

 

 

In questa notte di maggio di un tempo a venire ci vorrebbe una matita per disegnare il mondo che si vorrebbe e i colori più belli per dargli più calore e luce.

Ma è una notte di maggio in cui si può fuggire verso un sogno che forse non ci sarà.

Con quella matita disegnerei il tuo volto simultaneo, imparato a memoria che saprei riconoscere  fra tanti uguali, perché credimi non v’è al mondo un altro volto così …. come il tuo!

Vorrei in questa notte lontana, ritrovarti con quegli occhi che invitano a sognare; ma è un tempo a venire su strade deserte che non s’incrociano mai con altre!

Che sogno essere qui adesso all’alba attesa in un sorriso, mentre piano svaniscono quegli abbracci nei ricordi di un tempo già finito.

Tu non sai quanto bella sei!

Io conosco le tue arie magiche, conosco la tua vita e so che ci posso morire in certe sere di maggio col sole racchiuso nel cerchio di una mano.

Sei la cosa più bella che possa rimanere addosso a un uomo!

In certe sere c’è l’incanto in cui rimarrei il più possibile sperando d’essere rapito per sempre, come può succedere con un sogno dal quale pregare Dio di non svegliarsi mai.

Questo è amore … è quell’amore che non ti lascia tregua sempre con quel pensiero in testa, sempre con quelle visioni negli occhi … ma a vincere sai è la stupidità, la stupidità viscerale della vita che come antico frantoio macina fino a renderci una specie di poltiglia maleodorante e volgare, come le tante esistenze vendute al – prossimo punto - !

Io no so cosa sia esattamente quel mio venire e tornare sempre, sento in me la sua magia …. È l’amore!

E’ così vero questo amore da poterlo raccontare,

è così vero da poterlo toccare questo amore senza nome, senza volto….

Adesso in questa lunga notte di maggio consumatasi lentamente nella luce d’una candela, quando lassù alzando di poco lo sguardo ce ne sono milioni accese e tutte troppo lontane da me:

stelle che come te brillano di più negli occhi di maggio.

Se tu sapessi a quanta meraviglia s’aggrappa la mia vita per non essere portata via dallo sciame di stelle cadenti che proprio ora si tuffano nel mare, un poco più in là del mio passo, poco più forte di un respiro, poco più lento di un cuore che sa di macerare in certe distanze.

Ma tu… Tu ricordami!

Ricordati di quelle sere di maggio, quando tenendoti per mano prendemmo la rincorsa per fare quel salto che ci permise di superare quei confini che altrimenti ci avrebbero diviso, feriti, rinchiudere in una delle tante prigioni dalle quale mai nessuno ha fatto ritorno.

Noi siamo ritornati e ci siamo scoperti diversi …. Dopo aver lasciato le nostre anime su quella spiaggia dove abbiamo visto le nostre vite scorrere su quei fiumi di silenzio nell’adolescente alba che di noi aveva tutto, ma proprio tutto senza anima!

E ti amo e te lo dico adesso in questa mia notte lontana dalla tua!

Te lo dico adesso di amarti! Questa notte che non amandomi mi scaraventa nel brusio di ombre sonnecchianti al bivio!

 

martedì 6 luglio 2021


 

… L’unico modo in cui l’amore sa guardare

 

 

 

Di Vincenzo Calafiore

07 Luglio 2021 Udine ( Italy)

 

“..la sentirai, arriverà quel momento

eccome se arriverà la felicità!

Ti sentirai felice, felice da morire, e la vorrai

trattenere perché sarai felice.

Ma tu non sai che la felicità non la si può

trattenere, a una farfalla non

si possono togliere le ali !!! “

                           Vincenzo Calafiore

 

 

Tu lontana dagli occhi miei, non capirai mai quanto amore c’è in ogni sguardo, il calore in ogni mia parola.

Saprei ritrovarti tra la gente riconoscendo il tuo profumo …. Quel profumo di giovinezza che mai potrò scordare.

Questo accade nei miei giorni dentro un caleidoscopio tutti uguali e opacizzati da stanchezze fisiche e pressioni psicologiche: cercarti ovunque.

Ti amavo già, ti amavo ieri quando ancora non ci eravamo incontrati, quando non sapevi della mia esistenza; vedi questo è l’unico modo in cui l’amore sa guardare e parlare!

Io ti parlo a questa maniera!

Io di te mi ricordo, quando venivi nei miei sogni, e indossavi sempre lo stesso vestito, portavi in testa lo stesso cappello bianco ed in mano stringevi un mazzetto di amapole …. i fiori che più amo!

Ti amo in questo “ oggi “ di dimenticate periferie, e decadenti quartieri, è un oggi che fa paura.

Fa paura perché continuiamo a nasconderci sotto le stelle di un tempo vissuto!

E’ un lenzuolo che sa di te …. Sotto gli sguardi di tutti che non sanno e non vedono.

Ma che ne sanno loro cosa è l’Amore?

Che ne sanno loro di come ci amiamo?

Che ne sanno loro di come ci cerchiamo e ci rincorriamo senza poterci incontrare?

Che ne sanno del freddo di una stanza vuota!

Che ne sanno loro, gli altri, dell’unico modo in cui l’amore sa guardare?

Che ne sanno dell’amore se si fanno decimare dalle prime difficoltà?

Ecco vedi, quante domande nascono da un solo pensiero?

Amare non è facile, non è semplice, non è da tutti, amare è una traversata degli oceani su un pezzo di legno, sono notti di solitudine, le risposte che mancano, le parole non trovate, il retrogusto amaro di un sorriso, è comprendere i silenzi, le devastanti distanze.

L’amore è tutto quello che si può fare, è non un ovunque è con me!

E’ il segreto della vita, la via per raggiungere altri pianeti, è tornare sempre dove tutto è cominciato.

E’ un tempo di pagine piene di storie che sono state vissute forse in altri tempi, tra le sue pieghe, senza sapere, e lì in quel tempo non c’era niente, non c’era gente, eravamo solo noi due!

Ma è in una notte come questa che ci si può incontrare per continuare a sognare;

e ci vorrebbe il mare per poter continuare, per incontrarti, per andare nel cuore di una poesia

dimenticata e recitata sbagliata, imparata in fretta nella corta memoria di una notte in cui forse potrei lasciarmi andare, è in una notte come questa che ho visto la mia vita andare via da te!