mercoledì 14 dicembre 2022

 

Come in un abbraccio

 

 

Se solamente mi toccasse il cuore, l’amore accanto.

Se appena lo sfiorassi come fosse mare

Amore, con il tuo abbraccio.

A volte come triste porto

a volte come autunno in foglie.

Come sangue con i tuoi mari

cangianti e vacillanti, a volte vieni ai miei occhi

triste e solitario sogno.

Come diffusa assenza mentre cade solitudine

e si fa tramonto a un’ala di gabbiano:

come conchiglia vuota, muta e profana,

bella appari dalle diffuse nebbie di una notte

di tempeste antiche.

Come malinconico sogno

mi lasci tra le pieghe di un tempo

se solo ti fermassi per una notte d’amore

come fanciulla bianca di cipria t’offri al solitario abbraccio.

 

                                                                      Vincenzo Calafiore

giovedì 8 dicembre 2022


 

                                                    Si può fare

Di Vincenzo Calafiore

09 Dicembre 2022 Udine

 

A questo punto dovremmo dircele le verità, ti pare?

Si lo so, potresti obiettarmi, chiedendomi: ma dove sta la verità? E mettermi in difficoltà perché io proprio non so dove possa stare la verità, ma nel frattempo un dubbio mi assale e cioè: è mai esistita la verità?

In questo caso sarebbe importante il linguaggio, se vogliamo proprio dirla tutta, diverso per stile e accentuazioni di immagini, intesi a sottolineare forse,e a favorire il clima di antitesi, di opposto confronto, di alterno conflitto che sta alla base della nostra esistenza.

 La  - verità – è lì in quell’angolo di cielo che a fatica gli occhi miei riescono a contenere, bella nel suo splendore, irraggiungibile a volte.

Tanto bella da non posso fare a meno di alzare gli occhi e ….. cercarla; a volte accade di trovarla, a volte sembra perfino finta, o come  un bel ritratto dipinto da un angelo.

Gli Angeli, sai, esistono!

E sono tra noi, badano a noi, ci guidano, ci tengono per mano, ci accompagnano nel nostro viaggio tra pattume e letame.

C’è una cosa che potremmo fare … tornare ad essere: umani.

Potremmo tornare a cercare la felicità.

Potremmo tornare a vivere.

Perché questa che stiamo vivendo non è vita ma neanche tempo! E’ un’orrenda attesa di un qualcosa che a noi non giungerà mai.

E’ una trappola mortale.

Un buco nero che sempre più allontana dalla luce, dal calore del sole.

Potremmo provare a riprovare le emozioni sempre verdi se solo riuscissimo a pronunciare con il cuore quella piccola parola: ti amo!

Non è difficile pronunciarla se è dal cuore, difficile è coniugarla.

Si può fare amore

Si può fare vita

Si può fare esistenza.

Ho bisogno di un piccolo pretesto

per tornare a vivere , per andare a trovare il mare

magari per farti una dichiarazione d’amore

non lo so dammi una sberla in faccia

o un bacio, o fammi una carezza… facciamo finta che sia possibile stare insieme così

come due vecchi amici in riva al mare.

Ora ci vorrebbe il mare, chiudere gli occhi e respirarlo, per respirare felicità, per tornare a vivere.

Ho imparato qualcosa da tutta la mia faccenda, è quanto sia facile perdere ciò che pensavo fosse stato mio per sempre.

La gente mi passa sopra come fosse niente il mio tutto! A salvarmi è l’infinita bellezza del vedersi e corrersi incontro e abbracciarsi, rimanere abbracciati il più a lungo possibile ….

E invece sono qui a ricordare i suoi occhi, quelli che un tempo conoscevo io, se ne erano già andati ancora prima!

Sai una cosa?

Non ho mai visto le onde arrendersi! E tu perché ti sei arreso?

venerdì 25 novembre 2022


 

Vincenzo Calafiore

 

Ubi tu gaius, ibi ego gaia

“ Ovunque tu sarai, io sarò “


 

La mia età, come definirla?

E’ un tempo non tempo, un luogo non luogo, è , e non è, è un mucchio di tante cose belle o brutte messe assieme; ma potrebbe essere felicità, quella felicità vera, intima e preziosa, lontana da ogni cosa, è esistenza.

Alla mia età, 77 anni !, ho raggiunto una specie di saggezza che non mi fa avere pazienza.

Non ho voglia di capire, non ho più quel desiderio di “ piacere “ a nessuno, ma cerco ciò che più mi piace. Non ho più voglia di sorrisi falsi, di cortesie scontate o di quei rapporti di convenienza. Ho quella saggezza che mi fa dire “ Sai cosa c’è ora ? Ma vai al diavolo! “

Capita ormai regolarmente ad ogni mio risveglio, dura pochissimo, una manciata di secondi di eternità. Mi guardo attorno e realizzo che quello che stavo vivendo prima era un sogno con te ed era tanto bello, tanto armonioso che mi sembrava quasi vero. Poi socchiudo gli occhi e mi isolo, quasi a voler tornare lì, fuggire da tutti e da ogni cosa di questa realtà, ma soprattutto fuggire da quei pensieri che hanno in se tracce di umanità da dimenticare.

Tacito il cuore, sperando di non provare dolore e mi fingo immortale.

A sapere cosa voglia dire amare!

Amore sai cosa che non ho mai provato? Essere amato.

Sono stato quello che non ha mai abbandonato nessuno, quello che ha trovato una soluzione ai problemi, sono quello che rimane al fianco dopo ogni pugnalata ricevuta, sono io sempre io quello che ama disperatamente.

Ti amo disperatamente!

Sai perché ti amo? Ho iniziato a fare un discorso fra la tua bocca e la mia, e ho visto ad occhi chiusi il tuo viso, ho parlato con il tuo cuore, con la tua anima, poi sottovoce ti dissi; ti amo.

Te l’ho detto pianissimo confondendomi col tuo seno, le mie mani nei tuoi capelli confusi, le mie labbra che hanno provato le tue umide assaporandoti nella memoria, ho sentito la tua guancia morbida e profumata, ho sentito nel cuore l’ebbrezza di dolce poesia, riempiendomi la bocca di ogni tuo desiderio nell’aria satura del tuo profumo, poi solo voci e sapore di vita.

Fermarsi …. Appartenere.

Restare, rimanere, dimorare!

Penso a questa parola – dimora- e dico dimorare … una parola bellissima che nessuno usa più! La maggior parte dice; vivo lì, sto lì …. Ma dimorare è tutto un’altra cosa.

Ha in se la dolcezza e la poesia del rimanere, che è del rimanere. E’ un rimanere sì, ma è di più, è vivere. Perché dimorare è il luogo in cui piace vivere, anche quando non ci sono dentro, ed è un rimanere, è una maniera più grande di rimanere, io dimoro in te!

Appartenenza è una parola dolcissima che amo e adoro.

Appartenersi è meraviglioso, non prevede legami di forma, ma viene dal semplice riconoscersi e viversi, di due anime farne una.

Appartenersi per il piacere dello stare assieme, esserci l’uno per l’altra.

Appartenersi con amicizia e amore, nella distanza, nel tempo,con il piacere di viversi, gioia di ritrovarsi, di attendersi, certezza di esserci.

Ecco, amore, io ti appartengo! Dirlo senza paura, senza vergogna, perché l’amore vuole questo e l’amore a volerlo, pensare che essersi incontrati e di appartenersi sia il miracolo più prezioso, un miracolo di vita.

Perché il verbo amare come il verbo leggere, sognare non sopportano il modo imperativo.

L’amore come la lettura deve essere una forma di felicità intima e preziosa e non si può obbligare nessuno ad essere felice!

Se tu sapessi amore quante volte ho detto no ad altri occhi, pensando ai tuoi occhi!

Ti amo.

 

 

 

 

 

 

martedì 22 novembre 2022


 

 

 

Vincenzo Calafiore

Frattaglie d’infinito -

Perso nel dolce girone di

parole di una strofa, di una poesia mai scritta, pensata parola per parola, rigo dopo rigo, nella malinconica attesa della sera.

Penso e sorrido, a volte piango, davanti alla televisione, come piangono e ridono i bambini.

Fra i tanti ricordi che se ne sono andati, uno mio, di un ladro di coriandoli, che il tempo si è portato via, senza tenere conto della sua bravura, di come rubava alla notte i suoi coriandoli di stelle.

E’ un periodo della mia vita in cui anziché abbracciare  vorrei essere abbracciato.

Mi manca persino quel bacio notturno con il quale auguro la buonanotte a Gesù che mi guarda dall’alto del comodino.

Dormo di più la mattina, nel silenzio profondo di una città morta, silenziosa, cimiteriale; appartengo anagraficamente alla categoria di : ladri di coriandoli.

 

Quei sogni appesi a uno spicchio di luna nelle freddi notti d’una età vergine e puttana.

Ma è in questo sterminato silenzio, sacro e misterioso, che si comprende tutta la nostra pochezza, la nostra vigliaccheria. E mi commuove la mia consapevolezza di mettere a repentaglio la mia vita per salvare il ladro di coriandoli che è in me.

E questo silenzio sarebbe molto opportuno per i tanti privi di competenza che continuano sproloquiare, privi di ogni pudore, di ogni senso di limite.

Sono questi che con solerzia e tanta supponenza riempiono il tempo, di nulla dei tanti.

 

Ora, in questo mio tempo più di scampoli che empietà, dovrei fare tesoro di questa mia solitudine, dovrei trovare e dare un senso al mio – finale - , al mio ultimo atto.

Quello che provo somiglia a quando al cinema, negli anni cinquanta si spezzava la pellicola e accadeva di essere sbattuto fuori da quella storia che era stata capace di sottrarmi allo squallore e alla miseria del quotidiano.

Rottura accolta da un boato di insulti e male parole, delusione simultanea all’improvvisa accensione delle luci di sala.

Me ne stavo seduto, stretto in me stesso, cercando di tenermi il film dentro, aspettando che ricominciasse perché fossi restituito alla magia di quel magico altrove.

Ecco questo tempo che sto vivendo che non somiglia a niente, è un pezzo della mia vita che vivo con gli occhi chiusi, in attesa di poterli riaprire in un’alba nuova, meravigliosa.

E quel mondo che si sta allontanando, che non tornerà mai più ad esserci, che non piaceva a nessuno, del quale tutti si lamentavano, eppure temo che si proverà per questo ancora una forte nostalgia.

 

Allora mi chiedo perché in questo tempo sospeso non c’è vita, perché non dare la possibilità a questa umanità di scoprire che c’è altro, al di là dello sterile cicaleccio dei bar, dei salotti, perché non provare a scrivere una canzone d’amore e libertà e cantarla tutti?

Ora ci sono giorni in cui il solo atto di respirare, lascia stremati, sembra più facile rinunciare a questa vita e l’idea di scomparire da pace … ma non è così c’è sempre qualcosa che viene a riportare alla vita, al desiderio di vivere e sono gli occhi di una donna!

Così ancora una volta facilmente come nasce un’alba o si svela la luna,

ho capito che la mia opera era scritta, perché la più bella storia d’amore è Vivere!

In queste frattaglie d’infinito!

 

 

 

 

                                                     Solitudine

 

Le ultime parole del tuo andare via

mi fecero capire che non sapevo nulla

e che ero giunto nel tempo necessario

di imparare i perché dell’amore.

Così, fra parola e parola

seppi che sommare è unire

e che sottrarre lascia solo vuoti.

Che i colori ingannano l’ingenuità dell’occhio

Che sono le strade, i marciapiedi

gli incroci le parallele, la ragione dei passi.

Amore quanto mi è difficile amarti

così in questa distanza, da questa mia solitudine.

 

Ho imparato che la via più breve per raggiungerti

è lo sguardo, che amarti sarebbe un’altra vita ancora.

Tornai a disfare l’eco del tuo addio

e al suo posto ricordai le più belle parole

che al dì mi legano nel ricordar gli occhi tuoi

scuri e sereni.

Serena notte m’attese

ancora una volta come una rosa,

nascere e rinascere per amarti ancora

nella serena e inquietante scrittura dei tuoi occhi!

 

                           Vincenzo Calafiore

 

 

venerdì 11 novembre 2022


 Il ladro di coriandoli



Di Vincenzo Calafiore

12 Novembre 2022 Udine


“ …. Era quello che loro volevano,

che mi arrendessi!

Glielo leggevo negli occhi, nei finti sorrisi

quando credevano che non guardassi.

Parlo, per loro sono sciocchezze,faccio

il distratto, ma non è così, sai?

Osservo tutto invece.

Sono troppo sicuri di se, troppo stupidi per accorgersi

che io non ci sono più, ascolto, parlo, sorrido,

ma non ci sono più “ 

( Il moto della lentezza 1982) Vincenzo Calafiore


…. Era quello che “ loro” volevano, che mi arrendessi!

Glielo leggevo negli occhi, nei finti sorrisi quando credevano che non guardassi.

Parlo, per loro sono sciocchezze,faccio il distratto, ma non è così, sai?

Osservo tutto invece e taccio.

Sono troppo sicuri di se, troppo stupidi per accorgersi che io non ci sono più, ascolto, parlo, sorrido, ma non ci sono più.

Io e lei quella che sarebbe dovuta essere la mia vita,ci incontrammo in una taverna nel bel mezzo di un deserto; eravamo in viaggio da parecchio tempo e, in quel tempo imparai a guardarla, ad ascoltarla la mia vita.

E la vidi come il paesaggio che scorre dal finestrino di un treno che corre veloce, rallenta nelle stazioni senza fermarsi mai. 

E’ un treno che a guardarlo corre piano, come per dare tempo di guardare, annusare l’aria, a sentire quel forte profumo di libertà; ma è un inganno, corre a una velocità elevata senza dare tempo di vedere, annusare, sentire ….

E lì che la ritrovai seduta dinanzi a me, entrambi seduti su uno strapiombo con le gambe sospese nel vuoto di un baratro.

Non so perché, mi guardava coi suoi occhi, bui come la notte, mi scrutava. Ci scrutavamo come fanno due estranei.

Quando mi disse con voce sicura: “ sei l’ultimo ladro di coriandoli “ una razza in estinzione, da difendere, proteggere!

Vedi? Io sono nient’altro che un grande sogno che per esserlo davvero deve cominciare con un sognatore! Sei tu il mio – sognatore – per questo rimango con te, ho bisogno di te, per vivere, per essere vita.

Mi strinse a sé forte, come se in quell’abbraccio fossero racchiuse tutte le paure, le parole trattenute, le emozioni taciute, a volte in un abbraccio ci si ritrova, noi ci perdemmo tra cuore e anima. 

Insieme ci ripulimmo delle vecchie ferite!

Allora cambiai e divenni quello che mai avrei pensato di essere non per scelta, ma per difendermi, non si vive per accontentare gli altri! E quegli anni furono gli anni più felici, quelli mai dimenticati.

E vennero a trovarci le prime luci del mattino, come se fossero le prime parole di una storia d’amore: ti amo!

In quell’aria lei si muoveva come una ballerina, sulle note di una malinconica canzone, ballava leggera come una nuvola su quel palcoscenico ai confini di un’esistenza stentata.

Mentre la radio lasciava nell’aria le note di Hey Jude!  Provai a scrivere una poesia di un’estate lontana, calda, come calda si sentiva la pelle sotto il sole. Ma la verità è che ci portiamo dentro chi non siamo riusciti a tenerci accanto.








mercoledì 2 novembre 2022


 

…. E , tu ?

 

Vincenzo Calafiore

3 Novembre 2022 Ud

 

 

 

Sai quanto fa male non poter abbracciare chi ami, quanto silenzio c’è al risveglio, e quanto spaventa quel mostro invisibile che cambia continuamente la vita e costringe a vivere nella lontananza.

Ho imparato che non bisogna arrendersi mai, anche quando il traguardo sembra lontano;

che per vivere bisogna essere, straordinari, sognatori, coraggiosi, capaci di tuffarsi nelle emozioni, a sperare no nel possibile ma nell’impossibile.

E tu,

tu sei capace di ascoltare il mare, di camminare sotto le stelle, di riempire la tua anima di sogni?”

                                 Vincenzo Calafiore

 

 

Amore, mi prenderò cura di te, dei nostri ricordi, di quei nostri sguardi che hanno attraversato l’anima e il cuore, dei nostri respiri che nel buio colmavano la lontananza.

Farò di tutto per non dimenticare nulla di ciò che siamo stati, la felicità di pochi attimi che abbiamo condiviso, le promesse che ci siamo fatte, le parole sussurrate in riva al mare, ogni pensiero che abbiamo affidato alle maree.

Io ti amo e ti amerò, per sempre ti amerò!

Sorriderò tutte le volte che mi torneranno in mente i tuoi occhi, che tanto assomigliano al mare; non dimenticherò mai il primo bacio con tutta la sua emozione, le carezze.

Nessuno inverno mi porterà via questi ricordi.

Ogni volta che guarderò il mare tutto tornerà in mente, e sarà come se tu fossi qui con me, anche se non lo sei.

 

Ogni cosa che facevi ci mettevi il cuore, ti sei rialzata sempre tutte le volte che sei caduta.

Quello che più ho amato di te è che tu non hai mai dimenticato le tue ferite, perché sono il prezzo che hai dovuto pagare per essere quella che sei stata. Perché non ti sei mai arresa, perché hai imparato a sopravvivere al dolore e nonostante tutto hai continuato a sognare!

Sai ci vuole coraggio a lottare per vivere, a volare per poter amare e tu lo hai!

 

Nessuno potrà mai decidere cosa e chi sei, nessuno potrà  mai dirti che tu non sei abbastanza;

perché tu sai amarti e troverai sempre il sole dentro di te così forte da risplendere anche in quelle giornate uggiose.

Ma impara a danzare nel vento della vita, ama sempre il tuo coraggio di Donna.

 

Ma quanta forza ci vuole ogni giorno per non arrendersi a questo devastante sistema, quanto coraggio a trattenere le lacrime nascoste dietro un sorriso, a ricominciare ogni giorno.

Avere il coraggio di andarsene.

Lo sai ci sono giorni in cui pensi  di non avere il coraggio di andare avanti nel tuo cammino; giorni in cui ti senti sola e di dover contare solo su te stessa e stringerai i pugni; scoprirai che ci sono cadute  che si trasformeranno in straordinari e fantastici voli, troverai sorrisi e abbracci che ti faranno guarire, vivere.

Non permettere a nessuno di spegnere il tuo sorriso, non aver paura di smarrirti, perché ogni giorno potrà essere un nuovo inizio, una nuova vita, una nuova occasione di poter amare.

Sai, dovresti amarti così come sei: fragile, autentica, ribelle, sognatrice, amorevole,  con tanta voglia di te stessa!

Ubriacati di sorrisi, di primavere, di voglia di perderti nel vento della vita, di sdraiarti in riva al mare e annegare dentro un tramonto.

Abbi voglia di tenerezza, leggerezza, di felicità, d’amore!

Impara a cadere e a rialzarti sempre, a ricominciare.

Abbi il coraggio Donna di aprire le ali e di volare alto lassù nel cielo della vita!

 

lunedì 31 ottobre 2022


 

 

Nel dolce divenire di un sogno

Vincenzo Calafiore


Quantunque abbia amato nel mio recente passato la mia età, e abbia con le condiviso momenti se pur in verità brevi di puro sollazzo, e mi sia stato concesso da ella di poter attraversare navigando a volte di lievi remate, e a volte le sue terribili procelle, sono ahimè qui giunto a questo terrapieno, ultimo mio baluardo in difesa di quella mia per gentil concessione la mia tarda età.

 

Scoprire ahimè quanto sia difficile rimanere aggrappato al legno di buona speranza o di disillusa attesa di una misera compensazione tra l’ieri di mio e il divenir domani in questo mare grande come un oceano.

Ogni dì salpare da un porto diverso sulla stessa rotta dei sogni che come nuvole bianche svaporate o grandi iceberg galleggianti a volte mi fanno vagare per giorni e giorni senza una rotta precisa o affogandomi mi trascinano negli abissi di un tempo non tempo di una peggiore solitudine.

 

E i sogni, i miei amati sogni che giocando d’azzardo mi illudono che in fondo alla fine di questo mare io possa trovare la fantastica chimera felicità!

Ma il mio sogno  dagli occhi smarriti nei verdi e un leggiadro sorriso dov’è ?

 

Amare è un legame di marea e riva, con quel lasciarsi e riprendersi subito dopo.

Dimenticarsi e ricordarsi, cercarsi nelle ore perdute, ritrovarsi alla soglia di un desiderio di pace e di serenità.

Amore ten piedad de mi ! De mí que por buscarte estoy perdido y sólo tú podrás devolverme la vida. Ámame como sólo tú sabes hacerlo, ámame con toda la fuerza que hay en ti.

 

Le lancette del tempo corrono, e come cerchi nell’acqua non mi fanno raggiungere mai la riva.

E’ una maledetta spirale che sempre più conduce verso il vuoto, quella che mi costringe a questa giostra!

Amore prendimi tra le tue braccia, aiutami a sognare,

aiutami a tornare da te, nelle tue maree, nei desideri di un’età perversa, questa età che a piccoli morsi mi sta portando via da te!

 

Amor tómame en tus brazos, ayúdame a soñar,

ayúdame a volver a ti, en tus mareas, en los deseos de una edad perversa, esta edad que a pequeños bocados me va alejando de ti !

 

 

 

 

 

 

 

domenica 30 ottobre 2022


 

Le ragioni dell’esistenza

 

 

Vincenzo Calafiore

            4299

 

 

Ciao è da molto tempo che non scrivo, e mi dispiace pure di non averti mai scritto prima e spero che lo sconforto dato dal dover precisare l’ovvio, non mi faccia passare la voglia e il coinvolgimento delle ragioni del cuore.

Ho avuto in questo tempo e forse non per un attimo la sensazione di quando in tarda età ho capito di non aver detto abbastanza a chi mi ama quanto gli abbia voluto bene.

Sono stato per te e per molti altri lettori silenti, una luce in certi momenti di profondo buio personale, e sono stato dimenticato senza un grazie.

 

Non è questo a farmi passare la voglia di scrivere, semmai mi infastidiscono,

ma d’altro canto sono i sogni a farmi continuare a scrivere.

Non sono i complimenti, di cui ringrazio di cuore, certi veri, e molti altri vuoti, tanto per fare, senza alcuna emozione rasentano l’ipocrisia ed è forse meglio non farli.

 

Ma, scrivo! E per il semplice fatto di avere un sogno, un orizzonte da raggiungere; e non intendo un luogo preciso, ma dove vuole il cuore o per il nobile senso etimologico del verbo  σκέπτομαι (skeptomai ) !

Intenso come guardare verso, scrutare, stiamo tutti quanti andando assieme nella stessa direzione, solo che a non guardare è la maggioranza.

Non è che io abbia chissà quale capacità intellettiva o predittiva e non mi sentirei comunque a mio agio a ricoprire un ruolo di……saggio, mentore, stregone.

Però una cosa mi è rimasta sin da piccolo, una cosa che mi ha creato non pochi problemi … Sento sempre quello che provano le persone, anche se fanno di tutto per dissimulare o mostrarsi all’opposto.

 

Io purtroppo dietro, la sicurezza e la caparbietà mia si nascondono le mie fragilità, le delusioni, le solitudini a cui questo sistema del bell’apparire, dell’aggressività, la buffonaggine, la prorompenza seduttiva sempre sottopone.

Io dietro a tutti questi vedo cosa manca, cosa cerchiamo.

Vedo l’esatto momento in cui c’è bisogno di un abbraccio, di una carezza, di una parola di conforto, di uno sguardo che sappia di fierezza, orgoglio, dignità, non certo di arresa, per questo sono qui, per questo scrivo ancora.

E non è una bella sensazione.

Questo è il motivo per cui non posso pensare di avere solo uno “ scopo” o solo un punto di arrivo in cui fissare il mio tempo.

Siete voi il mio punto di arrivo!

 

Avrei voluto che voi camminaste con me, in questa vasta solitudine.

Forse è in questa frase che è racchiusa tutta la mia inconcludenza, spesso vana,

e ancor più dolorosa, ma è così che sento il mondo e farei un grande sbaglio a lasciarvi per viaggiare da solo. Questo è un ritorno.

 

Ci vediamo nella luce”!

 

 

 

 

 

 

 

 

martedì 18 ottobre 2022


 

 

La vita felice

 

Di Vincenzo Calafiore

19 Ottobre 2022 Udine

 

 

Non avrei mai immaginato che a un certo punto la mia vita fosse cambiata così repentinamente; è per me come trovarmi catapultato in un mondo a me sconosciuto, per meglio intendermi è come essere in mezzo a un deserto senza una bussola, o punti di riferimento diversi dalle stelle …. Quelle ci sono sempre e sono sempre lì con la certezza di alzare gli occhi al cielo e di trovarle; ma qui su questo pianeta terra, non c’è nulla di certo, nemmeno la vita, perché nella jungla, in questa jungla tutto può accadere.

Ora mi ritrovo a rincorrere all’indietro la mia vita ed è come tornare a un’isola di pace; quello che vorrei dire senza l’uso di parole difficili e pensieri contorti, che un tempo nonostante i problemi guardando avanti su quella ipotetica autostrada trovavi la svolta a destra, “ uscita “ e si imboccava seguendo la segnaletica la direzione “ Futuro “ ! Ma oggi non c’è più un’autostrada, ma una pista di autoscontri e non c’è nessuna uscita a destra, ma neanche l’ombra del cartello: Futuro.

Tutto è così ahimè difficile, privo di speranza, pieno di immediatezza, di soprusi, violenza, spregiudicatezza.

Ora come ora vorrei salire sul quel treno il  - Polaris – e raggiungere la fantasia, la poesia della fantasia!

Purtroppo non esiste, e posso solo farlo esistere nella mia mente, che a fatica cerca di rimanere aggrappata a quel “ Mondo Antico “ che vive in me.

 

La domanda è: che ci faccio io qui ?

La risposta è: non lo so.

Ma non so nulla o quasi poco, perché è tutto così frenetico che con grande difficoltà appena si riesce a memorizzare poche cose, dimenticandone tantissime altre; c’è una canzone di Memo Remigi: “ Cerchi nell’acqua “ non so quanti di voi la ricordano; una bella canzone ma che rappresenta pienamente la vita di oggi dove i nostri cerchi nell’acqua non raggiungeranno mai la riva!

Per fortuna in mio soccorso c’è il “ sogno”  non importa se potrò realizzarlo o no, l’importante che ci sia; non necessariamente l’amore voglio dire, ma il sogno che mi sappia in qualche maniera traslare sul pianeta – futuro -.

Ma il guaio è proprio questo la mancanza totale di una purché minima speranza di almeno poter pronunciare la parola – domani -.

E’ un cancro che non perdona e lentamente uccide la quotidianità intreseca di guerre, mal vivere, disperate fughe dalla povertà, corruzione,il tutto condito di ipocrisia, funestata dall’ipocrita e marginale forma di inesistente libertà, perché questa non esiste.

 

Non esiste più neanche uno straccio di umanità, quella che vedo è lo spettro di qualcosa che ormai è immagine sfocata nella memoria, questa oggi oberata e sommersa da mille difficoltà a malapena forse saprebbe in quella che fu, riconoscersi.

 

 

 

venerdì 7 ottobre 2022


 

 

Comunque sia

 

Di Vincenzo Calafiore

08 Ottobre 2022 Udine

 

 

L’amore e la felicità, le due facce della luna che ogni notte della mia vita ho guardato.

E come ogni notte sono uscito per andare a riprendere il mio sogno!

Quel sogno che per mano mi ha portato all’amore, come alle paure, ai timori che sono in me.

E da qui allora che ha inizio la mia “ storia “ da un sogno.

Ma, sai, non mi sono mai stancato di girovagare di notte come un randagio tra le stelle  e di corteggiare l’infedele luna in cambio di un sogno.

La verità è che la fantasia, la poesia non le ho mai svendute, nemmeno per un sogno !

Piccola e intrigante notte, che vai raccontando alle anime della tua corte, la felicità, dimmi quando questa verrà ai miei occhi!

Se mi venisse chiesto, cosa è a farmi felice, risponderei che è il mio sogno quello che rimane con tutti i suoi dubbi, le incertezze, le paure, ma anche quello che mi dicem che tutte le carni sono buone, come il sangue, rosso, buono come il vino, che scorre in tutte le vene a portare vita! E’ l’amore?

E’ un sole che scalda dal basso verso l’alto… fino e oltre il cielo!

Non sai e, mai potrai saperlo quante notti ho passato a guardarti, in mezzo a un mare nero come il petrolio,come a cercare un dialogo con te, forse tu mi parli e non ti capisco, o potrebbe essere l’inverso che io ti parlo e tu non mi ascolti.

“ Tu mi guardi e pensi che io sia triste!

Vedi quanta luce ti do?

Rischiaro perfino il mare, il buio in cui sei ogni notte, ogni giorno.

Tu vedi due facce! Le mie due facce e pensi come sarà quella che non vedi!

Non hai capito che quel che vedi è la tua vita o quel che cerchi da sempre sciocco!

Allora pensa che la luce è la tua vita e quella scura è la tua felicità, 9incerta, probabile, forse!

Quindi non chiederti cosa sia io, ma chiediti cosa sei tu!

 

 

mercoledì 28 settembre 2022


 

L’emozione di perdersi

 

 

 

Di Vincenzo Calafiore

28 Settembre 2022 Udine

 

Sono diverse le percezioni della solitudine è del tutto personale.

Per alcuni essa è un fatto monocromatico, un qualcosa che non cambia mai nelle tonalità, e quando la sentono sopraggiungere avvertono lo stesso sgomento che proverebbero di fronte all’imminenza di una minaccia. Per far fronte al senso di angoscia conseguente, questi trovano rifugio nei rumori di sottofondo, come quello della radio, la televisione.

In maniera opposta si comportano coloro che accolgono la solitudine di buon grado facendone una cosa buona, e sarà inevitabile che siano invidiati per la familiarità con cui ne trattengono il rapporto.

La maggior parte degli individui, anche più timorosi, facendo uso dell’arte dell’evitamento, vorrebbero cancellare le emozioni facendo ricorso a certi riempitivi, atti a rinverdire l’illusione della vicinanza con persone che, come loro sono alla ricerca di un antidoto al terrore di trovarsi soli.

 

Accanto alle diverse strategie adottate c’è la dipendenza ai diversi artifici cui ricorrono, che immancabilmente finiscono per invadere la loro vita, fino a divenire essi stessi ostacoli per la libertà personale.

 

Tuttavia, il diffuso comportamento di evitamento della solitudine fa comprendere quanto forte possa essere la paura di trovarsi a stretto contatto con una tale condizione, facendo nascere spontanea la domanda sul – perché – essa comunichi sensazioni per lo più negative.

Con la chiarezza e il tono conversazionale che gli sono propri, questo – perché – induce a guardare dentro questo grande sentimento, ma con altri occhi, al fine di sconfiggere l’illusione che si possa cercare all’esterno un surrogato della completezza che il soggetto non trova all’interno della propria interiorità.

 

Si potrebbe reperire un’ulteriore modalità di comportamento che porta a considerare ed accogliere della solitudine l’aspetto della mutevolezza del quotidiano.

Chi infatti, è capace di sentire quanto possa essere preziosa, e anche in grado di considerarne, oltre alle note melanconiche di quanto diventa struggente, anche la fecondità dei momenti in cui essa suscita tranquillità, calma, possibilità di dialogo col sé più autentico.  E ciò in quanto la paura di guardarsi dentro rappresenta il più delle volte la molla che fa scattare il timore del silenzio, identificato con il nulla, col vuoto esistenziale.

“ Solo “ può definirsi così colui che oltre a prendere le distanze dagli altri, evita di entrare in contatto con se stesso, per fare i conti con le proprie emozioni e valutare le proprie scelte.

 

Ma è anche meraviglioso perdersi a guardare, immaginare, inseguire visioni fuori dalla realtà.

Sognare e vivere il sogno è una partecipe ed emozionata insistenza dello sguardo, il quale non è soltanto percezione, ma anche proiezione della propria anima, in cui si condensa la magia di un sentire la vita dentro rifiorire, è un incontro unico ed irrepetibile tra ciò che sta dietro l’emozione di amare l’unica possibile –vita – invece di rimanere chiuso nell’isolamento arreso e coinvolto senza colpe in un oscuro e assurdo inganno delle tante dorate illusioni nelle quotidianità proposte dalla realtà, di altri e non personale.

sabato 24 settembre 2022


 

L’inquietudine che di notte scava nell’anima

 

 

Di Vincenzo Calafiore

25 Settembre 2022 Udine

 

“…è facile nel giorno

soffocato dai ritmi della vita

soprassedere o dimenticare…

Ma di notte lei, l’inquietudine

scava nell’animo e tutto cambia

non sei più lo stesso….”

            Vincenzo Calafiore

Quello che fino a ieri credevamo fosse

“ per sempre “, quello che ci è apparso ai nostri occhi oggi è un impallidito ricordo e,  una nuova vita che non ci aspettavamo è già qui, in atto.

Questo che si sta verificando è il racconto più lungo, centrale degli otto già finiti, il gregge umano ormai è quasi tutto dentro i recinti, pur potendo vivere autonomamente ( fino a un certo limite ) le “ pecore “ sono legate dai luoghi, dagli usi e costumi, anche se differenti. Le accomuna lo stesso sentire scavare sotto terra,è come se temessero di sentirsi mancare la propria terra, sotto i piedi.

E’ un racconto “ quello nostro “  di appuntamenti mancati con la storia, con il proprio orizzonte, con il futuro, di tanti personaggi incapaci di rappresentarsi nella dignità e nell’orgoglio di essere e di appartenere a un paese o nazione che sia, personaggi senza quel forte senso di responsabilità e di rispetto del popolo che continua nonostante tutto a credere e obbedire a quel forte senso di “ Democrazia “.

 Un popolo che pur sapendo di essere nelle mani di inetti continua a sperare in un futuro migliore.

Non v’è al mondo un popolo più democratico di quello italiano, che da sempre tartassato, e tradito, non ha mai preso autorevoli e tristi posizioni nei confronti di una classe politica, ingorda, meritrice e beffarda, che male ci rappresenta dentro e fuori casa.

Questa nazione è quindi volutamente ridotta a un’immagine di apparente paradiso, in cui però sì è come estranei alla vita vera e si respira un’aria di strana follia diffusa, ben incanalata nell’ordine quotidiano, questa è l’Italia oggi, come una donna sfruttata e oltraggiata nella sua piena dignità.

E questo si chiama e significa essere: italiani! Un popolo che crede e ama la sua Nazione più di ogni cosa al mondo.

 

Ma in verità c’è una valenza planetaria molto più esistenziale, rapportabile a un mondo che ovunque tende a diventare finto, che ha perso valori e sentimenti su cui costruire : un domani !

Questa umanità multirazziale oppressa dalle competitività imperanti, accrescono in essa sempre più il senso di inadeguatezza dell’uomo moderno; così il non raggiungimento dei risultati, il non sentirsi all’altezza degli obiettivi aumentano i sensi di colpa e il misconoscimento della propria identità.

E quando non sai chi sei perché non ottieni risultati, ecco il ricorso alla violenza o in alternativa alla guerra.

Il problema forse è che ormai gli uomini non sono più i soggetti della storia ma dei funzionari di apparato e devono funzionare esattamente come le macchine, quindi sono visti solamente per la loro efficienza e funzionalità.

La filosofia e la letteratura che ruolo potrebbero avere nel dare una risposta o almeno un messaggio alternativo?

Se è vero che Seneca sosteneva che la filosofia deve spingere a fare e non solo dire, è anche vero, purtroppo ( Seneca forse lo sapeva bene ), che : letteratura e filosofia sono la volontà di potenza debole rispetto all’economia e alla volontà di potenza forte, per cui la filosofia soprattutto può descrivere che l’umanesimo è finito, che si è ridotto l’uomo a strumento per cui le merci e gli interessi godono di una libertà di circolazione molto più significativa!

 

“La dignità non consiste nel possedere onori, ma nella coscienza di meritarli “ questo forse è da ricordare,tenerlo presente per potersi definire umano!

 

 

 

 

 

mercoledì 21 settembre 2022


 

La Follia

 

Di Vincenzo Calafiore

22 Settembre 2022 Udine

… quello che sta accadendo

in questa parte del mondo, è

la rappresentazione della – follia - !

E non importa il prezzo del biglietto

pagato per assistere allo spettacolo,

anche la follia vuole la sua platea!

Noi spettatori ci guardiamo con sospetto,

ci ignoriamo dalla debita distanza, ignari

d’essere protagonisti d’una insolita

follia collettiva “ !

                                 Vincenzo Calafiore

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La “ follia “ ?  E’ tutto o niente, ma esiste ed è in noi esattamente come la ragione.

 

Non so cosa sia la follia, potrebbe essere tutto o niente. E’ una condizione umana, ed è in noi, esiste, riconoscere la follia là dove essa ha origine e cioè nella vita. E per farlo è importante portare la – storia dei matti – al centro dell’attenzione, della riflessione.

I “ matti “ non lo sono per sempre, ma solo quando hanno una crisi. La schizofrenia ha forme e manifestazioni differenti, così è per Putin, per l’Europa, per  Joe Biden, il triangolo della follia.

Questo –triangolo della follia – ha infilato tutti in un cono dal quale ne usciremo solamente quando tutto il progetto sarà portato a termine, cioè quando il Nuovo Ordine Mondiale non si sarà completato.

A guardare bene questo spettacolo in scena da anni è iniziato con il flagello COVID19, e continua ora con questo assurdo e per niente improvviso conflitto che coinvolge tutti. Se andassimo a leggere attentamente il – Copione – tutto si sta svolgendo come previsto, come voluto. Bisogna dare atto che i “ Burattini “ o gli Attori principali hanno e stanno facendo bene la loro parte, lasciando alle Marionette, controfigure del sottobosco il compito di lasciarci cianciare e lamentare, litigare e dividerci in quelle direttive o correnti chiamate – filo – cioè filo sovietici, filo americani …etc etc… tutto è in fermento, è il ribollir dei tini !

Noi dobbiamo tenere presente che ci hanno raccontato un sacco di bugie, dobbiamo prendere atto che la nostra vita è cambiata e non sarà mai più come prima ( come è attuale adesso, la canzone di Rino Gaetano: “ spendi spandi effendi “  ) tutto sta cambiando con la nostra inerme complicità, questo è un altro aspetto della follia.

Quindi come riportare alla ragione questi personaggi, che sono fuori dal mondo, chiudendole lontano dal mondo?

La questione è che la società, diciamo fino allo spartiacque del ’68, era una società della disciplina, quella di oggi è società dell’efficienza, dei mercati …. del denaro, ed è tutto attorno al denaro che rotea, perfino i sentimenti.

E’ come se ciascuno fuggisse da se stesso, come dal peggior nemico, momenti di riflessione ce ne sono pochi, quasi zero, c’è uno spazio vuoto dove siamo divorati dall’ansia. Perciò invitiamo sempre di più l’”ospite “ inquietante nella nostra casa, nella nostra interiorità: il nichilismo.

Esso si è talmente insinuato nell’organizzazione del nostro presente, sempre più precario, che il futuro non ha più significato!

Nietzsche diceva che tutti i valori perdono valore. Ci restano le utopie! Rinunciarvi? –No-.

Le utopie vanno assolutamente difese perché se si ferma l’ipotesi che il mondo possa ancora essere altro da quello che è allora abbiamo ancora un briciolo di speranza.

Se invece ci appiattiamo su quello che siamo solito chiamare sano egoismo, allora siamo fermi come i minerali, perché non abbiamo più futuro, una vita dentro!

lunedì 19 settembre 2022

 

 Vincenzo Calafiore

 

“ LA MAGIA DELL’AMORE “

 

 

E’ di notte, quando la città o il paese, dorme e cessano tutti i rumori, che si compie la magia dell’incontro con l’anima, con la memoria ed è lì che tutto torna.

Succede il più delle volte di rimanere svegli nel buio con la testa altrove, è il pensiero dell’amore a portare lontano, è la magia dell’amore a compiere il miracolo e lo si sente dentro come una felicità forte, che viene voglia di alzarsi e accendersi una sigaretta, buttare giù qualche rigo di parole ,,, è così forte il sentire, che arriva l’alba senza accorgersene, svanisce la paura di perderla.

La stanza si riempie di lei, l’aria che respiri è pregna di lei, ci si rende conto d’essere soli, eppure la si avverte, la si sente respirare, il suo profumo inebria, piomba in scena la sua assenza e improvvisamente tutto si svuota di magia tutto cambia e dove c’era la traccia di un sorriso, rimane una smorfia di disappunto e di un dolore che solo chi ama veramente sente e si lascia avvincere.

E’ imbarazzante l’incontro con la realtà, dal momento che si esce di casa andando in contro alla quotidianità, sconcertante intravedere i fili che ci fanno muovere, accuratamente nascosti; da perfette marionette riempiamo un altro scenario, freddo, calcolatore, meschino.

Manca qualcosa alle “ Marionette” di questo vasto – teatro – ed è quel po’ di umanità che ci dovrebbe distinguere dalle scimmie; ma anche la consapevolezza che quando si vuole forzare la natura o la naturalità delle cose, si finisce per diventare macchiette di se stessi, ottenendo esattamente il contrario di quello sperato.

Quello che manca oggi è l’amore, la magia dell’amore!

E’ quell’invisibile perno attorno al quale roteano la vita e l’esistenza.

Bisogna considerare o per lo meno ricordare che non è obbligo o sicura certezza

quel forte senso di – continuità – con la vita e pensare con grande umanità o con la magia dell’amore a quel filo che ci lega alla vita, che sempre più va assottigliandosi, avere un’altra prospettiva, un’altra maniera di guardare alla vita, a questo grande amore.

Pensare ai contenuti umani, più che all’inesauribile sete di supremazia, di potere, agli egoismi ..tutte cose che impoveriscono e inaridiscono gli animi.

 

“ Dobbiamo parlarci più che possiamo. Tra innamorati è possibile.

Quando uno di noi morirà, ci saranno cose di cui l’altro non riuscirà più a parlarne con nessuno “

Questa è la magia dell’amore, questo il senso del vivere da umani e non da marionette,, ma lo è anche del morire: il vivere e morire con gli altri, per non sbiadire mai nel loro ricordo!

19 Settembre 2022 Udine

 

 

 

 

 Vincenzo Calafiore

 

“ Il Coraggio di Vivere “

   delle persone sole

 

 

E’ dedicato a quelle persone – sole -, quelle che conoscono la solitudine meglio di chi tanto ne parla senza conoscerla.

 

 

Questa la risposta a chi vorrebbe parlarvi o raccontarvi cosa è la solitudine:

 

<<  Tu vivi nei limiti di un mondo ostile e hai il coraggio di chiamarlo vita, vivere >> !

 

 

Credo che – innamorarsi - sia la più grande prova di coraggio a cui  la vita sottopone.

Lo chiede perché quando si ama si diventa fragili, insicuri, perché l’Amore stesso è una nuova vita.

Amare dunque è andare verso l’ignoto, correndo il rischio di soffrire, piangere, e per questo che spaventa, fa paura.

L’amore è – l’eterno istante di pura magia – e ci confonde, ci fa volare; è un istante da prendere al volo, non torna mai più e se lo si perde, si perde una parte di noi.

Vedete, quello che cerco di dire è che quando si ama non conta quanto lontani si è, né dove ci si trova; conta che dovunque si vada quella “ persona sia con te”,  in te!

Ecco credo che conti solo questo.

Amare è bellissimo è la cosa più fantastica che ci possa capitare, è sentire una musica dentro, bello come Roma al tramonto, come il mare al tramonto, come un bacio rubato in pieno giorno, in mezzo alla gente!

Credo che il mondo penso sia nelle mani di coloro che hanno il coraggio di sognare e magari correre il rischio di vivere quei sogni custoditi gelosamente, difesi dall’assalto di quel mondo scadente e deludente, invivibile e contraddittorio.

Sognare,credere nei sogni, è quel gradino che permette a quelli che sono soli, ai sognatori, di raggiungere le stelle. Ma non bisogna dimenticare che esiste sempre il rischio di perdersi in un sogno sbagliato!

Non vi è nulla di peggiore di perdersi in una realtà senza sogni come accade purtroppo alla massa e, questi sono più soli di coloro che sono soli per i tanti diversi motivi.

 

Come sarebbe bello ubriacarsi di sogni e vomitare il vuoto creato dalle delusioni.

Ma noi sognatori e gente sola di sogni ci ubriachiamo e delusioni ogni notte vomitiamo nel vuoto.

 Dunque amarsi è il problema, il grande problema fondamentale dell'umanità, quindi

affrettiamoci ad amare, non ci rimane molto tempo per farlo, amarsi ora, adesso! Non importa se poco o tanto, perché quando la nostra vita sarà al tramonto saremo giudicati sull’amore, dall’amore.

Saltiamo dentro questa esistenza ora, perché se non lo facciamo adesso non troveremo niente non troveremo nulla mai più.

È qui l'eternità, non ce n'è un'altra!

 

Immagino che si potrebbe dire a una donna, a un amico, a una sorella:

Sono qui e immagino il futuro, che poi il futuro è già domani, ed io ci trovo sempre e soltanto te.

Svegliarsi con un bacio, o un caffè, rimanere a  letto senza far nulla …. non esiste posto migliore dove sognare. Parlare della vita, delle avventure da bambini, le cadute, i pianti, le volte dove abbiamo detto no senza pensare a qualcuno dall'altra parte pronto a conoscerci e aiutarci ad abbattere tutti i muri alzati.

Sentirsi liberi, senza il bisogno di cercare un perché. Desiderio di ore passate a cercarsi le mani, accarezzare i graffi dell'anima.

Voglio farti star bene, sentirti ridere, vedere i suoi occhi tornare ad avere la luce.

Lascia stare la malinconia, non fa per noi, ne abbiamo già avuta abbastanza.

Ti chiedo di fidarti di me come io mi fido di te.

Non chiedermi di andarmene, perché non me ne andrò.

A volte non ci si rende conto di come passa veloce il tempo.
Sopratutto quando si sta bene con le persone amate, scorre come sabbia fra le dita e mentre il mondo gira velocemente facciamo di tutto per rimanere aggrappati all’ultimo sogno. Capiremo che non si dimenticherà mai nessuno.