domenica 29 gennaio 2023


 

 

 

LOGOS

 

Di Vincenzo Calafiore

29 Gennaio 2023 Udine

 

“ Ogni scrittore spera di raggiungere

il più vasto pubblico possibile,

di attraversare tutti i confini possibili.

Senza sottovalutare però la falsa geografia

culturale che si è instaurata all’inizio

del XXI secolo. “  Vincenzo Calafiore

 

Tutto è standardizzato, le storie in tv o su internet non hanno moralità.

La “ Letteratura “ racconta storie. La televisione da informazioni vere o false che siano, e crea confusione, disamore, disagio.

La Letteratura coinvolge. La televisione con la sua illusione di immediatezza distanzia, imprigiona in una sorta di indifferenza.

Le cosiddette storie raccontate dalla televisione soddisfano la fame di aneddoti e offrono modalità di comprensione che si elidono a vicenda ( ciò è rafforzato dalla pratica di punteggiare con le pubblicità le narrazioni televisive.

Tali storie affermano implicitamente – l’idea – che tutte le informazioni siano potenzialmente rilevanti o interessanti, che tutte sono senza fine e se si interrompono è perché sono state spodestate dal altre più recenti, più sensazionali.

Presentando un numero illimitato di storie inconcluse, le narrazioni proposte dai media, il cui consumo ha drammaticamente sottratto tempo alla lettura, offrono una devastante lezione di amoralità e distacco antitetica e quella incarnata da un –progetto – del romanzo.

Nella narrazione di storie praticata da uno scrittore c’è sempre una componente etica. Questa componente etica non sta nella contrapposizione di una verità alla falsità della  cronaca. Sta nel modello di comp0letezza, di intensità, di emozioni fornito dalla storia, e dalla sua risoluzione che è l’opposto del modello di ottusità, di incomprensione, di passivo sgomento, e conseguente ottundimento dei sentimenti, offerto dal sovrabbondanza di storie  inconcluse disseminate dai media.

La televisione offre informazione estremamente svilita e non vera, una verità che lo scrittore è costretto a sopprimere in nome del modello etico di comprensione caratteristico dell’impresa narrativa: vale a dire, la consapevolezza che molte cose accadono nello stesso tempo ( il tempo esiste perché le cose non succedono tutte contemporaneamente … lo spazio esiste perché non succedano tutte a una singola persona.

Raccontare una storia vuol dire: è questa la storia importante. Vuol dire ridurre l’estensione e la simultaneità del tutto a qualcosa di lineare, a un tragitto.

Essere individuo morale significa prestare, essere obbligato a prestare un certo tipo di attenzione. Quando esprimiamo giudizio morale, non stiamo semplicemente affermando che una cosa è migliore di un’altra. Stiamo affermando, in modo ancor più fondamentale, che una cosa è più importante di un’altra.

Ma forse il primo passo verso la saggezza e l’umiltà sta nel rassegnarsi ad accettare l’idea, la devastante idea, della simultaneità di ogni cosa, e della incapacità della nostra comprensione morale che è anche quella dello scrittore di assimilarla … !

Gli scrittori, dunque , assolvono un necessario compito etico sulla base di un diritto a un pattuito restringimento del mondo reale, sia in termini di spazio che di tempo.

I personaggi di un romanzo agiscono in un tempo che è già completo, in cui tutto ciò che vale la pena salvare è stato preservato, lavato da ogni incrostazione; ed hanno destini estremamente leggibili.

Il destino della Letteratura stessa è qualcos’altro.

Attraverso la scrittura…. Le parole…Logos lo spazio è sconfitto, il – qui- e il  - là – sono in constate contatto tra loro, come io e te!

Ci vorrebbe ogni giorno un equinozio di primavera, il giorno d’equilibrio perfetto tra luce e ombra … tra cuore e anima!

 

giovedì 26 gennaio 2023

27GENNAIO 2023

 

 

Vincenzo Calafiore

 

La riflessione

La cosa più offensiva o meglio l’aspetto più brutto e denigrante della bestia umana è : l’ipocrisia.

E’ come l’olio sull’insalata ( un condimento necessario…per l’insalata), è il nostro aspetto peggiore, contro cui ogni giorno combattere, con l’intento di nasconderla, o per lo meno vincerla, è come cercare di svuotare il mare con un bicchiere.

 

«L’Olocausto è una pagina del libro dell’Umanità da cui non dovremo mai togliere il segnalibro della memoria». Primo Levi

AUSCHWITZ.

Pare che questa storia sporca e lurida, disumana in tutti i suoi aspetti,  appartenga soltanto a quei milioni di uomini e donne, bambini, di tutte le etnie passati per il camino e a quei pochi sopravvissuti ormai quasi scomparsi che riescono a parlarne alle nuove generazioni con l’intento che non si ripeta.

Mi chiedo, cosa succederà dopo?

Chi ricorderà a noi animali-umani questa data e il suo immenso significato?

Non succederà nulla, tanto sarà tutto come prima, in questo giorno, ci saranno film che ricorderanno la Shoà, ci saranno i soliti discorsi, un ipocrita bla bla bla, i soliti dotti che con voce ferma, e con un’appropriata qualità di linguaggio per l’occasione, racconteranno il fatto storico, come se loro stessi avessero vissuto quell’esperienza disumana, ci faranno commuovere, magari anche piangere e le fatidiche vane promesse del – mai più – regolarmente smentite nel quotidiano divenire dei giorni, dalle guerre silenziose, dei piccoli olocausti di cui nessuno ne parla, il genocidio che si consuma nel Mediterraneo grazie ai trafficanti di uomini.

Insomma che cosa è cambiato dal 27 Gennaio dell’anno scorso a oggi?

Che senso dare a questa giornata da 23 anni regolarmente smentita?

27 Gennaio del 1945 i Russi entrarono ad Auschwitz, nel Lager-simbolo della memoria storica e in particolare, nell’immaginario collettivo, del delirio di onnipotenza di Adolf Hitler. Così sta accadendo in Iran …. con l’onnipotenza delle dittature, e così sta accadendo in altre parti del mondo, di cui la signoria onnipotente dei media non se ne occupa o non vuole occuparsene.

Il Fuhrer assisté drammaticamente alla fine del suo Reich millenario, dal bunker sotto Berlino, destinata a divenire un rogo.

 

 

AUSCHWITZ !

Il Lager-simbolo del sistema concentrazionario nazista ed espressione profonda della crisi della civiltà e della ragione, ancor di più  lo è in questo odierno.

Il Lager-simbolo della Shoah, evento qualificabile come “ bestiale “ no umano, anzi troppo bestiale, che sottratto alle leggi della Storia, si trasforma in evento metafisico inspiegabile.

Ma quante Auschwitz non scritte, nascoste dalla nostra ipocrisia nella storia?

Vorrei avere un motivo, un solo motivo, per considerare questa giornata

“ vera “, dedicata alla memoria, questa giornata che avrebbe dovuto ricordare all’animale umano di fare in modo che cessino le guerre sparse per il pianeta. E invece tutto ha continuato a scorrere come prima, come se il giuramento dopo Auschwitz  non fosse stato mai pronunciato …. La guerra della Russia contro l’Ucraina, la repressione iraniana, le dittature sommesse, il genocidio del Mediterraneo, l’Afganistan.

Vorrei trovare un significato no ora, adesso, ma domani, quando non ci sarà più nessuno a raccontare l’esperienza devastante dei prigionieri all’interno dei Lager. Che richiama alle relazioni complesse fra storia e memoria, attraverso le testimonianza dei pochi sopravvissuti.

 

Quelli che uscivano in quei giorni da Auschwitz, scrisse Primo Levi ne,

“ La tregua “ non salutavano, non sorridevano, apparivano oppressi, oltre che da pietà, da un confuso ritegno, era la stessa vergogna che il giusto prova davanti alla colpa commessa da altrui, e gli rimorde che esista, che sia stata introdotta irrevocabilmente nel mondo delle cose che esistono e che la sua volontà sia stata nulla.

“ Rimemorazione “ che non può, non deve, non dovrebbe diventare routine, ma dovrebbe servire per riannodare i fili della storia della tragicità della SHOA’.

 

La verità è che da Auschwitz non è mai tornato nessuno.

Shaloom Israel!

 

Chi leggerà e spiegherà alle nuove generazioni questa pagina di storia della stoltezza sanguinaria della bestia umana?

Chi racconterà alle nuove generazioni sempre più smartphone, sempre più a testa in giù a guardare il mondo da un display di  un tablet, e sempre più cellula dipendente?  

Chi dirà loro del 27 Gennaio? 

Raccontare lo smarrimento e l’angoscia, che non sarebbero così intensi se tutto non fosse in gioco, ossia il senso stesso della vita e l’essenza di Dio.

Hans Jonas infatti nel concetto di Dio dopo Auschwitz, aveva affermato:

… il suo vorrebbe essere più che un paradosso che certamente Dio dovrebbe essere incomprensibile se con la bontà assoluta gli venisse attribuita anche l’onnipotenza. Dio non è intervenuto, non perché non volle, ma perché non era nelle condizioni di farlo.

Auschwitz è più di un interrogarsi, non si ripeterà più o e destinata a ripetersi come una modalità inscritta nel DNA del genere umano.

Nell’insonnia della ragione adesso come ieri si rinnova la rimemorazione della apertura dei cancelli di Auschwitz, dove si compì in larga misura lo sterminio.

Ma tutto questo interrogarsi  scandaloso per certi versi, questo sofferto balbettio ci riporta all’assurdo di quella storia. Non è dalla filosofia che potrà giungerci la salvezza, questo può in qualche modo ripetersi.

Non ci sono demoni scriveva Primo Levi, gli assassini di milioni di gente indifesa, sono come noi, hanno il nostro viso, ci rassomigliano; pensare sempre che qualsiasi dittatura contiene in sé  Auschswitz.

Dopo Auschswitz si possono scrivere poesie solo su Auschswitz !

 

domenica 22 gennaio 2023


 

 

Mediterraneo, è libertà

 

Di Vincenzo Calafiore

23 Gennaio 2023 Udine

 

La domanda è, o meglio le domande sarebbero tante:

è giusto contrastare l’invasione, i nuovi barbari?

Ed è giusto difenderci dal mondo? Non solo dall’Africa, ma anche dall’Europa.

Che ci impone le sue regole, ma anche le stoltezze; ma che non è disposta a condividere i costi di quanto impone ma anche delle sue scelte comunitarie e la sua moneta: l’Euro? Una moneta senza stato.

O semplicemente un Marco mascherato sul quale incombe il profilo minaccioso di Schauble, accanto a quello non meno inquietante della Merkel ce li siamo dimenticati?

Viviamo tempi difficili e inquietanti, indecifrabili, dove si fatica a individuare il pericolo e dargli un nome e un volto, la libertà. Per questo la sfiducia cresce sempre più e contemporaneamente nella sociale, si assiste al declino delle istituzioni e poteri, nel mentre la convinzione che rimanere nell’Euro, per noi, sia vantaggioso  è condivisa da pochi, mentre la maggioranza a priori la rifiuta, in realtà siamo il popolo più euroscettico.

Il problema è che oltre a sentirci indifesi ci sentiamo senza autorità che ci proteggano, senza ideologie che ci offrano certezze, ma soprattutto senza frontiere.

Perché senza confini perdiamo l’identità, e l’identità serve a distinguere noi

“ italiani “ dagli altri. Serve a capire di chi ci possiamo fidare.

La globalizzazione ha complicato e modificato, stravolto tutto, ci espone e siamo sempre più inter-dipendenti dalle crisi politiche, economiche, sociali sparse su tutto il pianeta terra.

A queste, aggiungiamoci pure il flusso, quotidiano dei migranti, sbarco dopo sbarco, morti dopo altri … ma c’è ancora la pietà?

Il troppo buonismo della chiesa, l’irresponsabile Caritas, ricadono inesorabilmente sulle nostre spalle, con un peso economico da sostenere.

Cose che hanno dato voce a un certo Grillo, che distribuendo a destra e a manca i suoi famigerati “ vaffanculo” è entrato trionfalmente nei palazzi del governo, e non solo lui, ma anche a Salvini che invita alla reazione contro questa invasione e non importa che provenga dall’Africa, o da qualsiasi altra parte; invita a difendere i confini, la propria identità, per tornare ad essere “ padroni a casa nostra “ come lui afferma.

Meglio allora rilanciare la “ Questione Meridionale “ per ricordare forse a noi stessi che l’Italia non esiste che questa che c’è  è una pura invenzione, semmai c’è la ricca e opulenta Padania e  il povero rappezzato Sud, …le due Italie. Sarà così fino a quando non sarà riscritta la storia dell’Unità d’Italia, fino a quando non si dirà la verità su Giuseppe Garibaldi il corsaro, fino a quando non si dirà la verità delle stragi, delle deportazioni, delle violenze, dei campi di prigionia , delle marce forzate al nord, e pareggiati i conti sospesi con il Sud.

Questo bisogna ricordarlo … che il Nord esiste e prospera perché c’è un Sud che è tenuto in parte e sottocoperta per non vedere la luce.

Così noi orfani di frontiere e confini, di vere bandiere e di ideologie, non sappiamo chi siamo!

Non ricordo chi, ma qualche ornitologo ha detto:  - gli uccelli devono affrontare i pericoli di una morte probabile per scampare a una morte certa - , gli animali umani appartengo anche loro alla natura anche se con un certo privilegio, così da poterla chiamare causa umana questa migrazione causata da diverse mutazioni o cause economiche.

Questa migrazione non finirà mai se non pone fine alle guerre, dall’Afganistan alla Ucraina, e dare così una speranza a chi langue sotto dittature spietate e non vede altra via di fuga, che il Mediterraneo da Kos a Lampedusa!

 

martedì 17 gennaio 2023


Riordinare la memoria

 

Di Vincenzo Calafiore

17 Gennaio 2023 Udine

 

Quando le parole riescono a scardinare

le grate della sofferenza quotidiana

abbandonano i luoghi bui e profondi

del “ rimosso “, consentendo così ai ricordi

di emergere, con tutto il loro carico

di emozioni e sensazioni che il tempo

non ha mutato, ma semplicemente custodito! “

                              Vincenzo Calafiore

 

Attorno a un’immagine, scriveva Italo Calvino nella sua lezione sulla visibilità, ne nascono delle altre ed è come se si formasse un campo di analogie, di simmetrie, di contrapposizioni.

La scrittura poi cercherà l’equivalente dell’immagine visiva, in uno sviluppo tendenzialmente coerente, tendenzialmente, perché in realtà è una molteplicità di possibili che si connette tra sensazioni e pensiero, perché la somma di informazioni,, di esperienze, di valori solo potenzialmente si identifica in un mondo dato in blocco, senza un prima e un poi.

Il paesaggio della memoria finisce con l’apparire distante, alternativo alle visioni e alle sensazioni del presente.

Ed è nell’abitare questa distanza che forse sarà possibile cogliere lo spessore della mobilità delle forme che si accompagna al diverso percorso mentale.

La vita che si è persa, la vita che non abbiamo vissuto, la vita ritrovata?

In un paesaggio-memoria che scandisce l’accaduto o gli accadimenti con tutta l’irrevocabilità del giudizio e che fissa inesorabilmente ciascuno alla sua personale storia.

Un paesaggio che non è così semplicemente, come appare ad un primo sguardo.

E’ come una forza estranea e indistinta, seduta da qualche parte, provvedesse a riordinare i ricordi dando loro significato e freschezza come una storia del giorno prima.

Ma oggi, in questo tempo sbandato e mondo sottosopra che significato dare a quanto fa quella forza estranea e indistinta?

Quando le parole riescono a scardinare le grate della sofferenza quotidiana  abbandonano i luoghi bui e profondi del

“ rimosso “, consentendo così ai ricordi di emergere, con tutto il loro carico di emozioni e sensazioni che il tempo

non ha mutato, ma semplicemente custodito!

Rivivono così, luci e ombre del passato, di un’età dolceamara che parla attraverso immagini che si sovrappongono, si distinguono o si alternano, proprio come in un sogno, che trova però al risveglio le conseguenze dei nodi irrisolti della propria esistenza.

Può allora sembrare che il  “ soggetto” sia pronto ad affrontare il duro compito di riconciliarsi con il tempo: guardando con indulgenza alle ferite, cioè alla fine ritrovare la parte di sé smarrita, perduta.

Ci si scopre così capaci di emozioni e sentimenti, che sembrano nuovi e invece ci appartengono e sono fortemente connaturati.

Forse per meglio definire potrei utilizzare l’epigrafe di Stendhal:  “la scrittura è come uno specchio portato lungo una strada “ – La strada come metafora della vita. Lo specchio, iconostasi tra soggetto e oggetto, tra segno e significato, come metafora della mente.

W. Auden scrisse: un nuovo stile di vita è un cambiamento del cuore! E’ un qualcosa di più di una ricercata idea letteraria. Proprio perché la mente si imbeve di ricordi, di sguardi, di pensieri, del respiro dell’anima.

Anche lì dove gli angeli non osano mettere piede ( M.C. Bateson ) !

Anche se non diciamo il nostro passato, è lì, come le linee di una mano, scritto negli spigoli dei giorni perduti, nelle griglie del tempo, nelle assenze, nelle lontananze …  è tutto lì !

Purtroppo dice Baudoleaire ne “ Il Cigno” , il tempo cambia più in fretta del cuore dell’uomo!

 

 

 

 



giovedì 12 gennaio 2023


 

Essere “ fondanti “

 

Di Vincenzo Calafiore

13 Gennaio 2023 Udine

 

“ La letteratura è come un pasto per l’anima

E la mente se ne nutre, se ne imbeve.

Perciò a quel modo che chi ha cura del proprio stomaco

non gli dà qualunque cibo, così chi vuole conservare

la purezza dell’anima

non le permetterà ogni lettura.

Il punto principale

consiste nel fare in modo di leggere

soltanto i libri che sono stati scritti

dagli ottimi autori. “  Vincenzo Calafiore

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La letteratura è un viaggio fra scrittura diurna e notturna, fra sogni e magie, illusioni e paradisi, inferni … come quello in cui ci troviamo.

Uno “ scrittore “ finisce sempre per svelarsi ai suoi lettori e lo fa attraverso i libri, la scrittura.

Non solo questo, ma arriva qualcosa di più intimo e profondo, quando inizia a riflettere e raccontare le proprie “ letture” della sua vita, quelle che lo hanno formato e cresciuto, perso nella fantasia e allo stesso tempo in viaggio per il mondo.

Così come quei buoni libri “ fondanti “, quelli che fanno scoprire il piacere della lettura fanno sentire il sapore dell’avventura, lo stesso sapore del mondo …

Così l’amore, allo stesso modo, fa cadere le  - maschere – che ci nascondono, la solitudine che ci fa paura.

L’amore dalle diverse facce, corrispondenti ciascuna a una manifestazione dello stesso istinto, che chiede solo di essere appagato con una relazione basata sull’amore e sul rispetto; ma è la passione che fa paura, perché in ogni caso implica la resa di fronte a qualcuno che potrebbe tradire, abbandonare, essere violento, violentare.

Solo i temerari o gli ingenui credono che si possa amare semplicemente. Il sentimento dell’amore, infatti, pare sia stato creato per i coraggiosi, disposti ad affrontarne le sofferenze, pur di assaporare  “ i momenti dell’amore “.

Tuttavia la pulsione affettiva, naturalmente determinata, - dovrebbe -  già contenere in sé la forza necessaria a superare la paura di amare e di essere amata, ad ogni modo, dentro o fuori dalla coppia.

E così dovrebbe essere nonostante la paura di legarsi a qualcuno, a qualcuna, e di assumere tutto il piacere che tale esperienza comporta.

Attorno a una immagine dell’amore, della vita, ne nascono delle altre ed è  come se si formasse un mondo di analogie, di contrapposizioni.

La scrittura cercherà l’equivalente dell’immagine visiva, in uno sviluppo tendenzialmente d’amore, perché in realtà l’amore è una molteplicità di emozioni forti, intense, portano la felicità.

Il mondo attorno finisce con l’apparire distante, alternativo alle visioni e alle sensazioni della quotidiana esistenza.

Ed è nell’abitare e vivere nell’amore che sarà possibile cogliere la vera

– essenza  - dell’amare o essere amata.

Dunque l’essere senza coraggio necessario per vincere le paure, lascia i rapporti sospesi in una sorta di  “ limbo”, in uno spazio in cui mancano definizioni precise e condivisioni, caratteristiche che ne decretano la fine e rimanere nell’illusione che tutto vada bene nella scia della normale consuetudine  o routine quotidiana, peggio della dialisi!

Tristemente non “ fondanti “

 

martedì 10 gennaio 2023


 

 

L’incontenibile leggerezza d’amare

 

Di Vincenzo Calafiore

10 Gennaio 2023 Udine

“ ..il tempo, le profondità nell’amore,

hanno un senso e un valore, inestimabili.

Certe volte, o il più delle volte,

il limite delle parole non riesce a spiegare, e

non bastano  mai! “  Vincenzo Calafiore

 

 

Sarà il tempo a dare ragione o risposte a tutte le domande, ai perché; ma oggi il tempo invecchia rapidamente e più in fretta di noi stessi, rimasti impigliati come falene nelle maglie della nostalgia, nei confini sfumati delle nostre età, nei valori da ridefinire a volte, e nei ricordi agrodolci.

Ricordi sempre più vivi, e sono espressioni, sofferte, di noi e di questa umanità, fuori da ogni misura del racconto personale che si sta scrivendo, privo dalla preziosità intensa della poesia, della magia del vivere, del patos che solo l’amore, o di chi sa amare potrà sempre dispensare.

Il bisogno di amare o di essere amati è un’esigenza primaria, più del cibo, è il nutrimento fondamentale per l’anima, sottoposto, in quanto tale, a tutte le peculiari esigenze dell’amore.

Lasciarsi alle spalle i soggettivi percorsi vitali è sempre un compito difficile, specialmente per la Donna, se non altro per la necessità di ridefinire se stessa , su nuovi parametri che attestano la crescita, il cambiamento, l’evoluzione, per essere e rimanere donna, unicità;evitandosi d’essere tutte uguali come un branco di scimmie.

Nessuno potrà prendersi cura di te, se non sei tu per prima a farlo.

Guarda i tuoi limiti e accettali, amali come pure i tuoi errori, le tue tempeste e solo così imparerai ad amarti di più.

Alza gli occhi al cielo, cerca il sole, continua a meravigliarti a farti stupire dai sogni, continua a sognare, per essere ciò che devi essere, semplicemente una donna.

Imparare a rinascere ogni volta che si tocca il fondo, dopo ogni ferita, dopo che hanno fatto a pezzi il tuo cuore, rinascere più forte di prima, più bella di prima.

Credi in te, non permettere a nessuno di tagliarti le ali.

Qualsiasi evoluzione comporta rinunce.

Allora cedere all’errore dell’omologazione, può essere tanto più forte,tanto più pericoloso; tuttavia non è sufficiente “osservare” per capire perché sarebbe importante che tu donna leggessi fatti e azioni dall’interno, dalla parte dell’anima e della sensibilità, è lì che risiede l’amore.

E dunque così, il tempo è aria e tu lo lasci esalare da un fiore di cui non ti eri accorta. E’ un tempo che tutto segna, riuscendo assieme ad essere lieve come la coscienza, allusivo come le parole, è un tempo che non perdona.

La verità è che tutti, coscienti e incoscienti, siamo segnati da un destino appresso che abbiamo attraversato, che ci ha illuso e deluso, proprio come gli uomini bene sanno fare.

martedì 3 gennaio 2023


 Profumo di stella

 

Di Vincenzo Calafiore

04-01-2023 Udine

…. Scappiamo da qui

sono tutti normali”!

 

                      Vincenzo Calafiore

 

 

Sai quante volte avrei voluto dirti: questo sono io, con le mie emozioni, i miei pensieri, i miei errori, le mie giornate si e giornate no; con il cuore che mi sussurra cose e la mia testa mi porta invece altrove, tanto da non sapere chi ascoltare …. Forse la cosa giusta sarebbe un compromesso.

 

Non è la stupida solitudine a farmi paura, no.

E’ quella solitudine con cui si presenta il mondo ai miei occhi, è quella solitudine interiore, tormentata, quella a cui si vorrebbe sfuggire, forse siamo destinati

a rimanere soli anche se innamorati della vita,perché abbiamo superato le più grandi tempeste e nessuno mai potrà capire il dolore che conserviamo dentro.

Nessuno mai potrà sapere cosa si nasconde dietro il nostro sguardo, o la paura della solitudine, quella stupida sensazione di vuoto attorno, del sentirsi diversi  o emarginati, mi guardo attorno e non ce nessuno, capisco che a mancare ero proprio io stesso.

Vorrei che tu fossi per una sola notte: libro!

Un libro che potrei tenere nelle mani, aprirti e leggere tutte le tue pagine, sussurrarti poi: fuggiamo da qui, …. Sono tutti normali!

Da qui è passata la pioggia e penso a quanto cielo oggi si è perso ed ho la speranza ancora che tornino a parlare i poeti; l’ultima volta che ti scritto è stato in quell’aprile indimenticabile, l’ultima volta che siamo stati assieme, quanto tempo è andato via!

Dove sei tu?

Vedi con che parole semplici ti dico che mi manchi, non siamo mai stati dei semplici amici, ma nemmeno una coppia, non si sa cosa siamo stati, ma lo siamo stati!

Non sono mai riuscito a guardarti negli occhi, non è stato perché non ti amassi, ma solo che se lo avessi fatto avrei mostrato al mondo come i miei occhi, non sapendo mentire, avrebbero fatto vedere tutto quello che sentivo, sento ancora per te.

E tutto ora ha un senso, c’è la bellezza dell’amarti, di tenerezza intorno, forse tu sei un sogno, uno di quelli che non si perdono, di quelli cui l’amore crede.

Il domani è già qui e verrà a prenderci, chissà se ci sarai domani!

Sai devo dirti una cosa! Tutti dovremmo andare a letto con un buon libro, oppure con qualcuno che avendone letti tanti, sappia leggerli e chi meglio di un poeta?

Ecco perché noi due siamo qui, anche se tu ora vivi da un’altra parte del mio cuore.

Ecco perché siamo qui!