giovedì 31 marzo 2022


 

Senza maschere

 

Di Vincenzo Calafiore

31 Marzo 2022 Udine

 

….. l’unica cosa che riesce

a fare rimanere in questa parvenza

è lei: quella che custodisci gelosamente

nel cuore…. Si chiama –  Vita - 

 

           Vincenzo Calafiore

 

 

 

Certo che non sapevo che in questo mio finale travolgente, di riscoprire e risentire tutte le emozioni dettate lentamente nella lentezza del giorno, dal cuore.

Il cuore che non ubbidisce e ascolta i ritmi della vita, li scandisce in un moto perpetuo e per me si fa garante, interpreta, dinapa quelle solitudini in cui immancabilmente la mente corre lontana  nelle langhe abbandonate.

 

Io gliel’avevo detto al cuore che non potevo seguirlo, gliel’avevo suggerito tante volte che il suo linguaggio a volte fa male, ferisce e rimbombando in testa costringe a rintanarsi in mondi paralleli sconosciuti.

L’altro mondo, quello dove ci si arriva senza quelle maledette maschere, quello a cui questo non potrebbe neanche avvicinarsi; questo mondo pieno di tanto nulla, il mondo delle lontananze e distanze, dove non può attecchire un sogno, un solo sogno, che vita c’è ?

Che vita abbiamo?

Questa vita giocata in uestaQQQQQQ   un solo tempo, che si scandisce silenziosamente ove si sommano i giorni, tutti i giorni, disuguali in apparenza e uguali nella sostanza: tutto in un istante!

E tutto, proprio tutto in un istante può cambiare, compreso la nostra vita, non vita, il miracolo della follia, l’emancipata follia!

Che follia è mai questa, la festa di Mangiafuoco, la festa della nostra fine,  marionette che appese a una parete di un dietro le quinte attendiamo di andare in scena o di morire con la nostra maschera indossata.

E il volto?

Dov’è il nostro vero volto?

Se per un solo istante ci levassimo le maschere chi saprebbe riconoscere il proprio volto?

Il volto non esiste è una vaga illusione di un  “ io “ che non a caso cammina assieme alla morte! E a lei ci presenteremo con la maschera che leverà, ci chiamerà per nome.

E da marionette che siamo resusciteremo ogni qual volta che si aprirà il sipario, prendendo possesso della scena.

Così ogni giorno con un vestito nuovo con la maschera pulita, viviamo da marionette senza alcun pudore, spogli d’anima viviamo un tempo senza vita.

Senza memoria vivi ignoranti con le maschere, ombre di noi stesse!

Noi col nostro eterno del niente sempre in scena come ombre ci aggiriamo in un avanspettacolo con la speranza di rinascere a nuova vita.

Ma i sogni, la vita ? Come parole, pronunciate e dimenticate, in una ortodossia fantastica.

 

 

 

lunedì 28 marzo 2022


 

Il senso

 

Di Vincenzo Calafiore

29 Marzo 2022 Udine

Uno scrittore è colui che passa gli anni della sua vita nella paziente ricerca dell’essere distinto e porta dentro di sé il mondo che gli appartiene e lo rende allo stesso tempo quello che è: un diverso!

Io vivo in due mondi diversi e paralleli, che cerco in ogni modo di tenere separati, l’uno dall’altro.

Uno arrogante e idiota, schiavo delle illusioni; e l’altro fatto di silenzi e musica, ove è possibile donarsi alla riflessione, agli approfondimenti, a una specie di confessione senza pudore a volte; è un “ tutto” di più nobile e più sacro: è la letteratura coi suoi segreti, come la scrittura,che porta una persona a chiudersi in una stanza, la spinge a sedersi a una scrivania,e a costruire un mondo  nuovo tra le proprie ombre, con le parole.

Parole che vivranno per sempre.

Scrivere è come scavare un pozzo con uno stuzzicadenti, come dire che lo scrivere è un lavoro di pazienza e riflessione, di ostinazione, allo stesso tempo è donazione a chi legge.

Leggere è un’esperienza radicale, che, fatta nel profondo, cambia la vita del lettore o di chi legge.

Ci sono due modi di leggere:

uno è per passare il tempo, quel tipo di lettura che non ricordi nulla e non capisci nulla

l’altro è quella lettura approfondita, radicale se si vuole, che scatena una reazione di cambiamento nel lettore o di chi legge.

Ma in tutto, in tutte le nostre cose perché siano tali occorre che ci sia un senso, come il semplice vivere, ci vuole un senso; la mia più grande ispirazione sin da giovane era stata quella di vivere in solitudine, lontano e al riparo dalla massa; poi ho cominciato a studiare e  ho studiato moltissimo con un solo scopo: scrivere! Dedicarmi soltanto alla scrittura.

Amo profondamente Dostoevskj e Balzac…

Io sono un visuale che ha estremo bisogno di descrivere minutamente ciò che vedo o sento in me; ma amo anche Calvino, Gadda, come Dante Alighieri che sono sedimentati in me.

C’è una sorta di dialogo continuo tra me e il mio mondo, è grazie a questi dialoghi che ho imparato a scrivere in maniera leggera, profonda; direi che ho bisogno della letteratura come di una medicina quotidiana.

E’ la parte migliore della giornata; non voglio mettere niente tra il risveglio e il sedermi al tavolo di lavoro… Ho imparato perfino a non leggere i quotidiani pieni solo di brutte notizie. E invece rileggo ciò che ho scritto la notte  o il giorno prima.

Mi soffermo a guardare la mano destra con le dita sporche d’inchiostro si muove in maniera primordiale, è una mano animata dalla mente … mi chiedo quanto abbia scritto.

In tutto questo c’è una realtà da tenere lontana e si tratta dell’umanità che in un tempo rapidissimo ha perduto anima e dimensioni umane, mentre la vita, quella che io intendo vita è un luogo dell’anima dove la melancolia diventa senso stesso del vivere, quello che ancora si vede e si sente in certe persone  i cosiddetti – viandanti del tempo – con quell’aria bizzarra, disordinata, che da sole raccontano tante storie.

Non viviamo, ma sopravviviamo a questo sistema che tutto è tranne che vita, esistenza; ove non c’è mai nulla di chiaro, non c’è giustizia. Perché se è vero che la giustizia rappresenta le fondamenta dell’esistenza, non può esserci giustizia senza la libertà e la libertà è legata profondamente alla parola- logos - … la parola è cultura!

E’ bella la libertà di scrivere, così poter abbracciare nuovi universi, di identificarsi nei tanti personaggi nella testa di uno scrittore, diversi persino in una donna …paradiso dell’innocenza!

Come vi sono due modi di leggere o di scrivere così è la donna, artefice di felicità e di gioia, serenità o guerra!

Allo stesso tempo noi, così stupidi e indifferenti da non accorgersi che le cose più preziose stanno attorno a noi…. E le andiamo a cercare!

 

 

venerdì 18 marzo 2022


 

Scrivere è un lavoro per …. Vecchi

 

 

Di Vincenzo Calafiore

18 Marzo 2022 Udine

 

Non riesco a capire gli anni che mi sento addosso, potrei definirmi che sono “ vecchio” e allo stesso tempo sentire in me un qualcosa che tanto rassomiglia a una primavera, è così dirompente, così piena di grazia e m’incanto nel sentire la sua voce.

Ho già fatto il mio giro di boa dei 70, è stata  come una notte d’amore mercenario, ricordo di quella notte il disincanto, l’amarezza, la stanchezza che si deposita come ruggine nel fondo della volontà e dell’immaginazione.

Di quella notte sono rimaste solo le parole, le mie parole che sembrano più giovani di me, e sono parole che continuano a girare, a smuovere emozioni o tristezze; combattono nostalgie maligne e sono vive, e sempre in disparte nei più piccoli margini, sempre ai margini come puttane tristi .

Temo di non avere più ispirazione, non ho mai desiderato o voluto raggiungere il successo e non auguro a nessuno di raggiungerlo. Perché è un po’ quello che accade agli alpinisti, che si ammazzano per raggiungere la vetta e quando la raggiungono  … scendono.

Ecco perché  sono stato sempre in disparte.

A guardarli i miei anni  sembrano un paesaggio dai colori forti,  o parole scabre come l’esistenza, e stentano il loro cammino, ricordi pronti ad affacciarsi con i desideri antichi , e con tutti quei sogni uno dietro l’altro, in un’atmosfera allucinata, un buco nero nell’indifferenza.

Si avverte sotto questo cielo plumbeo un non so che di indefinito,

l’avverti e basta e, non è spossatezza, neanche quel mal stare indefinito ma che comunque è, c’è, e nulla va bene, nulla incontra la soddisfazione.

E’ per me quasi “ difficile “ parlare di un sentimento universale chiamato:

Amore.  

E’ una condizione ritagliata in esigui spazi sedimentati  nelle malinconiche attese nell’aria attonita, opacizza i sentimenti, la gioia.

E’ un diffondersi di un’insinuante proiezione d’ombre, che fanno parte di questo orrendo presente; è come se un po’ tutti andiamo in cerca delle proprie ragioni di vita; si creano così  dimensioni  di vaga esistenza.

Si infittiscono i monologhi  interrotti dai ritmi costanti e incalzanti del nulla, che portano altre tensioni, le ossessioni per le guerre…. Come un intreccio mortale serrato di molti voci; e sempre agisce una frenesia fredda e glaciale di assenze e volute solitudini.

A mancare ora è la magia delle parole, c’è nell’aria l’odore acro della polvere che ricopre gli animi, in questo annunciato autunno.

Nel quale le nostalgie mordono il cuore, i luoghi e il tempo sono stati d’animo….. e davanti a un tramonto molti di noi si porteranno con sé la fragranza sibillina delle gardenie, l’odore di mandorle e la speranza inesauribile di tornare a sorridere, a vivere, ad amare anche in questa breve vice-vita.

 

Esiste ancora il senso di colpa?

 

 

 

Vincenzo Calafiore

18 Marzo 2022 Udine

 

 

Se mi venisse posta la domanda, come potrei definire questo

“ tempo  sbandato“ o ventennio, o secolo, che si sta vivendo ora, avrei delle grosse difficoltà; da un lato non si può o non si dovrebbe trascurare il notevole traguardo tecnologico e scientifico raggiunto, dall’altro il fallimento sociale, due facce della stessa medaglia.

Bene. Per la sua definizione quindi mi rifaccio o prendo in prestito una bellissima espressione di Merlino, il mago Merlino del mitico cartone animato “La Spada nella roccia “ quando ebbe a dire: è un “ guazzabuglio “ !

Non si contano più i misfatti, i crimini, le distruzioni e i lutti, causati dalle guerre, in ogni parte del mondo e solo per interessi politici ed economici. Ma la cosa più sconcertante, la più peggiore, è che in nome di questi, si decida di compierli senza il minimo dubbio, senza il minimo rimorso di coscienza o senso di colpa. Per queste motivate e giustificate azioni , non esistono “ sensi di colpa “ in quanto ritenuti effetti collaterali!

Questi “ effetti collaterali “ hanno un qualcosa di magico perché chi li commette, ha questo: lasciapassare !

 

Un piccolo passo in dietro …… Nell’Iliade, Omero, narra la caduta di Aiace, che colpito da un accesso di follia per opera di Atena, massacra gran parte delle greggi sottratte ai Troiani, credendo di uccidere i suoi nemici. Il mattino seguente, dopo essere rinsavito, piomba nella disperazione e sovrastato dalla vergogna, decide di togliersi la vita. Il mito greco di Aiace mette in luce le differenze tra la “società della vergogna” dell’antica Grecia e la “società della colpa” odierna. Per gli antichi greci non era importante la “voluntas”  dell’individuo, ma contava l’aver assunto un comportamento considerato riprovevole e disonorevole, a prescindere dalle responsabilità. Vergogna e senso di colpa caratterizzano il vissuto di ogni individuo e sono annoverate come emozioni “secondarie”, specifiche degli esseri umani, legate alla capacità di introspezione e socializzazione e basate su norme e aspettative comportamentali che coinvolgono il concetto di sé. Come non provare – vergogna – delle ruberie, delle truffe, o non provare un senso di colpa nell’aver causato un lutto, le guerre con tutti i suoi effetti collaterali, come adesso in questo inutile conflitto che tutti coinvolge.

 

 

 

Cos’è dunque che contraddistingue la vergogna dal senso di colpa?

 

La vergogna e il senso di colpa sono due emozioni spiacevoli. Il senso di colpa è secondo me un “sentire dentro”  inteso come la capacità di riconoscere le emozioni, i sentimenti, i punti di vista dell’altro, come se fossero propri. Per sperimentare il “ senso di colpa” è necessario inoltre assumere la prospettiva altrui, cioè riuscire a vedere, attraverso gli occhi dell’altro, le conseguenze del proprio comportamento e delle proprie attitudini.

Quando si prova il senso di colpa?

L’ingrediente fondamentale della colpa è l’assunzione di responsabilità che preclude il riconoscimento di aver generato un danno ad un altro, di averlo fatto intenzionalmente e di attribuirsi il potere di evitamento del danno causato. Quindi il senso di colpa è legato ad un’autovalutazione morale negativa, al contrario la vergogna risulta invece legata ad un’autovalutazione “non morale” o amorale, accezione non riconducibile al concetto di immoralità. Entrambe le emozioni comunque sembrano toccare la sfera dell’autostima.

Ma, mentre nella colpa, il dominio ricade su aspetti morali, nella vergogna ricade su aspetti estetici del sé, quindi non morali. In conclusione, non è possibile identificare la vergogna e il senso di colpa come emozioni negative e disadattive in quanto spiacevoli, poiché ogni emozione può essere adattiva o meno in relazione al contesto e alle strategie utilizzate per la loro regolazione.

 

martedì 15 marzo 2022


 

Il Viaggio delle Anime

 

Di Vincenzo Calafiore

15 Marzo 2022


«Dormivo e sognavo che la vita era gioia;

mi svegliai e vidi che la vita era un inferno.

Volli  tornare a dormire per riprendermi la gioia sospesa

Tra la speranza e la delusione.»

 Vincenzo Calafiore

 “ Un giorno, ero già avanti nella mia senilità, mi trovavo seduto sui gradini di una di una fontana in una piazzetta, più precisamente, “ Piazza delle Erbe “, mi venne incontro una donna, anch’essa più o meno della stessa mia età.

Si è presentata e mi ha detto: "La conosco da sempre. Ho letto i suoi libri, l’ho ascoltata in teatro nei suoi meravigliosi monologi, ho letto fino a quando ho potuto tutto quello che ogni giorno ha scritto per anni; da giovane lei era bello, davvero bello …  l’ho seguito dappertutto. A guardalo bene ho sempre pensato che lei avesse origini greche, ma questo non è stato mai importante, quanto la sua cultura. Vedendo una persona seduta sui gradini della fontana ho pensato … può essere solo lui capace di questo e mi sono avvicinata a dirle che la trovo più bello ora, che preferisco il suo volto di adesso, sereno e placido a quello che aveva da giovane, ispira serenità, tranquillità, come quando dal palco mi raggiungeva la sua voce, unica e rara, indimenticabile come una carezza sul volto. “


Penso spesso a questo ricordo che serbo in cuore, è un’immagine che solo io vedo ancora in testa e di cui non ho mai parlato. Non ho mai saputo chi fosse quella donna, non ricordo il suo nome, ma saprei riconoscerla incontrandola per strada dai dolci lineamenti del suo volto.

Ma quello che mi ha detto è sempre lì nella mia testa, fasciato di silenzio, e mi meraviglia. Lo prediligo fra tutti i ricordi, in lui mi riconosco, e m'incanto. Penso che così sia l’amore, ma

che cos’è l’amore? Hai mai amato con tutta te stessa? Sei stata mai veramente amata,come posso o potrei amarti io?

Sono delle domande e chissà quante volte le donne se le saranno poste nella loro vita, senza una risposta.

Eppure, quando pensiamo alla parola amore, quando cerchiamo l’amore, è la gioia che sogniamo, e che raramente troviamo. Il che induce a pensare che forse stiamo sbagliando in qualcosa.

Questo è dei poeti, degli scrittori, quella razza che vive in disparte e conosce la voce e la sapienza della solitudine con la quale riempiono pagine di parole … diventano libri
ed ecco dunque che siamo stati formati dai racconti d’amore. Nei tempi si è andato via via a formarsi  un discorso vero sull’amore, collegato al thanatos, molto prima di Freud e della psicanalisi.

Questa condizione, thanatos mi ricorda Paolo e Francesca, Lancillotto e Ginevra, Tristano e Isotta, come lo era stato in tempi più antichi l‘amore di Paride per Elena.

Tuttavia , “ amor ch’a nullo amato amar perdona” ma anche  ”Da Amore venne la buona accoglienza che gli fece, e se essa aveva grande amore per lui, lui ne aveva centomila volte di più per lei, perché Amore sbagliò il colpo tirando agli altri cuori, a paragone di quel che fece al suo; e nel suo cuore Amore riprese tutto il suo vigore, e fu così completo. “

Ora in questo caso Lancillotto ha ciò che desidera, poiché la regina ben volentieri desidera la sua compagnia e il suo conforto, e egli la tiene tra le sue braccia, ed essa tiene lui tra le sue. Tanto gli è dolce e piacevole il gioco dei baci e delle carezze, che essi provarono, senza mentire, una gioia meravigliosa, tale che mai non ne fu raccontata né conosciuta una eguale; ma io sempre ne tacerò, perché non deve essere narrata in un racconto. La gioia più eletta e più deliziosa fu quella che il racconto a noi tace e nasconde.
Cosa c’è di tanto bello e armonioso nell’amore? Cosa lo scatena? Di che amore si tratta?
Intanto penso che si tratti di un amore con la A maiuscola, nel senso di vero amore.

Ora, se amare è un verbo transitivo, e vuole sempre un soggetto che ama qualcosa o qualcuno, oserei dire che questi uomini amavano un’assenza, amavano l’idea dell’amore in sé di cui casualmente il corpo femminile era scintilla.
Nella Grecia classica vennero assegnati all’amore diversi nomi: Agapè, ossia l’amore incondizionato, amore religioso, non necessariamente corrisposto, che diventerà amor cristiano per il prossimo; Storge, l’amore familiare; Himeros, la passione istantanea, che chiede soddisfazione immediata; Eros, il dio della passione; Anteros, l’amore corrisposto, e Philia, l’amore di elezione, che unisce Eros e Anteros operando il passaggio dall’amore del piacere al piacere di amare, destinato a durare nel tempo. Peraltro Eros e Anteros nella mitologia greca sono fratelli e si dice che, in assenza di Anteros, Eros torni bambino..
Allora solo chi ama davvero rifugge la viltà, si vergogna nel compiere cattive azioni e cerca di mostrare all’amato o all’amata solo il bello, come gli amanti che sanno amare e dare amore! 

Forse “ Amore “ non sarà eterno, ma lo sarà fino a quando il cuore è attraversato da una forte e continua emozione che passando lascia il segno e non se ne va; gli amanti si scambiano senza alcuna costrizione ogni piacere, mentre i “ coniugi “ sono per la legge obbligati a sottostare alla volontà dell’altro senza possibilità di rifiuto.

Bisognerebbe pensare che l’amore, amare, è forte passione, che vive e cresce sempre più per incensante pensiero a l’altro sesso, per cui quindi si desidera più di ogni cosa godere dell’amplesso dell’altra realizzando così tutti i precetti che “ Amore “ vuole !

 

 



 

domenica 13 marzo 2022

 

Avrei come sempre da scrivere e sempre a riguardo dei “ sentimenti “ (In psicologia con il termine sentimento derivato dal latino sentire, percepire con i sensi, si intende uno stato d'animo ovvero una condizione cognitivo-affettiva che dura più a lungo delle emozioni e che presenta una minore incisività rispetto alle passioni.) Ma non sono nelle condizioni di poterlo fare anche se non mancano gli argomenti da approfondire e comprenderne il loro significato e significare nella nostra quotidianità a cui purtroppo tutti indistintamente siamo destinati e condannati; questa condizione mi fa pensare a quelle povere bestie costrette a girare tutto il giorno attorno a un pozzo d’acqua, ed è davvero una condizione inaccettabile.

Questo, che un po’ tutti in ogni parte del mondo si sta vivendo è un qualcosa che pesa sull’animo, sulle coscienze; allo stesso tempo suscita almeno in me, nella mia persona, sgomento e una domanda, e cioè : quanto contiamo noi cittadini del mondo nelle mani dei folli del momento sparsi ovunque nel mondo.

C’è un pazzo da qualche parte che semina guerre, morte.

Parrebbe francamente un’ancora di salvezza il poter scrivere di argomenti che più sono attinenti o consoni alla vita di ogni giorno; è sembrata almeno fino a due, tre anni addietro, la nostra vita, una primavera senza fine, meravigliosa anche, nonostante le difficoltà sia di carattere economico che sociale e forse talmente abituati da non essere stati grati; ora c’è e viviamo una sorta di rammarico, di abbrutimento, come essere stati catapultati in un medio evo oscuro fatto di ombre e di poco chiarore….. e quanto accade dentro e fuori di noi  parrebbe una conferma. 

Ora siamo scivolati in un cuneo da brivido freddo, senza essercene resi conto “ qualcuno” ha deciso per conto nostro di andare a impelagarsi con qualcosa di più grande di lui, e questo qualcuno fa parte di quella famiglia di “ qualcuno “ che in qualche parte del mondo sparge terrore e guerre.

Ci troviamo consciamente o inconsciamente immischiati in un qualcosa a cui non dovevamo assolutamente avvicinarci, è stato come andare a cacciarsi in un covo di vipere.

Ma la cosa che più lascia attoniti, che più fa male, è la pratica in assoluto della violenza, il prendere atto che l’uomo non imparerà mai nulla dalla storia passata, e questa nuova sarà ancora da scrivere,come lo sarà quella dei balcani…. Il Kosovo.

Allora qual è il senso, il suo significato nella storia: AUSCHTWIZ?

Che senso e significato dare a: Primo Levi, Se questo è un uomo?

Qui, in questa odierna mattanza politica, non c’è ragione, non c’è intelligenza né cultura, non c’è niente di umano, c’è solamente l’orrendo gioco della supremazia geo-politico, c’è l’uso dell’intolleranza zero, non c’è l’uomo, ma il suo vice: la bestialità, l’ottusaggine, la mancata umanità, da ambo le parti sacrificata in nome di un qualcosa che potrebbe essere indefinibile, ma che è stata definita: sovranità! E in suo nome si perpetua l’antico e ancestrale canto della morte, delle distruzioni.

Non posso io personalmente cittadino del mondo, senza patria, senza confine, accettare quanto accade e con quanta  testardaggine si prosegui su questa strada che non porta da nessuna parte.

Mi chiedo che cosa sia quel grande desiderio di mostrare i muscoli, la propria forza, la propria capacità distruttiva se non la stupidità, se non il grande desiderio di sopprimere l’avversario e non importa se siano inermi cittadini come me, non importa se siano bambini che vengono recisi come fiori appena sbocciati.

E’ quel desiderio oscuro per i tanti che lo cercano di provare l’orrenda adrenalina, come fosse una droga di cui pare non se ne possa fare a meno; altrimenti non si spiegherebbe la presenza dei cosiddetti volontari in una guerra estranea, che non avrebbe dovuto mai esserci.

E allora con tutto questo addosso è impossibile e quasi fuori luogo, parlare di amore o di quei grandi sentimenti che lo compongono e lo tengono in vita questo osannato amore per le belle cose, per la cultura, per la vita.

E’ come se a un certo momento l’uomo non avesse più desiderio di esistenza, di vita.

E’ il dimenticare che siamo tutti dolenti o volenti come in tempi remoti ebbi a scrivere e recitato quel mio monologo: “ Uomini come topi “ , perché così stiamo vivendo, come topi, prigionieri noi stessi della nostra cupidigia, della nostra voglia di non esistere, se solo in un immaginario.

Ma …. Io non sono immaginario! E sono qui come un imbecille, come un incapace, senza vita, senza futuro, perché questi ormai appartengono a dei, Dei minori, oscuri, ancora più imbecilli di me: Vincenzo Calafiore!

 

 

sabato 12 marzo 2022


 

La democrazia e la guerra

 

Di Vincenzo Calafiore

13 Marzo 2022 Udine

La “ guerra “ è in se un fallimento, ma lo è anche  per la filosofia, per il senso della vita, la guerra è morte e distruzioni . “ Vincenzo Calafiore

 

 

 

                                                 ( Goya, il sonno della Ragione)

 

 

                        E’ stata rivista e considerata, rivisto i concetti chiave come ciò che rende ingiustificabile la guerra.

Ma la filosofia potrebbe rivedere ciò che significa “ guerra “ e discutere semmai le cause. La guerra così attira la nostra attenzione, nonostante il fatto che si consideri la guerra un fallimento filosofico.

La filosofia  incoraggia la mente e la nostra vita, ad una esistenza razionale, logica, consapevole in cui la nostra stessa esistenza induce ad una cooperazione pacifica e alla prosperità. Così quando noi accettiamo la guerra, noi in quel momento stiamo voltando le spalle al meglio della vita.

Questo non significa che la guerra dovrebbe essere rigettata, benché pare che alcune guerre siano giustificabili, noi comunque rimaniamo gli unici responsabili delle nostre scelte, delle nostre azioni.

Questo è un problema non solo filosofico ma pratico. La guerra è politica, la politica di uno Stato fatta con mezzi diversi, quindi se la guerra è una forma di lotta politica, allora la politica sarà sempre orientata verso i mezzi della guerra, anziché della pace ..  Goya con una grande opera ne descrive il senso:

 

“ Il sonno della ragione genera mostri “ !

 

Le domande sono: La guerra è di per se un male, esiste la cosiddetta guerra giusta?

Se la guerra giusta esiste, e ha diritto di esistere nel mondo civile, a chi compete primo di deciderla e poi di eseguirla … condurla, e con quali mezzi?

Questi interrogativi non sono appannaggio dei nostri giorni, in cui l’ordine mondiale è continuamente e costantemente minacciato, ma si sono posti nel tempo, trovando risposte più o meno consone al periodo storico.

Senza tralasciare la dottrina del duplice effetto, secondo la quale lo stesso atto può produrre due effetti; uno inteso e un altro previsto! Il più delle volte o quasi sempre la teoria del duplice effetto viene utilizzata per legittimare l’uccisione dei civili, causata da bombardamento aereo e bombardamento strategico e terroristico.

Ma cos’è la “ guerra “ ? Semplificandola il più possibile è una lotta feroce, armata e sanguinosa che si svolge fra Stati o fazioni di uno stesso Stato, avente lo scopo di abbattere l’avversario, sconfiggerlo e renderlo impotente ( impossibilitato a rinnovare la lotta) e imporgli la pace.

Oggi, lo sviluppo tecnologico e della scienza applicata agli armamenti ha reso possibile la distruzione della civiltà e dell’intera specie umana. Oggi più che mai, la posta è :

la possibilità di mettere la parola fine all’avventura umana sulla terra.

Checché se ne dica la “ guerra “ intesa come igiene del mondo, è un inferno. Un inferno per chi la combatte e muore o mutilato; un inferno per i civili colpiti direttamente o indirettamente.

La guerra in Kosovo (La guerra del Kosovo fu un conflitto armato, combattuto tra il febbraio 1998 e l'11 giugno 1999, durante le guerre jugoslave, riguardante lo status del Kosovo, allora appartenete alla Repubblica Federale di Jugoslavia.)

E’ stata  la prima ad essere combattuta in nome degli umani, per fermare il genocidio delle popolazioni kosovare da parte dei serbi, tuttavia erano fortemente impressionanti le immagini che i media trasmettevano delle stragi, dello stupro etnico, dei campi di concentrazione, le fossi comuni … in quel caso l’opinione pubblica occidentale approvò l’intervento della Nato.

Col risultato che il bilancio delle vittime kosovare e serbe esclusivamente civili e le distruzioni in Serbia come in Kosovo furono pesantissime ed eguali più o meno.

Il paradosso sta nel fatto che una guerra combattuta in nome e in difesa dei diritti umani, violi essa stessa quegli stessi diritti.

 

Voi dite che è la buona causa che rende santa persino la guerra. Io vi dico: è la buona guerra che rende santa qualsiasi causa.” F. Nietzsche.

 

Per cinquatanni circa l’esperienza nefasta della seconda guerra mondiale ha fatto sì che la stragrande maggioranza degli Stati condividesse l’idea che la guerra era il male assoluto.

La guerra era l’estrema ratio quando fallivano le diplomazie e le sanzioni si fossero rivelate inadeguate.

Oggi ci troviamo alle soglie di una guerra mondiale per la guerra in atto tra Russia e Ucraina, che gli Stati Uniti e i loro alleati non sono stati capaci di non farla iniziare. Una guerra non necessaria.

Purtroppo fautori e contrari hanno armato la sporca retorica bellicista o pacifista, sparando a zero contro il nemico! Chi abbia ragione non è dato a sapere.

Tony Blair  ebbe a dire a proposito della guerra in Iraq: quando questa guerra sarà vinta, il mondo si renderà davvero conto che avevano ragione loro.

Ma noi speriamo, crediamo che nell’intimo delle loro coscienze il tormento dell’incertezza, l’angosciosa domanda sia sempre la stessa: “ abbiamo fatto la cosa giusta”?

E chissà se i principali attori e le spalle di scena domani, quando tutto sarà finito questa domanda se la porranno! Accadrà nuovamente in un altro luogo sempre con la stessa colonna sonora e gli stessi spettatori di sempre: ipocriti e assenti, incapaci e interdetti! 

 

 

venerdì 11 marzo 2022



CALAFIORE

Arte,Comunicazione,Cultura

 

 

 

RECENSIONE MOSTRA FOTOGRAFICA

di Sveva Angelini & Michela Cucchiaro

 

 

 

Continuano le aperture dei “luoghi “ di cultura e si susseguono per nostra fortuna le inaugurazioni di nuove temporanee, mostre fotografiche, come in questo caso quella dell’Artista friulana Sveva Angelini inaugurata,8 Marzo e aperta al pubblico fino al 8 Aprile.

Questa Mostra fotografica intitolata “ Lo Spirito delle Stagioni “ ha come soggetto: Michela Cucchiaro.

Sveva Angelini ha frequentato l’Accademia di Fotografia John Kaverdash

Milano, nell’anno 2013 dove ha conseguito il Master globale di fotografia professionale.

E’ questa Mostra un racconto per immagini del genere umano e del suo legame con la natura, da qui prende titolo la Mostra:

“ Lo Spirito delle Stagioni “ è un osservazione di quei temi ricorrenti, della comunità, dei costumi e rituali, della ricerca d’identità, del rapporto tra anima e natura.

Ogni immagine – rigorosamente su pellicola sviluppata manualmente in camera oscura dalla stessa Sveva Angelini, riesce a far riflettere il visitatore sulla storia del forte legame tra anima e natura, qui rappresentato da Michela

Cucchiaro, accompagnato in questo percorso da un sottofondo musicale composto da Michela Cucchiaro e la Maestra di Canto Ilaria Siliotto.

 

INFORMAZIONI UTILI

 

Sveva Angelini & Michela Cucchiaro

 8- Marzo – 8 Aprile    “ Lo spirito delle Stagioni “

 

Indirizzo: Biblioteca Comunale Fogliano di Redipuglia

Via Madonnina, 7

Info: 0481- 489051

Orario: Lunedì/ Giovedì 9,30- 12,30   Martedì/Mercoledì 16,00 – 19,00

 

 

Info: vincalafiore@gmail.com

vincenzo10vc@libero.it

Blogger: Sul mare da una vita

www.laprimapagina.it

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martedì 8 marzo 2022


 

 

Come petali di rose

 

 

Di Vincenzo Calafiore

08 Marzo 2022 Udine

 

FESTA DELLA DONNA

 

La cosa che più mi piace dirti ogni giorno, e al mattino, è quel mio : ti amo!

Non è detto tanto per dire qualcosa, lo dico perché è in me, mi appartiene e a te lo dono.

E’ un dono prezioso, non è da sciupare o recepirlo con abitudine, perché ogni giorno è diverso, segue l’emozione che il cuore in quel momento suggerisce,vive.

Vedi?

Io sono come una rosa dentro un vaso, che pian piano perde i suoi petali; sono in direttiva di arrivo del mio finale, quando calerà definitivamente il sipario.

Questo è una certezza assoluta, ma lo voglio vivere fino in fondo, sempre con quel mio pensiero fisso: Vivere.

Non ho tanto tempo amore per me, non mi posso permettere di sprecarne neanche un solo secondo, ecco perché voglio amarti ora e non domani, non più avanti, ma adesso, amarti e annusarti come si fa con un fiore, che solo a tenerlo tra le dita è già primavera, è vita.

Tu non puoi capire il mio affanno del rincorrere gli anni, contarli come monete e man mano accorgersi che sono sempre meno, non capirai l’amore che ho per ogni anno che va a sedimentarsi nella polvere, l’amore che ho e potrei ancora dare.

Ecco da dove giunge quel mio – ti amo – !

Dovresti vedermi  di notte, con la mia barca dei sogni e rete da pesca in cerca di sogni, in cerca di te! A volte la lampara si spegne e vago in un vuoto assoluto … a volte è la luna a guidarmi, a volte il tuo richiamo, il richiamo delle tue labbra, delle tue mani …..  il tuo profumo di zagara, a guidarmi in quel buio pesto come il catrame.

All’improvviso la barca ha un sussulto, una scossa che l’attraversa tutta nella carena, tutto è rovesciato, i ricordi, le immaginazioni sono dei fantasmi che si aggirano nella mia mente, si materializzano fino a divenire delle vere presenze, con cui parlare.

E’ notte affamata d’amore, buona per navigare sotto quel taglio di luna che la illumina, si vedono i profili di volti amici e questa è una grande fortuna, come quella di vivere adesso in questo tempo sbandato che corre spedito lasciando posto a un futuro che potrebbe arrivare; quel darsi da fare dei pensieri miei, delle immaginazioni, fanno si che resti da solo davanti a una finestra a immaginare come sarà la mia nuova alba e mi confondo con quel bicchiere di birra cercando di copiare e disegnare l’amore; mi confondo e mi confondo con quel taglio di luna freddo come una lama lassù in un cielo lontano, distante come la mia vita.

Solo con le mie mani che non sanno più cosa sia un abbraccio, con le mie mani sospese in cima a un mondo sconosciuto,  che non sanno più cos’è l’amore.

Sai cosa c’è? E’ che sono ubriaco di questo vento lontano, un vento che mi prende la testa e la fa rotolare come un pallone nell’aria.

Ma tutto questo è già stato in un altro tempo, quando rimasi in una stazione lontana da tutto, con un biglietto in mano senza ritorno.

Vedi ora ti ho quasi raggiunta, veniamo entrambi da mani sbagliate, che ci hanno lasciati andare a morire più dei nostri sogni, più delle nostre immaginarie lontananze … io e te non siamo mai stati lontani, pur non essendoci mai incontrati, ne sfiorati con le dita.

E’ una notte senza vele, che lascia muti senza fiato, in compagnia di gente diversa, estranea, incapace di ascoltare il vento che tocca il mare, notte vissuta come una musica leggera che prende il cuore, mentre mi fa sognare una sottana tra le mani… o dirti di scoprire gli occhi per guardare il mare.

Buon “ 8 Marzo “! Ma che sappia di dignità e di amore vero, che sappia di vita, buona come un buon bicchiere di vino: Auguri Donna!

 

 

 

 

 

 

 

mercoledì 2 marzo 2022


 

E, riconoscersi

 

 

Di Vincenzo Calafiore

3 Marzo 2022 Udine

 

 

 

 

 

“ La purezza stà nel silenzio, perché il silenzio è puro. Il silenzio è sacralità. Non divide ma unisce e lega le persone. Sai solo chi  è a  proprio agio  con un’altra persona  può fare a meno di parlare. Questo è il grande problema.

I desideri, i sogni, le emozioni, sono realtà intime, personali sono la cosa più importante che abbiamo, non svendiamoli, non lasciamoli morire in una memoria arida e vuota d’amore.

Così, accade che varrà la pena di non dormire pur di stare dietro ad un proprio desiderio, sogno, a un’emozione. “  Vincenzo Calafiore

 

 

Non lo sai, non potrai mai saperlo, che ho smesso da molto, arrivando alle seconda riga, cancellare quanto ho scritto e ho riscritto nuovamente da dove il cuore mi suggeriva.

Cercai in quel tempo degli inizi che avessero in se la poesia, e stupidamente non capii che la poesia era già in me, ed era lì assieme ai desideri, ai sogni, alle mie immaginazioni, nei miei occhi, ed era inutile la loro ricerca.

Poi, nel tempo, ho capito che un grande cuore non muore nel giorno e continua a battere a respirare la notte, senza barriere, senza limiti, ma tutto nelle armonie e confessioni interiori che mi hanno messo al riparo da certi temporali devastanti che nella notte illuminavano fiori che erano nati e sbocciati nascondendo una struggente bellezza.

E quanta fatica mostrare un sorriso, il migliore,  stando male e fingendo di stare bene o essere felice, mentre tutto dentro crolla o è già crollato; così di notte silenziosamente, il cuore va morendo e come l’anima che si spezza non fa rumore, questo lo fanno i pensieri in testa.

Così si cerca fingendo d’essere forti e di  sorridere sempre, guardando avanti un traguardo che non c’è, un posto a cui andare, una vita diversa, un qualcosa che possa permettere di rialzarsi sempre dalla polvere. Anche se il più delle volte è davvero difficile, è troppo dura sorridere, è troppo dura inseguire la felicità che manca mentre pare che altri la posseggono.

Ma ci sono gli occhi e questi non sanno mentire, non conoscono la menzogna, si leggono facilmente, così trasparenti, così innocenti.

Vivere è un cadere o un inciampare sempre ; ci si rialza malconci o rotti, ma ci si rialza, lasciando a terra l’armatura, gettando via i perché, e continuare a sognare, a dipingere i giorni, a esprimere desideri, a inventare sogni, ad amare.

E’ questa la vita: tutta, interamente tutta in una parola: Amare. 

Non esiste un giorno solo per amare!

E’ volere una persona accanto, una persona incapace di calpestare il cuore, in grado di colmare i giorni , di colorarli coi colori più caldi, con le forti tinte dell’amore, che abbia negli occhi il cielo più blu.

Un uomo capace di amare giorno per giorno con la stessa intensità del primo giorno, con le braccia capaci di stringere, di donare un bacio lungo un’esistenza: è questo l’amore, questa è la vita!

Vivere assieme è prendersi cura dell’altro non un solo giorno ma per sempre…. E non importa dove, come.

Ci sono muri interiori altissimi che potrebbero sgretolarsi  di fronte alla tenerezza, quella tenerezza che è in noi, perché lasciarla morire? La parte più difficile è accettare l’idea che certe persone possono soltanto sfiorarti, attraversare il tuo cammino per il tempo di un sorriso, di una stretta di mano.  E ci sono sere più o meno fiabesche in cui ci si trova a parlare con chi da troppo tempo non ci si vede o con chi non avresti mai pensato….  e dire cose che non avresti mai a nessuno confessato. Ci sono occhi che ti salvano e non vorresti più smettere di guardarli, ma semplicemente non puoi.

La parte più difficile è che  la consapevolezza la mattina del giorno dopo piomba addosso: le magie sono svanite, restano i segni delle carezze, dei baci a fior di labbra,  sogni da amare, lettere d’amore! Realtà che non vogliono attendere o morire in un’attesa,  Sono piccoli  segni che rimangono scritti sulla pelle con inchiostro indelebile!

Se c’è una cosa che ho imparato è questa:  E’ riconoscersi !

Amare! E’ solo questo è davvero importante e quando arriva il momento di amare, non si pensi di scappare, è rimanere, è stare lì, dignitosamente, a amare. Solo questo è importante.

 

 

 

 

 

 

 

 

 Cerca in qualche modo

o in qualche maniera di amarti
ad avere cura di te stessa
e soprattutto di dare amore
a chi ti dona amore.
Il segreto non sta in quello
che i tuoi occhi ti fanno vedere
ma in quello che il cuore ti suggerisce..
Alla fine credimi troverai
non chi stavi cercando,
ma chi da tempo ti stava cercando!

 

 

“ La purezza stà nel silenzio, perché il silenzio è puro. Il silenzio è sacralità. Non divide ma unisce e lega le persone. Sai solo chi  è a  proprio agio  con un’altra persona  può fare a meno di parlare. Questo è il grande problema.

I desideri, i sogni, le emozioni, sono realtà intime, personali sono la cosa più importante che abbiamo, non svendiamoli, non lasciamoli morire in una memoria arida e vuota d’amore.

Così, accade che varrà la pena di non dormire pur di stare dietro ad un proprio desiderio, sogno, a un’emozione. “  Vincenzo Calafiore