lunedì 29 luglio 2019


Mai così audace il verbo

Di Vincenzo Calafiore
29 Luglio 2019 Udine






Sai cosa c’è ?
C’è la distanza, e in quella le parole mai nate, e sono ancora lì con la loro voglia di esistere, di farsi sentire, e non importa se in coro o sottovoce, tanto tra la folla col silenzio che c’è si farebbero ugualmente sentire.
C’è un’esistenza non esistenza, una vita non vita!
Questo lo so, l’ho sempre saputo, è un qualcosa che si ripete sin dal primo momento di vita negli occhi spalancati al nulla che giace appena fuori.
E’ probabilmente il destino dell’umano, condannato alla stessa scena, o forse è un incubo rivissuto chissà quante volte sotto mentite spoglie.
Ci vorrebbe il mare con le sue armonie che non riescono a superare la soglia e raggiungere  l’animo così tutto appare uniforme, piatto.
Mai così audace il verbo come oggi, in questa opacità non fa distinguere la differenza tra la vera vita e quella rappresentata nello scenario sempre uguale di una deriva costante.
Amare è davvero così importante, così di vitale importanza da non poterne fare a meno eppure è difficile così difficile poter amare… ed è un sentirsi demotivato.
La cosa più raccapricciante in questo “orgasmo” prematuro è l’omologazione, l’essere in qualche maniera rassomigliante a un guru o a una dea di terracotta, l’essere schiavi senza consapevolezza di desideri inesistenti, di amori che fioriscono in un giorno e la notte successiva seccano sullo stesso stelo!
C’è che manca l’essere se stesso o se stessi, grassi, magri, alti bassi, belli o brutti, manca il sapersi accettare per come si nasce e come si diventerà poi quando tutto è decadenza… meglio essere brutti vecchi, che dei vecchi mostri!
Pensa che esistenza sarebbe senza qualcuno da amare, perfino la vita stessa sarebbe una linea piatta e monocromatica e la vita non è così è un arcobaleno di luci e armonie che a volte a saperle cercare le potremmo trovare in un’alba o in un tramonto.
Per fortuna qualcuno da amare c’è ed è un sogno che durerà per sempre; perché amare è per sempre, non è una momentanietà o una provvisorietà è un per sempre; ed è orgoglio, è forza nelle braccia che sapranno tenere fermo il remo quando affonda e riaffiora per dare slancio.
L’amore è dedizione, è un sì e mai un se!
Prova almeno ad amare una volta, provalo sulla pelle tua questo amore e sarà un vestito che non leverai mai di dosso …. 
Passi stanchi e sfinite emozioni e sogni oltrepassati, ricordi assopiti e sorriso spento! L’immaginario inesistente e unica certa emozione del ripetersi, del svegliarsi come lebbrosi senza una favola da vivere!
E tu l’hai una favola?


martedì 9 luglio 2019


                                   Senza mai stancarsi..
Di Vincenzo Calafiore
 10 Luglio 2019 Udine
“ ….. svegliarsi e avere addosso
le tue impronte lasciate nella notte
come di qualcuno che è passato
da una spiaggia a cercare il mare.
E tu sei mare, noi siamo mare,
impronte rimaste lì da un capo all’altro
di mondi che si conoscono, a volte
irraggiungibili, a volte così distanti.
E tutto va con quell’amore dentro
sciupato da una folle deriva, quando
si deve rimanere per vivere, per un eterno .. “

                                                                                                             Vincenzo Calafiore

da : “  Blu Oltremare “


E’ notte fonda e Tu sarai persa chissà in quale sogno! E’ una notte da savana piena di ombre che solo a sfiorarti fanno sentire il freddo della paura addosso,  è c’è pure quel mio urlo strozzato dentro, ci sono tutte quelle parole che avrei voluto consegnarti assieme all’ultimo:
“ .. ciao a domani.. “ .
Verrebbe voglia di andare via, venirti incontro con le braccia spalancate come una finestra sul mare, accarezzare il tuo volto in cerca di quelle rughe che sanno d’amore, di vita in attesa.
E invece, sono qui a ridosso di una finestra che immagino affacciata sul mare, che ne sento il respiro, il suo andare e venire incensante, le maree che tanto rassomigliano ai miei desideri indecenti! Rileggo le tue parole quelle parole che mi scrivi di notte quando ancora le stelle trapuntano il cielo come un velo di sposa, che effetto mi fanno? Dolore, Rabbia, Nostalgia, Mancanza, Distacco, Lontananza! Ecco dove io vivo, dentro questi spazzi tra parola e parola.
Perché continuo a sorridere anche se non c'è motivo? Perché sei così bella nelle mie illuse certezze? Che ci avvicinano così tanto da poterti sentire respirare, cos’è che tanto mi fa male, se poi al primo risveglio, svenato, raccolgo le ceneri di una notte passata troppo in fretta?
Perché fa anche tanto male rileggere tutto? Eppure ci siamo sentiti ….
Perché conto i giorni senza sentirti nè vederti?
Perché lasciarti andare? Per quali motivi non posso trattenerti per sempre?
Sarà forse a causa di una preghiera mancata o di una presenza violata?
Dovrei essere abituato a tutto questo. Dovrei essere abituato alla nostra lontananza, e poi sembrare sconosciuti che parlano solo tramite messaggi;  e poi quando ci vediamo rimanere a guardarci negli occhi senza dire una parola rapiti l’uno dall’altra, per continuare poi per strade diverse. Forse si può descrivere proprio così il nostro legame: due strade che si incrociano ad un certo punto per poi continuare separate. E poi che nome dare al nostro legame? Cosa siamo? Vita, la migliore vita? Amore, che cosa siamo?
Sei sicura che sia soltanto amore? Sicura che ci comportiamo così non perché abbiamo paura di noi stessi?
Pensaci, tutti i nostri comportamenti strani, i nostri sguardi, il nostro desiderio di incontrarci, il nostro allontanarci continuamente anche se poi torniamo a unirci come fossimo mare e orizzonte! Ma poi perché non riusciamo a stare lontani. Perché ci sono tante domande a cui non sappiamo rispondere?
Sai perché? : Perché ci amiamo!
Dimmi di sì ! Dimmi che non vuoi morire con quel tuo desiderio strozzato in gola, spiegami perche ci facciamo tanto male a non essere quello che vogliamo. Forse questi dubbi e queste paure sono solo mie? Forse solo per me è più di un amore? Ho bisogno di sentirti vicino sempre.
Ci resto male quando ci incontriamo e non posso abbracciarti?  Perché mi faccio tutte queste domande e non cerco delle risposte? Forse perché una risposta già la so è che io ho bisogno costantemente di te! Tu hai bisogno di me? Cosa sono io per te? Ho bisogno di risposte perché il silenzio sia vita e non paura.
Ho accartocciato quelle parole, insieme alle altre che non ti ho detto, che avresti potuto sentire rimanendo nella distanza tra occhio e ciglia… c’è che ogni tanto vado a riprenderle per rileggerle e ogni volta sempre più si sbiadiscono come i miei capelli, come rughe profonde di certezze smarrite nei tempi che sempre più si son lasciati andare.
E allora mi volto indietro e capisco che passo un’intera esistenza a cercare un punto di equilibrio, quando poi, con gli anni, mi rendo conto che la vera vita, quella che mi ha lasciato i segni, quei segni che non dimentico, l’ho sempre vissuta interamente come fosse un’unica emozione.
E capisco che ho passato una vita intera a cercare la persona giusta quando alla fine l’unica persona giusta che potevo e dovevo trovare eri tu, sempre e soltanto tu.
Capisco che le passioni, i ricordi, hanno sempre un prezzo da pagare, così come la vita che presenta il conto e che comunque sia valga sempre la pena.
Capisco che non tutti ti amano allo stesso modo mio, che a volte fa paura, ma non si può  valutare l’amore in base alle parole, quel che conta è il dono, il lascito… diversamente è come giudicare un libro in base al numero di pagine, dove molte parole possono servire unicamente a riempire spazi vuoti, senza dire nulla.
E infine capisco che ho passato passo una vita ad osservare e imparare come si muove il cielo,  quando poi mi sono reso conto che non  è stato tutto tempo sprecato, che l’unico momento che ho vissuto, l’unico istante di vita, l’istante davvero importante è “ Ora, adesso”. Il solo, guardarti è già un lungo segnale di vita! Il solo amarti o poterti amare e l’istante che mi traghetterà in quel lontano irraggiungibile.
Il resto è il nulla, che s’appresta, e dilaga negli spazi che a mano a mano si creano, quando tu taci!                                                       
Amarsi, senza mai stancarsi!

mercoledì 3 luglio 2019




E, sai che …

Di Vincenzo Calafiore
04 Luglio 2019 Udine

…. Pensa a quanto sarebbe bello ora
stringerti tra le braccia e dirti: ti Amo !”
                            Vincenzo Calafiore

Ci sono notti in cui non c’è una bava di vento, le vele vuote di vento si piegano su se stesse, flosce e prive di vita… questo è quando – Tu – non sei qui, al fianco mio, con la tua testa sullo stesso cuscino.
A volte vorrei spiegarti perché ti amo, spiegarti quanto ti amo, ma gli occhi già si chiudono sull’ultima visione, e tu lo sai che ti amo, potrei scrivere, e spiegartelo così:
Io ti amo quando ti guardo, perché sei la cosa più bella che io abbia mai visto.
Io ti amo perché fai saltellare il mio cuore di gioia e credimi è una condizione bellissima se pensi alle cicatrici e alle ferite.
Ti amo perché mi hai accolto tra le tue braccia, salvandomi dal baratro.
Ti amo perché tu sei nella mia vita e non c’è nulla che possa eguagliarti.
Amo il tuo sorriso, la tua voce, i tuoi occhi, i tuoi baci … perché tu sei quel mio ti amo!
Ci sono momenti come ora, che non trovo alcun significato in tutte le cose che scrivo, momenti in cui mi sembrano assurde le parole che ho pensato di scriverti, che penso che se qualcuno le dedicasse a me, sarebbe un pazzo…
Perché non posso pretendere che tu capisca quello che ho dentro se tu non provi le stesse cose… E per me è proprio così, sto cercando in tutti i modi di esprimere i miei sentimenti, che sia a parole, scrivendo, con un disegno, con una canzone… Ma non so se riuscirò mai a farti capire che sei la persona giusta. Perché è di questo che si tratta no? D’Amore!
Dicono che perdersi sia la strada per ritrovarsi.
A quanto pare io e te c'eravamo persi quasi da subito e abbiamo avuto parecchie difficoltà lungo il cammino per ritrovarci, alla fine ti ho ritrovata. Eravamo ritornati ad essere due rette parallele, che si inseguivano all'infinito … quel tempo!
Quale e come sarà il nostro per sempre?
E poi c’è quel mare per raggiungerti, altro che oceano, è un infinito incanto dinanzi agli occhi tuoi e tu non sai che negli occhi miei c’è tempesta, una tempesta di cui nessuno se ne accorge
Ho amato, amo tanto.
Ho aspettato, aspetto.
Ti ho cercata io, ti ho trovata.
Ho scritto tanto, scrivo ancora tanto.
E cosa siamo noi, cosa saremo noi domani quando tu ti stancherai di me?
Cosa  c’è in questo amore se non l’essere “ vivi “. Essere vivi quando si sente una musica e la si canta piano nell’attesa dell’incontro come solo gli innamorati sanno fare, come quando dinanzi a uno specchio mi dico che ti amo, e prendo dolore per il vuoto attorno.
Chissà quante volte te lo dico, e quanto ancora te lo dirò.
Chissà quante volte l’ho sentito, l’ho letto.
Voglio solo continuare ad amarti, capirti, credere, viverti, Voglio solo che tu sia con me
Per quella breve eternità che c’è in un sì: ti Amo !






C’era una volta la vita


Di Vincenzo Calafiore
03 Luglio 2019 Udine

… è lì che bisogna andare
verso quell’altrove che ci attende,
non è di morte che si tratta, è di vita!
Quella vita che il più delle volte
svendiamo per uno scampolo di felicità
che felicità non è! E’ di illusione, di chimera
che si tratta. Ancora non conosciamo
come sarà o potrebbe essere la nostra vita
e nonostante ciò viviamo come un grumo di vermi
aggrovigliati nei nostri stessi egoismi e stupidità”.
                                Vincenzo Calafiore



    Eppure io conosco i segni di una primavera nascosta… ma bisogna volgere lo sguardo altrove, lontano da questo groviglio di vermi affamati di tutto tranne che di vita. 



Agonizzo per una malattia poco conosciuta e che non si sa come curare.
Mi sono rimesso assieme i pezzi per sopravvivere alla prigione invisibile in cui sono stato scaraventato assieme ad altri prigionieri, ad altri morti vivi.
Con la matita o tratteggiato cieli e confini da esplorare, ho ricomposto sogni frantumati da un disonore ormai comune e dilagante tanto da ridurci nella peggiore fecce incapaci di sfuggire
all’iniquo tiranno che così ha vietato di esplorare l’ignoto di una coscienza assopita e schiacciata da un inutile onnipresente.
Ed è questo la spinta verso il niente.
Così brancoliamo nel buio in questo medio evo scuro, tutto dà segno di disfacimento.
Travolti da un invisibile tsunami!
Eppure nonostante ciò la vita continua la sua esistenza, i giorni si consumano nelle vaghezze, nelle inutili attese a volte, nelle sfumate certezze di un dio che a noi si appressa coi suoi pesanti piedi; è un dio amato dai più, un dio che lascia di se illuse ricchezze e avide conclusioni.
Eppure io sono convinto che c’è una vita, come una volta c’era!
Sono convinto che c’è una vita fatta non di mere illusioni ma di piccole cose, una vita fatta di conoscenza e di altruismo, di sentimenti e di amori che rimangono addosso per tutta la individuale esistenza.
Eppure io conosco i segni di una primavera nascosta… ma bisogna volgere lo sguardo altrove, lontano da questo groviglio di vermi affamati di tutto tranne che di vita.
Bisogna accorgersi di qualcosa che sta accadendo nel silenzio, lontano dal rumore infernale di questo guazzabuglio disumanizzato.
E’ come quando stava crollando l’impero romano e sembrava vi fossero solo le rovine e le orde barbariche e i lupi che infestavano ovunque: invece qualcuno stava in silenzio piantando i semi di una nuova civiltà!
E questi sono i sognatori, quei pezzenti ai bordi delle strade, quei sognatori che hanno visto già l’altrove ed è lì che vorrebbero far nascere una nuova civiltà di gente in movimento, di anime non statiche, ma di anime capace di danzare e non di essere ballerine che danzano a ritmi dettati da uno spietato, bieco, disumano sistema.
Dunque non guardate dove i media vogliono che voi guardiate, cioè verso le rovine, verso il vuoto d’esistenze, perché la vita e le speranze di una buona vita non vengono dalla puttana politica, da una falsa ricchezza, dall’economia, dagli stati, dagli eserciti di venduti e servi, schiavi di partiti.
La speranza  vera sembra fragile e silenziosa come le gemme che spuntano su rami secchi a rinnovare la vita di un bosco intero, di una umanità quasi perduta: è la speranza che hanno i sognatori ed è lì che bisogna andare.
Sono loro con le loro visioni a tracciare la nuova vita che sa di poesia e di pace, di serenità, di orizzonti da scavalcare, di Amore!