venerdì 27 maggio 2016



Per un sogno


Di Vincenzo Calafiore
27 maggio 2016 –Udine

Allora succede che la incontri, e, la guardi dritta negli occhi!, quelli che da tempo stavi cercando, e non la dimentichi più!
Ti dici che è lei la donna della tua vita, e sarà lei a renderti felice assieme ai giorni suoi.
Tu lo sai, perché hai guardato i tuoi vecchi, sai che amare è come dividere un  solo pezzo di pane in due.
E’ svegliarsi al mattino e darle il primo bacio dei tanti che le darai nei tuoi giorni a venire.
Amare lei è l’unica poesia vera, sentita nell’anima, che scriverai nella tua vita!
Ma lei per il momento è un sogno, un’immagine che schioccando davanti ai tuoi occhi ha fatto nascere così tanti desideri, così tanti pensieri; e vorresti incontrarla nuovamente su quella strada anonima strapiena di gente distratta che passa e va senza rendersi conto che in quel momento preciso è nato un sogno, il sogno tuo lungo una vita.
Non la chiamerai per nome, la chiamerai “amore” e questa piccolissima parola sarà un arcobaleno, un ponte, tra te e l’orrendo appena fuori dalla porta.
Le strade sono tutte uguali, traiettorie intersecate da altre, incroci grandi come un oceano che s’aprono a nuove direzioni, ci ritorni e aspetti di vederla passare.
Ora lei è tua!
E tu le apparterrai non per contratto, né per vincolo, ma le apparterrai per l’amore che è in voi.
Dopo tanti anni lei è lì nei tuoi occhi come quel giorno che l’hai incontrata la prima volta, è sempre lei che hai amato e curato proprio come tu sai fare per una vita intera, poi un colpo di mare bastardo travolgendola se l’è portata via……….
Della lontananza non ne sapevi nulla, non l’hai mai conosciuta, però saggiandola  scopri che la lontananza è una separazione, uno spazio fisico mentale che ti divide da lei e crea quel forte senso di eterna mancanza: lei ti manca!
Ti ricordi, la ricordi sorridente e felice, e sai che è un inganno della memoria che strasfigurandoli li trasforma in nostalgie e dolci sofferenze alleviate dal seme della speranza di poterla un giorno incontrarla nuovamente in un altrove lontano, in un altro incrocio ove tu l’aspetterai per vederla passare…
Hai continuato il tuo viaggio nel corso delle tue esistenze, approdando a lidi sempre più lontani dagli uomini tartaruga che si portano addosso le abitudini, le modalità, ritmi e rituali di una vita non vita, noiosa.
E vivi  ancora in una nuvola di silenzio in cui odi la sua voce e riempi pagine di: aiutami tu! Tutto sorretto dal frusciar della memoria che ti allontana dal vuoto delle anime e dalla malinconia.
Tutto mentre la tua vita continua il suo passo allestendo figure in cineree sequenze impenetrabili, mentre si imbiancano i capelli tuoi.
Riesci a scrivere ancora poesie.


Nessun commento:

Posta un commento