domenica 9 agosto 2015



Un tempo non lontano

Di Vincenzo Calafiore



L’alba si presentò come una sposa, coi capelli ingarbugliati e pelle vellutata, col sorriso sulle labbra e una leggera brezza che piegava leggermente le cime degli alberi. Io mi sono alzato male, accade ormai da tempo e ancora adesso non sono riuscito ad abituarmi al mio viso senza neanche la smorfia di un sorriso, perché questo mi è stato portato via così alla stessa maniera a milioni di italiani. Io purtroppo nel corso della mia vita ne ho viste tante, ho visto le cosi peggiori, ho visto l’ipocrisia, ho sentito false promesse, false verità; ma ho visto troppe bandiere sventolare nelle piazze per cause fatte ritenute giuste mentre in realtà la vera causa stava da un’altra parte.
Sono ormai un dinosauro, roba da museo, ma ho ancora delle cose da dire affinchè le nuove generazioni sappino con chi hanno a che fare.
Ho visto le rovine e da queste rinascere città, botteghe di artigiani e c’era nell’aria una grandissima voglia di rinascere, di riscatto, di moralità.
Ma ho visto anche distruggere ciò che era stato ricostruito, la Cirio….. perduta, l’IRI distrutto, alcuni esempi.
Poi ho visto abbandonare i rioni, i paesi, le campagne e treni carichi di contadini che andavano a Torino con tutte le speranze racchiuse in delle valigie gonfie e scatole di cartone legate con gli spaghi più strani, erano i treni che partivano pieni e tornavano vuoti per ricaricare gente da scaricare ai piedi di un miraggio chiamato FIAT.
E’ da una vita che sento dire le stesse cose, per il Sud. E’ una vita che ci prendono per il culo, è una vita che ci fanno l’elemosina, offendendo la nostra cultura, la nostra dignità, la nostra storia, la nostra operosità e invece siamo stati bollati come incapaci, peso per il grande nord, colonia per lo stato che di memoria corta ha forse dimenticato che il nome della nazione Italia identificava un tempo la Calabria, non ricorda che la guerra di indipendenza l’ha pagata debiti compresi degli stati confederati, la Calabria e se noi ora chiedessimo i danni e gli interessi del prestito?
Non sorrido più perché lo schifo e la delusione sono diventati dei pesi insopportabili; non sopporto più vedere una massa di gente che se ne sta lì in quei palazzoni ben stipendiata e con tanti privilegi perenni, tutti alla faccia di un popolo che non è più in grado della più minima reazione.
E’ un popolo strano l’italiano che si preoccupa più del campionato di calcio che del suo avvenire, o del fatto che non riesce più a mettere un franco da parte!
E’ un popolo senza stimoli, capace di adagiarsi a qualsiasi situazione giusta o ingiusta che sia che gli viene imposta.
Ma ci sono le telenovele, le lunghe trasmissioni in cui si parla tanto senza venire a capo di niente, ci sono i grandi discorsi dei nostri politicanti che parlano tutti la stessa lingua se si tratta di intortarci…. Ma provaci almeno una volta a levargli un solo centesimo dalla tasca….
E sono tutti la denunciati e processati, ladri con tanto di certificato DOC, camaleontici con quel motivetto in testa che fa: …… oggi quà e domani là ! Passano da un partito ad un altro come una puttana da una stanza d’albergo in un motel .
Che cosa dovremmo aspettarci da loro? Miseria e debiti a parte? Un bel niente!
Chissà se prima di morire vedrò la loro fine e il cambiamento radicale dell’Italia vestita finalmente di onore e di orgoglio! Chissà… e intanto il cuore mi si stringe nel pensare che mio nipote forse sarà o farà parte di qualche generazione perduta. Pensateci Italiani!

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