domenica 24 giugno 2018


Noche desnuda
Di Vincenzo Calafiore
25 Giugno 2018 Udine

Dopo una notte di tempesta, accade verso l’alba, il mare si quieta e lascia sulla riva conchiglie vuote di vita!
Così è la vita, di tempeste e di tregue, di sogni e di amori, di paure, sofferenze, fino alla fine; ma c’è in questo l’idea! Sì l’idea di qualcuno quando se l’ha inventò, con tutto quello che in essa c’è e fra queste : l’Amore o meglio la capacità di amare a 360° .
Intanto all’orizzonte, lacerato agli orli, l’aurora in fretta s’appresta a ricucire i veli strappati di uno scenario ancora da rappresentare; dalle cornucopie ridiscendono filamenti dorati su un mare che bramandoli sempre di più si alza in lunghe braccia quasi a volerli accarezzare.
E’ una “ noche desnuda!”
Una notte flamenca, da corrida, la mia notte di ambascerie inviate alla corte dei sogni; per la grazia di un sogno da vivere e custodire, nasconderlo agli occhi delle anime nane.
Qualche volta succede che un sogno si realizzi anche in presenza di anime nane desiderose di cortigiane prezzolate e nani ragionieri che non sanno cosa possa essere un sogno.
Così io scivolo come un segna libro, tra le pagine di un portolano che custodiscono notti di traversate solitarie e di intime emozioni.
Questa “ noche desnuda” ancora da svelare, conquistare con parole da decifrare e sogni da custodire per una eterna intensa emozione del vivere, è qui a difendersi da un mare bastardo e di forti correnti che non portano a nulla; è qui tra le mie mani spalancata alla vita! Questa è felicità, è amore, è emozione.
Menomale che qualche parte c’è un orizzonte a cui volgere lo sguardo, da attendere nella prossimità di un pensiero che a lei mi porta.
A lei prediletta immagine affissa agli occhi e all’anima, come emigrante emigro, l’attendo tutte le albe su una riva come un messaggio in bottiglia in riva a un mare in cui annego come fosse occhi, come fosse amore, eternità.
Almeno fosse qui…. potrei amarla ora su questa riva!
Dopo una notte così rimane poco nell’aria, se non l’attesa di un sì che potrebbe mai giungere.
Dalle finestre la brezza mattutina gonfia i bianchi lini appesi alle finestre, come vele si gonfiano di vento e posso navigare …. La “ Pegasus” si disincaglia e scivola lentamente verso l’orizzonte negli occhi suoi.
Vorrei lo sapesse quanto m’è dolce morire negli occhi suoi,
quanto dolce sia rimanere incagliato in quel suo dichiarato amore che mi allontana dalle quotidiane tristezze, e rinverdisce l’umana coscienza.
Quelle tristezze dal pensiero che lei possa lasciarmi andare, dal terrore della sua assenza, di quel vuoto esistenziale senza i suoi sì, i suoi occhi, le sue labbra.
Ci vorrebbero ora, adesso, i suoi baci e le sue mani capaci di coprirmi come marea.
La vorrei ora, adesso fra le mie braccia, sentire il suo profumo, per ascoltare il suo cuore che si accende di vita e muore come onda sulle rive di un amore più grande di un grande.
Amore che fai?
Essere uomo di cui la sua donna viaggia vicino e la guarda da lontano, così dolce da fare del suo cuore portale d’immenso già più vicino.
Dovresti incontrarmi con la mia vita all’angolo dei quattro cieli illuminati da luna salina!
“Noche desnuda” , buia come un finale da palcoscenico; lei che forse mi pensa e non mi chiama per nome, amante del silenzio come chi torna da una guerra con la poca certezza di trovare vita.
Lei che pensa alla mia terra greca, mentre aspetta la luna, un altro mondo, un’altra vita.
Essere il suo uomo mentre si addormenta al di là del mio mondo per farsi ricordare, per farsi amare, dopo tanto parlare, dopo tanto sognare…. Io ti aspetto sul filo di questa alba, e tu sei là … amore che fai?
E invece come un ladro vengo di giorno accanto al tuo destino, per rubarti baci e carezze, per poterti amare di notte quando non ci sei e il mare si gonfia… per amarti fino alla prossima marea.
Amiamoci e andiamo via da questo mondo, salviamoci da questa umanità allo sbando e verremo ricordati dai nostri baci, dalle nostre carezze, anche se tutto sembra già vissuto, già visto, già sentito, tutto quell’amore già venuto che ho scritto, che ho corretto e interpretato da tanti altri che come me vogliono solo amare, come noi, come milioni di noi.
Amore mio non ho più vent’anni, ne ho molti di più, molti di meno quando mi stringi, quando mi baci, quando mi voli addosso come nuvola, come respiro, abbracciami e fammi sognare.
Uccidimi piuttosto che starmi lontana, stancami in un giro di braccia e guarda dietro i miei occhi che ti raccontano e spiegami perché tanto ti amo.
  

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