venerdì 14 maggio 2021


 

Si  che lo sai….

 

Di Vincenzo Calafiore

15 Maggio 2021 Udine

(17.08.19 L.633/41 Proprietà

 Intellettuale Riservata )

 

( da: Dal suo sguardo come il mare )

 

Sei quel pensiero che di notte non mi fai dormire.

Sei quei pensieri che si trasformano in nostalgia.

Saprei riconoscerti ovunque, tu con la tua voce e i tuoi occhi che sanno di mare.

Certe notti nella solitudine vado alla scrivania, apro il quaderno degli appunti, cerco la mia calligrafia, i miei quaderni sono tutti lì, sono una sorta di diario epistolare, e parlano di te.

Sono solo due stanze, una per i libri, una per me, tutto a misura, tutto a rasoterra il letto, i libri, la musica; casa mia la ricordi? Qui c’è ancora il tuo profumo.

Ti ricordi ti ci sedetti sopra, sul quel lettone, e ti sfilasti le scarpe bagnate, quella sera pioveva, arrivasti all’improvviso con quell’impermeabile gocciolante che  levasti fuori dalla porta.

I tuoi piedi di ballerina … Principessa, per il freddo ti sei stesa vicino al camino, mi sono perso nella limpidezza dei tuoi occhi Principessa, ti accarezzai i capelli, parlavi..parlavi tanto!

Il mio dito sulle tue labbra, la mia mano sfiorò il tuo viso centimetro per centimetro, il tuo viso tra le mie mani; desideravo quel tuo viso come non ricordavo di averne mai desiderato un altro. Ci guardammo con intensità, non resistemmo a lungo, le labbra si cercarono, cercarono di divorarsi! Ti sollevai da terra e ti portai in camera da letto ….

Nelle mie fantasie ho sempre trovato il tuo corpo ansimante, sopraffatto dal desiderio; in quei sogni l’ansimare del tuo corpo non aveva niente di oscuro, non erano oscuri i tuoi occhi, né la tua bocca, né il tuo odore.

Non potevo sapere che il tuo odore continuasse ad avvolgermi con quel che restava dei ricordi,

nel letto ci sarà ancora la tua impronta; rimanemmo ancora nel letto affinché i nostri corpi aderissero ancora … ecco vedi ? Questo è un ritorno, ma tu non ci sei!

Si che lo sai!

Lo sai che ti amo, e questo amore, mi trasforma nelle forme che vuole, non mi lascia tregua, non smetto di pensarti, pensare a un’altra anima in pena che vaga senza possibilità di incontro. Penso alla tua bellezza, così in armonia con il tuo desiderio,penso alla lontananza che mi fa cercare qualcosa di tuo, una cosa qualsiasi; cerco tra i libri di poesia quella che scrissi con la matita rossa.

Le ore morte.

Ogni mattina ho davanti a me dodici ore morte e mute!

Il tuo ricordo, la tua presenza sono così brucianti, ricorro alla musica: Schubert, Toscanini, Mozart, Giuseppe Verdi; se riuscissi a tenere a bada i ricordi, potrei alleviare le ore morte con le loro note, scorrerebbero diversamente le ore, in realtà  quelle note mi instillano un po’ di vita, come la respirazione artificiale a un annegato.

Penso e ripenso e capisco che la mia prospettiva è il nulla; cerco di recuperare una parte di ciò che va perdendosi mentre quella distanza mi trasforma in mostro, rimane il letto, il sonno… il ritiro del mondo.

Sento che non ho bisogno di essere o sentirmi dentro o fuori, semplicemente non ho bisogno di essere.

Sono prigioniero dei ricordi. Sono molte le cose che ricordo, ma quando affiorano mi pervadano, mi trapassano…. Resto ancora in vita!

 

 

 

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