mercoledì 12 marzo 2025

 

Quel silenzio, in fondo al cuore

 

Vincenzo Calafiore

13 Marzo 2025 Udine

 

“ … l’alba mi trova addormentato

di traverso sul tappeto ai piedi del letto

che è rimasto intatto.

Ancora con l’odore di tabacco, addosso e nell’aria,

assieme a un sogno rimasto impigliato nei chiaroscuri

della mia testa, ci sono state tante emozioni,

una più forte dell’altra.

Mi rendo conto però che nessuna emozione

si può definire unica, ciascuna, per quanto possa

sembrare nuova è stata già vissuta da altri, in tanti sogni.

Ecco perché fumando un sigaro e ripensando al sogno,

non sapevo se quelle emozioni fossero state solo mie!

Il fumo sale piano, disegnando l’aria e penso ai voli

dei gabbiani quando tagliano l’aria … la mia solitudine

mi spinge ad andare oltre, esploro gli odori nell’aria e,

a mano a mano che li scoprivo, una verità mi

colpiva come una lama tagliente ….

Avevo dimenticato com’è  il profumo di donna

che stavo cercando! “

                                         Vincenzo Calafiore

 

 

 

Prima che la luna raggiungesse il centro del mio cielo, o della porzione di cielo contenuta dalla finestra, la sera di seta indiana mi sembrò lavata da mani di fanciulla, tanto erano nitidi i contorni

delle nuvole sopra la città.

C’è in cielo una luce più metallica che naturale, forse sarà argento o platino, oro bianco!

Nel cuore, c’è un silenzio innaturale, un silenzio che mi martella il cervello, è un peso enorme da sopportare assieme alla mia solitudine rivierasca; forse dovrei affidarmi alla voce che sento dentro, capisco in un attimo di lucidità, che questa mi è entrata nelle carne, pur senza il mio consenso e ora non ne potrei farne a meno. L’alba mi trova addormentato di traverso sul tappeto ai piedi del letto

che è rimasto intatto. Ancora con l’odore di tabacco, addosso e nell’aria, assieme a un sogno rimasto impigliato nei chiaroscuri della mia testa, ci sono state tante emozioni, una più forte dell’altra. Mi rendo conto però che nessuna emozione si può definire unica, ciascuna, per quanto possa sembrare nuova è stata già vissuta da altri, in tanti sogni.

Ecco perché fumando un sigaro e ripensando al sogno, non sapevo se quelle emozioni fossero state solo mie! Il fumo sale piano, disegnando l’aria e penso ai voli dei gabbiani quando tagliano l’aria … la mia solitudine mi spinge ad andare oltre, esploro gli odori nell’aria e, a mano a mano che li scoprivo, una verità mi colpiva come una lama tagliente …. Avevo dimenticato com’è  il profumo di donna che stavo cercando!

Improvvisamente un pensiero si impadronisce della mente, ma è un incubo.

E se domani mi dovessi svegliare tramutato in un animale, ad esempio in uno schifoso scarafaggio, o in una mantide religiosa? Come vedrei il mondo attorno a me?

Che io sappia le metamorfosi si verificano senza alcun preavviso come per l’infarto, quindi senza nessuna possibilità di difendermi …. Ora non chiuderò occhi per paura di mutarmi in uno scarafaggio!

Suonano alla porta, lo squillo del campanello mi fa compiere un balzo sulla sedia, e ancora in mutande e canottiera esco sul ballatoio a chiedere chi fosse a farmi visita.

Tano, marinaio in “disarmo” come lui usa definirsi sale la breve rampa di scale, 10 gradini appena, lo sento borbottare e lamentarsi di qualcuno, sicuramente della moglie, che lo ha lasciato per un altro uomo più giovane di lui.

Entra in casa, non fa caso al mio essere in mutande e canottiera, si siede alla scrivania, apre il cassetto, prende una sigaretta e l’accende, mi guarda e senza parlarmi continua a fumare.

Poi, con quegli occhi da gabbiano, mi chiede: < questa sera che cosa ci mangiamo? Io ho in macchina una cassetta di gamberi, se vuoi ci facciamo una buona mangiata, sei d’accordo?>

Guarda, mi vedi come sono? In mutande!

Si sono in mutande perché puzzo di solitudine ….. ho la necessità di ricordare com’è il profumo di donna e tu vieni a parlarmi di gamberi, ma ti pare una cosa giusta?

< Non tocchiamo questo argomento, io di donne non ne voglio più sapere, parliamo di quello che vuoi, come quando andavamo a scuola, ti ricordi, quanto parlavamo? Meglio parlare di mare e di barche. Allora vado a prendere i gamberi in macchina … > e va via!

Ritorna e si dirige direttamente in cucina, dopo che si è accesa un’altra sigaretta.

Sgombero il tavolo dai fogli di carta e dalla macchina da scrivere; stendo dei fogli di giornale e dopo aver apparecchiato la tavola, lo raggiungo in cucina.

Il profumo dei gamberi fritti raggiunge ogni stanza, perfino le scale.

Anche lui si spoglia e si mette in mutande, come me … a differenza mia indossa sulla canotta una mia cravatta, mi versa del vino e cominciamo a mangiare.

< Hai ancora la tessera da giornalista, hai il pass da giornalista? >  Mi chiede!

< Ma perché me lo chiedi, di cosa hai bisogno ? >

< Perché voglio che tu scriva la mia storia, di come vivo all’abbandono. > Mi risponde !

<  Figurati se alla rivista per cui scrivo interessi questa storia, mi pagano per altre cose più serie.

Sai una cosa? Ho tanta paura di mutarmi in uno scarafaggio o in una mantide religiosa … questo è un problema, se mi addormento questa notte … tu domani potresti non trovarmi più! >

< Tutto qui ? Bevi, bevi che ti passa la pura  … >

La serata è finita con Tano addormentato nel mio letto e io sul divano a guardare il soffitto.

Se avessi raccontato a Tano l’intero dialogo con il mio anonimo persecutore, le sue domande mi sarebbero piovute sulla testa rimbalzandomi in testa come pioggia di primavera.

Quale genere di passione mi domina?

Finimmo di cenare senza congetture e analisi sul suo caso, l’unico argomento di conversazione fu la mia possibile mutazione in uno scarafaggio o mantide religiosa.

Inevitabilmente la vita quotidiana continuerà il suo corso, e così Tano al suo risveglio continuerà a pensare a sua moglie; mentre io scoprirò di non essermi mutato in uno scarafaggio e continuerò ad immaginare come possa essere il profumo di donna e il calore del suo seno!    

 

 

 

 

 

 

 

 

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