giovedì 12 febbraio 2015




E' dura accettare l'assenza della donna che poi più si amerà per tutta la vita, per tutto il tempo. A noi che restiamo sul marciapiede, con un piede appoggiato al primo gradino dopo aver chiuso lo sportello, rimane un gran rimorso di quelle rare volte che si è risposto male, di aver anche alzato la voce, di aver rimproverato, sbuffato, litigato. Ma lei è lì a quel finestrino che non dice nulla, guarda profondamente e scruta dentro i nostri occhi, scava per cercare perchè sa di trovare quel che cerca, tanto ci conosce, tanto ci ama, tanto ci ha perdonato. Ciao Mamma...... oggi è così!



                         MAMMA


Era dunque giunto il momento di salutarci   e tu avevi già steso sul letto il vestito che avresti voluto.
Sprofondai i miei occhi dentro i tuoi, quaderni di tante storie, di appunti, di cose non dette;
io provai a strozzarlo sul nascere, quel tuo nome che io
ho sempre amato.
                           
Chiudendo la porta già sapevo che quella
sarebbe stata l’ultima volta.
Ora è strano, ma io parlo ancora di te, con te!
Vorrei farlo uscire quel nome per riempire il cielo,
per colorare il giorno, tutte le mattine
guardando dentro una cornice.
Ciao, sono qui!
                  Calafiore Vincenzo
 






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