martedì 8 novembre 2016



E’ ora di sognare

Di vincenzo calafiore
9Novembre2016 Udine

“ .. non smettere mai di
Avere un sogno per cui lottare,
per cui vivere. “

E’ un momento questo per me, particolare, poiché mi trovo ora in una situazione magica; cioè quella in cui sto vivendo una specie di felicità e di contentezza, più di interiorità che altro.
Lo so e ne sono conscio che la mia vita è scandita dalle solite cose, per un certo verso sono un asino abituato alle cose estreme, come la fatica di vivere.
Succede a volte che a un certo momento forse per necessità di sopravvivenza, torno a rintanarmi come una bestia nella tana, altre volte vinto dal desiderio di “sognare” mi abbandono chissà in quale spiaggia e altre volte la mia stanchezza mi fa sentire come una barca stanca di mare!
Tra non molto farò il giro di boa che già vedo in lontananza galleggiare ancorata ad un fondale più o meno tranquillo, si avvicinano i miei 70 anni e mi trovo a sfogliare il mio
“ portolano”, scopro così quanta navigazione abbia fatto, rileggo le pagine del mio diario di bordo e cado nello sconforto.
Allora penso a come sarà il mare una volta che io compirò quel “ giro di boa”, se sarò in grado ancora di consultare il mio portolano e aggiornarlo di buone cose.
Lo so di non avere un carattere facile, mutante come sono, prigioniero di un mare che mi vuole e mi tiene sempre sulle sue creste spumeggianti, mi conduce ove egli vuole facendomi sentire a volte come una barca che affronta un mare bastardo, seguito poi da una specie di bonaccia che non fa navigare, semmai dentro una corrente lenta che porta dentro un infinito stallo in compagnia di tante cose sospese, mai chiuse, mai affrontate, anzi rifiutate.
Quindi io e la mia felicità, io e la mia certezza di addormentarmi con un sogno da vivere oppure con un ruolo da interpretare bello o brutto che sia, ma è un sogno e i sogni non si rifiutano mai comunque essi siano.
Ci sono delle cose che vorrei chiudere definitivamente, perché solo a sentirle vicine mi fanno sentire ancora come un asino ad un palo che gira attorno ad un pozzo, sotto qualsiasi cielo!
E in queste condizioni non v’è ne cielo ne mare, c’è solo voglia di scappare.
A ferire maggiormente la mia limitata intelligenza è la dannata ipocrisia di alcuni personaggi del mio fantastico romanzo! E’ una cosa che deludendomi mi conduce se solo provo a pensarci, in mari sconosciuti e pericolosi.
“Come si fa ad essere sempre pronti all’applauso se poi in realtà non te ne frega niente dell’attore che su un palcoscenico racconta un sogno?
Come si fa ad amare il sogno dell’atro se poi cambiando il vento, a te che ascolti e assisti allo scenario, in realtà non te ne frega niente?”
Non è questo il mio sestante, semmai è quella grande capacità di tenere ben salda nelle mani la barra del timone, di rimanere dentro il cassero anche quando onda dopo onda bastarda ho più volte rischiato di annegare.
Le bruttezze sono stormi di corvi che volando basso coprono il mio cielo, ma so che dopo aver pasteggiato immondi come sono allo stesso modo se ne vanno e torna così il sereno.
Dunque  da buono shamano ( insieme di cose , credenze e modo di vivere, di vedere il mondo animista, non alfabetizzato imperniato intorno a un essere guaritore-saggio o magico - religioso) che sono, viaggio in mondi lontani e torno sempre; ma sono anche guaritore di me stesso. Mi allontano spesso da certe realtà che fanno tristezza per andare invece là dove si respirano mari e tramonti, albe!, questo è volersi bene.
Non so se sono riuscito parlando di me a dire: abbi un sogno e vivilo fino in fondo! , a chi mi legge, non so se farà riflettere qualcuno, ma spero davvero che questo pensiero o la mia filosofia di vivere possa essere davvero utile ed evitare a qualcuno l’annegamento in questo mare di solitudine.
Bello pensare che ad ogni alba il “ tuo sogno” si vela per non farsi portare via e farà ritorno al calar delle tenebre per darti serenità e desiderio di amare ancora questa vita che altri hanno pensato di fartela vedere nera e nera non è.
Bellissimo pensare a quelle persone in difficoltà nel loro mare, a quelle che la vita se la rovinano con le bruttezze che si portano addosso e di cui non si sono liberate, a quelle persone che hanno tristezza, a quelle che avrebbero bisogno di gridare aiuto e non lo urlano, a quelle persone che non riescono a comprendere quanta meravigliosa sia la vita, nonostante il pattume di altri.
A loro mi sento di dire di non arrendersi, di non annegare, ma di nuotare sempre verso una riva, verso un porto, verso un ritorno.
Bella la vita!









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