sabato 18 febbraio 2017



Amarti

Di vincenzo calafiore
19Febbraio2017Udine
(100 pagine in una)

Con lei non sono un uomo innamorato, ma un uomo felice di appartenerle! “


E’ stata una notte lunga e misteriosa, col suo fascino di polvere bianco lunare, che ricadendo l’ha illuminata la mia notte sospesa nel mio infinito amarti.
C’eri tu vestita d’innocente età ancora disegnata sulla tua pelle, diluita negli occhi tuoi, che come cielo smarginato e di stelle mi costringi ogni volta a guardarti e così giorno dopo giorno, mesi che sono diventati anni, io sono ancora qui sebbene coi capelli sbiancati da grigiore a dirti  < ti amo > .
Non so perché, e non so neppure se questo mio sentire sia amore o necessità di dirtelo per paura di perderti, ma questo mio ti amo è e rappresenta per me un’ ancora di salvezza a cui mi aggrappo per non svanire nelle pieghe di un tempo che non perdona e che mi trascina irrimediabilmente in un imbuto che mi ingoierà per un sempre.
Io lo so, amarti non è facile, come non è vita se a mancare sei tu!
Amarti o poterti amare è per me la cosa più preziosa che custodisco nel fondo del mio cuore,
è una poesia scritta sillaba dopo sillaba, parola dopo parola, frase dopo frase per farne un verso; sei tu la mia poesia, come lo è il tuo esistere nel mio destino giornaliero.
Amarti dunque è l’immancabile seduzione d’una poesia mai finita!
C’eri e lo sei ancora nel mio tempo sbandato, nelle mie rovine,
nelle mie derive che a ogni modo sempre a te riconducevano e mi facevano non so come scalare le vette più alte pur di incontrare il tuo incanto; sei preziosa, unica col tuo sorriso che ricorda primavere assolate e viali profumati da tigli odorosi.
Pensa a quanto amore tu quasi per mano mi porti a vivere e a farmi gioire in questa mia annunciata senilità!
Se tu sapessi quanto importante sei per me,
se tu sapessi in quanti sogni con te sono andato oltre confini, tu ancor di più mi ameresti; ma non lo sai e continui con passi lievi ad entrare e uscire dalla mia vita lasciandoti dietro l’incanto che mi attrae come una falena.
A volte vieni in quell’angolo buio dove sono a portar luce danzando come lucciola che i miei occhi seguono così a ritrovarmi accanto a te, uno fianco all’altra ad andare per mare, il mare della nostra vita.
E’ così che si ama, così, a questa maniera che si dice < ti amo> ?
E’ così che si ama una donna?
Già a pensarci bene, questa è una maniera ormai in disuso e io che invece amo così mi sento  un qualcosa di antico, un ferro arrugginito.
Oggi amare è un altro significato.
L’amore stesso è altra cosa ….
So di essere uomo d’altri tempi, che lo dice spesso e sempre alla donna che ama quel ti amo, via di mezzo tra la vita e la morte; so di potermi smarrire o sorprendermi ancora nello scoprire che la luce degli occhi tuoi è uguale a quella che avevi quel giorno quando guardandoci negli occhi ci dicemmo < ti amo >.
Quanto tempo è passato?
Eppure sembra ieri quando venisti al primo appuntamento coi capelli ancora umidi, profumata di mistero e già con un cenno di felicità negli occhi! Come dimenticare il fremere del tuo corpo al primo bacio?
Come dimenticare le volte che sei venuta a tingere di rosa le notti mie?
Ora è tempo di ancora amore, ma anche di anni più dei tuoi che mi fanno andare piano, di piccoli passi invece di correre come tanto tempo fa.
E’ tempo bellissimo, di insperato amore e seducenti pensieri!
E’ tempo di sentire o ascoltare, il tuo respirare lento che come marea sale e copre, si unisce al mio, diventa vita!
E’ tempo di scoprire che ogni giorno, ogni nuovo giorno mi trovi ancora qui a darti, cuore!

  

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