martedì 21 luglio 2020


C’è solo il bisogno di Amore, di Poesia

Di Vincenzo Calafiore
22 Luglio 2020 Udine

( 17/8/19 L.633/41 Proprietà Intellettuale Riservata )



E’ una di quelle notti di luglio tranquille, cielo basso e stelle a portata di mano,
su di me, da un balcone, come un manto prezioso sullo spirito che geme ai lunghi silenzi dell’anima.
Tutto tace in un’umida prigione dove le speranze come pipistrelli vanno sbattendo contro muri, contro soffitti troppo bassi e soffocanti.
Io sono qui,  su questo immenso palcoscenico, sono seduto su una seggiola ai piedi di un  Dio che se ne sta lì, da qualche parte a guardarmi,mentre i miei pensieri lo raggiungono almeno spero.
Io nacqui predestinato, sin dal primo giorno della mia esistenza, il mio nome  stesso è “ mare “ .
A sette anni la mia prima fuga per raggiungere il mare.
Un istinto, di cui ne subivo il richiamo, mi faceva sempre tornare lì sulla riva e rimanere lì per ore a guardare il mare, sentire il profumo della salsedine, tornavo a casa bianco salino; ma allo stesso tempo mi faceva rimanere estraneo alla società.
Stavo seduto di fronte al mare e pareva guardarmi, pareva parlarmi, nasceva sempre più l’amore per quel mare cangiante e meraviglioso.
Io del mare! Perché ho visto il segreto del mio destino, dell’avversità verso una società e i loro destini.
Si io sento questo legame, sento sempre più il mio distacco da una morte inutile; non temo la morte, l’affretto come termine ultimo; sono stato felice, sono felice.
Guardatela, affissatela bene questa società, non abbiate timore, non arretrate, abbiate il coraggio di combatterla e migliorarla esaminando tutti i dettagli dell’orrore che v’ispira.
Questa società fatale per certi versi, aborrita, tremenda … l’avete veduta, la vedete e come fate ancora a prestargli ascolto?
La stoltezza, la cupidigia, l’avarizia, l’ipocrisia, la menzogna, il potere scuotono il buon senso del rimanerne fuori.
Il potere, quello politico, quello del denaro reggono i fili dei destini e tutto fanno muovere, ci fanno amare il ripugnante, l’inutile … ogni giorno perdiamo qualcosa senza provare dolore, orrore; inermi come poveri viziosi baciamo e tettiamo il seno stanco di una puttana, al volo godiamo un piacere clandestino quasi innaturale come quello dei tanti dianzi a un film porno.
Serrata, brulicante come miliardi di vermi, un popolo inutile banchetta nelle nostre teste, respirando la lenta morte inutile.
C’è solo bisogno di poesia e di Amore, e tutto cambierebbe …
Se lo stupro, i veleni, hanno espugnato l’umanità e le forme piacevoli dei nostri destini è perché non abbiamo più ne anime ne amore!
Nel mentre gli sciacalli, le pantere, le cagne, le scimmie, gli avvoltoi, i serpenti, i nostri mostri, guaiscono e urlano, grugniscono contro le coscienze.
Uno  dei più laidi, più cattivo, più immondo è l’ipocrisia, la più sottile maniera di uccidere la persona, riduce l’umanità in una rovina e ingoia il mondo piano piano.
La noia, il grande male, l’occhio gravato da una magica visione, sogna patiboli fumando vite.
Tu la conosci uomo, tu ipocrita uomo, mio simile, mio fratello!








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