domenica 21 dicembre 2014



LEI
Di Vincenzo Calafiore
Nelle diverse stagioni della mia età mi era capitato di recitare quel “ verbo” coniugato velocemente ….. “ ti Amo”, mi piaceva la sua musicalità nel pronunciarlo, mi piaceva l’estasi che lasciava nelle mie diversità interiori, ma non ne avevo capito l’importanza, l’esplosione  interiore …. Lo dicevo e basta!
In realtà “ quel ti amo “ si trattava di un lascito di qualche – angelo – passato per errore da queste parti terrene in libero inferno.
Io intanto mi addentravo sempre più in una specie di landa sconfinata e silenziosa, quando la incontrai “ lei “ su un’altra sponda … radiosa come certe albe a cui avevo assistito dall’unica finestra della cella in cui ormai da tempo ho vissuto e vivo ancora.
Non lo so e non ne conosco le ragioni per cui io mi trovassi lì dentro. Ho vissuto, stavo vivendo, vivo, in una specie di pre-inferno senza ragioni.
Quell’incontro lo desideravo e lo cercavo, lo avrei voluto da un sempre,  ed è accaduto!
Fu come se quell’Angelo avesse finalmente fatto materializzare, forse ascoltando le mie intime preghiere dalla cella, la mia autentica, “ Lei “ confezionata su misura, come un vestito di perfetta misura.
Ma tra noi c’era e c’è ancora quella famosa sponda a dividerci.
Amore io vivo nelle parole che ci diciamo,
scrivo parole che riempiono pagine che fanno libri, letti da pochi. Ma sono le mie parole che amo e che sono in me da quando venni posato su una riva di un mare che amo più di ogni cosa al mondo.
Sono parole di un candido lunare,
parole striate variegate,
parole giallo sericeo,
parole azzurrate, verde viola,
parole rosato aurorale,
parole rosso sanguigno,
parole per farmi ricordare, per farmi amare e ingannare,
parole sole abbandonate in un oscuro notturno tenebroso su un volto pulito, levigato da giorni estranei a questo niente sporco, vissuto, tormentato.
Parole di infinite fibre,
infiniti colori
buone per un linguaggio.
Per parlare d’amore
Per dire ti amo, di spazi,
di libertà, di sorrisi, di Vita.
Di alberi, di foglie,
di mare,
dell’uomo.
Di pensieri, emozioni, di sogni,
di voci di suoni di silenzio
Parole per raccontare una storia, la nostra Storia.
Amor che d’inverno sai!
Quante volte ti dico t’amo, quante volte mi hai trovato e perso nello sfogliar pagine, io sono un rigo letto, imparato a memoria, e tu sei memoria di intima felicità.
Per raggiungerti ho queste parole, che per te si fanno ponti e strade che conducono senza mai arrestarsi alle albe in cui ci incontriamo per un ti amo, per lasciarci e ritrovarci, legati come sponda e marea in un eterno rincorrersi, in un eterno t’Amo!
Vita.

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