sabato 26 maggio 2018


Che sarà domani…





Di Vincenzo Calafiore
27 Maggio2018 Udine


Vorremmo in qualche modo rimanere aggrappati all’ultimo sogno come alla prima alba, e sappiamo che non è così, i sogni non restano mai impigliati nelle maglie della memoria, i sogni vanno e ritornano quando loro vogliono.
Noi due il nostro sogno lo abbiamo sempre addosso come esca come acchiappa sogni: è l’amore! 
L’amore di ogni giorno di tutti gli istanti, degli sguardi fugaci, delle carezze mancate, dei baci sospirati che a volte non schioccano o che sono andati smarriti nelle stessa attesa di te.
Ricordi come ci siamo conosciuti?
Ma te lo ricordi il primo bacio?
Da tempo ormai viaggio sull’onda dell’emozione, a pensarci bene non ricordo più gli anni miei; quando Tu sei entrata coi tuoi piccoli passi nella mia vita ero grigio come un muro fatiscente di prigione pregno di libertà negate e sogni ancora tutti in cantiere, conscio che difficilmente si sarebbero realizzati.
Tu invece li hai presi e portati via d’un colpo per restituirmeli uno alla volta!
Sei stata brava.
Camminando sulle rive di questo mio altrove sento il tentennio di conchiglie vuote da quel sacco che mi porto addosso, come gli anni, come questo tempo infoibato dalla logicità più che dalla poesia.
E per questo ti propongo di salire a bordo della mia “ Pegasus” , la mia astronave a remi per sfuggire alla mediocrità, all’ignoranza, all’ipocrita cortesia, al mercato dell’amore, alla volgarità.
E’ così che ancora oggi io e te possiamo amarci da umani, con le nostre preghiere, con le promesse rinnovate ogni giorno, con quel sì dinanzi a un altare: quello dell’amore.
Amo le mie notti insonni come amo le tue labbra che sussurrano uragani con quel – ti amo -,
amo sognare e sognandoti rivivo tutta la tenerezza che c’è in un abbraccio, in una carezza, in un bacio agli occhi tuoi!
Sì mi piace tanto baciare gli occhi tuoi, quegli occhi che mi fanno piccolo quando mi guardano, o che accendono quel desiderio di tenerti a me stretta come a non volerti perdere.
E da quegli oblò della “ Pegasus” vediamo il mondo allontanarsi e finalmente io e te! Senza limiti, senza confini, io e te veri, sudati, stanchi, avvinghiati come radici o semplicemente uno accanto all’altra con gli occhi a mezza luna con lo stesso sogno, desiderio, amore.
Non importa più nulla, su quella astronave io e te, siamo quel che siamo: due anime, una sola anima! A volte penso quanto bello sarebbe se potessi rinascere per ricominciare daccapo senza nulla cambiare, tutto uguale in una specie di eterno, nello stesso amore certo, negli stessi giravolta di un su e di un giù, ma sempre noi, sempre più umani, sempre più desiderio uno dell’altra.
Ieri come oggi e domani, che sarà domani?
Sarà uguale a oggi a ieri, io e te, con gli anni addosso ancora con quel “ ti amo” a fior di labbro, ancora a cercarci, ancora persi l’uno nell’altra negli sguardi che si raccontano, che si amano, che si cercano per una completezza d’una semplicità estrema come lo è l’amore che ci da vita.
E la voglio questa vita, la desidero con tutto me stesso, la voglio con te amore! ,  per condividerla come ostia offerta a quel giuramento che quotidianamente si è rinnovato, si rinnova, e si rinnoverà ancora fino alla fine del tempo.
Io so che Tu ci sei! So che sei lì, su quella riva d’incontro, in quelle mani tese, in quel pensiero che a volte come rosa scarlatta rimane al cuore e agli occhi!

Nessun commento:

Posta un commento