venerdì 9 novembre 2018


Ah, questa felicità…
Di Vincenzo Calafiore
10 Novembre 2018 Udine
… non è un’abitudine, al mio risveglio
il primo pensiero a te, è una richiesta
dell’anima … poi lo scrivo quel mio:
ti amo! Nel scriverlo mi commuovo
ed è un messaggio che rimane lì come
una fotografia tutto il giorno. Chissà
perché sto bene e mi fa capire che in fondo
la – felicità- è la migliore medicina, il
più dolce veleno per morire dentro
un pensiero, un ti amo! “
           Vincenzo Calafiore

Ah la mia felicità dentro e attorno, la mia felicità senza luogo né tempo, a volte pensiero spezzato, frangente come le onde del mare su una spiaggia vinta dal sole.
I pensieri si posano leggeri sulla ragione, in riva di un - ti amo -, come piccole pietre  che si urtano trascinati via dalla risacca.
Vorrei tu fossi qui, dinanzi ai miei occhi ad ascoltar la mia voce spezzarsi dalla commozione  e farsi pigra, indolente  in un tempo presente, il presente sospeso dell’arresa e dell’attesa, del desiderio e della malinconia.
Tu, il “ mio” rifugio che mi accoglie e mi lascia andare seguendo forse il movimento del mio mare di dentro, come impeto di una passione che non si placa e si rinverdisce nella sua continuità di immagini scorrere lente ai margini di un desiderio senza fine.
Tu lo sai che nulla è permanente, né una casa, nemmeno le cose, nemmeno la vita, ecco perché ti chiedo di amarmi ora in questo mio tempo, in questo momento a cui mi aggrappo per non lasciarlo andare via.
Ecco allora la mia notte tempestosa, proprio come il mare, che si lascia scrivere ai ritmi di una vita che vale, di un flusso e riflusso che non si quietano mai, non si consumano, non consumano.
E di notte il tempo della contemplazione, mi trova solitario in cima a un mondo, il tuo. E’ Il tempo del riposo, del pensiero, il tempo del mare, infinito fluttuante, sciabordante, nell’eterno conflitto e nell’assoluta complicità tra l’andare e il venire, tra l’amare e sentirti mia e l’amarti con desiderio.
Il tempo della distanza, dal tuo amore, dal tuo sapermi amare, dal mio amarti così, così come sei.
Il tempo del piacere del contenimento misto indistintamente al dispiacere della prigionia di un occaso che negli occhi si orla della mia felicità.
Lo so che non bisogna imbrigliare il tempo, cadenzarlo, so che devo lasciarlo andare, non prima di essermi consegnato interamente all’amore.
Ecco allora che la mia vita asseconda il mio tempo forse con lo stesso ritmo di una nave  che si stacca dalla terra per muoversi silenziosamente maestosa e lenta verso l’orizzonte.
E, pian piano si mostra, prima sfocata e poi sempre più meravigliosa, più meravigliosamente visibile, la piccola, immisurabile e vicina vita, quasi ferma nel tempo, amabilmente disordinata; la mia vita come una montagna capovolta affondata in quel mare di sogni ove tu vivi.
Un mare capace di introdursi mansueto in ogni sua insenatura, di spaccarsi violento contro ogni difesa.
La mia vita, come un diario d’amore, quasi una metafora e immagine di me stesso o di noi, dell’esistenza umana circondata da un mare    azzurro, blu, grigio, celeste,viola, buio, bianco, cobalto, il mare che lambisce i suoi contorni e li modifica ininterrottamente, così come accarezza i contorni dell’anima, li travolge e li ridisegna spostando il significato dalla vita di ciascuno, di qualcuno, alla vita di sé, in tutte le sue forme.
Ecco perché il più delle volte mi ritrovo a dirti – t’amo – e non mi aspetto una conferma, né una notte d’amore, ma un sorriso sì, che è una conferma della tua esistenza entro la mia esistenza, come una mano dentro l’altra mano.
E’ questa la vita, così dovrebbe essere, senza pensare a nulla di più dello stare bene assieme, del condividere non solo la felicità o la gioia da essa, ma anche la tristezza, il momento della solitudine, le incertezze.
Fossimo almeno capaci di fare questo! E invece l’intorno è sempre più di cattiveria, di miserie umane, di ipocrisia, di assenze e lasciti vuoti d’ogni sentimento.
Fare dell’amore la protagonista assoluta del nostro personale diario, con la semplicità complessa dei suoi stessi vitali elementi: fuoco,acqua,aria, terra.
Fare dell’amore la madre dei pensieri e del tempo non quello che batte la pendola, o quello segmentato del ticchettio di un orologio, ma bensì quello del cuore definito dai: luce-ombra; sole, buio; alba,tramonto; estate-inverno; autunno-primavera.
Vivere nella prospettiva di sosta, di sollievo e di sorpresa, di consegna, nello sciabordio del nostro esistere che si poggia sul bagnasciuga di ciottoli, di storie uniche e personali.
L’amore ci ricorda, con la sua vastità e immensità, che non siamo niente. Niente di rilevante, niente di durevole… ma non importa, possiamo superarlo solo con l’unica arma che possediamo sin dalla nascita: l’Amore.
Amarti è come lasciare le mie impronte sulla tua anima. Ecco perché ti amo!

             

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