domenica 14 giugno 2020


Πάθος passione


Di Vincenzo Calafiore
15 Giugno 2020 Udine
 ..... noi siamo quello che  
non vorremmo essere; sappiamo
con certezza ciò che ci manca,
anche se facciamo finta di non saperlo ! “
  Vincenzo Calafiore ( Cit. )

La domanda spontanea è: qual è il senso della vita senza la passione?
L’intendimento di questo scritto breve, è la visione caleidoscopica di quelle che sono le dinamiche interne ad un rapporto tra un uomo e una donna, o più in generale, tra un Soggetto e un altro. Cercherò di entrare nel tema da più parti, per cercare di capire ciò che avviene nella pratica tra due persone che sono in rapporto tra di loro, e nello specifico tra due persone che vivono un amore reciproco. La parola magica che fa funzionare questo rapporto è la : Passione! Tuttavia affinché noi si faccia conoscenza e esperienza di questa parola è necessario assolutamente che noi  lo si senta dentro, quel qualcosa da condividere e che sia anche condivisibile. La passione nasce in effetti come una condizione dell’anima in modo monocentrico, intimo, privato.  Di passione si parla nei classici della filosofia greca, passando per Cartesio, Pascal e Spinoza. La passione in realtà è una specie di cortocircuito di attività e passività e di attività, un luogo in cui potersi lasciare andare, come consegnarci in termini se si vuole di fedeltà e di fiducia, a qualche cosa che ci sovrasta e che è per noi irresistibile, ma che tuttavia non ci vede spettatori muti e attoniti di un evento interno del quale non ci si sente in parte protagonisti. Fino a renderci conto poi che la passione non è una astrazione, nel senso dei linguaggi  difficili o degli eletti, e che la nostra vita non è popolata di passioni ma di un Io e un Tu che ne costituiscono una pratica. In effetti, solo quando le passioni si determinano, si individuano in un soggetto, nel vissuto intimo di un soggetto, esse acquistano il loro carattere determinante. Ossia diventano passione per qualcuno. La passione individua la soggettività differenziale e nello stesso tempo le qualità personali di chi vive tale esperienza. La passione, per vivere, ha bisogno di un «chi» che la viva, ma soprattutto di un altro «chi» che gliela fa vivere: la relazione. Se l’oracolo di Apollo delfico  conclama: -Nulla di troppo-, d’altra parte Hegel scrive: -Nulla di grande è stato compiuto nel mondo senza passione-. Passione e Amore. Ovviamente non si può fare a meno di partire da Platone e dalla sua concezione dell’amore che emerge dai suoi dialoghi. Inizia con l’esposizione della sua teoria della divisione dell’anima in tre parti, razionale, irascibile e concupiscibile, espressa dal Fedro, nel Simposio poi approfondisce il concetto di amore come eros e passione, definisce l’amore come “un parto della bellezza, sia secondo il corpo sia secondo l’anima”. Ma oltre la bellezza dei corpi c’è la bellezza dell’anima e ancora oltre c’è quello della conoscenza, in una scala di contemplazione che arriva fino al bello in sé, come idea appunto. Accanto a questo amore sublime c’è quello che Platone chiama mania, come una follia amorosa di origine divina. Si giunge in questo modo all’ideale platonico, amando le persone buone e belle, senza abdicare alle capacità razionali ma nella metamorfosi delle volontà di aspirare alla bellezza delle anime, come nuovo valore, che viene cercata dagli amanti più perfetti. Su questo impianto idealistico la riflessione  è quella di amare ed essere amati; dove non si pone il prerequisito della corrispondenza tra gli amanti e in cui si esplica l’esempio del dono: l’amato è felice di donare non di ricevere doni, è dimenticarsi anche per un solo momento del proprio io e ricordare quei profumi di piacere




Nessun commento:

Posta un commento